Algodistrofia (?)

Buongiorno. Operata per rottura cuffia rotatori ad inizio agosto, mi è stato bloccato il braccio con tutore x 5 settimane. Alla 5° inizia edema alla mano. Faccio bagni alternati freddo-caldo e muovo la mano. La settimana successiva inizio fkt. Nella piega della mano sento un piccolo rigonfiamento. Mi consigliano di massaggiare molto, ritenendola un'aderenza, e di muovere molto la mano. La mano peggiora: l'edema aumenta, la pallina a furia di massaggiare si sposta e diventa un gonfiore 10 volte piu grande, ho difficoltà a comandare la chiusura della mano. Quando spingo le dita con l'altra mano: se forzo troppo, sento forte dolore lungo i tendini fino all'avanbraccio, se spingo piano, si chiudono senza problemi. Se tento di chiudere da sola la mano: non risponde, si piega appena e se forzo la stretta provo dolore molto forte al palmo. Il polso anteriorm è tumefatto. Riesco a chiudere del tutto dopo una mezzora di movimenti attivi-passivi continui. Se però smetto, tutto torna come prima.
Una fisiatra parla di ciste e tendinite, di cui non preoccuparsi. Dice di muovere molto la mano e fare un po' di ghiaccio al polso. La settimana dopo, un altro fisiatra dice: no, è algodistrofia e dito a scatto pregresso, niente ghiaccio, i bagni freddo-caldo non servono. Muovere continuamente la mano e completare la fisio x la spalla , poi passa tutto. Non mi risulta di aver avuto problemi pregressi di dito a scatto, nemmeno in famiglia, pratico molto sport (arrampicata, m.bike, sci), la mano non è sudata e non fa male se è ferma.
Alla 3° settimana di fisioterapia, l'edema peggiora, la mano fa sempre + male quando la forzo attivamente, in corrisp dei flessori di 4 dita. Se non forzo, la mano non duole. Inizia difficoltà nel muovere il polso, sempre + tumefatto, soprattutto nella parte anteriore. Si accorgono che il deltoide deve avere un’aderenza e la fkt rallenta. Un’ecografia rileva modesti ispessimento della guaina dei flessori con minima componente liquida 2,3,4 dito, da tenosinovite. Conservato scorrimento tendineo. Non alteraz del nervo mediano. Non versamento articolare in sede carpale.
Due giorni fa, l’ortopedico mi diagnostica tendinite, effettua infiltrazione al polso, consiglia di non stressare la mano, non forzare i tendini, applicare ghiaccio. Se l’infiammazione non passerà, si dovrà operare per ripulire i tendini.
L’infiammazione in effetti è ridotta: quando provo a forzare x chiudere, quasi non fa male, però avendo mosso molto meno la mano, l’edema è notevolmente aumentato, la mano è molto gonfia e praticamente non riesco a chiudere la mano attivamente, sento le formiche sulla punta delle dita, il polso si è quasi bloccato.
Ora sono veramente preoccupata. Sarei molto grata se qualcuno potesse darmi un consiglio. Cosa ho veramente e cosa posso fare? Potrebbe una radiografia confermare o smentire la diagnosi di algodistrofia?
Grazie per la risposta.
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Dr. Giuseppe Coli' Ortopedico 2.2k 137
Quando non si utilizzano adeguatamente i muscoli degli arti, che sono "le pompe" che fanno risalire il sangue ed i liquidi verso il cuore, succede spesso che le estremità si gonfiano. Per evitare questo, è importante tenere l'arto in scarico (possibilmente in una posizione superiore al piano del cuore) avendo cura di tenerlo verticale appoggiando il gomito sul tavolo o bracciolo quando si è seduti e cercando di fare degli "esercizi di pompa" con una palla di spugna da stringere e rilasciare in mano. Può facilitare il riassorbimento dei liquidi anche con dei farmaci drenanti che può richiedere al suo medico curante. Ci tenga informati

Dr. Giuseppe Colì
Specialista Ortopedico
Malattie metaboliche dell'osso
Ex responsabile centro Osteoporosi

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Dr. Umberto Donati Ortopedico, Chirurgo della mano, Medico legale, Perfezionato in medicine non convenzionali 7.8k 276 9
Nell'algodistrofia il dolore è costante, l'edema tende a peggiorare nel tempo anzichè diminuire, è presente rigidità precoce delle articolazioni con esacerbazione del dolore ai tentativi di mobilizzazione, la cute spesso è arrossata, sottile. La diagnosi è prima di tutto clinica: inoltre l'algodistrofia evolve per stadi, ed eventuali alterazioni della trama ossea sono evidenti solo in fase avanzata.
Se il Suo timore sia quello che si tratti di algodistrofia occorre che si rivolga a uno specialista ortopedico, meglio ancora se Chirurgo della Mano. Può trovare a questo link http://www.sicm.it/regioni_soci.html?sigla=%28AL%29&re=12 gli specialisti e gli ospedali dove lavorano.
Cordiali saluti

Umberto Donati, MD

www.ortopedicoabologna.it

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dopo
Utente
Utente
Grazie per le risposte. Per la mano, un nuovo fisiatra mi ha diagnosticato algodistrofia media mentre un chirurgo della mano parla di algodistrofia lieve con possibilità di problemi al tunnel carpale dal momento che due dita sono intorpidite. Mi ha richiesto una elettromiografia. Ma se si trattasse di carpale, escluso che ora possa sottopormi a nuovo intervento, come potrei riacquistare l'uso della mano? Comunque la mano è migliorata. Con del taping il fisioterapista mi ha sgonfiato notevolmente il dorso della mano e con fkt mi ha raddrizzato le articolazioni. Il palmo e le dita restano gonfie, ora perlomeno riesco a piegarle per circa 3/4 della normale escursione. La mano non duole più.
Nel frattempo mi è stata diagnosticata anche la cd spalla congelata, capsulite adesiva. Dopo 2 mesi di fkt non ho ancora extrarotazione, riesco a sollevare il braccio in avanti per circa 160° e lateralmente per 90.
Ho cambiato centro di riabilitazione. Nel primo forzavano molto sui movimenti della spalla anche se si era infiammata parecchio sia la spalla che il braccio, senza che riuscissi a guadagnare un centimetro in più di movimento. Sostenevano però che una "pausa" o un rallentamento nel programma avrebbe impedito alla spalla di tornare normale. Nel secondo lavorano sotto la soglia del dolore e ho visto progressi anche se mi sembrano lenti.
Mi resta il dubbio che questo modo di intervenire possa impedirmi il totale recupero, come si sosteneva nel primo centro. Chi mi sa chiarire questo punto?
Inoltre, dai primi cicli mi è rimasto infiammato un "filo" che corre + o - dall'acromium e scende sul lato del braccio fino al gomito. Nonostante ghiaccio ed antinfiammatori (1 tauxib 90 al giorno) non passa e non permette al fisioterapista di forzare parecchi movimenti. Come si può risolvere?
Grazie ancora, saluti.