Recidiva ernia del disco l4 - l5
Buongiorno,
sono un ragazzo di 26 anni che nel 2010 a seguito di continui dolori su gamba, polpaccio e schiena ho eseguito una RM che indicava "a livello L4-L5, voluminosa ernia parzialmente espulsa ed estrinsecazione postero-mediana sinistra che all'odierno controllo discende caudalmente per circa 4mm e determina evidenti fenomeni compressivi sulla radice nervosa omolaterale".
Il neurochirurgo che mi ha visitato, considerata la voluminosa ernia, il continuo ed invalidante dolore per più di un mese senza alcun tipo di miglioramento con terapia farmacologica, mi ha operato con tecnica di microdiscectomia.
In questi anni ho praticato, purtroppo in maniera molto leggera e discontinua, nuoto. Sono seguiti altri 2 episodi di dolore lombare che ho curato con punture di dicloreum+muscoril. A seguito dell'intervento ho sempre evitato di "stiracchiarmi" perché questo mi procurava fitte alla schiena.
ARRIVIAMO AD OGGI 2014-15:
in questi ultimi 8 mesi ho avviato un percorso di dimagrimento, esercizi posturali e successivamente incremento muscolare passando da 86 Kg a 68 Kg per 1,76cm. Il tutto seguito e monitorato da dietista e personal trainer (esperto in posturale). Ho evitato esercizi rischiosi per la schiena e ho utilizzato, nell'ultimo periodo, leggeri pesi.
Nessun dolore, mi sentivo rinato, forte e sano! Riuscivo anche a "stiracchiarmi" senza problemi.
Circa 15 giorni fa, a seguito di uno stop in palestra causa influenza, faccio una serie di starnuti che mi scatenano un dolore prima lombare e poi su gluteo, polpaccio e caviglia.
Tratto prima con Dicloreum pillole per 2 giorni ma i dolori aumentano, passo a Dicloreum + muscoril fiale per 4 giorni e il dolore diminuisce parecchio e sospendo la terapia in fiale e riprendo quella in pillole per 3 giorni.
In tutto questo periodo non sono mai rimasto completamente bloccato, il dolore mi sembrava quasi muscolare e non causato dal nervo sciatico in quanto riuscivo, anche nella fase acuta, a camminare sulle punte e sui talloni senza dolori o problemi.
Decido comunque di eseguire una RM anche per valutare la situazione post-intervento e purtroppo questo è il responso:
"In esiti di emilaminectomia e flavectomia sinistra, tra L4 - L5 si apprezza ernia discale a sviluppo posteriore mediano e paramediano sinistro in parte migrata verso il basso, che contatta la corrispondente radice nervosa.
Assimilazione al sacro del soma di L5. Diametri e segnali normali"
Ad oggi ho solo dei leggeri dolori su schiena, gluteo e gamba quando mi stiracchio nel letto o mi piego in avanti.
Ho prenotato visita da un nuovo neurochirurgo, ma prima di essere visitato, vorrei sentire altri pareri:
- sarà necessario un nuovo intervento considerata la RM e i miei sintomi? Vorrei evitarlo visto che comunque ho avuto una recidiva...
- se provo a fare esercizi posturali/stretching ho dei fastidi alla schiena/gamba sopportabili...conviene fermarmi completamente con "sport"?
Mi scuso per il lungo messaggio e vi ringrazio
sono un ragazzo di 26 anni che nel 2010 a seguito di continui dolori su gamba, polpaccio e schiena ho eseguito una RM che indicava "a livello L4-L5, voluminosa ernia parzialmente espulsa ed estrinsecazione postero-mediana sinistra che all'odierno controllo discende caudalmente per circa 4mm e determina evidenti fenomeni compressivi sulla radice nervosa omolaterale".
Il neurochirurgo che mi ha visitato, considerata la voluminosa ernia, il continuo ed invalidante dolore per più di un mese senza alcun tipo di miglioramento con terapia farmacologica, mi ha operato con tecnica di microdiscectomia.
In questi anni ho praticato, purtroppo in maniera molto leggera e discontinua, nuoto. Sono seguiti altri 2 episodi di dolore lombare che ho curato con punture di dicloreum+muscoril. A seguito dell'intervento ho sempre evitato di "stiracchiarmi" perché questo mi procurava fitte alla schiena.
ARRIVIAMO AD OGGI 2014-15:
in questi ultimi 8 mesi ho avviato un percorso di dimagrimento, esercizi posturali e successivamente incremento muscolare passando da 86 Kg a 68 Kg per 1,76cm. Il tutto seguito e monitorato da dietista e personal trainer (esperto in posturale). Ho evitato esercizi rischiosi per la schiena e ho utilizzato, nell'ultimo periodo, leggeri pesi.
Nessun dolore, mi sentivo rinato, forte e sano! Riuscivo anche a "stiracchiarmi" senza problemi.
Circa 15 giorni fa, a seguito di uno stop in palestra causa influenza, faccio una serie di starnuti che mi scatenano un dolore prima lombare e poi su gluteo, polpaccio e caviglia.
Tratto prima con Dicloreum pillole per 2 giorni ma i dolori aumentano, passo a Dicloreum + muscoril fiale per 4 giorni e il dolore diminuisce parecchio e sospendo la terapia in fiale e riprendo quella in pillole per 3 giorni.
In tutto questo periodo non sono mai rimasto completamente bloccato, il dolore mi sembrava quasi muscolare e non causato dal nervo sciatico in quanto riuscivo, anche nella fase acuta, a camminare sulle punte e sui talloni senza dolori o problemi.
Decido comunque di eseguire una RM anche per valutare la situazione post-intervento e purtroppo questo è il responso:
"In esiti di emilaminectomia e flavectomia sinistra, tra L4 - L5 si apprezza ernia discale a sviluppo posteriore mediano e paramediano sinistro in parte migrata verso il basso, che contatta la corrispondente radice nervosa.
Assimilazione al sacro del soma di L5. Diametri e segnali normali"
Ad oggi ho solo dei leggeri dolori su schiena, gluteo e gamba quando mi stiracchio nel letto o mi piego in avanti.
Ho prenotato visita da un nuovo neurochirurgo, ma prima di essere visitato, vorrei sentire altri pareri:
- sarà necessario un nuovo intervento considerata la RM e i miei sintomi? Vorrei evitarlo visto che comunque ho avuto una recidiva...
- se provo a fare esercizi posturali/stretching ho dei fastidi alla schiena/gamba sopportabili...conviene fermarmi completamente con "sport"?
Mi scuso per il lungo messaggio e vi ringrazio
[#1]
Gentile ragazzo,
per rispondere alle Sue domande sarebbe indispensabile visionare gli esami eseguiti prima dell'intervento e quelli più recenti, oltre a valutare clinicamente i Suoi sinbtomi, ovvero attraverso la visita medica.
Sembrerebbe trattarsi di una recidiva dell'ernia discale e per questo bisogna valutare, sula scorta di un accurato esame, se è indispensabile il nuovo intervento.
Le recidive purtroppo si possono verificare e di solito hanno, proprio perchè nella stessa sede, le medesime indicazioni chirurgiche.
Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti, invio cordiali saluti
per rispondere alle Sue domande sarebbe indispensabile visionare gli esami eseguiti prima dell'intervento e quelli più recenti, oltre a valutare clinicamente i Suoi sinbtomi, ovvero attraverso la visita medica.
Sembrerebbe trattarsi di una recidiva dell'ernia discale e per questo bisogna valutare, sula scorta di un accurato esame, se è indispensabile il nuovo intervento.
Le recidive purtroppo si possono verificare e di solito hanno, proprio perchè nella stessa sede, le medesime indicazioni chirurgiche.
Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti, invio cordiali saluti
[#2]
Utente
Gentile Dr. Migliaccio, la ringrazio per la cortese risposta.
Purtroppo mi risulta impossibile allegare alla presente le immagini RM, posso (come ho già fatto) esclusivamente leggere il responso, ma sono consapevole del fatto che ogni medico legge ed interpreta "diversamente" la RM.
Colgo l'occasione per chiedere a Lei, e qualsiasi altro suo collega volesse intervenire nella discussione, se in linea generale è possibile tentare una terapia conservativa per recidive ernie espulse e migranti dove la fase acuta si è risolta senza l'utilizzo di cortisone e nel giro di 3/4 giorni e non si evidenziano deficit motori, oppure in questi casi è sempre necessario l'intervento
Al momento ho sospeso qualsiasi farmaco, sono passati circa 20 giorni dalla manifestazione del dolore acuto (rientrato nel giro di 3/4 giorni) e ho questi sintomi che alcuni giorni spariscono, altri tornano con più insistenza:
- Appena sveglio o dopo essere stato parecchie ore seduto, quando mi alzo (quindi cambio la posizione) sento per qualche secondo un leggero fastidio al gluteo alto sinistro. Per cercare di descrivere al meglio il fastidio: assomiglia al fastidio che lascia una iniezione intramuscolare in maniere decisamente più leggera e sopportabile.
- Generale sensazione di "schiena contratta" come se dovesse scrocchiare. Da considerare che è più di un mese che non pratico attività sportiva (prima influenza, ora sciatalgia) e in passato ho lavorato tanto con esercizi di posturale/stretching che mi hanno ridato una buona mobilità alla schiena
Grazie per la cortese attenzione,
cordiali saluti
Purtroppo mi risulta impossibile allegare alla presente le immagini RM, posso (come ho già fatto) esclusivamente leggere il responso, ma sono consapevole del fatto che ogni medico legge ed interpreta "diversamente" la RM.
Colgo l'occasione per chiedere a Lei, e qualsiasi altro suo collega volesse intervenire nella discussione, se in linea generale è possibile tentare una terapia conservativa per recidive ernie espulse e migranti dove la fase acuta si è risolta senza l'utilizzo di cortisone e nel giro di 3/4 giorni e non si evidenziano deficit motori, oppure in questi casi è sempre necessario l'intervento
Al momento ho sospeso qualsiasi farmaco, sono passati circa 20 giorni dalla manifestazione del dolore acuto (rientrato nel giro di 3/4 giorni) e ho questi sintomi che alcuni giorni spariscono, altri tornano con più insistenza:
- Appena sveglio o dopo essere stato parecchie ore seduto, quando mi alzo (quindi cambio la posizione) sento per qualche secondo un leggero fastidio al gluteo alto sinistro. Per cercare di descrivere al meglio il fastidio: assomiglia al fastidio che lascia una iniezione intramuscolare in maniere decisamente più leggera e sopportabile.
- Generale sensazione di "schiena contratta" come se dovesse scrocchiare. Da considerare che è più di un mese che non pratico attività sportiva (prima influenza, ora sciatalgia) e in passato ho lavorato tanto con esercizi di posturale/stretching che mi hanno ridato una buona mobilità alla schiena
Grazie per la cortese attenzione,
cordiali saluti
[#3]
Utente
Buongiorno,
ho eseguito la visita da uno specialista in Neuroradiologia Interventistica Spinale il quale mi ha vivamente sconsigliato di eseguire un secondo intervento chirurgico a cielo aperto in quanto molto rischioso a causa della precedente cicatrice.
In sostanza mi ha fatto capire che l'intervento chirurgico, da prendere in considerazione esclusivamente come ultima "soluzione", l'ho già eseguito... ora devo agire diversamente: in pratica come se il "jolly" intervento chirurgico è già stato utilizzato.
La recidiva è identica a quella operata (espulsa e migrata) solo leggermente più piccola (ma comunque grande). La visita conferma l'assenza di deficit motorio, sensitivo, dei riflessi e della forza. Postura ben eretta verificata anche in punta di piedi e sui talloni. Il test di sollevamento delle gambe, per quella colpita dalla sciatalgia è risultato positivo a 50°
A questo punto mi ha consigliato terapia a base di cortisone per 4 giorni e al regredire completo dei sintomi pianificare fisioterapia/fisiokinesiterapia.
Nel caso in cui i dolori non dovessero scomparire e diventassero più "importanti" l'unica cosa che mi consiglia è la Chemiodiscolisi chimica con Ozono sotto guida TAC che garantisce una riuscita nel 70% dei casi e rischi molto più bassi.
Avrei tre domande:
1) è davvero così rischioso operare una recidiva di ernia seguendo la tecnica a cielo aperto? A cosa vado incontro?
2) L'intervento mini invasivo di Chemiodiscolisi è doloroso? Purtroppo a seguito dell'intervento a cielo aperto su l4/l5 ho la schiena parecchio sensibile a stress/dolori... ho fastidio anche sfiorando la cicatrice con la mano.
3) Al momento, senza assumere farmaci, il dolore sta diminuendo. Conviene avviare comunque la terapia del cortisone o posso evitare sperando che questi fastidi vadano via da soli nelle prossime settimane?
Spero di ricevere una cortese risposta,
cordiali saluti
ho eseguito la visita da uno specialista in Neuroradiologia Interventistica Spinale il quale mi ha vivamente sconsigliato di eseguire un secondo intervento chirurgico a cielo aperto in quanto molto rischioso a causa della precedente cicatrice.
In sostanza mi ha fatto capire che l'intervento chirurgico, da prendere in considerazione esclusivamente come ultima "soluzione", l'ho già eseguito... ora devo agire diversamente: in pratica come se il "jolly" intervento chirurgico è già stato utilizzato.
La recidiva è identica a quella operata (espulsa e migrata) solo leggermente più piccola (ma comunque grande). La visita conferma l'assenza di deficit motorio, sensitivo, dei riflessi e della forza. Postura ben eretta verificata anche in punta di piedi e sui talloni. Il test di sollevamento delle gambe, per quella colpita dalla sciatalgia è risultato positivo a 50°
A questo punto mi ha consigliato terapia a base di cortisone per 4 giorni e al regredire completo dei sintomi pianificare fisioterapia/fisiokinesiterapia.
Nel caso in cui i dolori non dovessero scomparire e diventassero più "importanti" l'unica cosa che mi consiglia è la Chemiodiscolisi chimica con Ozono sotto guida TAC che garantisce una riuscita nel 70% dei casi e rischi molto più bassi.
Avrei tre domande:
1) è davvero così rischioso operare una recidiva di ernia seguendo la tecnica a cielo aperto? A cosa vado incontro?
2) L'intervento mini invasivo di Chemiodiscolisi è doloroso? Purtroppo a seguito dell'intervento a cielo aperto su l4/l5 ho la schiena parecchio sensibile a stress/dolori... ho fastidio anche sfiorando la cicatrice con la mano.
3) Al momento, senza assumere farmaci, il dolore sta diminuendo. Conviene avviare comunque la terapia del cortisone o posso evitare sperando che questi fastidi vadano via da soli nelle prossime settimane?
Spero di ricevere una cortese risposta,
cordiali saluti
[#4]
Visto che nessun altro collega Le ha finora risposto, se si accontenta rispondo ancora io, non fosse altro per smaltire le richieste di consulto in attesa.
Le rispondo seguendo la ua numerazione.
1) Operare una recidiva è rischioso per chi non è un chirurgo, come per esempio il radiologo interventista.
2) Per intervento di Chemio discolisi si intende l'introduzione nello spazio discale di una sostanza chimica chiamata "chimopapaina". Tale metodica non la usa quasi più nessuno e in ogni caso non è indicata per le ernie espulse e per le recidive.
3) A questa Sua domanda non posso rispondere senza visitarLa, perché un eventuale periodo di ulteriore attesa per decisioni terapeutiche può essere preso solo dopo un attento esame clinico obiettivo.
Posso aggiungere che il cortisone o altri farmaci possono ridurre il dolore, ma certamente non rimuovono la compressione sulle radici data dall'ernia.
Con cordialità
Le rispondo seguendo la ua numerazione.
1) Operare una recidiva è rischioso per chi non è un chirurgo, come per esempio il radiologo interventista.
2) Per intervento di Chemio discolisi si intende l'introduzione nello spazio discale di una sostanza chimica chiamata "chimopapaina". Tale metodica non la usa quasi più nessuno e in ogni caso non è indicata per le ernie espulse e per le recidive.
3) A questa Sua domanda non posso rispondere senza visitarLa, perché un eventuale periodo di ulteriore attesa per decisioni terapeutiche può essere preso solo dopo un attento esame clinico obiettivo.
Posso aggiungere che il cortisone o altri farmaci possono ridurre il dolore, ma certamente non rimuovono la compressione sulle radici data dall'ernia.
Con cordialità
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 14k visite dal 16/04/2015.
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