Paura di tornare in spdc

Carissimo Staff.,

ho avuto qualche giorno fa l'incontro con lo Psichiatra, pubblico.

Gli ho confidato un avvenimento sfavorevole della mia vita, e lui ha reagito aumentandomi la terapia, e facendo dei discorsi, e avendo atteggiamenti strani, come "il tentennare, senza parlare" per abbastanza tempo prima di darmi il nuovo appuntamento, l'iniziare diverse volte il discorso con "quando era ricoverato ,,,"

Adesso ho paura che al prossimo controllo, che sarà tra circa 1 mese, mi "risbatta" nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC).

Queste non sono "Paranoie", perchè conosco bene come fanno quando hanno in mente di ricoverarti, e nemmeno "Manie di persecuzione", perchè non penso assolutamente che questo dottore, o altra gente, c'è l'abbia con me ,,,

Vorrei dei consigli su come fronteggiare questa "Paura" ,,,

Ringrazio calorosamente tutto lo sfaff. ,,, !
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Ma ammesso che la sua supposizione sia corretta, non ritiene che quando decidono di ricoverarla sia una mossa che le permette di gestire meglio momenti di aggravamento ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie Dott. Pacini, della risposta.

Ma, essendo sincero, sia io che i miei amici, che mi sono fatto in SPDC, non abbiamo trovato, praticamente, alcun giovamento, dalla "cura".
Anzi, andare in SPDC, purtroppo, è un pò "come essere messo in galera", anzi è peggio, perchè almeno lì "hai l'ora d'aria" tutti i giorni, mentre nel reparto hai soltanto i permessi, che all'inizio possono pure essere di un tempo inferiore, inoltre, in carcere, le finestre e le porte, sono "normali", e non "opache"; almeno puoi "guardare fuori" ,,,
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Certamente, è una privazione della libertà (se stiamo parlando di TSO), il problema è che anche un disturbo mentale in fase acuta la pone a rischio di varie cose.
Purtroppo gli ambienti che esistevano un tempo non esistono più, e i ricoveri psichiatrici avvengono in corsia.

Comunque, se il medico ha aumentato la terapia, sta evidentemente cercando soluzioni che non portano al ricovero, ma che cercano di tenerla fuori nel suo ambiente in condizioni di compenso.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la nuova risposta Dott. Pacini.
Speriamo, veramente, che sia come dice lei.

Secondo me, e lo potuto constatare personalmente, anche in caso di TSV (Trattamento Sanitario Volontario), vi è una forte limitazione della libertà personale, dato che bisogna vivere negli stessi ambienti dei soggetti in Trattamento Obbligatorio (TSO). Gli unici vantaggi del TSV, sono che nel TSO, una persona, solitamente, viene legata almeno una volta, l'ho potuto constatare, è vero che erano soggetti molto agitati, ma, mi è parso di capire che questa pratica è più facile che la facciano su di loro; poi l'altro vantaggio è che, forse, "vieni ascoltato un pò di più", per esempio la dimissione la "decidono sempre loro", ma sopratutto se "sei insofferente al ricovero", cercano di venirti minimamente incontro; queste sono tutte cose che ho potuto personalmente constatare, ma non è detto che siano sempre attuate.

Poi, Dott. Pacini, cosa intende con il fatto che erano migliori gli ambienti di un tempo, e che i ricoveri psichiatrici oggi avvengono "in corsia"? A me non sembra assolutamente così, invece, prima i trattamenti erano molto più arbitrari, e troppo prolungati nel tempo, oltre che molte altre cose negative. Poi non so se si riferisce all'epoca dei Manicomi, o altro. Inoltre, non mi pare che assolutamente i ricoveri psichiatrici avvengono in corsia, anzi, come ho già detto, sono ancora "estremamente invadenti", per la sfera della libertà personale dell'individuo, e per altri fattori.

Pongo ancora un ringraziamento caloroso al Dott. Pacini, e a tutto lo staff. !
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Intendo dire che un tempo esistevano ospedali dedicati alla psichiatria, con ambienti variabili, chiusi e aperti a seconda delle condizioni, e senza limiti stretti per la durata del ricovero, che incidono anche sul tipo di terapie praticabili, spesso più sedative perché i tempi di degenza devono essere brevi. Le malattie psichiatriche richiedono spesso ricoveri non necessariamente lunghi, ma neanche con la fretta di dimettere, perché la latenza di una cura antidepressiva ad esempio è di 2-4 settimane, l'efficacia di una cura per una mania più o meno si completa nello stesso tempo, etc.

Fondamentalmente, dall'inizio dell'era farmacologica l'esigenza del ricovero è in parte caduta. I ricoveri avvengono in un reparto d'ospedale, quello psichiatrico, che ha gli spazi e l'organizzazione di un reparto d'ospedale. Questo intendevo. Anche il ricorso alla terapia neurolettica, se il ricovero non è così facile e diretto, tende ad essere maggiore, per cautela.