Insicurezza e amore

Gentilissimi dottori,
cercherò di riassumere i 30 della mia vita,sperando possiate aiutarmi a fare un pò chiarezza.Ho avuto una storia durata 9 e finita malissimo (tradimenti e umiliazioni)uno di quei rapp simbiotici che a 16 anni sono deleterii.Ho avuto bisogno di un anno 1/2 di psicoanalisi per risollevarmi un pò.Nn ho ancora finito l'università ed ho sempre avuto poca fiducia in me!A fatica ho ricominciato,contando sempre anche sull'affetto di un ragazzo con cui a 15 anni avevo avuto una infantile storia ma che lui ha sempre considerato come la sua unica vera storia.Ci eravamo persi,ci saimo ritrovati,abbiamo ricominciato a frequentarci. Ci ho messo 4 anni per cedere a quel leggero pizzicore che con lui mi faceva sentire ancora viva,ma sempre terrorizzata dalla paura di non poter +amare come fatto con il mio ex (che per inciso ancora capita di sentire).Alla fine abbiano inziato una storia in cui entrambi eravamo timorosi ma consci di piacerci.Lui è passato dal dire "non sarai mai la mia fidanzata loi sai?" a "voglio sposarti,avere dei figli e passare la vita con te".Lui è sempre stato però molto indipendente,sempre single,sempre controllato.Ho interpretato molti suoi comp come distanza, come incapacità a lasciarsi andare,accusandolo forse e facendolo sentire inadeguato dice,perchè certa non volesse me!Dopo un anno e 1/2 in cui sempre più insistentemente gli ho ripetuto che non mi concedeva di entare davvero nella sua vita,che nonostante le parole spesso mi tarttava come un'intrusa o peggio una nemica da cui difendersi e dopo miei svariati tentativi di chiudere la storia,lo ha fatto lui, confermando la sua "paura" delle emozioni,dicendo di non sentrisi pronto ad una storia importante e di non sapere cosa vuole nella sua vita in questo momento.
Giorni fa ci siamo rivisti e lui mi ha chiesto di lasciarmi andare,ha ribadito di volermi ma di non credere di essere in grado di portare avanti una storia importante,di essere confuso.C'è stata complicità,abbracci e baci e un latente dolore, il mio, per non essere riuscita a difendermi.
Perchè mi chiedo,non so impormi, cerco sempre di capire gli altri e di mantenere rapporti sereni con tutti?Perchè anche con questi 2uomini sento l'esigenza di cercarli e fingere una forza che non ho?Sono molto più sicura oggi,credo di aver fatto la scelta giusta nell'evitare altri incontri perchè so che non posso fingere sia una storia senza importanza,perchè credo non sia possibile vedere dove ci porta,ci conosciamo e se mi amasse davvero 6mesi di lontananza avrebbero dovuto fargli capire che il suo amore è più forte delle paure e che vuole affrontarle! Eppure mi sento in colpa ed una parte di me vorrebbe assecondarlo,ricominciare a vederlo senza imporgli promesse che non vuole fare,essere meno rigida e dura.E non so scendere da quest'altalena che mi fa cambiare idea continuamente perchè quello che voglio è così lontano da ciò che credo sia giusto per me!
Ma soprattutto, come fare a far pace con me stessa?
Grazie
[#1]
Dr. Domenico Bumbaca Psicologo, Psicoterapeuta 143
Ho letto la sua richiesta più in modo empatico che analitico (magari dopo la sua risposta tenterò duna lettura diversa)
La prima impressione che ne ho tratto è la seguente.

La sua introspezione è di enorme valore per la sua crescita interiore ma insufficiente per l'integrazione con la parte maschile, che al momento rappresenta la parte antagonista.

Il problema, non sono questi due uomini, ma la sua fragilità nei confronti di questa entità.

Solo 'integrando' questa componente, sarà veramente in grado di difendersi.

Questa integrazione tarda ad arrivare (sta seguendo il modell: dai da te) e tutti i suoi tentativi di avvicinamento e intima comprensione (forse) naufragano.

L'errore non è nell'uomo, ma nella sua percezione dell'uomo.

Integri questa figura e sarà una donna libera


che impressioni le offre questa prima risposta?

Dr. Domenico Bumbaca - Psicologo Psicoterapeuta
ad indirizzo Junghiano
https://www.PsicoanalistaRoma.it/

[#2]
dopo
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
Credo abbia ragione su più di un punto.
Sono assolutamente introspettiva è vero,anche se spesso assoutamente istintiva e poco razionale. Amo sentire, capire, cercare risposte spingendomi spesso forse al limite del dolore. Mi espongo incoscientemente e mi dono senza mezze misure anche se poi resto chiusa nel mio mondo, fatto di percezioni, parole, poesie, silenzi che a nessuno dò mai di vedere!
Ed ha ragione sulla mia fragilità nei confronti degli uomini. Una fragilità che non accetto perchè mi terrorizza.
Dopo la mia prima storia vivo divisa a metà tra la voglia di amare davvero e profondamente, quasi fondermi, di nuovo e per sempre con un altro cuore e la necessità di sentirmi libera, forte e sola.
Temo l'amore e vorrei scegliere di vivere senza. Ma so che sarebbe snaturarmi, impormi un sentire non mio!
Ritengo il più grave problema il mio disequilibrio interiore.
Nella prima storia c'era una sorta di vita simbiotica (più mia per la verità) a causa della quale mi sono ritrovata distrutta senza più una vita,perchè senza lui fermavo la vita e non ero abituata a chiedermi cosa mi piacesse o mi facesse stare bene.
Nella seconda credo di aver fatto l'errore opposto. Mi sono imposta una rigidità che non mi apparteneva per un pò. Mi fingevo (con me stessa più che con lui) distante e distaccata, libera e autonoma. Ma la parte vera di me anelava a perdersi nell'altro, a sapere tutto di lui a condividere tutto. Ma temo di non avere vie di mezzo ed allora per paura di essere una delle tante donne affetta da irrecuperabile dipendenza affettiva cerco di distanziarmi dal mondo.
Integrare ... dice bene! Ma come se non riesco a capire quali siano i miei errori? Non vorrei un uomo perfetto, non vorrei un amore perfetto ... vorrei solo qualcuno rispetto al quale non aver paura di mostrarmi per quella che sono, vorrei riuscire a dare le spalle senza il terrore di essere colpita.
Se mi chiede come vedo il mio ultimo ex le risponderei che è sempre stato per me uno stereotipo. Forte, itelligente, sicuro di sè, sincero e simpatico. Non ho mai avuto un "debole" per il suo aspetto fisico ma adoravo come mi faceva sentire. Ora vedo anche il suo egoismo, la sua freddezza, la sua superficialità e fragilità. Eppure credo di tenere ancora a lui, eppure vorrei ancora facesse parte della mia vita. Vorrei poter condividere i giorni e le emozioni, vorrei mostrargli le mie fragilità e scoprire le sue, vorrei non si vergognasse di mostrarmi le sue paure e persino le sue bruttezze, vorrei crescere! Ma mi domando se sia vero amore o solo bisogno di sentirsi importanti, indispensabili ... Ma non so accettare non sappia cosa provi per me anche se son certa di aver causato io questa sua confusione! Non so accettare di non avere certezze, di non poter essere certa del suo amore!

Idealizzo l'uomo? enfatizzo l'amore?
Come aiutare me stessa allora a spogliarsi delle contraddizzioni, di supide ed infantili visioni?

Ps la ringrazio per la sua celerità e per aver cercato un'empatia!
[#3]
Dr. Domenico Bumbaca Psicologo, Psicoterapeuta 143
dice :'Idealizzo l'uomo? enfatizzo l'amore?'

mbe ...direi di si.

Lei enfatizza a tal punto da sembrare quasi una rappresentazione simbolica dell'amore.
Dal modo con cui esprime il suo stato interiore percepisco una persona in bilico tra l'inflazione e la giusta distanza.

Cara signorina, se la sua è inflazione, la metto in guardia. Essere inflazionati equivale a lasciare la propria coscienza permeabile ai contenuti dell'incoscio e se non 'gestiti' opportunamente, mi creda, possono far male.

Se invece l'inflazione (ammettendo sia così) è frutto di un suo estremo romanticismo, la invito a usare questo effluvio creativo (scrive e descrive molto bene, oserei direi con uno stile letterario struggente) in altro modo (provi a scrivere una storia, oppure a dipingere, insomma, veicoli questa energia creativo in ambito artistico).

Insomma, una volta che ha trovato il modo per veicolare tutta questa passione, provi ad analizzare se stessa in modo più obiettivo e critico.

Gli Uomini, sono diversi dalle Donne. Non può avere un Uomo, a sua immagine e somiglianza. Ognuno di noi ha vizi e virtù. Integri tutto ciò e trovi il modo di fare una sintesi.

Sono sicuro che potrebbe riuscirci, almeno a capire e delineare certi confini e di conseguenza capire, nel caso, cosa e a chi chiedere un eventuale aiuto


[#4]
dopo
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
La ringrazio molto del suo consiglio.
Proverò a seguirlo anche se non so ancora bene come fare e da dove iniziare.
Vorrei e forse dovrei conoscere più me stessa e provo ogni giorno a guardarmi dal di fuori ma credo di essere ancora distante dal saper dosare libertà e rispetto per me stessa ... questo forse l'ostacolo maggiore.
Ma non credo ci sia una formula magica universale, quindi continuerò a cercare nella speranza di trovare prima o poi la mia, cercando nel frattempo di non prendermi troppo sul serio!!!
Solo una precisazione ... non credo di pretendere un uomo a mia immagine e somiglianza anzi forse è vero il contrario e che, cioè, faccio così fatica ad amarmi che credo che nessuno possa farlo davvero e mi appiattisco sull'immagine di donna che credo gli altri vedono o vorrebebro vedere.
La sua ultima affermazione però solleva in me un dubbio. Crede che il mio "percorso psicoanalitico" non fosse sufficientemente completo?
Ancora grazie della sua attenzione
[#5]
Dr. Domenico Bumbaca Psicologo, Psicoterapeuta 143
Il suo percorso psicoanalitico ... spero lo abbia concluso d'accordo con il suo terapeuta.

Se entrambi avete deciso di terminare il lavoro ... allora sicuramente era completato.