Improvvisamente in uno spazio nero

Buonasera,

chiedo un consulto su un sintomo.

Ho 35 anni, una vita negli ultimi tempi soddisfacente (non lo è stata mai, solo negli ultimi anni le cose si sono appianate), ho la fortuna di svolgere un'attività che è anche il mio principale interesse per cui ne sono immensamente gratificata. Non fosse che ogni tanto subisco delle brusche interruzioni. Senza alcun motivo, senza che nulla sia realmente cambiato di una virgola, vedo la realtà che mi circonda come trasformata e mi sento completamente estraniata, proiettata lontanissimo, riesco persino a vedermi... mi vedo in un spazio nero, inteso proprio come spazio extra-terrestre, vengo spedita lì con una violenza inaudita, lì dove tutto è statico e non c'è niente che io possa fare per tornare indietro... vedo persino la terra da lontano (in fantasia intendo, sforzandomi riesco a visualizzare in fantasia questa scena). Quando questo accade, tutto ciò che mi circonda diventa inafferrabile, non riesco a fare più niente nonostante io diventi estremamente attiva... mi alzo spesso, cammino avanti e indietro, non riesco a stare ferma perchè mi sento frustrata, provo un gran senso di ingiustizia. Allo stesso tempo provo un senso di dolore nella testa, non intendo mal di testa, intendo che dovrei piangere ma lo sento nella testa e non ho alcuno stimolo a piangere. Mi capita di piangere per tutt'altro, motivi della vita quotidiana... ma in questa circostanza non piango mai, non sento lo stimolo, sento solo quel dolore nella testa che somiglia a quello che si prova quando si trattiene il pianto. E rimango così per un tempo che non dipende da me... può essere 1 giorno come 1 settimana... e in questo arco di tempo io non funziono più in niente, niente ha più alcuna funzionalità per me. Poi succede che mi passa di punto in bianco, così... e sento di riavvicinarmi, di rientrare in me, di rivedere le cose che conosco e ricomincio a fare quello che ho lasciato.

Il punto è che questo mi fa perdere un'enormità di tempo.

Non sono mai andata da uno psichiatra nè psicologo nonostante abbia avuto grossi problemi durante più o meno tutto l'arco della mia vita fino a pochissimi anni fa. Problemi familiari, problemi personali. Non sono mai andata perchè ho sempre tirato avanti da sola, intanto il tempo è passato e le cose si sono appianate.

Però ogni tanto ho queste interruzioni violente.

La domanda che vorrei porre è questa:

è angoscia o depressione?

Grazie, cordiali saluti
[#1]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 197 21
Gentile utente,
una diagnosi a distanza, senza vedere la persona, non sarebbe corretta.
Penso che i problemi che definisce "grossi" della sua vita passata, che ha superato con le sue risorse, richiamino, adesso che è più tranquilla, un po' di attenzione. E' solo un'ipotesi, magari sbaglio. Certe volte trovare uno spazio per parlare di sé e raccontarsi può essere utile per riesaminare vecchie emozioni e sofferenze e poi archiviarle una volta per sempre.
Se quello che dico ha un senso per lei, può consultare uno psicoterapeuta, psicologo o psichiatra.
Cordiali saluti

Franca Scapellato

[#2]
dopo
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Ma proprio adesso che ho faticosamente raggiunto una mia soddisfazione personale (e sono appena all'inizio, se mollo adesso va tutto a monte) non ho alcuna intenzione di andare a ripescare tutto il mio passato, familiare, personale, ecc... per ripiombare nuovamente in un inferno e mettere da parte "ancora una volta" me stessa

Chiaramente no, non ne ho alcuna intenzione... starei peggio, non meglio

Se andassi da uno psichiatra o psicologo, dovrei parlargli delle mie cose, soprattutto di quelle problematiche e non voglio parlare di questo perchè mi rovinerebbe di nuovo la vita

La mia curiosità circa il sintomo in questione è solo per inquadrare la situazione a grandi linee, per sapere di cosa si può trattare e capire se sono semplicemente colta da angoscia, eventuale panico oppure una depressione che però non comprendo perchè di fatto, non mi sento mai di umore depresso

Quando sono in quello stato sono agitata, non sto ferma un attimo

Torno tranquilla quando le cose tornano a posto

Ho letto sulla personalità maniaco-depressiva e mi sembra di essere l'esatto opposto... loro sono attivi quando stanno bene e passivi quando stanno male se ho capito bene... per me viceversa

Se penso all'angoscia, mi viene in mente l'ansia e il panico... ma non ho mai avuto attacchi di panico, non credo che quelli siano attacchi di panico, non ho i sintomi degli attacchi di panico.

Grazie cmq per la cortese risposta, cordiali saluti
[#3]
dopo
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Mi piacerebbe avere qualche altro riscontro, magari in un'ottica diversa... vedo consulti con tante risposte, mi chiedo perchè il mio soltanto una. Non credo di essere da meno solo perchè non sono ancora andata da uno psichiatra

Al momento di chiedere un consulto su questo sito bisogna scegliere "chiedi un consulto per -> una diagnosi, un sintomo, ecc..."

Ebbene io ho selezionato "un sintomo"

Ho esposto il mio sintomo e di conseguenza avrei piacere ad avere qualche delucidazione sul sintomo stesso, se fosse possibile...

Dispostissima a fornire ulteriori elementi

Grazie mille!
[#4]
dopo
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Aggiungo che la mia richiesta non è assolutamente indirizzata a ricevere una diagnosi di alcunchè

Alcuni non ricevono diagnosi nemmeno anni di analisi, ridicolo anche solo pensare di poterla ricevere qui!

Credo che discutere di un sintomo, dire "è un sintomo di angoscia" oppure "è un sintomo di depressione" sia ben lungi dal dire "lei è questo o quello"

Altrimenti non vedo l'utilità di poter scegliere la voce "sintomo" tra le motivazioni di richiesta consulto, non è polemica, davvero, solo mi interrogo sul senso... se poi si viene semplicemente indirizzati verso lo specialista

Evidentemente non sto così male da ritenere di doverci andare, evidentemente tollero la situazione quando si presenta e aspetto che passi... è sempre passata, non dubito che continuerà a passare

Solo mi incuriosisce sapere cosa è... tanto per sapere in effetti

E' così strano?
[#5]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 197 21
Intanto le rispondo nuovamente io. I sintomi che descrive sono sensazioni di derealizzazione. In genere si manifestano in situazioni di ansia o di stress; dal momento che ora ha un'attività che le piace (ma che richiede molto impegno), posso pensare che quanto le succede sia causato da un passato che ha continuato a reprimere ma è rimasto latente nel subconscio; reprimere pensieri e ricordi sgradevoli si può, ma costa energia mentale. Quando questa energia si affievolisce per una situazione di stanchezza più che naturale, i freni inibitori vengono meno e affiora l'angoscia, senza i ricordi (che rifiuta), solo il sentimento di "ingiustizia" e la "voglia di piangere". Il non riuscire a stare ferma potrebbe essere una manifestazione della reazione istintiva "combatti o fuggi" (fight or flight), che nell'epoca moderna purtroppo serve poco, mentre ai nostri antenati salvava la vita.
Se queste situazioni sono frequenti e creano disagio (nel suo caso durano parecchi giorni) si può ricorrere a uno psicoterapeuta, non per un'analisi infinita, ma per chiarire quello che sta succedendo. Non è obbligatorio, naturalmente.
Per essere proprio tranquilla le consiglierei di effettuare un controllo della tiroide, che sotto stress a volte si altera, provocando sintomi anche psicologici.
Cordiali saluti
[#6]
dopo
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Grazie, mi fa piacere d'aver ricevuto qualche informazione "tecnica", sembrerà strano però mi aiuterà quando capiterà di nuovo. Ora sto abbastanza bene, ho chiesto il consulto appena uscita da una di quelle situazioni

Vorrei aggiungere alcune informazioni personali che non hanno molto a che spartire con il consulto stesso. Non mi aspetto alcuna risposta su queste, di fatto non sono domande, sono cose che scrivo per completare il tutto... se poi lei o altri vorrete dire la vostra leggerò con interesse

Parla di "reprimere"... ma non è detto che solo nello studio dello psichiatra si possa dare libero sfogo ai propri sentimenti, ricordi, istinti, ecc... volendo si può fare in molti contesti e con un'intensità molto alta

Però vorrei prima parlare di quelli che ho descritto come "grossi problemi"

Sinceramente non so se siano problemi grossi... faccio paragoni, se paragono la mia vita a quella di una donna che ha avuto un'infanzia felice, che non ha avuto traumi, che è sana... allora si, i miei sono grossi problemi. Però se paragono la mia vita a quella, ad esempio, di una tossicodipendente con genitori alcolizzati o in galera, che magari è stata picchiata per anni e anni... beh allora i miei problemi diventano abbastanza piccoli e stupidi

Lei dice che affiora l'angoscia senza ricordi... eppure io ricordo tutto da quando ero molto piccola ma tutte quelle cose non mi creano più problemi da 1-2 anni. Ho trascorso un buon 15 anni a sfogarmi in lungo e in largo, a voce e per iscritto, su tutte le cose che mi sono successe e che provavo. Inizialmente era estremamente doloroso, poi sempre meno... beh 15 anni sono 15 anni... parlare delle cose per 15 anni avrà pure il suo effetto (anche senza psichiatra). Finchè, ora come ora, se penso a tutto quanto insieme, talvolta mi scende una lacrima, talvolta nemmeno quella... ma troppe ne sono uscite!

Non è questo un "aver archiviato"?

Ad ogni modo le cose che possono ritenersi "traumi" sono queste (e non credo davvero che ve ne siano delle altre):

I primi anni avevo il problema che al primo nervosismo vomitavo. Avvertivo una sensazione allo stomaco, il battito velocissimo e vomitavo improvvisamente. Questo era motivo di grande stress per i miei (soprattutto mio padre, una volta disse che dovevo sempre rovinare le situazioni). Non si è mai capita la causa di quel problema, ho fatto un elettroencefalogramma, il pediatra disse che c'era una lieve epilessia ma poi un altro disse che a quell'età era normale, non era attendibile... d'altra parte non ho mai avuto crisi epilettiche o altri sintomi, il tutto è stato attribuito a nervosismo

Ero sballottata tra casa dei miei e casa dei miei nonni materni, vi restavo anche per molti giorni (non per mia scelta). Mio nonno aveva problemi, non so di che genere. Improvvisamente impazziva e picchiava mia nonna, ho assistito a molte brutte scene violente (di cui mia madre era sempre stata a conoscenza dato che andavano avanti da sempre, forse lo reputava normale perchè tutto sommato, con me erano entrambi molto premurosi). Lui non mi ha mai sfiorata nè rimproverata, mi sentivo una specie di santa. Per me lui era due persone diverse. Quando impazziva cambiava faccia, voce, tono, parole, occhi, gesti... tutto in lui cambiava aspetto

A 5 anni (ricordo bene l'anno perchè dopo poco successe un fatto) mi trovavo su un autobus con mio padre, cosa piuttosto rara, sia uscire con lui, sia trovarmi su un autobus. Ad un certo punto qualcuno/qualcosa ha cominciato a stringermi e torcere la carne del fondoschiena, come dei pizzichi... mi è sembrato che andasse avanti per un tempo infinito e ricordo di essermi come paralizzata, sentivo molto caldo ed ero terrorizzata... in tutto questo tenevo la mano di mio padre che era davanti a me e non si era accorto di niente. Nessuno mi ha toccata davanti, solo quei pizzichi ripetuti. Ricordo precisamente questa scena e poi non ricordo niente di quel giorno, dove siamo andati, quando siamo tornati, niente di niente. Non riesco ancora a capire chi e come abbia potuto toccarmi così in basso vista e considerata la mia età, senza destare sospetti. Forse qualcuno che era seduto... davvero non lo so

I miei non andavano d'accordo (si sono sposati perchè c'ero io), mio padre aveva dei problemi... mia madre ha sempre detto che appena sposato è diventato un'altra persona, era assente, con la testa... piuttosto assente

A 6 anni mia madre mi ha confidato che presto saremmo andate via da lì... non so perchè me lo abbia confidato, ero piccola. Mi fa piacere che si sia fidata di me, molto... però allo stesso tempo questa cosa mi ha pesato a lungo. Mi sono sentita una traditrice per anni... fino a due anni fa quando in una lettera ho confidato a mio padre che io sapevo tutto ma non ho detto niente perchè anche io volevo andarmene da lì, da lui...

E così a 7 anni siamo scappate di casa, uscite e non tornate mai più

Questo si è reso necessario perchè c'era già stato un tentativo legale da parte di mia madre che è stata riempita di botte, ricordo benissimo la scena come fosse ieri... come del resto ricordo benissimo tutte le cose che ho vissuto e che rappresentano i miei "traumi". Lei inchiodata ad un armadio e presa a schiaffi fino a romperle il naso e io piangevo e guardavo

Ho rivisto mio padre dopo molti mesi... purtroppo ero costretta dal tribunale. Appena l'ho visto ho vomitato. E poi vomitavo ogni volta che ci dovevo uscire. Questo fino ai 11-12 anni... poi forse ho cominciato a pensare ai fatti miei e mio padre è andato un pò in secondo piano

L'ho visto fino ai 15 anni, visto almeno 2 volte al mese, non si è mai occupato di me economicamente nonostante lui avesse i mezzi e mia madre no

Torno un attimo indietro... a 12 anni mi trovavo a casa di mio padre da sola con mio nonno paterno. Giocando mi stringeva, mi abbracciava e poi mi ha stretto il seno... mi sono divincolata a forza e sono andata a chiudermi a chiave in una stanza. Non ho detto niente, appena ho sentito rientrare mio padre sono uscita e tutti abbiamo fatto finta di niente. L'ho confidato a mia madre solo pochi anni fa, entrambe le cose. E poi ho scritto una lettera a mio padre in cui gli raccontavo anche questo fatto. Mio padre mi rispose "se anche fosse vero non è poi così grave"

A 15 anni ero piuttosto ribelle e mia madre pensava di dover coinvolgere mio padre nella mia educazione... che in fondo mi mancava una figura maschile. Il risultato fu che un giorno, dopo ripetute assenze a scuola, mio padre minacciò di venire a casa a dirmene quattro... io mi spaventai a morte e scappai di casa. Non dissi niente a nessuno. Proprio nel peggio ho sempre sentito l'esigenza di stare da sola perchè gli altri mi avrebbero solo intralciato. La mia idea era quella di dormire per strada... e poi si sarebbe visto... non avevo programmi. Ma mia madre mandò mio padre a cercarmi perchè dopo qualche ora me lo ritrovai davanti in una zona del tutto inaspettata, non so davvero come abbia fatto... per poco non mi investiva, mi ha frenato quasi addosso, è sceso come una furia, mi ha dato una sberla e sono letteralmente volata... poi è venuto lì e mi ha presa a calci ed è dovuta intervenire la sua compagna di allora per fermarlo. Ricordo solo che avevo i jeans completamente zuppi, mi ero fatta la pipì addosso dalla paura. Mi ha trascinata in macchina e mi ha tenuta chiusa in una stanza a casa sua, senza telefono, senza contatti, senza niente. Avevo il viso gonfio. Quando mi si è sgonfiato mi ha riportata da mia madre

Da allora di lui non ho voluto sapere più niente, mi ha cercata ogni tanto, all'inizio con insistenza poi solo alle ricorrenze. Non ho mai risposto. Gli ho solo scritto quella lettera recente in cui gli parlavo di me e del passato augurandogli ogni bene (davvero)

A 18 anni ho abortito, è stato un brutto periodo. Non ho ancora capito se fossi pienamente consenziente perchè al momento di farlo piangevo e dicevo che non volevo ma oramai ero anestetizzata e poi ho dormito... e poi non c'era più niente

Forse questa, tra tutte, è la cosa che mi fa piangere ancora

Il resto è proprio andato

Per fortuna ho buoni rapporti con mia madre che d'altra si è sempre occupata di me, anche lei ha avuto una famiglia non proprio ideale ed ha fatto molto più di quanto avrebbe potuto, se non lo avesse voluto davvero. Si fa presto a mollare le cose, a dire "non ce la faccio proprio", "mi sento male"... lei questo non lo ha mai fatto e non si è neanche rifatta una famiglia (mio padre ha un'altra da una decina di anni, una donna con gravi problemi mentali, nella sua risposta me ne accennava, mi disse che la faceva seguire da uno psichiatra (ironia della sorte!) perchè era un inferno

Io ho sempre avuto relazioni intermittenti, sono sempre stata attratta da uomini in un certo senso "diversi", problematici, misteriosi, forse poco disponibili. Io stessa sono poco disponibile, ho molta voglia di godermi il mio tempo. Sin dall'adolescenza ero attratta dal sadomaso e provando (in entrambi i ruoli) ho capito (in realtà confermato perchè già lo sapevo bene) che odio qualsiasi forma di dolore fisico. Viceversa ho anche confermato di avere una buona dose di masochismo psicologico, anche per questo sopporto discretamente il dolore mentale...

Mi è capitato di pensare al suicidio in vari contesti quando le cose andavano proprio molto male... come un modo per togliermi dalla sofferenza. Non l'ho mai fatto per vari motivi: paura folle del dolore fisico, paura di fallire e danneggiarmi sopravvivendo, dolore al pensiero del dolore di mia madre... e poi i momenti passavano

Tre anni fa ho avuto delle allucinazioni uditive per 5-6 mesi. Sono cominciate in modo buffo, era primavera e sentivo gli uccelli fuori la finestra al mattino... e il cinguettio degli uccelli si trasformava nella voce di una donna che mi parlava... sembrava un'altra lingua perchè non capivo. Poi sforzandomi riuscivo a cogliere delle parole fino a quando non ho cominciato a capire tutto... e allora ha cominciato a parlarmi non sono dalla finestra ma anche dal rubinetto aperto, l'acqua che scorreva era una cosa terribile, mi sembrava di avere una radio nella testa. Qualsiasi rumore era un pretesto per sentirla. Mi sembrava di impazzire, temevo di impazzire senza rimedio... e sono andata in ospedale dove mi hanno osservata e dimessa senza alcuna diagnosi nè opinione, mi hanno solo rassicurata. Io sapevo che queste allucinazioni uditive sono un sintomo di schizofrenia e temevo di diventarlo... loro mi hanno detto che ero solo molto stressata, che non era niente di grave, che non dovevo pensarci, anzi dovevo distrarmi... devo dire che questo mi ha rassicurato e dopo qualche mese non ho sentito più niente e non ho sentito mai più niente. Questa voce diceva sempre le stesse cose... qualsiasi persona io pensassi (me compresa) diceva "è morto". Parlavo con una persona e mi diceva "tizio è morto". Sempre tutti morti, non era rimasto un solo superstite

Ora, quando mi trovo in quello spazio così agitata e impossibilitata a fare le cose che faccio di solito, non penso a niente di tutto questo nè tantomeno al suicidio. In quella dimensione non soffro nel vero senso del termine... è più una costrizione

Ed ho parlato di tutto questo con molte persone, ho raccontato di me, ho pianto molto, ho scritto molto di me in blog per sfogarmi, ecc... ho perso molto tempo a fare questo perchè avevo bisogno di farlo

Ora ho ripreso i miei interessi (in tutti i sensi), per questo mi chiedo quanto sia salutare rivangare tutto quanto per la milionesima volta, non lo escludo drasticamente ma neanche sono propensa, ora come ora. Voglio cercare di superare anche questo da sola. Prima o poi le cose stesse si stancano... finiscono per sfinimento
[#7]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 197 21
Gentile utente, la ringrazio di aver condiviso la sua storia, lunga e dolorosa.
E' riuscita nonostante tutto a sviluppare una personalità quasi del tutto integrata, sebbene alcune delle figure significative della sua infanzia, il papà prima di tutto, e poi anche il nonno, si siano rivelate non adeguate (a dire poco). Anche la scena dell'autobus che ricorda è emblematica: non è riuscita a chiedere aiuto al papà, non lo sentiva protettivo, e in effetti non lo era, non lo è mai stato.

"Ed ho parlato di tutto questo con molte persone, ho raccontato di me, ho pianto molto, ho scritto molto di me in blog per sfogarmi, ecc... ho perso molto tempo a fare questo perché avevo bisogno di farlo": non è stato assolutamente tempo perso, non lo è mai: parlare, confrontarsi, rivedere la propria vita ancora e ancora serve: se se ne sente il bisogno è per qualche motivo.

L'ingiustizia che avverte quando sta male ha un senso: non ha avuto una vera famiglia: una madre che si è fatta in quattro e un padre prima violento, poi assente, poi di nuovo violento (quando lei è scappata di casa).

Quando il dolore è troppo forte scattano meccanismi di difesa, che in qualche modo "incistano" delle parti di sé, le isolano. E' un processo di dissociazione limitato, niente a che vedere con la schizofrenia, che potrebbe spiegare certe manifestazioni, le voci che ha avvertito o questi periodi di crisi.

Da qualche parte dentro di lei c'è una bambina piccola e spaventata, che interpreta i rumori come voci o che sente quella voglia di piangere. Fa parte di lei, va rassicurata e accettata, magari gratificata con qualche attività piacevole, infatti quando le hanno consigliato di distrarsi si è sentita meglio.

Intendiamoci, do ai suoi sintomi una lettura psicanalitica sulla base della psicologia del sé, magari altri darebbero spiegazioni differenti... però mi dice che anche altri colleghi che l'hanno visitata direttamente non hanno per esempio prescritto farmaci, interpretando i suoi sintomi come un disagio esistenziale e non una malattia psichica.

La saluto cordialmente.
[#8]
dopo
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Grazie per la risposta,

no, certamente non ho mai avvertito mio padre come figura protettiva... ma quella volta ciò che mi ha bloccato è stata una vera impossibilità a muovermi o parlare, per quel lasso di tempo mi sono sentita tagliata fuori da tutto nonostante tenessi mio padre per mano... ero come paralizzata, forse dal contatto estraneo che nonostante l'età percepivo come "vietato", perchè oltre al terrore ricordo che provai qualcosa di strano, ciò che oggi può somigliare alla vergogna, solo molto forte. Ed è stata cmq la vergogna ad impedirmi di raccontare tutto a mia madre quando mio nonno mi mise le mani addosso. Fare finta di niente era molto più semplice. Anche se questa cosa me la sono portata dietro a lungo, la rabbia violentissima nei suoi confronti si è dissolta solo negli ultimi tempi. Crescendo si realizza che certi comportamenti (altrui) vengono adottati per debolezza, non prettamente per cattiveria, e dunque alla fine, dopo tanti anni, la rabbia si trasforma in pena e poi più niente

Si, quella volta delle voci mi sono presentata in ospedale per chiarimenti, mi hanno tenuta in osservazione una giornata in cui ho fatto dei colloqui. Non hanno proprio accennato a farmaci, mi hanno consigliato cmq una psicoterapia. Ma il solo stare lì bastò a tranquillizzarmi, ho trascorso la giornata nel reparto psichiatrico quindi ho visto e sentito altre persone con vari problemi, esperienza allucinante

Cordiali saluti e grazie di nuovo
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