Delirio di riferimento o paranoia?

Gentili dottori,

chiedo un consulto per avere un chiarimento su un sintomo di vecchia data, che io ricordi ce l'ho dai tempi delle medie e non è mai stato un problema.

Invece sono stata in terapia per un episodio psicotico avuto circa 10 anni fa per il quale intrapresi una breve psicoterapia, non volevo assumere farmaci e cmq dopo pochi mesi il tutto si risolse, credo da solo. Subito dopo interruppi la terapia perchè la percepivo abbastanza superflua.

In quel breve periodo non ho mai riferito allo psichiatra questo sintomo, proprio perchè non ha mai rappresentato un problema ed inoltre mi ha sempre incuriosito, più che preoccupato. Volevo tenerlo per me, non volevo che lo facesse sparire.

Il sintomo in questione è appunto una via di mezzo tra il delirio di riferimento e la paranoia. Lo dico dopo aver trovato corrispondenza tra i miei sintomi e ciò che ho letto... in modo abbastanza approssimativo.

Questo sintomo è sempre venuto fuori a contatto con persone con le quali avevo rapporti stretti, soprattutto amicizie,che conoscevano sia fatti che mi riguardavano, sia luoghi, giornali, posti, che leggevo/frequentavo. Puntualmente ritrovavo questi episodi riferiti da me a queste persone, su internet, sui giornali, sotto forma di cartelloni pubblicitari per la strada, ecc...

Ho sempre creduto che questo fosse vero e falso al 50%

Non credo di essere paranoica perchè so che i paranoici vedono tutto in negativo... per me è diverso. Mi ostino a crederci al 50% perchè mi fa anche piacere. Piacere di essere messa così al centro dell'attenzione, per quanto possa sembrare strano. E poi il piacere o il fastidio dipendono molto dai rapporti che ho al momento con quella persona in particolare... se ho buoni rapporti la vivo come un piacere (una sua voglia di mettermi al centro dell'attenzione), se ho cattivi rapporti la vivo come una persecuzione. Col cambiare del rapporto, cambia anche la sensazione buona o cattiva, ma non cambia il fatto che leggo di me ovunque.

Pochi anni fa mi sono sposata con un uomo molto più grande di me, molto benestante. Ci amiamo a modo nostro. Siamo entrambi sessualmente liberi, in casa siamo come due piccioncini, lui non mi fa mancare nulla. Io non lavoro, lui è fuori quasi tutto il giorno, viaggia anche spesso per lavoro.

Da circa 1 anno ho deciso di mettere alla prova il mio sintomo: uno dopo l'altro ho allontanato tutti i miei amici e qualche conoscente. Di fatto, ora ho rapporti esclusivamente con mio marito, quando c'è. Una donna si occupa saltuariamente della casa, non abbiamo praticamente rapporti dato che non ci capiamo (nel senso linguistico) e prende accordi solo con mio marito. Quindi sono rimasta sola, questa era la mia intenzione. Questa solitudine mi ha dato un gran senso di pace, nessuno sa niente di me e per molti giorni non leggo più niente da nessuna parte.

Però ogni tanto, curiosamente, accade che pensi una cosa... e il giorno seguente la ritrovi su internet.

E' delirio di riferimento o paranoia?
[#1]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Potrebbe essere anche un "disturbo di personalità".

Vorrei comunque porre prima a Lei qualche domanda:

in che cosa è consistito il Suo episodio psicotico di 10 anni fa ?

Lei ed il Suo marito entrambi conducete una viata libera: a Lei piace più così ? (perché ?)

Lei non lavora (anche per fare i lavori di casa viene una donna):
solo perché non ne ha bisogno, oppure anche per altri motivi (a Lei piace di più così ? oppure non riuscirebbe a trovare un lavoro ? o pensa che non riuscirebbe a lavorare ? altri motivi ?)

nell'ultimo periodo ha allontanato tutti gli amici: solo per fare questa sperimentazione o anche per gli altri motivi ?
(scrive che adesso avverte un senso di pace; ma intendo quando ha iniziato ad allontanarli, allora ne aveva dei motivi ?)

Grazie

Dr. Alex Aleksey Gukov

[#2]
dopo
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Buonasera, grazie a lei per l'interessamento.

L'episodio di 10 anni fa consisteva in allucinazioni uditive. Sono iniziate in modo molto graduale e col passare del tempo si sono fatte sempre più frequenti ed anche il contenuto è cambiato... all'inizio era generico, poi è diventato più specifico: a volte erano apprezzamenti, a volte insulti. Il fastidio maggiore è stato quando ad un apprezzamento seguiva un insulto e poi subito un altro apprezzamento e così via... questo mi causava reale confusione, più che le voci stesse, perchè mi sentivo presa in giro. Mi disturbava la mancanza di coerenza, più di tutto. Sapevo che erano allucinazioni, immaginavo di essere stressata, avevo capito che era un rispecchiamento della mia realtà di quel periodo, questo era evidente... in quel periodo facevo incontri come escort, mi venne l'idea da un giorno all'altro, avevo voglia di svago ed ero allettata dal facile guadagno. Avevo voglia di qualcosa che mi sconvolgesse, come saltare nel vuoto. In realtà c'erano situazioni piacevoli, altre insolite, altre sgradevoli e umilianti (più che le situazioni, gli uomini)... io non riuscivo a mantenere il distacco, ero sempre molto coinvolta sia nel bene che nel male. Poi ci fu questo episodio delle allucinazioni, ho smesso gli incontri e ho fatto quella psicoterapia per qualche mese. Sinceramente non credo che la terapia abbia risolto il problema delle voci, credo piuttosto che col cessare del problema sia cessato anche quel sintomo.

A parte quel periodo degli incontri, ho sempre cercato relazioni libere, non mi sono mai sentita in dovere di fare rinunce sul piano fisico nè in diritto di imporle. Non credo che un'intesa, un affetto, amore... possa venir meno solo perchè si fa un pò di sesso con qualcun altro. Sono situazioni su piani diversi.

Quando ci siamo conosciuti facevo la segretaria, fu lui a chiedermi di smettere dicendo che non c'era bisogno, a me stava bene. In casa sbrigherei io le faccende, a casa mia l'ho sempre fatto ma quando mi sono trasferita da lui, la donna già c'era e lui non aveva alcuna intenzione di licenziarla. Insomma, le cose sono venute in modo naturale.

Dopo qualche tempo ho cominciato a pensare a questo "esperimento", mi è parso che finalmente fosse il momento giusto per concedermi una full immersion in me stessa. Per un motivo o per l'altro non ho mai potuto permettermi di lasciarmi andare così... la spinta è stata la curiosità. Così ho allontanato le amicizie ma non in modo brusco, è stato un qualcosa di estremamente graduale, programmato e sistematico, non volevo litigare con nessuno. Sono semplicemente uscita di scena in dissolvenza. Poi devo dire che non ho provato un gran dispiacere nel farlo, sono più legata alle relazioni che alle amicizie, non mi mancano.

Quindi non c'è stato alcun motivo, è stato solo il momento giusto per cominciare a dedicare un pò di tempo a me stessa, perchè ora ho finalmente tempo.

Come le dicevo, nell'ultimo anno quel sintomo di leggere le mie cose in giro è diminuito molto. Mio marito sa tutto di me perchè vive con me, mi vede, sa cosa faccio... non c'è alcun bisogno che glielo dica, forse il fatto di non raccontare mi svincola da quel meccanismo. Mi sembra di aver capito che il sintomo si attiva quando io racconto le cose, non quando gli altri le vedono con i propri occhi.

Ogni tanto, cmq di rado, sta capitando questa novità... pensare una cosa e poi trovarla scritta, ovviamente in modo approssimativo ma specifico, magari su un sito che visito abitualmente o su un giornale. Questo mi fa capire in modo schiacciante che il sintomo è al 100% falso, ovvero costruito dalla mia mente. Non so in che modo ma è così. A questo punto lei vorrà chiedermi perchè non mi rivolgo a qualcuno per evitare che accada. E' questa curiosità di stare a guardare... deve sembrarle molto sciocco da parte mia, sento che perderei qualcosa di me stessa se non lo facessi, se non dessi modo di evolvere nel modo più naturale possibile... sembra di assistere alla crescita di un essere, allo svolgersi di un'opera, alla trama di un romanzo.

Grazie di nuovo.
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
La problematica rappresentata può sfociare nuovamente in un disturbo psicotico.

Il problema è che evidenzia che esiste una componente allucinatoria che ancora riesce ad elaborare come irreale, nel momento in cui non riuscirà più a fare questa elaborazione il sintomo potrà sfociare nel disturbo vero e proprio.

L'isolamento sociale, per quanto lo riferisca come una sua scelta, è comunque da considerarsi il sintomo iniziale del disturbo.

Oltre la volontà di seguire un romanzo, tra l'altro inesistente, sarebbe utile anche la volontà di far valutare la situazione ad uno specialista.

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[#4]
dopo
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Dottore,

"romanzo" è una metafora... sia dello svolgersi della vita, sia dell'evolversi della mente intesa come quel mix di attività e passività, scelte ed eventi (nella fattispecie, sintomi).

Trova così strano che una persona non del suo mestiere sia incuriosita, affascinata, da un qualcosa? Lo sono sempre stata ma non ho mai avuto il tempo nè la possibilità di occuparmene, adesso posso.

Anni fa, quando ho avuto quel problema, mi sono recata io stessa da uno psichiatra proprio per la lucidità con la quale percepivo le allucinazioni. Ci sono andata perchè erano fastidiose, logoranti e stressanti. Non esiterei a fare altrettanto se anche questo diventasse stressante. Ma ne dubito, fa parte di me da circa 20 anni. E se dovessi perdere il senno, ma davvero, ovvero diventare un pericolo per la mia vita o quella altrui, sia mio marito che i miei genitori avranno premura e possibilità di farmi curare, loro sono al corrente, sia di questo che dell'episodio avuto anni fa.

Sull'isolamento sociale ci andrei cauta... ho chiuso con le amicizie, non con la vita in generale. Esco con mio marito, vado in palestra, sto seguendo un paio di corsi, semplicemente sto mantenendo, di mia iniziativa, rapporti distaccati, formali.

Lei dice che è un sintomo del disturbo, vorrei farle notare una contraddizione allora... proprio questo sintomo del disturbo mi ha dato la prova schiacciante che si tratta di un disturbo al 100%. Prima ne ero convinta solo al 50%

Lo reputo un passo avanti nella chiarezza, non nella follia.

"chiarezza della follia", portarla su un piano reale, trasparente... da cui poterla guardare, studiare, conoscere.

Cordiali saluti
[#5]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Se non vuole chiamarlo isolamento sociale lo può chiamare distacco emotivo ma sempre un sintomo da porre in attenzione.

Per il resto un conto è la curiosità altro è gestire la propria vita in virtù dell'evidenza di sintomi che si rappresentano in questo modo.

Per esempio, potrebbe rivolgersi ad uno specialista per discutere degli aspetti che considera come normali ma che le possono essere rielaborati come patologici.
[#6]
dopo
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Gentile dottore,

non sono d'accordo con lei circa il distacco emotivo (o isolamento sociale).

Non sono d'accordo perchè emotivamente non sono affatto distaccata, sono molto viva invece. Non credo si possa chiamare in causa un "distacco emotivo" se questo distacco emotivo viene messo in atto esclusivamente con certe persone, quindi in modo selettivo. Credo che un sintomo, per essere tale, debba essere presente con chiunque, quindi dovrei esserlo anche con i miei familiari, cosa che proprio non è. Credo che tra il decidere di chiudere tot rapporti (come ho fatto io) e chiuderli in preda ad un sentimento di distacco o appiattimento emotivo, ce ne passi...

Ciò che mi consiglia l'ho già fatto a suo tempo con quello psichiatra, era anche psicoterapeuta. Non so esattamente ma credo che la terapia fosse su base psicoanalitica, parlavo quasi solo io. E' liberatorio ma nulla che non abbia fatto con chiunque altro. Alla lunga è diventato superfluo. Tra l'altro non ha mai fatto una diagnosi eccetto quella di episodio psicotico.

Vede, purtroppo la "figura professionale" che ora incontrerei volentieri, non esiste. Mi piacerebbe parlare di queste cose con uno psichiatra che però non cominciasse ad aver voglia di elencarmi le patologie e le eventuali cure. Non c'è questa persona che mette a disposizione il proprio sapere per soddisfare l'altrui curiosità senza entrare nel merito. Non dovrebbe essere un medico. Ho cercato per mio conto e si trovano tantissime informazioni... manca essenzialmente una cosa: essere i protagonisti

Infine riguardo il gestire la propria vita, vorrei dire che senza di me, intesa nella mia totalità mente-corpo, non esisterebbe neanche la mia vita. Quindi su una scala di importanza, mi metto prima io, poi la mia vita, che senza di me non avrebbe motivo d'essere. So che su questo punto si potrebbero fare discorsi morali all'infinito... si potrebbe fare la morale su tutto.

Cordiali saluti
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
nel regolamento di questo viene è scritto che non bisogna inserire richieste di consulto generiche tese solamente a soddisfare curiosità...

( https://www.medicitalia.it/consulti/linee-guida-consulto-online/#parte1 )

ma secondo me Lei non ha chiesto il consulto solo per curiosità generica (anche se spesso Lei scrive della curiosità come movente). No, Lei ha chiesto il consulto perché si tratta di Lei ...

Anzi, ... Lei è anche sensibile al come e cosa Le viene risposto.

La "curiosità" è una parola che si presta ad una malinterpretazione. Piuttosto: "essenzialmente una cosa: essere i protagonisti", - ecco, qui ci siamo, credo proprio vicini ai "motivi", sui quali Le ho fatto prima tante domande.

Può darsi che Lei abbia cercato qui proprio una "figura professionale" "che ora incontrerei volentieri", - scrive Lei, ma che "non esiste, uno che "non cominciasse ad aver voglia di elencarmi le patologie e le eventuali cure".

- Ed invece forse c'è (se si cerca). Gli psichiatri e gli psicologi sono diversi fra di loro.

"E' delirio di riferimento o paranoia?" - chiede Lei nella Sua prima replica.

- In internet non si può fare le diagnosi (e neanche le autodiagnosi), ma soprattutto scometto che la risposta diretta alla Sua domanda avrebbe poco di utile per Lei, anche se ci fossero entrambe le cose ed una latente malattia psicotica; però, ripeto, anche se fosse vero, non è quello che Lei vuole sentire o che a Lei interessa ...

Prima ho fatto l'ipotesi di un "Disturbo di Personalità". Non per mettere le etichette, ma perché mi sembra che quello che succedeva e talvolta succede con Lei può avere origini nel Suo carattere, ovvero nei Suoi bisogni e nei meccanismi coi quali riesce a soddisfarli. Ognuno di noi ha una personalità... un carattere ... Allora tutti dobbiamo curarsi ? - La personalità non è qualcosa che sempre si può o che si deve cambiare. E' più una questione dei punti "forti" e "deboli", "utili" e "dannosi" che possono esserlo o no a secondo del contesto e che la persona stessa può riuscire a gestire meglio, altrimenti le costellazioni di alcuni tratti di carattere abbastanza pronunciati possono essere un terreno per le problematiche più o meno invalidanti per sé o per gli altri, oppure possono semplicemente ostacolare una realizzazione più piena di sé. Oppure possiamo parlare piuttosto dei lati di sé che in fondo non sono stati accettati (dalle altre persone significative o da sé stessa) ...

In altre parole, se Lei sta bene così come sta, probabilmente non c'è altro da dire (non posso e non ho intenzione di obbligarLa o di convincerLa a tutti i costi). Se invece Lei rimane insoddisfatta di qualcosa, questo può essere un motivo più autentico per cercare uno specialista adatto, e se si cerca, si trova.
[#8]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Effettivamente diventa inutile dissetare se lei non desidera nessun consiglio da queste sue richieste.
[#9]
dopo
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Dott. Ruggiero:

le ho solo detto che non sono d'accordo con la sua impressione circa il distacco emotivo. Se ritiene mi stia sbagliando potrebbe anche spiegarmi dove e come. Ma non importa, ritengo sia un'impressione falsata probabilmente dovuta al mezzo scritto, sicuramente limitato e non congeniale a tutti. Questo si, renderebbe inutili eventuali dissertazioni.

E' vero, non mi sono rivolta qui per "consigli" ma chiarimenti su sintomi.

La ringrazio cmq per il suo interessamento, d'accordo o non.



Dott. Gukov:

E' chiaro che ho chiesto il consulto perchè si tratta di me. Non sono interessata all'argomento in generale ma in riferimento a me. Il "problema", mi pare di capire, è che non sono qui sofferente e bisognosa di aiuto, piuttosto incuriosita e stimolata... forse questo rappresenta una stonatura rispetto alla consuetudine.

Se fossi angosciata, depressa, infelice, stressata, confusa, allucinata o non so che altro di spiacevole possa provenire dalla mente... forse sarei sofferente e bisognosa di aiuto.

Fortunatamente per me ora non ho nulla di spiacevole eccetto quel sintomo che mi accompagna quasi da sempre, per cui provo interesse, curiosità (non posso fare a meno di mettercela perchè c'è), attrazione, fascinazione, a volte fastidio ma a volte piacere. Che posso dire?

La mia richiesta non è tesa a "risolvere" ma a comprendere... sono cose molto diverse. Non cerco il medico che mi dica "è così, punto e basta", no, mi piace parlarne, girarci intorno... molto probabilmente non ho niente di importante, nulla che necessiti di cure e capisco che per un medico sia più doveroso occuparsi di chi presenta sofferenza che non curiosità e interessamento.

Lei dice che voi psichiatri siete tutti diversi, effettivamente lei sembra diverso. E' riuscito a cogliere molte sfumature, anche a lei piace parlarne. Credo che un eventuale rapporto terapeutico tra me e lei potrebbe essere molto stimolante, probabilmente ci metteremmo entrambi al centro dell'attenzione: lei dissertando su di me, io ammirandola sempre di più.

Ci sono solo due cose, un dubbio (generico) e un problema (riguardo lei):

il dubbio è che così facendo, non vorrei sostituire il mio sintomo con la sua persona. Non vorrei diventare dipendente da lei (o altri come lei). Forse lo sono anche dal mio sintomo ma capisce che un conto è esserlo da qualcosa che si trova dentro se stessi, che forse la mente tira fuori quando ne ha bisogno... un conto è esserlo da qualcuno o qualcosa di esterno, che potrebbe anche gestire le cose in modo spiacevole o perfino negarsi. In sintesi: ho una certa paura di essere scaricata come paziente, magari perchè si rende conto che non ho problematiche serie, magari perchè per lei basta così, magari perchè si stanca di me... e poi io che farei?

Il problema invece è la distanza, se superassi l'ostacolo sopra, noi siamo cmq distanti, purtroppo. Sicuramente nella mia città ce ne sono altri sul suo genere ma non posso incontrarli tutti. E poi, pensi che sento già una certa dipendenza dai suoi modi, questo è assurdo.

Grazie per le spiegazioni, credo sia molto vicino alla questione.

Cordiali saluti.
[#10]
dopo
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Dr. Gukov,

mi scusi se sono stata così invadente e personale

In passato, non molti anni fa, ho avuto una relazione, breve ma molto passionale, con un uomo russo e lei me lo ha ricordato. Purtroppo queste cose fanno brutti scherzi.

Cordiali saluti
[#11]
dopo
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Ogni volta che passo qui, leggo tra i titoli messaggi per me... a volte mi fa piacere (se è vero), a volte no (se è falso). E' difficile non ritrovarsi qui dentro.

Sognare "una voce" è sintomo psicotico?

Poche notti fa ho sognato una vespa che correva sulla superficie di una sfera... correva sempre in tondo, all'infinito... e nel mentre una voce (che mi parlava all'epoca) ripeteva sempre la stessa frase, pure quella all'infinito. E mi sono svegliata da un sonno comatoso, spesso succede, svegliarmi come se dormissi da secoli, a mala pena riesco a respirare... il battito impercettibile... e sentivo l'eco sempre più lontano...

In questi giorni non ho sentito niente, forse era solo un sogno... ciò che diceva era di buon auspicio.

Mi piace leggere i suoi scritti, Dr. Gukov, perchè ha uno stile tutto suo, che mi ipnotizza.
[#12]
dopo
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Pochi giorni fa uno psichiatra, qui, aveva chiesto come mai spesso si cambia psichiatra (ma vale per tutti i medici) anzichè aggiornarlo, concludendo che fosse un problema di fiducia.

Secondo me, nella maggior parte dei casi non c'entra niente la fiducia nel medico. Piuttosto, quando il problema non viene risolto, è un fallimento (personale) e cambiare medico da l'impressione di azzerare l'esperienza fallimentare ricominciando da zero. E' solo un'illusione ma spesso funziona.

Poi c'è anche a chi piace cambiare a prescindere... per provare un pò di tutto...