'crisi di nervi'?

Salve,
sono una ragazza di 25 anni alle prese con un problema piuttosto spinoso. Il mio ragazzo sta attraversando un periodo difficile, in seguito alla morte di suo padre(passato da uno stato di pieno benessere fisico all'agonia in meno di un mese, causa un tumore del pancreas). Dunque, fin dalla morte del padre il mio ragazzo aveva iniziato a manifestare segni di stress, nel senso che a volte aveva come delle reazioni di soprassalto, però niente di particolarmente grave finchè circa due settimane fa è letteralmente esploso in una crisi di 'convulsioni' violentissime che hanno reso necessario un ricovero in pronto soccorso. Lo hanno sedato pesantemente e lo hanno indirizzato presso un centro di salute mentale, dove attualmente è in terapia...una terapia a base di EN (90 gocce/die) e Seroquel (200mg x 3 al giorno) che non serve minimamente a eliminare le convulsioni/tremori, ma soltanto a stordirlo.Il risultato è stato che riusciva a stare fermo solo nel sonno o impegnandosi 'anima e corpo' in attività che richiedono grande concentrazione. Avendolo interrogato (durante una delle crisi peggiori) riguardo a cosa provasse, mi ha risposto di sentirsi pervaso da rabbia e dolore per la recente perdita, ma di non riuscire a scaricare in modo soddisfacente queste emozioni. Tre giorni fa abbiamo deciso (insieme) di rivolgerci a uno psicologo e psicoterapeuta, il quale, dopo un breve colloquio 'collettivo' riguardo il motivo del consulto, ha parlato in privato per circa un'ora con il mio fidanzato il quale al termine del colloquio è ritornato tra noi perfettamente tranquillo e rilassato, e del tutto libero dalle convulsioni. Uno stato di grazia che dura ormai da quasi quattro giorni, e che lui attribuisce al fatto che lo psicoterapeuta lo ha aiutato a ripercorrere l'accaduto e a lasciar andare la rabbia accumulata (in effetti, durante la seduta ha urlato più volte come mai aveva fatto) e a trasformarla in un senso di dolore più pacato, più normale e più facilmente gestibile. In base a quanto descritto, potreste dirmi se è plausibile una diagnosi di schizofrenia, che sembra ciò per cui lo stanno curando? sia gli psicologi che il medico curante sono contrari a quel tipo di terapia, ma al centro d'igiene mentale non sembrano intenzionati ad abbandonarla. Eppure lo priva quasi del tutto di relazioni sociali, e considerata la giovane età e il fatto che studia medicina e che mai ha dato segni di squilibrio di nessun genere (a parte la normale ansia da esame di tutti gli studenti), questa mi sembra un'inutile tortura. Cosa possiamo fare? Dobbiamo prepararci davvero ad affrontare l'ipotesi di una malattia mentale grave?
Ringrazio in anticipo per l'attenzione (e mi scuso per la lunghezza del post). Buona serata.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gentile utente,

e' stato proprio riferito che ha una diagnosi di schizofrenia oppure lo pensa qualcun altro?

https://wa.me/3908251881139
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[#2]
dopo
Utente
Utente
Gent.mo Dott. Ruggiero,

non è stato possibile ottenere una diagnosi dagli psichiatri del centro di salute mentale...ma il mio medico curante, alla descrizione di sintomi e terapia che gli ho reso, mi ha detto testualmente ''ma non è mica schizofrenico!''...ho semplicemente tratto una conclusione forse troppo affrettata.

Grazie.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Scusi,

pero' Seroquel non e' esclusivamente un farmaco utilizzabile per la schizofrenia, quindi mi pare che il suo medico curante non abbia ben chiaro il motivo della prescrizione, come forse non lo avete neanche voi.

La quetiapina ha numerose indicazioni ed al dosaggio prescritto non e' pensabile che la diagnosi sia quella di schizofrenia, oltretutto l'azione che dovrebbe comportare potrebbe favorire la riduzione della tensione accumulata.

Sarebbe il caso di far chiarire la diagnosi piuttosto che mettersi alla merce' di persone che, non conoscendo la farmacologia, cominciano le inutili lotte, a discapito del paziente, "farmaci no".

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dopo
Utente
Utente
Gent.mo Dott. Ruggiero,

innanzitutto grazie per l'attenzione. Di certo noi familiari non abbiamo un'idea precisa, nè possiamo farcela da soli, non essendo medici. Ma è appunto per questo che ho scritto...per avere un'indicazione se possibile appena più precisa di quelle che mi sono state date finora. E cioè da una parte le risposte evasive dello psichiatra che lo ha preso in carico, il quale di fronte a una richiesta precisa di chiarimenti mi ha risposto che 'probabilmente il problema del mio ragazzo lo conosco meglio io di lui', e dall'altra lo psicologo e il curante, che propendono con ostinata sicurezza per un 'semplice disturbo passeggero' legato allo stress accumulato. Poichè mi curo innanzitutto e soprattutto del benessere del mio fidanzato e poi di tutto il resto, spero vorrà convenire con me che finora non ho ricevuto che opinioni contrastanti o incerte, e che di conseguenza non so cosa aspettarmi, nè cosa pensare, nè su quale approssimativa forma modellare i giorni che verranno. Ecco tutto, non era mia intenzione criticare nessuno, nè alcuna posizione terapeutica.

In ogni caso, grazie per il tempo che mi ha dedicato.

Buona serata.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Nel frattempo nessuno degli addetti ai lavori ha fatto una diagnosi precisa o non dice tutta la verità.

Il punto e' che per capire meglio ciò che lo psichiatra non ha detto dovevate andare da un altro psichiatra e non da figure professionali che non hanno determinate conoscenze.

Questo tipo di atteggiamento favorisce la confusione.

E' ovvio che lo psicologo affermi che non ci vogliono i farmaci, perché e' uno strumento di cura che non può utilizzare, come e' ovvio che il medico di base critichi certi trattamenti perché non e' in grado di andare oltre la prescrizione di alcuni antidepressivi e benzodiazepine.

Se volete un parere serio sulla diagnosi la figura professionale che può farlo e' lo psichiatra.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Il termine "'convulsioni' violentissime" confonde un po' le idee, perché probabilmente ha un significato non tecnicamente corrispondente a quello che si intende in medicina. Tanto è vero che la cura non può essere quella per un problema convulsivo nel senso di epilettico.

La terapia comprende un antipsicotico, il che è compatibile con una diagnosi di psicosi così come di disturbo bipolare, o di altra forma di sindrome in cui c'è stato un episodio di agitazione psicomotoria.

La diagnosi va saputa perché l'evoluzione delle cose e l'adeguatezza delle cure si giudica su questa base.
La diagnosi non consiste nel conoscere di preciso gli eventi di vita, cosa che ovviamente conosce meglio sia la persona che chi gli sta intorno, ma nel visitare la persona per ricostruire o verificare le modalità con cui il suo comportamento, i suoi pensieri e le sue emozioni si sono posizionate o si stanno muovendo. Da qui si definisce la diagnosi, che non è una diagnosi rispetto agli ultimi eventi, per quanto psicologicamente significativi.

Lo psichiatra è preposto a far questo, l'espressione "non è mica schizofrenico" mi sembra voglia essere rassicurante ma non chiarisce però allora quale sia la diagnosi.

Calmarsi dopo essersi sfogati è anche benefico, ma non risolve una disturbo psichico in maniera stabile, almeno di quelli per i quali si usa il seroquel.

Va precisata la diagnosi e riconsiderata prognosi e terapia, possibilmente con uno psichiatra.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#7]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno,

proveremo allora a capire di preciso quale sia la diagnosi, e magari a ottenere anche uno straccio di prognosi, eventualmente rivolgendoci ad un altro psichiatra.

Grazie, e buona giornata.
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