Chirurgia endoscopica vertebrale (tessys)

Buongiorno gentili dottori,
in questi ultimi giorni mi sono imbattuta in diversi articoli riguardanti la Chirurgia Endoscopica vertebrale (TESSYS). Io soffro di protrusione discale in L5-S1 (da RMN: In V spazio, protrusione intraforaminale sinistra, confermata poi da specialista.) e diverse protrusioni cervicali. Ciò che mi infastidisce maggiormente è il non riuscire a mantenere la stessa posizione a lungo o, peggio, il fatto che sempre più frequentemente la mia schiena si blocca rendendomi difficoltoso qualsiasi movimento e procurandomi molto dolore. Sono a chiederVi dei pareri e, se possibile, delle delucidazioni riguardo questo intervento. Purtroppo, non essendo a conoscenza di persone che si sono sottoposte a questo intervento o di medici che lo eseguono, gradirei saperne di più. Sareste inoltre a conoscenza di strutture che eseguono questi tipi di intervento in Lombardia?
Vi ringrazio anticipatamente e colgo l'occasione per augurarVi Buon anno
Cordialità
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Gentile ragazza,
TESSYS è l'acronimo delle parole Transforaminal Endoscopic Surgical System, ovvero della tecnica chirurgica utilizzata per asportare un'ernia del disco attraverso una via chirurgica, ovvero quella del forame intervertebrale, attraverso il quale si giunge, con strumentario dedicato, alla rimozione del tessuto erniato e utilizzando microtelecamere che si introducono nella zona da operare (Endoscopio)
Tale metodica in genere viene scelta per asportare materiale discale situato appunto nel forame, riducendone invasività e aggressività chirurgiche.
Non è una metodica che può essere applicata in tutte le situazioni, per cui è necessario un accurato studio clinico e radiologico preliminare.

La tecnica chirurgica, invece, che è applicabile per ogni accesso alla colonna lombare e per quasi tutta la patologia discale è la microdiscectomia che, in sostanza è lo stesso intervento, ma condotto con l’utilizzo del microscopio.
Il microscopio chirurgico offre tre vantaggi: una migliore luce a livello del campo chirurgico, la possibilità di un aiuto attivo da parte del chirurgo assistente e una visione ingrandita delle strutture anatomiche. Tutto ciò riduce l’estensione della cicatrice chirurgica a circa 3-4 cm, di contro al 1-2 cm delle incisioni utilizzate per l'endoscopia.

Come dicevo ci sono varie controindicazioni alla tecnica endoscopica e, nel Suo caso, forse c'è quella dell'ernia allo spazio L5-S1, in cui per l'anatomia della sede, l'accesso sarebbe più indaginoso.


Prima comunque di prendere qualsiasi decisione, vista la Sua giovane età, Le consiglio di sottoporsi alla visita specialistica per le opportune indicazioni terapeutiche.

Cordialmente
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio dottore per la sua celere ed esaustiva risposta. Ho passato il pomeriggio ricercando la tecnica chirurgica da Lei indicata. Come già sapevo, ho letto che un intervento chirurgico viene preso in considerazione solamente quando un arto è seriamente debilitato dall'ernia o comunque va incontro a deficit neurologici. Questo non è il mio caso (ho solo raramente dolori alla sciatica), ma ho perennemente mal di schiena e mal di braccio e sempre più frequentemente la mia schiena si blocca. Per quanto riguarda le protrusioni cervicali, qualsiasi medico io abbia incontrato, dopo aver studiato il mio caso, ha convenuto fosse meglio evitare qualsiasi approccio chirurgico per la morfologia del mio collo (Aspetto rettilineizzato della fisiologica lordosi cervicale in presenza di degenerazione involutiva discale di grado iniziale nel tratto C3 C6 con accenno a protrusione posteriore ad ampio raggio a carattere simmetrico.) Dopo aver letto della TESSYS ho pensato fosse un procedimento nuovo che potesse aiutarmi e sollevare il dolore con cui convivo ormai da anni. Tuttavia non avevo mai sentito parlare della microdiscectomia. Questo intervento chirurgico può alleviare il dolore che ho al braccio e alla schiena, pur non avendo deficit significativi? La ringrazio ancora dottore e Le porgo cordiali saluti
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Gentile ragazza,
chi dice che <è meglio evitare qualsiasi approccio chirurgico> non è certo un medico o comunque non è un medico che abbia competenza nella patologia chirurgica (della cui esistenza come disciplina avrà anche, quanto meno, sentito parlare nei corridoi dell'Università che avrà pur frequentato).

Anche chi dice che <un intervento chirurgico viene preso in considerazione solamente quando un arto è seriamente debilitato dall'ernia o comunque va incontro a deficit neurologici> è un medico che non avrà sentito parlare neanche di neurologia e di neurofisiopatologia.

Un' ernia del disco si comporta come un processo espansivo, ovvero come un tumore che progressivamente comprime e danneggia le strutture nervose (midollo e radici nervose in sede cervicale, radici nervose in sede lombare).
Usando lo stesso ragionamento, il tumore non dovrebbe essere asportato finchè il paziente non è finisce in carrozzina?

Gentile ragazza, le varie affezioni patologiche non sono come un guasto meccanico: se i freni di una Mercedes o di una "500" sono consumati, vanno sostituiti in entrambi i veicoli.
Nell'uomo le cose vanno diversamente (anche se al giorno d'oggi si pretende la riparazione dell'organismo umano al pari di un meccanismo di una macchina).
Ogni caso è differente da un individuo all'altro.

Tornando alla Sua richiesta,come Le dicevo le metodiche chirurgiche possono essere differenti, ma la scelta va attuata in base a sintomi, segni clinici, aspetti anatomo-patologici e anatomo-radiologici.
La microdiscectomia (termine che indica la tecnica per asportare un'ernia del disco con l'uso del microscopio operatorio) è al momento quella maggiormente utilizzata, perché consente di avere il più ampio controllo del campo chirurgico, ossia della precipua patologia da trattare e delle strutture vicine, pur con un accesso di pochi centimetri.

Concludendo, sia per poter dare indicazione all'intervento sia per scegliere la tecnica idonea, è necessario lo studio completo e diretto del paziente.

Con cordialità