Comportamento da tenere con un fidanzato confuso

Gentili dottori, vi scrivo per avere un parere in merito a ciò che sto vivendo.
Sono fidanzata con un mio coetaneo da 5 anni e mezzo, di cui l'ultimo vissuto male, a sua detta "con un peso sul cuore". In quest'anno sono successe molte cose, lui si è realizzato a livello professionale, vincendo il concorso dei suoi sogni, e io ho vissuto la peggiore crisi individuale che abbia mai dovuto affrontare, diventando più paranoica e ipocondriaca.
Ad agosto, dopo un anno in cui abbiamo aspirato ad una spensieratezza mai arrivata, lui mi dice di avere il dubbio di non amarmi più.
Dopo una settimana passata senza sentirci, lo convinco a provare a superare insieme questo momento, e devo dire che da allora miglioramenti ci sono stati: da una quasi totale chiusura nei miei confronti, ora sente di essersi sentito innamorato quando nel corso di queste settimane abbiamo provato a coltivare il nostro rapporto; il famoso peso sul cuore è scomparso, salvo tornare quando ripensa razionalmente a tutta la situazione.
Non esclude, infatti, che in queste settimane possa essere stato bene solo perché si era imposto di non pensare ai nostri problemi, isolando il fatto di non amarmi più, e perché potrebbe in fondo provare per me solo un grande affetto.
Spiegazione che mi rifiuto di credere, perché mi cerca, anche nell'intimità, proprio come prima: da fuori non si direbbe mai che siamo una coppia così in crisi.
Come si fa ad isolare il fatto di non amare più una persona e stare bene con lei?
Dice che il suo vero nodo è l'idea del matrimonio: al momento non vede il suo futuro con me, l'idea di sposarmi gli crea ansia e quindi deduce da ciò che potrebbe non mi amarmi più.
Io credo (e spero) che la sua sia solo una paura dettata da una pressione inconscia che si è creato da solo, non avendo mai parlato concretamente di matrimonio.
Inoltre, mentre ad agosto non vedeva nemmeno il futuro prossimo con me (l'anno prossimo per lavoro cambierà città), ora l'idea che io lo vada a trovare, lo aiuti a cercare casa, viva con lui questo cambiamento, gli fa piacere; il nodo resta il matrimonio: ma come fa, venendo da una tale crisi, a pretendere di stabilire ora se sono la donna della sua vita?
Lui crede, in questa fase, di amarmi di meno e di essere spaventato dal fatto che l'amore sia scemato.
So che lasciarsi sarebbe dirimente, ma sono terrorizzata: se amore c'è ancora, seppur meno intenso, magari bisogna solo continuare a lavorarci, considerati i miglioramenti che ci sono stati da agosto. D'altra parte non credo di riuscire a vivere ancora nella sofferenza dell'incertezza.
Vi chiedo, quindi, in una situazione così complessa come sia meglio comportarsi: ogni strada mi sembra foriera di dolore.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazza,
Mi sembra davvero strana la situazione in cui Lei si trova.
Dopo 5 anni di fidanzamento nel momento in cui il Suo ragazzo vince un concorso cosa fa? La vuole lasciare!?
Nella maggior parte dei casi sarebbe accaduto l'opposto: sarebbe stato il momento di pensare a sposarvi!

Io sinceramente ho dei dubbi su questo ragazzo!
Forse Lei ha dato per scontato che fra voi ci fosse un rapporto e ha smesso di farsi domande.

Ma temo che ci sia un problema e non da adesso!
Ci pensi un po' su!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile dott.ssa Esposito, grazie per la sua risposta.
Per la verità non mi aspettavo un progetto di matrimonio perché io sto ancora studiando, benché abbia 29 anni. La mia aspirazione è sempre stata quella di realizzarmi ad un livello personale prima che familiare, ecco perché non avevamo mai pensato concretamente al matrimonio nonostante la posizione che lui ha raggiunto.
È vero quello che Lei dice, e cioè che lui si sente insoddisfatto da tempo, da un anno per l'esattezza; è anche vero, però, che, per il suo concorso prima e per la mia crisi personale poi, non siamo spensierati da tempo, da ben prima di queste avvisaglie.
Ecco perché in queste settimane abbiamo provato a lavorare proprio sulla spensieratezza, sul tempo da coltivare insieme, e il peso sul cuore è andato via.
Lui, però, messo alle strette, ha cominciato a ragionare su tutto, anche su quello che prova a livello emotivo: "sono stato bene, allora la amo ancora; non la vedo, però, nel mio futuro, allora forse non la amo più o non la amo più come prima".
Capisce che per me è deleterio tutto ciò.
Io credo che il rapporto non si è evoluto insieme alle nostre evoluzioni personali.
Temo che tutto possa perdersi per la paura che il peso sul cuore possa tornare.
Vorrei tanto che tutto torni a quando vivevamo e basta, senza tutte queste domande: magari a furia di voler sviscerare e analizzare ogni sensazione durante quest'anno, ne abbiamo perso in spensieratezza e quieto vivere, amplificando un momento di calo del rapporto che poteva essere circoscritto.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> ho vissuto la peggiore crisi individuale che abbia mai dovuto affrontare, diventando più paranoica e ipocondriaca
>>>

Potrebbe essere stato questo malessere ad allontanarvi. Quando si diventa paranoici e ipocondriaci, ammesso che si sia trattato di ciò nel suo caso, si tende a riversare le proprie ansie e paure sull'altro, con il risultato netto di farlo allontanare.

Per quanto possa essere duro da accettare, di solito i progetti di vita si fanno con persone serene, non con persone problematiche. Perciò il ragazzo potrebbe sentirsi combattuto fra il desiderio di far progredire la vostra relazione e il pensiero di come potrebbero andare le cose un giorno che vi trovaste a vivere sotto lo stesso tetto, giorno dopo giorno, anno dopo anno.

>>> magari a furia di voler sviscerare e analizzare ogni sensazione durante quest'anno, ne abbiamo perso in spensieratezza e quieto vivere, amplificando un momento di calo del rapporto che poteva essere circoscritto
>>>

Anche questo è possibile. Discutere la relazione di solito ne fa peggiorare la qualità.

>>> So che lasciarsi sarebbe dirimente
>>>

Non proprio lasciarvi, ma forse prendervi un periodo in cui stare un po' lontani, di comune accordo e senza amarezza, potrebbe aiutare entrambi a capire che cosa volete davvero. Tempo che io utilizzerei, se fossi in lei, cercandomi un bravo terapeuta e facendomi aiutare. Investa su se stessa per prima, se vuole che gli altri investano in lei.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
Utente
Grazie dr. Santonocito.
Questa rivelazione è stata per me uno scossone, da allora mi sono imposta di non lasciarmi prendere dalle ansie e dalle paranoie che mi hanno accompagnata lo scorso anno: mi allarmavo per ogni mal di testa o mal di pancia, mio o dei miei familiari, ho visto tumori ovunque.
Ovviamente ne parlavo ogni volta con lui, riversandogli tutta la mia irrazionalità addosso.
Da quando mi ha confessato i suoi dubbi mi sono imposta di non lasciarmi andare più così anzitutto per me stessa, e devo dire che lui mi ha riconosciuto il cambiamento. Ero diventata la brutta copia di me stessa.
Nonostante tutto, lui sostiene che la nostra crisi non è stata determinata (o almeno non solo) da questo.
Lui è arrivato al pensiero di non amarmi più quasi per esclusione, non riuscendo a trovare altra causa alla sua insoddisfazione.
E ora che l'insoddisfazione non c'è più, cerca comunque spiegazioni razionali a tutto ciò che sente, in positivo e negativo.
Dice che deve capire se fa così per paura (e in quel caso il sentimento sarebbe "solo" scemato) oppure se si tratta di qualcosa di più profondo e radicale.
Temo che solo la paura di perdersi definitivamente possa sbloccare la situazione: ma vale la pena rischiare di perdersi definitivamente?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Mi sembra che stiate entrambi razionalizzando, cioè cercando disperatamente spiegazioni razionali a sensazioni ed emozioni che razionali non sono. È comprensibile, ma non vi serve a niente. Più continuate a ragionarci sopra, più vi allontanate.

Per quanto riguarda lei, è stata capace di decidere di farsi aiutare per le sue ansie? I problemi psicologici spesso sono difficili da risolvere senza un aiuto esterno. Non è che uno decide di "darsi una regolata". Non è questione di buona educazione o di presa di coscienza, magari per amore. Se di patologie si tratta, occorre una cura. Altrimenti starebbe solo ingannando se stessa.

>>> Temo che solo la paura di perdersi definitivamente possa sbloccare la situazione: ma vale la pena rischiare di perdersi definitivamente?
>>>

Questa domanda è frutto dell'ansia, non della volontà di risolvere un problema. Ne tragga le dovute conseguenze.
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dopo
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Utente
Gentili dottori, vi scrivo per aggiornarvi sulla situazione.
Lui mi ha detto di aver capito di amarmi, ma con meno intensità rispetto a prima, non al punto di vedere un futuro con me.
Dice di volersi impegnare a risollevare questo rapporto e ad uscire da questa crisi, per vedere se la voglia di fare progetti di vita insieme torna.
Io mi sento molto giù: non è bello sentirselo dire, nonostante la consapevolezza del periodo che stiamo vivendo e che l'amore non è sempre uguale a se stesso; ma la voglia di fare un progetto di vita insieme ci deve essere!
Mi sento molto combattuta tra il lasciarlo, per sciogliere davvero ogni nodo, oppure se investire in questo tentativo.
[#7]
dopo
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Utente
Gentili dottori, ieri sera io e il mio fidanzato abbiamo deciso di lasciarci.
È stata una decisione sofferta e non so ancora se giusta.
Lui ha delle riserve sul futuro con me, conseguentemente io ho delle riserve sul presente in un rapporto attualmente senza prospettive.
Ci siamo chiesti entrambi se fosse stato meglio provare finalmente a vivere il nostro rapporto in maniera spensierata, senza troppe domande, per vedere se anche questo dubbio rientrava, come è rientrato tutto il resto; ad agosto, infatti, quando mi espose il dubbio sull'amore per me, c'era in lui una chiusura totale, non mi avrebbe comprato nemmeno un cioccolatino.
In queste settimane, con pazienza, ho lavorato su questo rapporto, cercando di far riscoprire a lui la bellezza dello stare insieme, e dei miglioramenti ci sono stati: si è sciolto, ha capito di amarmi, ma gli è rimasto questo nodo di non vedere il suo futuro con me.
Per me è un macigno, ma mi chiedo: se avessi avuto ancora pazienza, dopo tutto quello che ho già fatto, magari anche questo dubbio si sarebbe appianato.
Ma ieri non ce l'ho fatta: ammetto di considerare questa rottura come un tentativo di ritrovarci, di ritornare a avere quel rapporto così bello che abbiamo avuto per 5 anni.
Sono lacerata dal dubbio di aver sbagliato, di non aver avuto pazienza fino all'ultimo, e nel contempo ho paura di averlo perso per sempre.
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Utente
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Gentili dottori,
È passata una settimana ed è stata infernale.
Sono nel pieno del dolore per la separazione.
Alterno momenti di rabbia, in cui penso a quanto lui sia stato immaturo a (non) gestire per un intero anno questi suoi sentimenti, a momenti di sconforto più totale, in cui mi mancano lui e il nostro rapporto; mi faccio prendere da pensieri estremi, del tipo che possa incontrare immediatamente un'altra ragazza e sposarsi con lei sull'onda dell'entusiasmo, in quattro e quattr'otto: è un bravo ragazzo, simpatico, gentile, di presenza, trentenne e con un ottimo stipendio...sarà che lo idealizzo, ma ai miei occhi (innamorati) è più che "appetibile".
Quando mi fermo a pensare con più lucidità, invece, mi viene in mente tutto quello che mi ha detto, è come fosse assurdo dirmi di essere innamorato, di voler riprovare e nel contempo continuare a pensare che lasciarsi era l'unica cosa da fare per dirimere davvero ogni nodo.
Ma a che serve il distacco se ci siamo lasciati? Ogni riflessione va fatta ormai a posteriori.
Credo lui abbia voluto, magari a livello inconscio, rendere la rottura meno grave.
Credo, ormai, poco ad un suo ritorno; se mi raccontassero tutto quello che è successo, direi che sicurezza che sarebbe una follia: lui con dubbi da un anno, fino a 10 giorni fa non sapeva distinguere se mi amava o mi voleva solo bene, ma nel suo bilancio di vita non mi include (e questo lo sa con sicurezza).
Spero che questo dolore passi presto.
Grazie per le parole che vorrete rivolgermi.