Periodo di confusione

Gentili dottori, vi scrivo perchè negli ultimi 2 anni sto vivendo un periodo di confusione che diventa a poco a poco sempre più profondo. La mia difficoltà principale riguarda il lavoro, perchè non sono riuscito a trovare ancora una posizione stabile, anche se ho buoni titoli e buone esperienze di praticantato. Putroppo le mie prime retribuzioni sono state sempre scarse e quindi mi sono dovuto arrangiare pur di continuare a fare quello che mi piace e pur di costruire una professionalità seria. Credevo che i miei sacrifici (cambiare spesso città e luogo di lavoro, orari molto flessibili, periodi di intensa produttività) avrebbero portato dei risultati. Non posso negare di avere finora lavorato bene (anche se sono spesso perseguitato dal dubbio che potevo fare di più), ma tutto questo mi ha portato a una situazione drammatica, quella che ora mi ritrovo disoccupato. Sono molto triste per questo, non è la vita che avrei desiderato e soprattutto rimpiango di aver trascurato molte altre cose come gli amici e l'amore. Così non solo mi ritrovo quasi del tutto solo ma anche senza uno straccio di lavoro. Le persone con cui ho parlato (conoscenti ed esperti di lavoro) mi dicono che ho le carte in regola per continuare, che non devo demordere e che devo tentare e ritentare. Io però comincio a essere stanco di fare sacrifici e sforzi. Non mi sento più motivato come prima e la voglia di lasciarmi andare è forte. Queste mattine ad esempio mi alzo dal letto alle 11-12, anche se mi sveglio prima e cerco di riaddormentarmi per ridurre le ore di giornate che sono diventate per me tristi. Non me la sento di continuare a fare sacrifici o altro perchè se quelli che ho fatto mi hanno ridotto in questo stato, non vedo perchè debba sacrificarmi ancora senza la certezza che alla fine raggiungerò risultati sperati. Poi inizio ad avere dubbi sul fatto che ho scelto una professione difficile, che forse è troppo pesante per me o la prendo troppo seriamente, sono deluso nel vedere che persone più furbe e superficiali fanno più strada perchè hanno i contatti o le raccomandazioni giuste, vorrei mirare a qualche lavoro molto ben pagato mentre io ho finora cercato di soddisfare la mia passione interessandomi poco dei soldi. Io non so come andare avanti, da quale parte ricominciare. Le frustrazioni sono tante, mi sento solo, sono stanco anche di parlare dei miei malesseri con le poche persone che conosco. Ho tanti dubbi, non so da dove ricominciare e nel frattempo mi sto rovinando la vita fregandomene di tutto, mangiando quello che capita, svegliandomi tardi, dimenticando appuntamenti importanti... non avrei mai pensato di ritrovarmi un giorno in questo stato: io non mi riconosco.
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Dr.ssa Valentina Bovio Psicologo, Psicoterapeuta 71 1
Gentile utente,
purtroppo la sua situazione è molto comune oggi. Le possibilità di lavoro sono obiettivamente scarse e spesso poco gratificanti. Non so in che ramo lavorativo lei stia cercando di inserirsi, ma ormai sono davvero pochi gli ambiti di lavoro sicuro e "ben pagato" e per una persona che ha sempre guardato più alla propria passione che al guadagno economico le domande che lei si pone sono assolutamente comprensibili, così come i periodi di sconforto. Avrò fatto bene? Ho perso tempo per inseguire una chimera? Avrei dovuto puntare a qualcosa di più attuabile anche se non mi piace? Sono tutte domande legittime. Il problema si pone quando queste domande esauriscono tutte le energie e non si riesce a reagire.

Da quanto tempo vive questo sconforto e questa apatia?

Saluti

Dr.ssa Valentina Bovio - Psicologa Psicoterapeuta

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dopo
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
Grazie per la risposta. Vedo che anche lei è molto giovane e forse anche lei sta vivendo un periodo complesso, come tutta la nostra generazione. Posso dire che questa situazione si trascina da due anni ed è complessivamente una situazione di sconforto ed apatia a cui si alternano pochi momenti di soddisfazione che però mi spingono ad andare avanti. Ho fatto esperienze importanti, varie e belle, ma alla fine non sono riuscito a trovare quello che volevo e così a problemi irrisolti si accumulano altri problemi da risolvere e una confusione generale su ciò che voglio davvero. Conosco persone che anche se in preda a sconforto o pensieri tristi lavorano sempre al massimo. Io non sono così. Ho bisogno di avere chiara la meta, di sapere che ciò che sto facendo mi porta a certi risultati se mi impegno. Invece non riesco proprio a lavorare e a darci dentro se so che il mio è solo un tentativo che non so nemmeno dove porta. Lo so, è un male, perchè a volte le cose sbucano dal nulla, tentando e ritentando, ma io proprio non ce la faccio a lavorare come se nulla fosse, perchè alla fine mi chiedo: sto facendo la cosa giusta? dove mi porta ciò che sto facendo? Ecco perchè mi trovo in questo stato, in cui, detto sinceramente, non mi frega molto di nulla. Però so che io non sono fatto così e che potrei dare molto... Ho tanta paura di non trovare la via d'uscita.
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Dr.ssa Valentina Bovio Psicologo, Psicoterapeuta 71 1
Gentile utente,
di sicuro chi ha scelto di lavorare nel campo della psicologia negli ultimi 10 anni conosce bene la situazione.
Certamente quando ci si impegna in qualcosa sapere che l'impegno darà frutti è una spinta ad andare avanti, ad affrontare le difficoltà con slancio. Purtroppo però lo stato attuale del mondo lavorativo è diverso, e non dà queste possibilità, non fornisce sicurezze e in un certo senso la responsabilità della scelta ricade tutta sul singolo. E' comprensibile che questa situazione crei sconforto, ma è importante che lei reagisca in qualche modo. Solo lei può sapere cosa è meglio, se perseverare o "accontentarsi" di qualcosa di più immediato anche se meno ambito. Ci sono anche consulenti di orientamento che potrebbero darle una mano.

Nella vita a volte può anche essere utile fermarsi un attimo, soprattutto se si è una persona che ha sempre "corso"...a volte il corpo e la mente impongono di fermarsi. Questo non è un male. Però se questo senso di inadeguatezza dura da un paio d'anni e lei sta arrivando a non riconoscersi più, forse dovrebbe prendere in considerazione l'ipotesi di rivolgersi ad uno psicologo, con cui lavorare sui risvolti che questa situazione, comune a molti, ha sulla sua vita nello specifico, a prescindere dalle decisioni lavorative che prenderà.

Saluti e in bocca al lupo