Lutto per perdita della mamma

Buongiorno,
alla metà di novembre ho perso per un infarto improvviso la mia mamma.
Sono già passati più di sette mesi e il mio stato d'animo è sempre lo stesso. O meglio, è un pochino migliorato ma mi rendo conto che la mia non si può definire vita ma sopravvivenza. Il peso che mi è stato inflitto è troppo pesante da sopportare per sempre. Non è umano salutare la propria mamma al mattino e poi arriva la telefonata e non fai più in tempo a tornare dal lavoro e rivederla in vita.
Lei era tutto per me, e mi ha lasciato in un deserto di emozioni e sentimenti. Lei c'era sempre per ogni cosa, era il supporto fisico e morale, proprio adesso che mi stavo per sposare. Non riesce a vedere nè la mia casa nè il matrimonio nè un ipotetico figlio e nemmeno crescere la sua preziosa nipotina (figlia di mia sorella). Proprio lei che era sempre in ansia per ogni piccolo particolare.
Ogni mattina mi sveglio nella speranza di aver avuto un incubo ma lei non c'è più.
Non parliamo di mio papà. Lui è in uno stato morale deprimente e se cerco di concentrarmi sul mio futuro da costruire con il mio moroso, che mi è stato molto vicino in questo periodo, lui demolisce ogni tentativo di ripresa e io non sono in grado di non farmi influenzare dato che sono ancora in casa con lui. E poi mi vengono i pensieri che questo infarto non è stato poi cosi fulminante dato che lei non si sentiva bene da tre giorni (si poteva salvare se correvamo in ospedale??)e poi mi vengono i pensieri a lasciare mio papà da solo in quella casa anche se so che non è da solo, c'è mia sorella sopra di noi e mia zia dall'altra parte del cortile (ma se gli capitasse qualcosa anche a lui? ha già 70 anni o se succedesse qualcosa a me).
Interviene in modo ricorrente anche un discorso di fede. Dov'è? Che sentimenti prova? E' triste, agitata??
All'inizio mi sentivo arrabbiata con lei, ora non più, so che era solo una reazione all'abbandono ma qualsiasi sentimento tu provi la realtà è che non c'è più e non ti può più rispondere. E questa è la cruda realtà.
Ho solo 30 anni ma me ne sento 50!
Sono già stata da uno psicologo e mi ha consigliato delle medicine omeopatiche dato che non riposo bene la notte.
Grazie e scusate lo sfogo!
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente
Le emozioni che descrive sono del tutto comprensibili. Quando si perde improvvisamente una persona cara è come se una parte della nostra realtà se ne andasse improvvisamente. In tutti quegli anni ci eravamo abituati alla sua presenza, così come ci abituiamo alla presenza delle varie parti del nostro corpo. Non si riesce più a sentirsi gli stessi.

E dal suo racconto sembra di poter dire che lei aveva investito proprio tanto in questa sua mamma. Ci aveva fatto affidamento forse più di quanto sarebbe stato lecito aspettarsi.

La invito a riflettere sul fatto che ciò che la sta facendo soffrire di più, forse, non è solo la mancanza fisica di una persona cara, ma ciò che essa significava per lei: "c'era sempre per ogni cosa, era il supporto fisico e morale". È come se lei si fosse sempre sentita più una figlia che una donna adulta che vuole sposarsi. È come se anche il suo futuro matrimonio, senza sua madre, valesse di meno.

Naturalmente nemmeno l'atteggiamento di suo padre non la aiuta.

Le suggerisco di chiedere un nuovo consulto psicologico, stavolta informandosi prima sulle credenziali del professionista che andrà a consultare. Lo psicologo dal quale è andato, infatti, non poteva prescriverle quei farmaci - a meno di non essere anche un medico omeopata - e in ogni caso in questo momento lei ha bisogno anche di riordinare alcune proprità, dentro di lei.

Se vuole può contattarmi direttamente per indicazioni di professionisti che operano nella sua zona.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Dott. Santonocito,

grazie per i suoi consigli anche se non è vero che il mio matrimonio senza mia madre vale di meno. Ma ovviamente tutto è cambiato.
Sono assolutamente priva di sostegno da parte dei miei famigliari anzi ostacolata dall'atteggiamento di mio papà che mi scoraggia in ogni modo.
Il mio matrimonio adesso è la mia priorità, il mio moroso mi aiuta ma sarà d'accordo con me che lui riveste un altro ruolo e non posso sempre piangere sulle sue spalle (anche se poi è quello che sto facendo)
E' vero invece che avevo investito tutto su di lei ed ora sono persa ma non mi aspettavo nemmeno una situazione di questo genere. Mio papà mi ha detto chiaramente che a lui della mia casa futura non gli interessa nulla! Come faccio a ritrovare un po' di forza, e un po' di serenità?
Sono molto agitata e affaticata.Lo so che un nuovo consulto psicologico mi riproporebbe il suggerimento di ritrovare la forza dentro di me, di concentrarmi sulla mia vita tralasciando la situazione che mi circonda ma è veramente difficile soprattutto perchè mi vengono in mente le parole di mia mamma che direbbe di non lasciare da solo il papà! E poi ho sempre questa sorta di "incazzatura" nei confronti di mia mamma che non riesco a spiegarmi...che colpa ha lei..mica voleva morire..ma non ha chiesto aiuto nel momento più drammatico. Lo so non ha senso...

Grazie per i vostri suggerimenti.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente
È un bene che lei sostenga che il suo matrimonio ha ancora lo stesso valore di prima e che anzi è la sua priorità, perché ciò è probabilmente dove risiedono le sue risorse più importanti per riprendersi e andare avanti.

D'altra parte vorrei che comprendesse che un consulto virtuale non può sostituirne uno reale. In ogni caso non sarebbe possibile farne, dati i regolamenti di questo servizio. Quindi, mi limiterò a darle delle indicazioni molto generali ma Il VERO aiuto, se ritiene di averne bisogno, potrà trovarlo solo presso un professionista nel mondo reale. A volte può non essere facile trovare la persona giusta al primo colpo, ma se la sua salute e il suo futuro con il suo fidanzato le stanno a cuore, potrebbe valerne la pena provarci.

Ha ragione a dire che il fidanzato rappresenta un ruolo diverso e che non può essere solo una spalla su cui piangere. Si tratta proprio di un ruolo diverso. Può esserle d'aiuto e conforto, certamente: se non ci fosse lui in questo momento sarebbe tutto molto più difficile, ma la verità è che ognuno ha la sua famiglia d'origine e, quando ci sono dei problemi, spetta a ognuno occuparsi della propria.

L'incazzatura nei confronti di sua madre può essere spiegata in vari modi, ma non è questa la sede opportuna per approfondire. Mi limito solo a dirle che, forse, la parte di lei che si era così abituata (viziata?) a ricevere aiuto da sua madre sta reagendo nella maniera che le è propria, ossia in modo poco maturo. Quindi credo che una parte del lavoro che dovrà fare sarà sviluppare questa parte, in modo da farla essere sempre più donna adulta e sempre meno figlia, come le avevo già indicato.

Un'ultima cosa: credo che dovrebbe considerare l'atteggiamento di suo padre come quello di un pover'uomo al quale è successa una cosa molto brutta, proprio come a lei, piuttosto che come quello di chi vuole metterle apposta i bastoni fra le ruote. E quindi tener conto del fatto che, mentre lei ha ancora tutta la vita davanti, lui adesso si trova probabilmente in una posizione in cui non vede più alcun futuro davanti a sé. In questo senso avrebbe altrettanto bisogno d'aiuto, se non di più.

C'è un momento nella vita di ognuno dove i genitori si trasformano da aiutanti a bisognosi d'aiuto.
Probabilmente questo momento per lei è arrivato adesso.

Cordiali saluti e molti auguri
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Dr.ssa Ilenia Sussarellu Psicologo, Psicoterapeuta 648 21 5
Gentile Utente
comprendo come possa sentirsi in questo momento e comprendo anche che ora le sembri di non avere più punti di riferimento.
Se la situazione è quella che lei descrive allora probabilmente sarebbe meglio chiedere a breve termine una valutazione psichiatrica, un supporto farmacologico le sarebbe di grande aiuto ed, inoltre, non trascurerei la possibilità di consultare uno psicoterapeuta della sua zona.
Credo infatti che possa esserle utile farsi aiutare nel riscoprire le risorse che stanno dentro di lei, per quanto fondamentale sua madre non ha costruito la sua vita e non ha affrontato le difficoltà in cui sicuramente si sarà trovata in questi anni. Probabilmente le avrà offerto un importante sostegno ma è stata lei in primis ad agire nelle specifiche situazioni, questo ci dice che lei è in grado di far fronte anche a questa contingenza ed in questo momento deve solo diventarne consapevole.
Abbia fiducia
Cordialmente
[#5]
dopo
Utente
Utente
Innanzitutto grazie per i vostri consigli.

E' vero che mi sono sentita forse troppo figlia e meno adulta,(come del resto molti giovani trentenni) ma proprio per questo motivo ora è tutto più difficile.
Sono scoraggiata, vedo solo le cose negative e mi sento come se mi dovesse capitare qualcos'altro di negativo. Ho la paura adesso di non riuscire a concretizzare i miei progetti di vita. E non so perchè ho il pensiero che questa sia una punizione per non so che cosa e che non doveva andare cosi.
Forse un aiuto da uno psicoterapeuta mi potrebbe supportare anche se non voglio dipendere dai farmaci.
E' difficile avere fiducia quando si deve avere la consapevolezza che la tua vita è cambiata totalmente e non può tornare più come prima.

Grazie ancora.
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