Paura del fallimento e crisi sul lavoro

Ciao a tutti! Sono una ragazza giovane e vi scrivo per avere un consiglio. Sono stata una bambina e poi una ragazzina talentuosa, brava e ambiziosa, la classica prima della classe. Stimata da tutti i docenti e dai miei genitori, che hanno sempre contribuito a farmi sentire una spanna sopra gli altri. In effetti qualche insicurezza sul piano sociale delle amicizie l'ho sempre avuta, ma sul piano dei miei risultati personali sono sempre stata sicurissima di me, portatissima per gli studi scientifici, vincitrice di premi e di borse di studio. Mi sentivo pronta a spaccare il mondo con la convinzione di arrivare in alto e di non avere di certo problemi nel mondo del lavoro. La crisi è iniziata con l'università, mi sono sentita veramente spaesata e ho cambiato tre facoltà prima di proseguire con la terza senza troppa convinzione. Ho sempre avuto la sensazione di rimandare la scelta definitiva, che tanto ero in grado di cavarmela in qualsiasi campo fossi finita. Tra l'altro con tempo ho iniziato a cambiare le amicizie, a girare con i tipici brutti ceffi, persone meno stimate e promettenti di me, quasi iniziassi a non sentirmi più all'altezza dei miei vecchi amici. Ho iniziato a prediligere compiti e incarichi con meno responsabilità, come se le sfide troppo importanti potessero mettermi di fronte a un'opzione di fallimento per me sconosciuta e incomprensibile. All'università non ero poi così brava, e per me questo è stato uno smacco insuperato. Scrivo perché attualmente, finito il mio percorso di studi, dopo aver cambiato diversi lavori, mi sto accontentando, non sono arrivata in alto, non ho esaudito le mie ambizioni, e anzi mi trovo spesso sottoposta a persone che nemmeno hanno completato gli studi. Tanti colloqui mi sono andati male perché io stessa sembro tirare indietro, come se in cuore mio sperassi che non mi prendano. Ora Come ora sono in crisi, mi sento fallita. Dov'è andata la ragazza ambiziosa e sempre brava ad impegnarsi e a raggiungere gli obiettivi? Totalmente persa. Dopo tre carriere iniziate bene buttate al vento, in quanto dopo i primi mesi di entusiasmo, alle prime difficoltà ho sempre reagito dicendomi "ma che diavolo faccio qui? Ma mi interessa questa cosa?" mi chiedo cosa fare del mio futuro. Ho letto articoli sulle motivazioni intrinseche ed estrinseche e a volte ho il sospetto che la mia vita sia stata sempre mossa dalla ricerca di gratificazioni e conferme. La cosa che mi fa più tristezza è che le mie più grandi passioni, come la pittura e la scrittura, ora non mi soddisfano più. Quando provo a rimettermi davanti alla tavola mi sembra di dipingere solo schifezze e abbandono. Vivo nell'invidia di vecchie compagne di scuola, le classiche dure, che ora sono diventate avvocati e dottori, semplicemente con la costanza nel perseguire il loro obiettivo, cosa che io non ho mai avuto. Anche perché non so quale potrebbe essere il mio obiettivo in realtà. Cosa faccio?
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente,
Lei si pone e ci pone delle domande importanti. E le cui risposte si trovano nei livelli profondi del Suo inconscio. E stanno bussando per emergere. Ma Lei le tacita.
Sembrerebbe esserci una *curva* nella considerazione che Lei riserva a se'.
Sul lato delle ascisse poniamo i suoi risultati e su quello delle ordinate l'angoscia che le producono.
I due valori hanno un andamento lineare e all'aumentare del valore delle ascisse aumenta il carico emotivo del valore delle ordinate.
E lei va in tilt. E blocca tutto. Si pone nella condizione *prudenziale* dicendosi *non ottengo piu' risultati, cosi' non mi aspetto piu' nulla da me, cosi' sto in pace*.
Come puo' intuire questo meccanismo che pone in essere e' rovinoso per Lei. E La opprime. La deprime.
Per comprendere cosa abbia generato questo trauma in Lei occorre una psicoterapia del profondo, idonea a elaborare i temi tacitati, inconsci. Potenti e agenti in silenzio.
Qualcosa nella Sua infanzia ha creato il trauma che La blocca. E se non lo si elabora non lo si puo' sbloccare.
Quindi si ponga in ascolto dei segnali che il Suo inconscio Le sta trasmettendo! Se vuole! Per iniziare la Sua vita libera dalle zavorre.
I miei auguri!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Utente
Utente
Grazie dottoressa, quello che lei mi dice è veramente interessante. Non riesco a valutare un vero e proprio trauma di partenza, spesso mi colpevolizzo e penso di essere io sbagliata e basta. azzecca sicuramente il ragionamento del non mi pongo aspettative così sto in pace, quello lo sperimento continuamente. Mi chiedo solo cosa sia cambiato dal periodo delle scuole ad ora. Qualcuno mi accusa solo di essere "pigra": quando ho mollato medicina al primo anno, non è stato per pigrizia. Sono sempre stata una stacanovista. È per la pressione. E d'altra parte mi dico: anche se ora mi mettessi a indagare nel mio profondo - e come non lo so- per capire come mi comporto, non è ormai troppo tardi? Ho 29 anni. Non potrò più diventare dottoressa, o veterinaria, tantomeno una pittrice. La mia gamma di scelte e super limitata.. Devo rassegnarmi ad accontentarmi a vita x colpa degli sbagli di questi anni?
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Chi l'ha detto che a 29 anni non si puo' ripartire alla grande?
A me non risulta assolutamente!

Cosa l'abbia bloccata e' da indagare con cura. Potrebbero essere state motissime cose, ma una e' arrivata a segno . E Lei dovrebbe fare il possibile per scoprirla e disinnescarla!
Ci pensi! E' giovanissima e puo' recuperare con facilita'!
Auguri e mi faccia sapere!
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dopo
Utente
Utente
Gentile dottoressa, grazie per le parole confortanti. Ma come si fa ad la strada è segnata? Non posso tornare a studiare ormai. I miei genitori mi hanno mantenuta per tutto il tempo dei miei studi, ma mi sono fatta grande. Cosa posso recuperare ormai? Forse non dovrei trovare la serenità di accettare che il mio percorso è stato più mediocre del previsto e imparare a rassegnarmi?
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente,
Le scelte per la propria vita sono una prerogativa personale. Che nessuno puo' neanche sfiorare all'infuori di Lei. O continuerebbe a opporsi con il Suo potente inconscio.
Se le difficolta' che Lei ha incontrato non desidera elaborarle ne' fronteggiarle deve deciderlo solo Lei.
Quello che a mio avviso e' il blocco che si e' prodotto e' superabile. Ma occorre una Sua determinazione.
Ci pensi!
Le formulo i miei auguri!
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente,
Le scelte per la propria vita sono una prerogativa personale. Che nessuno puo' neanche sfiorare all'infuori di Lei. O continuerebbe a opporsi con il Suo potente inconscio.
Se le difficolta' che Lei ha incontrato non desidera elaborarle ne' fronteggiare deve deciderlo solo Lei.
Quello che a mio avviso e' il blocco che si e' prodotto e' superabile. Ma occorre una Sua determinazione.
Ci pensi!
Le formulo i miei auguri!
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dopo
Utente
Utente
Grazie dell'aiuto dottoressa, proverò a rifletterci su!
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Si immagini gentile utente.
Ci pensi con calma e sicurezza!
Auguri.