Valutazione psichiatrica

Buongiorno, vi scrivo per chiedere consiglio circa il caso di mia madre, che procedo ad esporvi.
Mia madre ha 69 anni, divorziata da 20, insegnante in pensione da 10, e vive da sola sin dalla separazione da mio padre, periodo in cui anche io ho lasciato casa.
Manifesta secondo me uno stato di sofferenza.
I fenomeni piu' evidenti: fuori pasto, o mentre prepara, l'ho vista mangiare pasta cruda, formaggio grattuggiato o lo zucchero a cucchiaiate. E' anche solita mangiare le pietanze intanto che le prepara, prima di servirle, a tal punto che spesso i piatti sono semivuoti. A mia figlia porta sempre via qualche boccone, o per mangiarselo o per darlo al cane, senza chiedere. Spesso si mangia i suoi cioccolatini o le sue caramelle.
Parla da sola, o parla col cane come se fosse una persona.
Ogni volta che fa queste cose sembra distratta, in uno stato di trance, a tal punto che se le si parla tende a non rispondere, probabilmente nemmeno sente.
Le interazioni con gli estranei sono problematiche: vuole litigare con tutti. Questa estate ha dato a una cameriera della stronza perche' secondo lei stava servendo piu' in fretta le persone del tavolo a fianco al nostro. E'' andata a litigare con dei vicini che avevano momentaneamente appoggiato le loro bici nel nostro patio. Si e' autoconvinta che il barista mi abbia dato un resto inferiore al dovuto rubando 20 euro (che era falso) andando a bisticciare con violenza.
Ieri mi ha imposto di usare la sua auto per accompagnare la bambina, io durante una sosta mi sono accorto di un graffio sul paraurti, l'ho lucidato con la cera, e al rientro l'ho informata del danno (non causato da me). Il risultato e' stato che, secondo lei, le ho distrutto la macchina, sono un incapace, sono un fallito, non sono in grado di gestirmi, sono patetico perche' devo ancora chiedere tutto ai miei genitori (auto, vitto e alloggio - falso), continuo ad usare e rovinare le sue cose, la costringo a vivere in uno stato di emergenza, e lei non ne puo' piu'.
Pur partendo da premesse del tutto scorrelate, i suoi discorsi vanno sempre a parare sulla sua sofferenza, causata dagli altri (io, mio padre, le sue amiche, sua sorella, l'amministratore del condominio...chiunque), e lei che e' la vittima, e spesso arriva ad episodi di violenza verbale autofomentati.
Aggiungo che ha avuto precedenti di crisi paranoiche: e' stata in cura presso uno psichiatra, negli anni 90, perche' smontava le tapparelle per cercare le microspie con cui sosteneva i suoi colleghi insegnanti la spiassero...cosa dedotta da frasi secondo lei allusive alla sua situazione personale, dette maliziosamente appunto dai suddetti colleghi.

Vorrei sapere con quali mezzi, sia di buon senso che legali, si possa convincerla a farsi rivalutare da uno psichiatra. Lo chiedo perche' lei rifiuta categoricamente di ammettere il problema, e incolpa chiunque altro come causa delle sue sofferenze, me incluso, ovviamente, giudicando i suoi presunt aguzzini come "pazzi", "bugiardi" e "maligni".
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Io medico di base di sua madre può stabilire dei percorsi di visita anche obbligatori.

Dr. F. S. Ruggiero

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[#2]
dopo
Attivo dal 2012 al 2020
Ex utente
Ok, grazie. Ma posso parlarci io? Perche' non e' anche il mio medico di base.
Inoltre, quanto descrivo pensa valga la pena di essere valutato o sono io esagerato?
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
La sua descrizione necessariamente deve essere valutata da un medico che potrà stabilire le azioni da intraprendere.

Pertanto, comunica la medico di famiglia di sua madre la problematica ed egli dovrà stabilire come procedere.