Difficoltà di apprendimento

Ho un bimbo di quasi 5 anni (li compie a Natale); fin da piccolo è sempre stato molto emotivo, ha imparato a camminare nei tempi dovuti ed ha parlato prestissimo; da quando però è iniziato l'asilo, ha cominciato ad avere problemi. Dapprima con le feci (stitichezza estrema, si faceva la cacca addosso). Risolto questo problema tra i 3 anni e mezzo e i 4, adesso è abbastanza autonomo, va in bagno e a letto da solo ed è capace di vestirsi. Sa contare fino a quasi trenta senza errori, scrive il suo nome, riconosce determinate lettere (per esempio sa digitare da solo la password per accedere al mio pc), usa correttamente il congiuntivo, sa molte canzoni, filastrocche, impara dai libri che gli leggo e dai filmini che vede, gioca coi pupazzi e si sa dare dei ruoli fittizi nel gioco... Però non disegna pressoché niente (forme geometriche colorate che poi interpreta e il volto umano solo se stimolato a farlo) e le maestre vogliono che lo faccia controllare. L'anno scorso, siccome soffre di convulsioni febbrili, ho fatto EEG sonno-veglia con esito negativo; la neuropsichiatra da cui l'ho portato ha refertato con competenze grafiche inferori alla norma e scarsa tolleranza alla frustrazione. Nell'ultimo colloquio la maestra disse che era molto migliorato e di dargli tempo. Quest'anno invece (le maestre sono nuove)mi hanno ribadito che ha problemi. Il bambino a volte pare rimanere incantato, come sovrappensiero, come se si isolasse dal mondo, anche in ambienti rumorosi; a volte per farsi rispondere bisogna chiamarlo più volte. Può manifestare anche dei momenti in cui trova difficoltà a esprimere concetti o parole, come se si impappinasse e non riuscisse a esprimere ciò che sente o non ricordasse determinate parole (per cui ricorre a perifrasi). E'lento nel mangiare e nelle attività. E' abbastanza chiuso, parla poco di sé; ha un ottimo rapporto coi compagni ed è molto pacato e dolce. Certo noto che rispetto a molti compagni è indietro, anche se è il più piccolo della classe. A casa è molto geloso del fratellino di 18 mesi e a volte rischia di fargli male, ed è più movimentato che a scuola. Le maestre sono preoccupate per il futuro ingresso alle elementari e mi stanno mettendo ansia. In famiglia la situazione purtroppo non è rosea; il bimbo, quasi contemporaneamente all'arrivo del fratello, ha perso la nonna; e mio marito e io siamo in attesa della separazione, dato che lui dopo la morte della madre è andato in crisi e vuole rifarsi una vita senza di me, che sono troppo diversa da sua madre e quindi dalla donna che vuole.
Che posso fare? Il bimbo potrebbe avere problemi fisici? Oppure sarà la situazione familiare ingarbugliata a renderlo nervoso e chiuso?
Quali visite o esami mi consigliate di fare? Vorrei aiutarlo ma vorrei anche evitare di farlo girare continuamente per ospedali se poi è sano...
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile signora, alla visita con lo specialista NPI, le è stato solo dato un parere di competenze grafiche inferiori alla norma e scarsa tolleranza alla frustrazione, oppure un quadro più completo? Le sono state suggerite linee di comportamento da tenere con il bambino, da concordare con gli altri familiari e con le maestre, oppure non vi è stato suggerito nulla?

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Comportamentalmente non ci è stato suggerito niente di particolare, ma devo dire che all'epoca la situazione in famiglia non era così complicata come adesso. Unico consiglio fu quello di farlo esercitare a scrivere e disegnare magari con l'aiuto di un impugnamatita.
Il referto dice: buone le capacità relazionali, linguaggio espressivo lievemente immaturo, ma non aspetti patologici. All'esame neurologico si evidenziano alcuni lievi tratti dismorfici, piede piatto pronato bilaterale, lieve ipotonia diffusa, tono e trofismo nella norma, niente altro da segnalare. La madre descrive episodi tipo "assenza" del bambino con sguardo fisso e in cui non sempre c'è risposta al richiamo. Competenze grafo-motorie in ritardo, impugnatura scorretta. Si evidenzia irritabilità, scarsa tolleranza alla frustrazione, lievi tratti oppositivi e provocatori (aumentati dopo la nascita del fratellino).

Erano presenti difficoltà relazionali che però sono state superate. Così come i piedi piatti, che il pediatra non ritiene assolutamente problematici. Consigliava un nuovo controllo, ma d'accordo con pediatra e maestra, visto il miglioramento avvenuto e l'EEG negativo, abbiamo preferito aspettare. Preciso anche che mentre con il medico curante ed altri dottori è sempre stato collaborativo, durante la visita con la NPI ha dato veramente il peggio di sé e non ha collaborato per nulla. Anche la diagnosi fatta si basava su brevi momenti in cui ha preso in mano la matita, perché si è rifiutato di disegnare qualsiasi cosa e ha soltanto cancellato quello che disegnava la dottoressa.
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Dr.ssa Sara Breschi Psicologo, Psicoterapeuta 49
Salve signora,
quando nasce un fratello, solitamente, il bambino vive una forte gelosia insieme al timore che il nuovo arrivato gli porti via l'affetto dei genitori. Tutto questo, spesso, viene espresso dal bambino con il tentativo di far del male al fratellino, come modo per esprimere una rabbia interna.
Anche ciò che lei ha descritto come il cancellare, da parte di suo figlio, ciò che la dottoressa disegnava può essere letto come un modo di mostrare la propria aggressività attraverso l'eliminazione.
Il desiderio fantasioso di "eliminare", il fratellino come ciò che viene prodotto attraverso il disegno, si scontra con la perdita reale (eliminazione) della nonna.
Sono tutte ipotesi che possiamo fare ma le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta in modo che suo figlio possa trovare lo spazio in cui poter manifestare la propria aggressività ed elaborare la nascita del fratellino così come la frustrazione conseguente sia alla morte della nonna che alla situazione familiare attuale.
La saluto

Dr.ssa Sara Breschi
Psicoterapeuta - Psicoanalista
Sito Web: www.sarabreschi.it

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile signora,
oltre ad una nuova visita presso un neuropsichiatra infantile, sarebbe utile in relazione alla complessa situazione familiare che ci ha riferito, richiedere un consulto in presenza ad un terapeuta familiare (sistemico-relazionale).

Cordialmente

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile signora, leggendo il referto NPI si può ipotizzare di essere effettivamente di fronte di un problema psicologico-relazionale, più che un problema organico.

Una possibilità è certamente il consulto con un terapeuta a indirizzo familiare-relazionale, che sarà in grado di valutare non solo il bambino, ma anche l'influenza che gli altri rapporti familiari potrebbero star alimentando il comportamento del bambino.

Un'altra possibilità è rivolgersi a uno psicologo/psicoterapeuta a indirizzo strategico, che lavora con le famiglie come quello familiare-relazionale, ma che nel caso dei bambini adotta un approccio indiretto, ossia vedendo solo i genitori e intervenendo sul bambino attraverso di loro. Ciò allo scopo - fra l'altro - di evitare proprio che il piccolo dia il peggio di sé durante i colloqui. In tal modo si riesce anche a sfruttare il legame che i genitori già hanno con il bambino, senza doverne creare un altro fra lui e il dottore.

Cordiali saluti
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Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51
Gentile signora,

Lei dice a un certo punto che ”Il bambino a volte pare rimanere incantato, come sovrappensiero, come se si isolasse dal mondo”. Se non avesse fatto l’EEG in sonno si poteva supporre uno stadio di “equivalenti nervosi>” che sono forme epilettiche senz’aurea e di livello spesso inferiore all’epilessia conclamata. Ma l’EEG esclude qualsiasi patologia.
Forse è geloso del fratello di 18 mesi e manifesta stadi di regressione a fasi più antiche.

Per il disegno occorrerebbe che lei gli mettesse un foglio al giorno (un A 4, per intenderci) sopra il tavolo e desse al bambino una serie di matite e pastelli, di ogni colore e di ogni materia, quindi anche di cera o a spirito. Lo lasci fare da solo e non dia suggerimenti e non si aspetti nulla da lui, metta da parte il protocollo del giorno, in una cartella e lo sigli con la data. Quando sarà passata una settimana li esamini tutti i disegni e veda se ne trova delle differenze più o meno grandi e più o meno significative.
Non si capisce bene che cosa intendono le nuove maestre quando affermano che il bambino ha delle difficoltà ed altro. O non ho letto bene il suo scritto o non lo dice. Che cosa vogliono trasmetterle le maestre? Che non riuscirà ad entrare nella scuola elementare? E perché?
È iperattivo a scuola? O non comprende le direttive date dalle insegnanti. Insomma, queste nuove maestre, di cosa si lamentano? E di cosa hanno paura?
Potrebbe farlo vedere al dott. Gianmaria Benedetti di Firenze, all’Ospedale Civico, in pediatria, è un neuropsichiatra infantile che fa parte di Medicitalia.
Dica al dr. Benedetti se ci sono sintomi che possano far pensare ad un X fragile, lui sa cosa voglio intendere, ma per ora lei non si agiti perchè non sarebbe poi nulla di grave nè di irreparabile. servirebbe per dirigere l'azione educativa verso obiettivi più consoni e meno esagerati. Il resto va tutto bene, tranne, ovviamente la situazione familiare.
Spieghi meglio come sta tutta la questione del bambino e delle maestre.

Grazie
A risentirci.

Cordialità.
[#7]
dopo
Utente
Utente
Gent. Dr. Vita, le maestre ritengono che abbia difficoltà a seguire, a rispondere anche; ha questi momenti di "incantamento" che avevano fatto pensare come lei dice a una forma epilettica che però l'EEG ha escluso. Dicono che ci mette molto più tempo degli altri a fare i lavori e che loro devono pressarlo (cosa che tra l'altro io trovo deleteria, capisco che debba imparare ma temo possa avere effetto negativo), i risultati sono inferiori ai compagni e a volte le sue risposte non sembrano pertinenti. Temono quindi che arrivato alle elementari non sia assolutamente in grado di reggere il peso di un lavoro metodico e continuo come gli altri bambini. Il bimbo però non è che non capisca o che sia impedito, per certi versi è molto intuitivo, anche a scuola hanno visto che spesso nota dei particolari che altri non notano, però sembra che nel notare il particolare perda di vista l'insieme. Per cui io personalmente credo che debba rimanere nella sua classe, magari con un sostengo o con un metodo adatto a lui...
Il bambino non è iperattivo a scuola, anzi: è adorato dalle femmine per la sua tranquillità e dolcezza. A casa si scatena di più, anche per via della presenza del fratellino.


Ho dato un'occhiata alla sindrome dell'X fragile, le caratteristiche fisiche, a parte i piedi piatti (che ha anche suo padre), non collimano, ma il discorso delle difficoltà con le domande sì, e pure il fatto che le novità lo mettano in crisi e una certa ritrosia nel contatto fisico (da piccolo di più, ma tuttora odia farsi baciare o toccare, se non da me e a volte dal padre).

La ringrazio per il suo suggerimento, come per gli interventi di tutti i suoi colleghi. Le assicuro che mi spaventa di più questa incertezza che la diagnosi, anzi: credo che mio figlio abbia delle buone potenzialità, dobbiamo solo trovare il problema e risolverlo; l'importante è che possa trovare la sua strada ed essere sereno.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile signora, la sua preoccupazione è doverosa, ma tenga presente che moltissime volte, quando assistiamo a dei comportamenti anormali nei bambini, il problema non è nel bambino, ma in seno alla famiglia.

Quindi fa bene a far vedere suo figlio, ma se dovesse continuare a ricevere pareri simili a quello che ha già ricevuto, non continui a cercare nel posto sbagliato.

Cordiali saluti
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Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51

Gentile Signora,

Forse suo figlio si attarda a pensare e a fantasticare… e chi lo sa !!
Noi poniamo molta attenzione e molta importanza all’intelligenza e al pensiero. Certamente essi sono alla base della personalità del bambino. Ma anche le emozioni, i sentimenti, la fantasia, il desiderio, l’amore, l’affetto, gli impulsi sono elementi importantissimi per lo sviluppo del bambino.
Dubito poi che all’entrata nella scuola elementare il bambino possa trovarsi male: mica gli faranno fare le equazioni di 1^ grado !? no?
Sarà un apprendimento passo passo, adeguato alle circostanze, alle situazioni e allo sviluppo del bambino. Lei lo seguirà a casa e non avrà difficoltà, suo figlio, a superare questo momento di disorganizzazione e di confusione.
Vedrà che tutto si risolverà.


Auguri e cordiali saluti.