Patologia?

salve, sono una ragazza di 23 anni.Sono autolesionista da quando ne ho 14, a periodi alterni si ripresentano disordini alimentari di vario tipo. Con la mia famiglia i rapporti sono difficili e ho sofferto molto in passato per il rapporto conflittuale che c'è tra i miei genitori.Con gli amici ho relazioni altalenanti,spesso perdo interesse e smetto di sentirli. Non ho mai avuto una vera relazione,anche a causa di un orientamento sessuale non proprio chiaro. Ho avuto delle brevi storie anni fa,basate quasi esclusivamente sul piano fisico, perchè non riesco ad accettare di potermi legare e difficilmente parlo di me.Al momento(dopo anni passati da sola)ho una specie di storia con una ragazza, ma la mia difficoltà nei rapporti e il mio essere volubile con lei rendono molto difficile la situazione,anche se ci tengo a lei,ma cambio idea molto spesso e dice che la faccio diventare matta. Mi è molto difficile gestire serenamente una relazione sentimentale, forse è per questo che non ne cerco.A scuola non sono mai andata molto bene,per la difficoltà a concentrarmi(interpretata come pigrizia o scarsa motivazione) e per l'incapacità di gestire anche le più piccole responsabilità scolastiche.Lavoro un paio di giorni alla settimana e sono iscritta all'università ma ho dato solo 10 esami in 3 anni e non so se la finirò mai o quali alternative ho.Mi piacerebbe andare a vivere da sola, ma non so se sarei in grado perchè quando per esempio i miei sono in vacanza e resto sola, ho reazioni esagerate e immotivate,non organizzo il tempo,mi faccio del male,resto molti giorni in uno stato di estraneità che mi spaventa.Mi sembra di non riuscire a fare niente in modo equilibrato e qui sta il mio interrogativo:questo è solo il mio modo di essere e sarà sempre più o meno così o può essere una patologia di qualche tipo e quindi migliorabile?perchè sono stata in terapia, ho lavorato sui sintomi, sulle relazioni, ma non mi è mai stata fatta una diagnosi.Nonostante alcuni miglioramenti, mi sembra di essere sempre la stessa, incapace di gestirmi e dovrei saperlo fare perchè non sono un'adolescente,anche se a volte mi dicono che lo sembro e questo mi umilia un po'.Mia madre è preoccupata per me e lo sono anch'io, perchè questo mio modo di sentire le cose è logorante.Mi piacerebbe avere un parere.
Mi scuso per la lunghezza, ma dato che non ho un problema preciso pensavo fosse utile dare un'idea generale della situazione. Vi ringrazio.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<perchè sono stata in terapia, ho lavorato sui sintomi, sulle relazioni, ma non mi è mai stata fatta una diagnosi.>

Gentile ragazza,
quanto tempo fa è stata in terapia? Quanto è durata? Di che orientamento era? Quali gli obiettivi? Può specificare meglio quali benefici ne ha tratto?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
Quando i nostri pensieri, emozioni, comportamenti sono tali da impedirci un buon adattamento ai compiti che la vita ci richiede (lavorare/studiare, mantenere gli affetti, stabilire relazioni) e la qualità della vita ne risente, allora il disagio si può configurare come patologico.

Ma per comprendere meglio che cosa questo significhi, nella specificità della sua individualità, e per prendersene cura, dev'essere fatto un inquadramento diagnostico (da uno psicologo clinico con colloqui e test, o da uno psichiatra).

La psicoterapia è il trattamento corretto per migliorare il suo benessere psicologico, anche se potrebbe volerci un po' di tempo, data la descrizione ampia, diversificata e storica che fa dei suoi problemi.



Dr.ssa Paola Cattelan
psicologa psicoterapeuta
pg.cattelan@hotmail.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"dato che non ho un problema preciso pensavo fosse utile dare un'idea generale della situazione"

Come ti hanno già detto le Colleghe, è il caso di avere una diagnosi chiara, anche se da quello che scrivi i disturbi alimentari, le condotte autolesive e le difficoltà relazionali potrebbero essere visti come problemi diversi (da affrontare e risolvere tutti) potrebbero far pensare all'opportunità di contattare più specialisti: medico psichiatra, psicologo psicoterapeuta, per diagnosi e una cura adeguata. E' importante anche sentire un nutrizionista.

Puoi leggere questo articolo:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1211-i-disturbi-del-comportamento-alimentare-che-cosa-sono-e-come-si-curano.html

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#4]
dopo
Utente
Utente
per rispondere alla Dr.ssa Rinella,
la mia terapia è durata 3 anni, da quando ne avevo 18 fino ai 21, con due sedute a settimana. Era ad orientamento psicoanalitico e forse era questo il problema, nel senso che sentivo il bisogno di aiuto concreto, con tecniche e metodi un po' più specifici per affrontare i momenti di crisi e invece non ci sono stati. Di benefici comunque ne ho avuti, soprattutto per quanto riguarda la comprensione di tante cose riguardanti la mia famiglia.Ho anche capito meglio certi miei comportamenti, ma questo non mi ha veramente aiutato a cambiare o a lasciare brutte abitudini. Ho lasciato la terapia sia per problemi economici, sia perchè non riucivo più a seguirla, non pensavo fosse quella giusta per me ed era diventata una sofferenza ogni settimana.
ringrazio molto per le altre risposte. Ma è possibile contattare uno psichiatra e chiedere che venga fatta una diagnosi?anche senza poi continuare una terapia?
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazza, e' possibile contattare uno psichiatra e nel suo caso consigliabile perche' le condotte autolesionistiche necessitano di un approccio integrato sia psicoterapeutico che farmacologico.
Per contenere i costi puo' rivolgersi a strutture pubbliche come la ASL.
Ci faccia avere Sue notizie quando avra' iniziato la nuova terapia

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Può sicuramente rivolgersi all'ASL per una visita psichiatrica.
Ma che senso ha per Lei non seguire la terapia del medico? che se ne fa della diagnosi?
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dopo
Utente
Utente
perchè vorrei sapere cosa ne pensa uno specialista. al momento l'idea di ricominciare una terapia è difficile da accettare, forse per l'esperienza con l'altra terapeuta, ma probabilmente è la cosa giusta da fare. Sono anche dubbiosa perchè gli psicofarmaci mi spaventano e preferirei non doverli prendere. Anni fa pensavo che fosse un insieme di problemi temporanei, che sarebbero spariti finita l'adolescenza, ma evidentemente non è così. Ringrazio ancora per le risposte.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Ragazza,
la diagnosi è il punto di partenza per poter poi valutare il trattamento terapeutico adeguato ad affrontare le sue difficoltà.

Comprendo le sue perplessità, tuttavia si rende conto lei stessa che i disagi che ha riferito necessitano di essere trattati terapeuticamente.

Le suggerisco quindi di seguire i suggerimenti ricevuti dai Colleghi, è davvero importante che lei si occupi di se stessa, della sua salute e del suo benessere.

Inizi magari col fissare un appuntamento presso la sua ASL.

Se crede ci aggiorni in futuro

Molti auguri