Dipendenza da gioco d'azzardo

Salve. Sono un ragazo di 21 anni da poco trasferitomi a Garbagnate Milanese. Qualche tempo fa ho avuto un periodo di dipendenza da eroina che sto trattando tuttora con brupenorfina. Sto eseguendo questo trattamento con successo, non uso eroina da 5 mesi e non ho nessuna intenzione di usarla, ho scalato le dosi di subutex da 24 a 6 milligrammi giornalieri e direi che ormai mi manca poco.
Nel frattempo però mi sono imbattuto in un altro tipo di dipendenza che solo oggi mi rendo conto di avere. Si tratta del gioco d'azzardo, per lo più rappresentato dalle scommesse al video pocker. Voglio chiarire che non gioco tutti i giorni, ma quando mi capita vengo travolto da una tale compulsione che mi porta a gocare fino a che non ho piu soldi a disposizione. In quei momenti tutto passa in secondo piano. Non riesco a fermarmi. Non mi ferma il pensiero dei soldi e quello a cui mi sarebbero serviti in realtà, non mi ferma la mia compagna che mi chiama e alla quale io mento spudoratamente nonostante io in genere non sia un bugiardo, niente mi ferma se non il fatto di no avere più soldi da giocare.
Ciò che provo si può descrivere così: dapprima la voglia di vincere per avere qulche soldo in più per me e la mia compagna in modo da stare più tranquilli; poi il disperato tentativo di recuperare, almeno, ciò che ho perso accompagnato dalla paura che lentamente prende piede con l'avvicinarsi della fine dei soldi; per sfociare in fine in una forte depressione per il gesto compiuto e nella sicurezza di non ripeterlo più.
Invece lo faccio nuovamente dopo qualche giorno.
Pertanto, dopo la quarta o quinta volta che mi succede, ora non mi fido piu di me stesso e la cosa mi sembra molto simile a quando facevo uso di eroina.
Sono a conoscenza del fatto che esistano cliniche per il recupero dei dipendenti da gioco, ma so anche di non potermele permettere dato che sia io che la ma compagna siamo alla ricerca di un lavoro e sostentiamo grazie all'assegno di disoccupazione che percepirò ancora per un paio di mesi e a qualche aiuto che i parenti di lei le mandano.
Penso che se trovassi un lavoro, il fatto di guadagnare abbastanza e il tempo che gli dedicherei, sarebbero buoni imput per non trovarmi piu a giocare, ma comunque non ne sono sicuro.
In sintesi volevo sapere se qui in provincia esistono dei centri d'ascolto gratuiti dove poter trovare un sostegno o comunque cose di questo tipo che potrebbero essermi d'aiuto.
Diversamente, se qualcuno dei medici iscritti a "Medicitalia" avesse consigli da darmi, sarebbero comunque ben accetti.
Intanto grazie per l'attenzione. Saluti.

[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 992 248
"ho scalato le dosi di subutex da 24 a 6 milligrammi giornalieri e direi che ormai mi manca poco"

Questo è un errore grossolano nella gestione della terapia. Dopo il raggiungimento del risultato di riprednere il controllo sull'uso di eroina, segue una fase di dose stabile, altrimenti se procede ad un graduale "scalaggio" dopo solo pochi mesi si espone alla certezza di ricadute. La dose dovrebbe restare ad un livello tale da garantire il blocco narcotico.
Che abbia intenzione di non usare è il presupposto della terapia, ed è al momento possibile a causa della terapia in corso, ancora dose efficace. Tolta la terapia, il cervello si risposta verso la dipendenza gradualmente.
Non dipende da Lei. Se lo fosse, non sarebbe una malattia da curare, come invece è. Quindi intenzione è una cosa, capacità è altro, non c'entrano niente. Ad oggi purtroppo non esiste un metodo veloce (di mesi) per uscire dalla tossicodipendenza da oppiacei, per fortuna però esistono terapie efficaci che la tengono sotto controllo (come se non ci fosse più, ma questo non deve essere confuso con la guarigione biologica o con un processo che dipende da Lei).


Per quanto riguarda il gioco d'azzardo, esistono terapie efficaci, ma anche qui una (il naltrexone) agisce nello stesso modo della buprenorfina a dosi elevate. Quindi sarebbe opportuno che anche in considerazione del gioco d'azzardo la cura non fosse sospesa, ma anzi fossero mantenute dosi efficaci. Altri approcci sono alcuni farmaci in commercio come antidepressivi, però non tutti sono stati provati su periodi lunghi da dare garanzie.
Inoltre, è opportuno nel caso del gioco d'azzardo combinare farmacoterpia e psicoterapia.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini