Coppia in crisi per colpa dei genitori di lei

Io (18 anni) e C.(17 anni) stiamo insieme dal 25 ottobre 2008, sabato. Il venerdì seguente lei mi manda un messaggio dicendomi che i suoi genitori ci hanno visti e non vogliono che lei abbia un ragazzo perchè per loro a 17 anni è presto per fare delle scelte. Non potevamo sentirci e lei non poteva uscire con me. I suoi sono divorziati e quello che lei chiama padre è il secondo marito della madre. Le ho suggerito di parlare con la madre come se fosse un'amica e sembrava stesse funzionando perchè io ero (e sono) disposto ad aspettare pur di stare con lei. Domenica sera (2 novembre) le ha parlato e la madre le ha risposto "sembra un bravo ragazzo, chissà...". Le cose sembravano risolversi fino a quando non ha chiesto al "padre" e alla madre se poteva uscire con me ed è successo il finimondo: è stata rimproverata a morte perchè ha continuato a messaggiare con me e le hanno detto di aver perso la fiducia. Lei mi ha lasciato. La domenica dopo (16 novembre) lei ha voluto rivedermi da "amici" insieme ad altre 2 sue amiche, di cui una di loro conosco bene. Le ho parlato e lei ha detto che ha fatto parlare sia la zia che la nonna; hanno parlato con la madre ma non ci è stato verso di cambiare le cose. Io le ho chiesto se i suoi le vieterebbero di avere un ragazzo per il resto della sua vita; lei ha negato ed io le ho promesso che avrei aspettato quel momento. Quella sera abbiamo deciso di ritornare insieme, di vederci di nascosto (lei però deve comunque uscire con le amiche, io mi inserivo nel gruppo, col rischio che ci vedesse il "padre" poliziotto urbano) e di mandarci messaggi in tutti quei momenti in cui i genitori la spiavano (la mattina prima delle lezioni, o quando non c'erano i genitori). Da quando è successa questa storia i suoi non le permettono di uscire da sola e deve essere accompagnata in tutti i posti che frequenta. Una volta, cercando di ribellarsi, è stata picchiata dalla madre. Il tutto perchè sua sorella (ora con un bambino) all'età di 17 anni si era messa con un ragazzo molto geloso che le ha rovinato la vita e il padre vero aveva acconsentito a questa relazione. Ieri i suoi hanno scoperto che domenica ci siamo visti (loro erano a casa e il "padre" non stava nemmeno bene). Ora non le rivolgono più la parola e la madre le ha detto che ha fallito nell'educarla, cosa per me non esatta perchè è una ragazza educata, seria, rispetta i genitori ed è bravissima a scuola. Il padrigno so che è una persona molto gelosa. Io le ho detto di ribellarsi perchè la vita è la sua, ma lei mi ha risposto che loro sono "gli unici genitori che ha" nonostante siano per lei ingiusti e oppressivi. Ma allo stesso tempo lei vuole rimanere con me. Non sappiamo come comportarci. La ringrazio. Distinti saluti.
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Dr.ssa Ilenia Sussarellu Psicologo, Psicoterapeuta 648 21 5
Gentile ragazzo
devo dire che la situazione non sembra di facile soluzione con dei genitori così "ostinati".

Tuttavia credo che sia normale che dei genitori si preoccupino del futuro della propria figlia; a volte però capita che, per affrontare determinati problemi, si trovino delle strategie forti che possono essere mal accettate dai figli.

Io credo che il tempo vi aiuterà a gestire il problema e l'unico consiglio che mi sento di darvi è di non correre, magari pensando di iniziare una guerra che probabilmente vi creerebbe più problemi che altro.

Abbiate pazienza, pur mantenendo il vostro legame, e vedrete che un giorno sarete più liberi di viverlo.

In bocca al lupo

Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
E inoltre, tenga presente che la sua ragazza è ancora minorenne. Questo solo per dirle che sino a che non diventerà maggiorenne i suoi genitori hanno il diritto di esercitare un controllo un po' più stretto su di lei.

Seguite il suggerimento della collega e portate pazienza: quando potrete vivere appieno il vostro legame ne sarà valsa la pena.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
Vi ringrazio per le risposte, ma ho tanta paura che lei mi lasci. Purtroppo lei non è molto forte di carattere. Questo potrebbe dipendere dall'esperienza passata?
Sicuramente tutta questa storia mi farà del male fisicamente. Sono stato ricoverato due volte per rettocolite ulcerosa, alla prima colonscopia ho avuto un attacco di panico e mi hanno mandato uno psichiatra in camera. Sono un tipo che somatizza tutto. Ho anche perso l'anno scolastico (nonostante fossi sempre stato bravo a scuola e sono un pianista che si sta avviando al concertismo). Attualmente assumo 4 compresse di Asacol per il colon e Cipralex20g al giorno. Diagnosi: Sindrome da ansia depressiva.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
E quindi, secondo lei, sarebbe più corretto dire che è la sua ragazza ad essere debole di carattere, oppure che in questo momento è lei che ne sta soffrendo di più?

Io credo che se le cose stanno davvero come le descrive dovrebbe preoccuparsi più di come il suo stato di salute sta influenzando il suo rapporto con le altre persone, piuttosto che del contrario. Dovrebbe riferire ai suoi curanti ciò che sta attraversando, e se del caso richiedere anche una consulenza psicologica per aiutarla a superare il suo problema personale.

Solo una volta fatto questo potrà legittimamente aspirare ad avere una vita relazionale soddisfacente. Una relazione non può essere una stampella per qualcos'altro, altrimenti non è più una relazione sana.

Cordiali saluti
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dopo
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
Scusi, con questo vorrebbe dire che dato il mio stato di salute non ho diritto ad avere relazioni extra personali? Il rapporto che ho con la mia ragazza non è una stampella, un appoggio, io provo davvero emozioni per lei, emozioni molto forti! Ho detto che lei è debole di carattere perche è vero. Ho solo detto che questa situazione mi fa stare male e potrebbe riversarsi sul mio colon.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Quello che ho detto è che per avere una vita relazionale soddisfacente è necessario prima stare bene come individui. Se lei soffre dei problemi che ha menzionato, questo non può che riflettersi negativamente anche nel rapporto che ha con le altre persone, non solo con la sua ragazza.

Il punto non è tanto se la difficoltà relazionale che sta avendo potrebbe riflettersi o meno sul suo colon ma che, se soffre delle cose che ha detto, questo non potrà certo aiutarla. Infatti, lei stesso dice che ci ha rimesso addirittura un anno scolastico.

In altre parole, lei ha portato all'inizio un problema relazionale e successivamente è venuto fuori che c'è dell'altro, di personale. Quindi, il mio suggerimento è di curare prima questi aspetti che riguardano solo lei, anche attraverso dei consulti psicologici, se necessario. Fare in questo modo potrà senz'altro aiutarla anche per tutto il resto.

Se non le è chiaro ancora qualcosa, non esiti a domandarlo.

Cordiali saluti
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dopo
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
Le posso assicurare che in parte li ho risolti grazie a sedute dallo psichiatra e da una psicoterapeuta. Mi sono rivolto qui per chiedere come comportarsi, non avendo le due figure a portata di mano e senza dover aspettare la prossima seduta. Dico che in parte si sono risolti perchè le ho detto una cosa per me importante: pensare prima di tutto a se stessi e poi agli altri. Con questo non voglio togliere potere ai genitori, anzi, in una famiglia esistono delle regole e vanno rispettate. Ma avere un ragazzo è un suo diritto e se lo deve guadagnare con tutti i mezzi, non deve pensare al fatto che per i genitori ammettere la nostra storia significhi una sconfitta perchè questo è soltanto quello che pensano loro, ma non deve assolutamente riguardare lei. Per me preoccuparsi di tutto quello che pensano i genitori (in generale gli "altri") significa entrare in un circolo vizioso, che non ha mai fine, come un cane che si morde la coda. Ma lei ha paura di perdere i genitori e questo secondo me è segno che lei sta soffrendo tantissimo e che le è rimasto il trauma del divorzio.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Bene, e se è riuscito a risolverli in parte, la cosa migliore potrebbe essere proprio completare il lavoro e risolverli completamente, in modo da non doverci ritornare sopra.

Tenga presente che se lei lascia anche una sola porta chiusa, questa si porterà con sé la memoria di tutte quelle che ha già aperto. Ed è una fregatura, perché quell'1%, nelle condizioni opportune, ridiventerà il 100%. È come se lei stesse scalando la parete di una montagna ripidissima e, a 1mt dalla cima, si fermasse.

Quindi, tenga duro e completi il lavoro.

Ma a parte questo, ciò che dice riguardo alla paura che la sua ragazza avrebbe di perdere di nuovo la sua famiglia, potrebbe anche essere vero. Perché, come le dicevo, alla vostra età si vorrebbe essere individui eppure non lo si è ancora del tutto.

Certo, la legge fissa la maggiore erà a 18 anni e d'allora in poi uno sarebbe magicamente "adulto". Ma le cose nella pratica non funzionano così. Si può tenere contemporaneamente a più di una persona. La sua ragazza può tenere molto a lei e allo stesso tempo tenere molto anche alla sua famiglia. E su questo non credo ci sia molto da fare. Certamente non tramite questo canale, senza avere di fronte né vedere lei, né la sua ragazza, né conoscere i genitori.

Capisce come sarebbe difficile per noi dare qualunque suggerimento appropriato senza tirare a indovinare?

Il suggerimento migliore, tutto considerato, è quello già dato: agire senza creare eccessiva attenzione da parte degli altri, evitando gli scontri. Se la vostra storia ha davvero qualche possibilità d'andare avanti, nelle vostre condizioni, potrà averne più facilmente senza farsi notare troppo. Almeno per ora.

Cordiali saluti
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dopo
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
Abbiamo deciso di rimanere insieme, sentendoci ma senza vederci finchè non si calmeranno le acque. Lei cercherà di aprire un dialogo con i suoi. Grazie