Psicologia infantile: esclusione della mamma

gentili signori,
vorrei sottoporvi il mio problema che ho riscontrato in parte in altre mamme che vi hanno scritto. Mio figlio di due anni, da un paio di mesi a questa parte mi esclude da tutte le sue attività (dormire, giocare ecc.)e tranne che per la pappa farebbe molto volentieri a meno di me. Il problema è che io non sono una lavoratrice a tempo pieno: lavoro solo 4 ore il pomeriggio per cui non credo che senta così tanto la mia mancanza. Quando siamo soli la mattina sta bene con me (a parte qualche capriccio nella norma!), poi, appena torna il padre o vengono la zia e le nonne io non esisto più... e questo purtroppo vale anche per i capricci... non mi sente proprio.. a meno che io faccia quelle scenate di urla di cui ogni tanto non se può fare a meno.
Io non sono triste per questa faccenda ma solo preoccupata per lui perchè so quanto sia importante il rapporto con la madre anche per il suo futuro.
Questa fase è cominciata con un suo malanno che abbiamo dovuto terminare con delle punture. Lui mi ritiene responsabile di questo?
Oppure: da un pò di tempo mi è capitato di sgridarlo molto duramente, cosa che prima non succedeva mai perchè con la diplomazia sono sempre riuscita a farmi ascoltare...
Prima di tutto ciò le cose andavano molto meglio e io e lui avevamo un rapporto molto bello e forte
Grazie mille per l'attenzione
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile signora, si tratta di vedere se il problema è più del bambino, o più suo che si sente esclusa. È possibile che lui la dia un po' per scontata, dato che la vede così spesso, e che quindi tenti di rivolgersi anche verso le persone che vede di meno. Primo, perché sono una "novità" e poi perché spera di ricavarne più attenzione.

Il rapporto con la madre è importante, ma è più importante che il bambino impari progressivamente a entrare in relazione anche con le altre persone. Da questo punto di vista quindi non mi preoccuperei, mi sembra nella norma.

Anche l'episodio delle punture non mi sembra rilevante.

Inoltre tenga presente che l'età dai 2 ai 4-5 anni è una delle più faticose da gestire, perché i bambini iniziano a prendere coscienza di se stessi e a voler fare di testa propria. Non a caso è chiamata "l'età dei no".

In conclusione, eviti di preoccuparsi, è più probabile si tratti di un'ansia sua che di un problema del bambino. Un rapporto troppo stretto rischierebbe semmai di creare problemi di altro tipo, più avanti. Lasci quindi che il suo bambino impari a esplorare il mondo, senza sentirsene "gelosa". Mantenga però ben stretta la sua responsabilità di madre, impartendogli la corretta educazione senza delegare ad altri che non siano lei o il padre.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com