Attacchi pseudoepilettici

Buon giorno
Chiedo un consulto per mio fratello. Mio fratello ha 26 anni. Da alcune cose lette in giro mi parrebbe soffra di pseudoconvulsioni psicogene (anche se non tutti i sintomi descritti in rete combaciano) ma nessuno ha mai dato una diagnosi e non c’è nessuno che lo segua veramente e con continuità. Ha un certo grado di handicap mentale perché ha avuto dei danni cerebrali alla nascita. E’ in grado di guidare, di lavorare e compiere mansioni semplici; nel complesso appare come un tipo “un po’ ingenuo”, ma il dramma è che ha coscienza del suo stato, ne soffre (anche per tutti i risvolti negativi anche in campo affettivo), è ansioso nei riguardi del futuro (si prefigura un futuro senza l’aiuto dei genitori ad es.) e percepisce e soffre di ogni problema familiare.
Da un paio di anni soffre di attacchi simil-epilettici, ma tutti gli esami, dall'EEG a ripetute TAC hanno escluso si tratti di epilessia. Poi il Depakin che prende regolarmente pare non sortisca effetto. In più gli attacchi avvengono quasi esclusivamente il fine settimana (grosso modo una-due volte al mese), molto spesso quando si trova seduto a pranzo ma anche la mattina, in bagno o a colazione, molto raramente a letto, e anche quando si trova solo e senza cause scatenanti (immediate) apparenti.
Quando comincia un attacco si nota che è assente, non risponde alle domande ed ha lo sguardo perso nel vuoto, alza lentamente un braccio e spalanca la bocca con espressione di stupore, nel giro di qualche secondo comincia ad irrigidirsi, al culmine ogni muscolo del corpo è incredibilmente in tensione (quando gli è capitato in solitudine è caduto rovinosamente a terra) ed è tutto rosso in viso e anche le labbra sono in tensione e sbuffa e sbava un poco dalla bocca, ma non si è mai morso la lingua e la presenza di cibo in bocca pare non avergli mai creato problemi di soffocamento. Poi si rilassa e impallidisce vistosamente, agita le braccia, muove gli occhi e li sgrana, emette gemiti simili a piccoli gridi di paura, e di paura è l’espressione generale del volto; questa fase dura un paio di minuti. Quindi gli spasmi si riducono via via, resta immobile, lo sguardo si fa fisso, di solito in alto a sinistra, e respira molto profondamente, sbuffando quando espira. Nel giro di circa 5 minuti inizia a girare lo sguardo verso chi lo chiama, e poco dopo tenta di rispondere alle domande anche se non è capace di articolare. Nel giro 10-15 minuti torna abbastanza normale anche se gli resta una incredibile spossatezza, un forte mal di testa e no ha nessuna memoria dell’accaduto (lui è convinto di svenire). Alle volte ha avuto anche come strascico problemi di vomito, inappetenza ed difficoltà di ripresa, quando questo accade di solito ha un 2’ attacco. Solo l’ultimo episodio è stato preceduto da una momentanea perdita della vista nel campo esterno, che è comparsa ultimamente, ma mai in concomitanza con gli attacchi; una TAC non ha rivelato nulla di sospetto.
Che ne dite? A chi potremmo rivolgerci?
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Dr. Manlio Converti Psichiatra, Psicoterapeuta 799 17 20
Siccome ha chiesto il parere di uno psichiatra le rispondo in modo semplice, non avendo modo di visitare il paziente, che lei sta descrivendo inv modo suggestivo una forma di attacco di panico, detta una volta "isteria", o perlomeno a me sembra si possa anche pensare a questa, non tanto dal punto di vista diagnostico quanto terapeutico.

Lei non ha accennato alle benzodiazepine.
Avete provato, sotto controllo del neurologo a fare uso di benzodiazepine?

Non le provi in alcun caso se non sotto controllo medico reale.
Il mio consulto virtuale infatti non è adeguato per seguire alcunchè ma solo a suggerire ipotesi che vanno verificate da colleghi reali.

La sua descrizione potrebbe essere però inadeguata rispetto alla constatazione diretta da parte di un medico, neurologo piuttosto che psichiatra, a mio avviso.
Vale la pena però di riferire questa ipotesi al collega che segue suo fratello.
Auguri

Dr. Manlio Converti

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie davvero per la risposta Dottore,
Ad ogni modo infatti mi sono ben guardato da chiedere una diagnosi ma solo un parere, e a dire il vero non sono nemmeno sicuro che uno pasichiatra sia la pesona giusta alla quale rivolgersi, sono andato a "sentimento", se mi passa il termine.

Ad ogni modo fin ora a mio fratello sono stati eseguiti solo esami volti a escludere o meno l'ipotesi di epilessia (EEC, TAC ecc); non è stata formulata alcuna diagnosi, i dottori hanno solo comunicato che non si sa da cosa gli attacchi siano dovuti e conseguentemente non è stato avviato a nessuna cura psicologica o psichiatrica, ma nemmeno gli è stato suggerito di rivolgersi ad una figura specifica. Gli è stato solo prescritto il depakin, che continua a prendere nonostante sia palese non si tratti di epilessia; non gli è stato prescritto nessun altro trattamento di nessuna natura.

La mia domanda dunque è rivolta a capire se è plausibile che gli attacchi siano dovuti a cause psicologiche/pasichiatriche (so bene che non si tratta della stessa cosa ma mi vorrà perdonare se non conosco bene le differenze), come lei pare ipotizzare. E chi potrebbe formulare una dignosi corretta se i neurologi che lo hanno visitato si sono limitati a escludere eplissia e a formulare vaghe, informali, ipotesi sui generis? Ha senso che io spinga perché sia visitato da uno psichiatra (o chi per lui)?