Esiste un farmaco che aiuti nel costruirsi una "corazza"?

Richiedo cortesemente ancora un vostro aiuto.
Nella mia richiesta precedente chiedevo se, anche una volta scoperti i motivi alla base delle sofferenze (sintomi di ansia e depressione), era comunque necessario ricorrere o meglio persistere nell'uso degli antidepressivi. Dopo di questo, anche d'accordo con il mio psichiatra, ho ripreso la somministrazione dello zoloft (100 mg al di) e la situazione è migliorata, ma purtroppo manca sempre qualcosa. Nonostante non mi tiri indietro nell'affrontare le normali attività, assumendomi le responsabilità sul lavoro ed in famiglia, tutto mi risulta difficile e macchinoso. Raggiungo i risultati faticando ben oltre il dovuto. Sento che gli ingranaggi per girare meglio avrebbero bisogno di un'oliata, e sono consapevole che senza lo zoloft questi si fermerebbero del tutto. Purtroppo mi rendo conto di avere una sensibilità molto vulnerabile, ed è per questo che sono alla ricerca del modo di costruimi la suddetta "corazza". Vedo che la mia volontà non è sufficiente...esiste un'aiuto farmacologico? Purtroppo in questo periodo il mio psichiatra non è disponibile, così chiedevo a voi un parere preventivo.
Grazie per l'attenzione, e buon anno a tutti
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Dr. Claudia Ravaldi Psichiatra, Psicoterapeuta 34 3
Gentile utente, nelle sue parole leggo un analisi molto chiara della situazione attuale: è molto consapevole del suo stato sintomatologico, è consapevole di ciò che recupera grazie al farmaco e di ciò che ancora manca per sentirsi meglio.
Venendo a ciò che manca, se da un lato potrebbe giovarsi di una lieve modifica nella posologia del farmaco (da discutere necessariamente con il suio psichiatra)aumentando il dosaggio o aggiungendo una piccola quantità di un altro farmaco, dall'altro "quello che manca", cioè la corazza, per mia esperienza non si costruisce con i farmaci.
Mi spiego meglio: i farmaci "riparano" corazze sdrucite, bucate, rotte, anche le più malconce alle volte tornano a nuovo con l'uso dei soli farmaci.
Tuttavia, nel caso in cui una parte di corazza manchi del tutto, e questo può dipendere , come lei scrive nell'altro post, da tratti di temperamento, di personalità e dall'ambiente in cui si è cresciuti, non ci sono scorciatoie valide: per costruire una parte di corazza bisogna non solo, come lei ha già fatto, capire le presunte origini di questa mancanza, ma anche, consapevoli di questo, lavorare attivamente nel presente con strumenti validi a "ricostruire" ciò che manca o, qualora questo non possa avvenire, "fortificare" le risorse che già ci sono.
La strada migliore per fare questo è senz'altro la psicoterapia.
Esistono molti tipi di psicoterapia, e ogni grande scuola ha al suo interno approcci anche molto diversi tra loro.
I filoni principali sono tre: psicodinamico, sistemico relazionale, cognitivo comportamentale.
Non credo che lei abbia sperimentato tutti e tre questi approcci,e la invito a documentarsi (sia su internet, dove ci sono diversi siti che spiegano le differenze tra una psicoterapia e l'altra, sia di persona con gli psicologi della sua zona) per individuare un metodo di cura che potrebbe essere il più utile per lei.
Saluti e auguri.

Claudia Ravaldi
www.psico-terapia.it
www.ciaolapo.it
www.matermundi.it

[#2]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
mi trovo completamente d'accordo con quanto ottimamente scritto dalla Dottoressa Ravaldi: è probabile che nel Suo caso serva un concreto lavoro di tipo psicoterapeutico.

E' abbastanza comune un iperinvestimento, quale quello che si evince dalla sua lettera, nel farmaco, ed è umanamente comprensibile: ognuno di noi vorrebbe stare meglio nel minor tempo possibile e con il minimo sforzo.

Il lavoro psicoterapeutico rappresenta a volte un percorso difficile da affrontare, in quanto doloroso, ma le soddisfazioni possono essere davvero molte, ed i risultati duraturi.

Per cui mi associo con quanto espresso dalla Dottoressa Ravaldi

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#3]
Dr.ssa Ilenia Sussarellu Psicologo, Psicoterapeuta 648 21 5
Gentile Utente,
da ciò che racconta sembrerebbe essere indicato un trattamento psicoterapeutico da affiancare a quello farmacologico già intrapreso; questo potrebbe infatti aiutarla ad acquisire quel qualcosa in più di cui lei parla.
Cordialmente
Ilenia Sussarellu
i.sussarellu@libero.it

Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense

[#4]
Dr. Giovanni Ronzani Psicoterapeuta, Medico igienista 329 8
Gentile Utente,
Quanto esposto con chiarezza dalla collega Ravaldi è pienamente condivisibile. In casi come il suo vale la pena pensare di affiancare una buona psicoterapia.
Cordiali Saluti
dr Giovanni Ronzani

Cordiali Saluti

dr Giovanni Ronzani

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Dr.ssa Flavia Ilaria Passoni Psicologo, Psicoterapeuta 163 1
Gentile utente,
in completo accordo con i colleghi trovo che quello che le manchi sia proprio un percorso psicoterapeutico specifico che l'aiuti a comprendere aspetti di sè e a ritrovare quella fiducia e stima in sè stesso con le quali non è più necessaria la corazza di cui parla..
Ci sono peraltro diversi indirizzi adatti al suo disturbo, si affidi con fiducia al terapeuta che sceglierà.

Con i migliori auguri
F.I.Passoni

studiopsicologia@hotmail.it

F.I.Passoni
Dir. di SYNESIS, Centro di Consulenza Psicologica, Psicoterapia & Ipnosi Clinica

studiopsicologia@hotmail.it

[#6]
dopo
Attivo dal 2007 al 2008
Ex utente
Ringrazio tutti per le vostre risposte, in particolare la dott.Ravaldi. Grazie
[#7]
dopo
Attivo dal 2007 al 2008
Ex utente
Alla dott.Ravaldi, potrei chiedere se quando dice "l'aggiunta di una piccola dose di un altro farmaco", si riferisce forse ad un'ansiolitico a base di benzodiazepine, tipo Frontal o Lorans?

Prenderò in seria considerazione la strada della psicoterapia, intanto quella che mi sembra più valida rispetto alle mie aspettative è quella congnitiva-comporamentale. Dove posso trovare utili riferimenti nella mia zona(Trentino Alto Adige) ?

Grazie



[#8]
Dr. Claudia Ravaldi Psichiatra, Psicoterapeuta 34 3
Gentile utente, le benzodiazepine sono farmaci da impiegare in fase acuta e per brevissimi periodi, e il loro utilizzo è per lo più indicato in caso di livelli d'ansia molto elevati. Nel suo caso, da discutere ovviamente con il suo curante, forse una piccola aggiunta di un altro antidepressivo potrebbe ottenere un effetto sinergico con la sua terapia di base, e dunque permetterle un ulteriore miglioramento.
Per cercare psicoterapeuti cognitivo comportamentali in Trentino le suggerisco di chiedere in prima battuta al suo curante; altrimenti al centro studi cognitivi di Milano, che ha una sede anche a Bolzano. Trova i riferimenti su internet.
saluti

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