Ho un problema con me stesso, ho una doppia vita.

Io ho 15 anni, e il mio problema è che io ho non due ma ben si tre vite separate. Le descrivo subito tutte in modo da non dilungarmi troppo come sono solito fare.
- Con i mie amici e a scuola io sono una persona che si comporta in un certo modo e che fa certe cose. Ma la cosa strana è che io non sono bullo, non fumo, non vado in discoteca, quindi teoricamente non avrei nulla da nascondere ai miei genitori e agli adulti in generale. Ed è proprio per questo che mi chiedo come mai ho questa vita.
- Invece con i miei sono tutt'altra persona e loro non mi conoscono per come sono sopra
- Infine ho una personalità che mi tengo tutta per me, che forse è quella più complessa, più intelligente e quella "che utilizzo" di più perchè sento di appartenere più a questa personalità che alle precedenti; infatti mi chiudo in me stesso e passo il tempo da solo. Sono molte le cose che appartengono a questa personalità e che non condivido con NESSUNO. Passo i pomeriggi sui libri a leggere, oppure semplicemente a riflettere e pensare, pensare a lungo. Inoltre io sto "inventando" un mondo per certi versi simile a quello di Tolkien (che mai comunque sarà alla sua altezza e non desidero neanche pubblicare) dove ambiento storie che sono in un certo senso me. Mi spiego, io in quelle storie scrivo ciò che vorrei essere, il mondo in cui vorrei vivere, la gende che vorrei mi circondasse. In pratica mi sto creando un mondo ideale tutto mio, una mia utopia. E qui ho ambientato già due fiabe e una trilogia. E questo mi preoccupa moltissimo!! Perchè io non voglio fare ciò, non voglio scrivere queste cose che so non potranno mai corrispondere alla realtà, non voglio illudermi, ma un qualcosa in me mi spinge a farlo. Penso di essere pazzo o qualcosa così. E la cosa più significativa di questa personalità è che io mi rinchiudo per mio figlio. Si, così sembro pazzo! Ma io a 14 anni più di ogni altra cosa al mondo desidero un figlio! Lo voglio con tutto me stesso! E qusta cosa è un peso perchè io passo le giornate a desiderarlo ma allo stesso tempo so che è impossibile e mi sento strano, è come se questa cosa mi brucia dall'interno, si impossessa di me. è una cosa complessa da spiegare. E piango, piango perchè non posso realizzare il mio sogno.
E io tutto quello che faccio è per mio figlio, Christopher (e il fatto che ho già scelto il nome mi fa sentire pazzo e spesso mi fa piangere); le mie fiabe, i miei libri che mai pubblichero per paura di risultare pazzo li scrivo per mio figlio, con la speranza che io possa significare qualcosa per lui in questo modo.
Però non sono proprio pazzo perchè con gli altri ho i normalissimi rapporti di tutti. Spero davvero di non avervi fatto perdere tempo, ma io sentivo il bisogno di sfogarmi con qualcuno che non fosse la solita pagina bianca dove scrivere una fiaba per Christopher. Grazie per il tempo che mi avete concesso e scusate se ho inserito una data di nascita errata ma desideravo parlare con qualcuno.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Caro ragazzo, ogni individuo cambia il suo modo di essere in base ai contesti. Il comportamento non è l'espressione del singolo ma cresce e si rinforza nella relazione. Un uomo con i parenti può avere un atteggiamento, con i colleghi di lavoro un'altro e in ogni contesto dare vita ad un comportamento completamente nuovo. Gli esseri umani non vivono da soli ma si confrontano e si modificano in base alle risposte che ottengono e tali risposte possono essere differenti da un contesto all' altro.
Per quel che riguarda la motivazione che la spinge a provare certi desideri, non conoscendola , non è possibile fare ipotesi ma può sempre provare a chiedere, anche presso un consultorio, di parlare con uno psicologo.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
La ringrazio per la risposta.
Spesso ho desiderato andare a parlare con uno psicologo ma il fatto è che qui nei dintorni non ci sono consultori, dovrei andare fino in città e poi sinceramente mi vergogno un po'...
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazzo,
dalla tua mail emerge un atteggiamento estremamente giudicante nei tuoi confronti in questo senso il colloquio con uno psicologo (che non ha il compito di giudicarti), può aiutarti a non "patologizzare" i tuoi desideri e il tuo modo interiore sacrificando la sua ricchezza invece di valorizzarla.
Cordialmente

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14 22
Gentile ragazzo, alla sua età i sentimenti, i pensieri, i desideri e le paure vengono vissuti in modo molto forte e "assoluto".
Condividerli con qualcuno la aiuterebbe a renderli più relativi, più umani.
Il senso di vergogna nel rivolgersi allo psicologo è comune a molte persone, ma lei consideri che ascoltare senza giudicare fa parte del suo mestiere!
Nella scuola che frequenta non ci sono psicologi?

Un caro saluto,

Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl

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Dr. Giuseppe Perfetto Psicologo, Psicoterapeuta 35 1
La fantasia è una ricchezza, il fatto di poterla condividere con una persona attenta, che desidera ascoltarla e non giudicarla come uno psicologo, potrebbe essere un’esperienza che ti consentirebbe di sentirne meno il peso, in certi momenti.
Perché vergognarsi dello psicologo?
Dici che <<Spesso ho desiderato andare a parlare con uno psicologo>>: hai provato a dirlo in famiglia?

Dr. Giuseppe Perfetto
(Psicologo-Psicoterapeuta, Milano)