Poca concentrazione

salve, sono una ragazza di quasi 19 anni e frequento l'ultimo anno di liceo scientifico. sono sempre stata un aragazza abbastanza assennata e anche molto competitiva. mi piace essere la prima e la più brava in tutto ciò che faccio.....
ma adesso mi sento vuota; spenta; fiacca...senza aspirazioni o sogni nel cassetto....
credo sia dovuto alla perdita di mio padre nel luglio scorso con cui avevo un ottimo rapporto...mi sento stanca anche di vivere....di solito piangevo molto ma adesso versare una lacrima costa più di ogni altra cosa..in questi mesi mi sono trattenuta troppo; non ho pianto soprattutto per mia madre..insomma fingo di stare bene e che tutto vada bene; ma dentro sto molto male....è da settembre che non riesco a studiare come vorrei; con la voglia e la passione di sempre; ma non ci riesco...sono sempre distratta.
leggo, rileggo,schematizzo ma quando ripeto ad alta voce mi perdo nei miei pensieri anche in quelli più futili....
non so se mi serve una terapia, una cura,un medicinale, o semplicemente parlare con qualcuno...mi sento molto sola dentro....
ecco forse è per questo che non riesco più a concentrarmi...


saluti..

P.S.
spero risponderete


Grazie
[#1]
Dr. Massimo D'Alessandro Psicologo, Psicoterapeuta 93 4
Gentile ragazza,
nella vita ci sono delle priorità. Quando si è costretti ad affrontare un lutto, come quello che le è capitato, la priorità dovrebbe essere quella di vivere le intense reazioni emotive conseguenti come la tristezza, la rabbia, il senso di colpa, la depressione per potere un giorno arrivare ad accettare o meglio tollerare quello che è successo. Non esiste una ricetta universale per aiutare le persone a vivere e a superare il lutto tuttavia è consigliabile non negare queste emozioni, ma lasciare che i sentimenti affiorino, riconoscerli, parlarne e condividerli con gli altri. Il trattenersi dalle lacrime, il fare finta di stare bene è qualcosa che va contro la natura umana, la quale ci porta a soffrire dopo un abbandono, dopo qualsiasi perdita e non solo quella derivante da un lutto. La scuola per adesso, seppur importante può considerarla la priorità numero 2.
Non saprei se è il caso o meno che lei intraprenda una terapia, per adesso, è passato ancora poco tempo, è una scelta che tocca a lei, ma forse, come ha detto, "semplicemente le serve parlare con qualcuno".
Cordialmente.

Dr. Massimo DAlessandro
Psicologo-Psicoterapeuta
www.massimo-dalessandro.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
grazie per aver risposto e la prego di darmi del tu...

forse la mia cura è davvero parlare con qualcuno....
così è capitato anche circa 3 anni quando ho perso un mio carissimo compagno di classe...
beh anche se quasi 19enne mi sento molto più grande; e difficilmente trovo mie coetanee mature da potermi capire o anche semplicemente ascoltare; poichè per loro i veri problemi sono le unghie, l'estetista, il parrucchiere ect.....forse parte di me vuole cercare di affrontare il dolore, ma l'altra parte me lo impedisce...e non so perchè....vorrei parlare..ma poi mi blocco...e allora rido e scherzo...so che non è la cosa giusta da fare, ma intanto reagisco così ad ogni lutto.....forse ho bisogno di altri mesi per liberarmi....per liberare in parte il mi cuore dal dolore, per poi dare il meglio nela scuola e soprattutto per affrontare il mio futuro....ma a volte mentre mi incoraggio penso a come stanno andando le cose e mi butto di nuovo a terra.......................................................................................................................................................................ma adesso basta...voglio reagire.....voglio parlare...mi voglio sfogare............secondo lei è proficuo scrivere?????come se volessi scrivere un romanzo della mia vita????cosa ne pensa????



grazie ancora.....

a presto...
[#3]
Dr. Massimo D'Alessandro Psicologo, Psicoterapeuta 93 4
Gentile ragazza,
come ti ho già detto non esiste una ricetta universale per aiutare una persona ad elaborare il proprio lutto, però se inizia a non negare più le sue emozioni ad evitare il "far finta...." ad esprimerle anche in forma caotica come le ha dentro è sicuramente un piccolo passo avanti. Scrivere l'aiuterà a rappresentare meglio ciò che ha dentro, a dargli una forma e a divenirne consapevole.
Forse riuscirà anche a comprendere come mai ha l'assoluta necessità di doversi sentire più grande, la più brava in tutto ciò che fa,di liberare assolutamente il suo cuore dal dolore, di non dovere esprimere le proprie emozioni.
In questo modo sembra che lei si privi di molte cose utili al benessere ad esempio il diritto di esprimere le proprie idee ed emozioni o il diritto di sbagliare per esempio.
Se proprio non ci riesce da sola e continua a sentire la necessità di parlare con qualcuno si può rivolgere ad un collega della sua zona. Si può rivolgere ad un servizio pubblico o privato. Se è la prima volta che si rivolge ad un professionista psicologo o psicoterapeuta si ricordi che ha il diritto di sceglierlo, se non le piace il primo può provarne un secondo ect. sino a quando non sente di aver trovato quello giusto per lei.
Cordialmente