Disturbi specifici dell'apprendimento

Sono una professoressa di Matematica di scuola media,ho un alunno con disturbi specifici dell'apprendimento.Durante le lezioni,non scrive quello che facciamo alla lavagna,a casa non fa i compiti,la psicologa della ASL,mi ha detto che non lo devo trattare come un portatore di handicap,cioè non lo devo aiutare,ma devo fargli usare strumenti compensativi come ad esempio l'uso della calcolatrice o del computer.Mi spiega come mi posso mettere vicino a lui con il pc e il resto della classe che cosa fa? Secondo me avrebbe bisogno di un insegnante di sostegno che lo guidi per fare il programma della classe,ma più semplice.Il fatto che non gli è stato assegnato,dipende solo dal fattore economico cioè che lo stato vuole risparmiare,ma così facendo si rischia di non curarlo abbastanza.
Vorrei un suo parere in proposito.Grazie.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le prof.ssa,
so che la casa editrice Erikson ha degli strumenti didattici specifici (libri e software) per i disturbi dell'apprendimento, magari può scegliere quello più adatto alle sue esigenze e consigliare alla famiglia del bambino di acquistarlo e se possibile utilizzarlo in classe o a casa.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Gentile utente è stata fatta una diagnosi al piccolo? perchè non è difficile, in alcune occasioni, confondersi tra un disturbo di tipo cognitivo e un disturbo del comportamento di tipo oppositivo.
Nel primo caso sarebbe necessario un percorso psicopedagogico ben preciso, nel secondo un percorso psicoterapico. Purtroppo, lei, in classe, non può certo inventare qualche strategia. Comprendo che la situazione che deve affrontare non è semplice ma il problema va necessariamente allargato ad altri contesti.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Dr.ssa Lara Puglisi Psicologo, Psicoterapeuta 105 4
Gentile utente,
mi occupo da tempo di DSA nelle scuole e concordo con la collega della asl che il bimbo non deve essere trattato come un portatore di handicap. tuttavia posso dirle che un intervento sinergico scuola-famiglia è indispensabile.
I bimbi con tale diagnosi devono infatti seguire dei percorsi che mirino sia all'acquisizione di strategie didatttiche sia di potenziamento dell'autostima (elemento spesso minato....)
Rendere partecipe la classe di un'eventaule introduzione di elementi compensativi spiegando non le problematiche del piccolo ma le difficoltà che egli incontra al confronto degli altri (magari fatevi aiutare dalla psicologa scolastica o quella che lo segue)può essere d'ausilio a tutti.
Per quanto riguarda l'insegnante di sostegno concordo pienamente con quanto da lei esposto!
Cari saluti

Dr.ssa LARA PUGLISI

[#4]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile utente,
non ho ben compreso se l'alunno è o meno certificato, cioè se ha ricevuto una diagnosi funzionale. In questo caso dovrebbe essere stata seguita una certa prassi che lei conosce certamente - elaborazione P.D.F - P.E.I.(GLH operativo).
Com'è la situazione? Se il ragazzo non è certificato la situazione cambia, perlomeno sotto gli aspetti formali.

Cordialmente

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#5]
dopo
Attivo dal 2010 al 2020
Ex utente
Grazie a tutti i dottori che hanno risposto,dandomi consigli utili,la dottoressa Rinella mi chiede se al ragazzo è stata fatta una diagnosi,si la diagnosi è stata fatta dalla asl,ma non risulta portatore di handicap,quindi non abbiamo fatto un PEI. In questo caso c'è una legge fatta proprio per questo tipo di problema,ma metterla in pratica è difficile,senza l'aiuto di un insegnante di sostegno,che non gli spetta,perchè non è un portatore di handicap.
Ringrazio di nuovo tutti.
Cordiali saluti.
[#6]
Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile insegnante,
pur sapendo di poter risultare impopolare, condivido la sua opinione riguardo al senso di impotenza che si prova avendo in classe ragazzi con diagnosi di DSA, perchè la Scuola purtroppo non è solitamente in grado di sostenere ed aiutare i docenti che si devono occupare di loro e spesso tutto è nelle mani della buona volontà dei singoli. A ciò si aggiungono problematiche correlate, come i delicati rapporti con le famiglie di questi alunni che hanno, a volte, aspettative irrealistiche nei confronti dei docenti; o i ragazzi medesimi, che in alcuni casi "usano" la diagnosi di DSA come copertura e giustificazione a ogni loro inadempienza o mancanza di volontà.
Per fortuna non tutte le situazioni sono così...
Inoltre, penso che anche noi psicologi dovremmo ogni tanto fare un po' di autocritica in proposito (mi riferisco soprattutto a commenti poco lusinghieri che talvolta sento fare da colleghi nei confronti degli insegnanti...).
Le indico due siti che possono esserle utili per reperire informazioni e materiale utile al suo lavoro:
- Associazione Italiana per la Ricerca e l'Intervento nella Psicopatologia dell'Apprendimento
www.airipa.it
- Associazione Genitori, Insegnanti e Amici della Dislessia
www.agiad.it
Buon lavoro

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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