Sensazione di solitudine

Gentili dottori vorrei sottoporvi un quesito,premettendo subito che sto già seguendo un percorso terapeutico con una Vs collega psicologa.

Ho 35 anni, sò di essere stato un adolescente abbastanza problematico e con forti difficoltà a relazionarsi con la gente e con i miei coetanei in primis.
queste difficoltà sono via via scemate dai 19 anni in poi, soprattutto iniziando a lavorare, con il raggiungimento di una certa autostima e consapevolezza.
Ho quindi avuto più o meno come tutti amicizie, innamoramenti, delusioni amorose, conoscenze varie; che però in pochissimi casi si sono trasformati in qualcosa di "concreto".
Mi spiego meglio, nel caso degli amori, ne ho avuti tre molto forti, ma in nessuno di questi si è creato un rapporto reale, mentre con le tre fidanzate che ho avuto non sono riuscito io a sentirmi coinvolto veramente.
Nel caso degli amici, ho conosciuto parecchia gente, pochissimi li considero amici ( mi da fastidio la gente che chiama amico ogni persona che conosce).

Comunque, sento spesso una sensazione di solitudine, nonostante io abbia una vita sociale nella media;
nessuno riesce a farmi sentire "parte di.." nonostante i miei amici e spesso anche i conoscenti mi considerino una "bella" persona, con cui si sta bene, simpatico, adattabile (me lo dicono quindi lo sò).
E' come se però il primo passo dovessi farlo sempre io (lo faccio per indole), come se mi aspettassi dagli altri quello che io dò per poi rimanere deluso.
Mi rendo conto che il problema è il mio, cioè un problema di aspettative, che non riesce a farmi apprezzare in pieno quello che ho a dispetto di quello che mi aspetterei...in fondo vorrei solo che qualcuno ogni tanto chiedesse a me (come io spesso faccio con gli altri) "come stai?". Forse sembro tanto forte da non averne bisogno?
Vi ringrazio in anticipo per le risposte che vorrete inviarmi.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente, molte persone quando riescono a trovare un amore che le appaga, si dimenticano di tanti piccoli fastidi. Evidentemente a lei questo non è ancora capitato. D'altra parte ciò potrebbe essere una parte del suo problema, ovvero non riesce a trovare una persona che la soddisfi perché deve prima risolvere qualcos'altro.

Sta già seguendo un percorso terapeutico, ne ha parlato con la sua terapeuta? Che cosa le ha detto? Che risultati sta ottenendo?

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Cecilia Sighinolfi Psicologo, Psicoterapeuta 480 24
Gentile Utente,
con tutti i limiti di questo contesto che potranno essere sicuramente superati nel contesto terapeutico che sta seguendo, mi sembra che lei abbia già centrato un punto molto importante: le sue aspettative. Lei si aspetta che le altre persone si comportino come lei, che le diano in egual misura quello che lei da a loro, ma inevitabilmente questo non accade (perchè le altre persone sono diverse da lei) e lei ne rimane deluso. Forse, ma è solo un'ipotesi, nessuno riesce a "farla sentire parte di..." perchè lei è così concentrato nella valutazione di quello che non sta ricevendo dalle persone da non si focalizzarsi effettivamente sulla vera relazione apprezzando quello che prova nel momento in cui accade.
Lei inoltre afferma di considerare come amici solo una piccola parte delle persone che ha conosciuto e personalmente credo non ci sia nulla di male in tutto ciò. Se in adolescenza la nostra cerchia di amicizie è molto vasta, in età adulta normalmente si restringe e si consolidano le relazioni che reputiamo più importanti.

Chiaramente la sua terapeuta disporrà di informazioni più accurate rispetto alla sua situazione e insieme a lei (avete già iniziato ad affrontare questo punto?) potrà avere un quadro più chiaro del senso di solitudine che prova.
Un cordiale saluto

Dr.ssa Cecilia Sighinolfi
Psicologa e Psicoterapeuta
cecilia_sighinolfi@yahoo.it

[#3]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
i frutti del Suo lavoro terapeutico si vedono già da come Lei descrive se stesso e da come individua le cause dei Suoi problemi.

Immagino che Lei allora ci abbia scritto perchè, una volta capito da dove derivi il tutto, Lei oggi ha bisogno di una lista di cose "da fare", per sbloccare questa situazione.

Una cosa del tipo: ok, ho capito perchè sto male, ma non so come uscire da questo tunnel.

E immagino anche che questo tipo di risposte non le stia trovando nella Sua psicoterapia: altrimenti non ci avrebbe scritto, ma avrebbe girato direttamente la domanda alla terapeuta.

Ho letto anche le Sue altre richieste sul nostro sito: un anno fa Lei parlava di "mancanza di vitalità", e mi chiedevo se gli accertamenti endocrinologici allora suggeriti hanno avuto esito negativo oppure no.

In ogni caso, questa difficoltà a "partire" descritta i passato potrebbe essere correlata al Suo umore: da qui si spiegherebbe anche il senso di solitudine che sente dentro.

Per questo motivo le consiglio una valutazione psichiatrica, onde comprendere meglio se vi siano problemi legati all'umore.

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#4]
dopo
Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Gentili Dottori,
ringrazio tutti e 3 per le Vs risposte e provo a replicare scusandomi in anticipo se mi dilungherò.
Innanzitutto (rispondo al Dt Santonocito) è vero che avevo un problema da risolvere che è il motivo per cui mi sono rivolto alla mia psicologa (ed è ..era) la mia difficoltà a distaccarmi dai miei genitori in quanto anziani e malati e a cercare di vivere anche una “mia” vita o almeno ad accettare questa situazione in maniera meno dolorosa per me, cosa in cui mi pare sto riuscendo.

E chiaro che questa situazione( e qui rispondo al Dt Bulla) insieme ad altre ( delusioni amorose, problemi lavorativi) mi ha sicuramente portato in passato e attualmente a sprazzi, ad uno stato umorale non proprio allegro, che comunque abbiamo preso in considerazione sia con la Psicologa che con uno Psichiatra (mi sono rivolto a un CSM) il quale mi ha detto, visti anche i referti endocrinologici, che non soffro di nessuna patologia. Mi ha prescritto, sotto mia insistenza una cura con Entact 10 mg, che però non è che abbia avuto risultati eclatanti, e che abbiamo sospeso.
Comunque non mi sento di umore triste e ho anche una buona vitalità , nonostante che qualcuno mi dica che sembro triste, ma è come dire che a me quelli sempre “allegri” mi danno un senso di tristezza. Forse mi sento solo un po’ più “consapevole”.

Stiamo affrontando tutto ciò con la mia terapeuta e in effetti stiamo giungendo al nodo delle “mie aspettative”.
E’ probabile (come dice la Dt Sighinolfi), che io sia più concentrato sulle mie aspettative, specie con le persone a cui più tengo, da non vedere le vere relazioni per come si presentano (anche se rispetto a qualche anno fa ho imparato in maniera esponenziale ad apprezzare le piccole cose).
Stiamo adesso cercando di capire il perché di questo meccanismo, che comunque la mia terapeuta dice che è normalissimo…….è avere dei bisogni.

Cordiali saluti.
[#5]
Dr.ssa Cecilia Sighinolfi Psicologo, Psicoterapeuta 480 24
"Stiamo affrontando tutto ciò con la mia terapeuta e in effetti stiamo giungendo al nodo delle “mie aspettative”. "

Bene, questo è un aspetto molto importante e credo debba vivere appieno il percorso che sta seguendo con la sua terapeuta.
Le faccio i miei migliori auguri.
Cordialmente