Un male che si è insinuato

Vorrei che foste davvero sinceri con me, perchè vorrei capire una volta per tutte se avrei bisogno di una cura oppure se si tratta di una situazione transitoria, legata magari all'età (24 anni). Premetto che ormai è qualche anno che non riesco ad andare avanti con i miei studi universitari, ogni anno inizialmente prometto a me stessa che sarà l'anno giusto per ricominciare ma già dopo qualche mese mi rendo conto che un altro anno passerà senza che riuscirò a fare nulla, ma proprio nulla;ci sono stati periodi in cui sembrava che stessi ripartendo, in questi periodi studiavo tutti i giorni e prendevo voti altissimi (ho dato pochi esami ma la media è molto alta), ma duravano 2-3mesi, e dopo l'ultimo esame, che risale ad ottobre dello scorso anno, e grazie al quale sembrava che ricominciassi finalmente anche a frequentare le lezioni, sono sprofondata ancora di più in questo "letargo" in cui ormai mi trascino. Ancora una cosa vorrei dire riguardo agli studi, al liceo ero una delle più brave della classe, studiavo molto, anche se mi sono accorta, ripensando a quel periodo, che già avevo di questi episodi diciamo depressivi, di angoscia, vuoto, voglia di non fare e non pensare più a nulla. Per questo penso che l'abbandono degli studi universitari ( oltre alla scarsissima voglia di lavorare, anche se ogni giorno mi metto a cercare mille lavori, che poi non farò) sia la conseguenza di un male che si è insinuato in me fin dall'adolescenza, ma che solo ora si è manifestato chiaramente, tramite vari sintomi: angoscia, senso di vuoto, costanti sensi di colpa (nei confronti dei miei genitori soprattutto), attacchi di panico ed ansia (fin dall'età di 17anni), vera e propria fobia sociale, crisi di pianto, difficoltà ad alzarmi da letto la mattina, dipendenzada cibo, apatia totale etc. Sono tendente alla solitudine ma soffro di una specie di paura d'abbandono da parte della persona con cui sto (non soltanto l'attuale, anche il precedente) tanto che sfocia a volte (ora più di frequente) in crisi isteriche,divento aggressiva, manipolatrice, bugiarda, urlo,piango ( anche se in relatà ci sono giorni in cui mi è totalmente indifferente la sua presenza). A volte faccio pensieri autodistruttivi ( oltre che riorrenti pensieri di suicidio) in cui immagino di buttarmi nella droga o nell'alcool per riuscire a stare meglio, e lo avrei anche iniziato a fare da un pezzo se solo non associassi l'episodio in cui feci uso di cannabis col mio primo attacco di panico, che da quel momento non mi lasciò più. Ci sarebbero tantissime altre cose da dire, ma concludo dicendo che mi sento costantemente e giustamente denigrata e criticata da mia madre che fa di tutto per minimizzare questi sintomi e non fa altro che ripetermi quanto siano brave e diligenti tutte le altre persone e amiche che alla mia età sono gia laureate e lavorano, mentre a me non fa di "fare un cazzo" ( cito testualmente, scusate il termine ). Grazie per l'ascolto.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Le e' già stato risposto di rivolgersi ad uno psichiatra.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
dopo
Attivo dal 2009 al 2011
Ex utente
Ah..non mi era arrivata la notifica.
Non per essere scortese, ma è quello che rispondete un pò a tutti, a quanto pare.
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