Dipendenza affettiva, ansia e depressione

Ciao a tutti. Sono un ragazzo di 22 anni e sento di dover chiedere aiuto a qualcuno. Vivo una condizione particolare da sempre, con un padre poco presente ed una madre che madre non è mai stata. La stessa soffre di depressione, attualmente è ricoverata in una clinica psichiatrica per aver commesso un cosiddetto “parasuicidio” dopo aver abusato di alcool e psicofarmaci (prassi quotidiana da tempo, posta in essere anche davanti a noi figli). Al contempo, circa cinque mesi fa, sono uscito da una relazione sentimentale di 3 anni che per me era tutto. Probabilmente ottemperavo alle mie mancanze con lei. Da quel momento ho perso la mia stabilità, il mio equilibrio. Venendo ai miei sintomi, che si manifestano in alti e bassi, mi sento depresso. A volte penso ad una pistola puntata sulla mia testa come soluzione ai problemi, altre volte penso che ce la posso fare. A volte sono euforico con gli amici, altre piango. A volte sogno la mia ex e mi sveglio con la tachicardia. Ho spesso l’ansia, anche senza un motivo apparente. Ho molti interessi e da alcuni mesi ormai do loro poco seguito perché ho poca voglia di vivere. Continuo a trascinarmi e a pensare che a breve chiederò aiuto, andrò da un medico, ma poi non lo faccio. Sento come di aver sviluppato un modo meschino di affrontare i problemi, come se li nascondessi da qualche parte non calcolando che ogni tanto poi si rifanno vivi e mi logorano. Ci sarebbe ancora molto da dire, ma visto che questa non è una seduta psicologica né psichiatrica ma solo un punto di ascolto che non rilascia diagnosi, mi fermo qui. Voglio solo stare bene, come tutti d’altronde. Secondo voi potrei aver bisogno di farmaci?
Ad ogni modo ci ringrazio sinceramente per il servizio che volontariamente prestate.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Buon pomeriggio,

leggendo il suo racconto, mi sembra comunicare che stia vivendo un intenso malessere affettivo. Sta soffrendo per la perdita della sua ex, che ancora oggi è nei suoi pensieri. Racconta infatti di sognarla, e questo mi sembra farle vivere uno stato d'animo angoscioso, un senso di smarrimento che può essere terribile.

Con le sue parole, parla di un senso di mancanza interiore profondo. Se non ho capito male, sembra riferirsi anche al rapporto con i suoi genitori rispetto a questo suo vissuto. Non sente presente suo padre e neppure sua madre, che purtroppo si trova in una sua condizione di malessere personale.

Se da una parte mi sembra vivere un senso di mortificazione di sé, forse di disperazione, dall'altra parte sento una forza interiore in lei. Anche se sta temporeggiando sulla possibilità di fare una consultazione dal vivo, comunque ci scrive e riconosce di avere bisogno di aiuto. In questo voglio dirle che sta esprimendo una sua forza e una motivazione a ricercare una soluzione, ad affrontare il suo malessere.

A volte ci vuole tempo prima di prendere alcune decisioni, come quella di rivolgersi al proprio medico. Tuttavia forse quel momento sembra sempre più vicino. È giusto che lei trovi uno spazio di ascolto e una cura per sé, in modo tale che possa non essere più sopraffatto da certe mancanze, da certe ferite.

Infine, se potessi darle un consiglio, non si senta meschino nel fatto di nascondere i suoi problemi. Non sia troppo severo.
Non è facile fare i conti con la propria sofferenza, possono esserci molto dolore, molte paure. Tanto più quindi la sua idea di rivolgersi a uno specialista è valida, per poter condividere questo suo prezioso mondo di emozioni, che qui ha iniziato a introdurre.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

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dopo
Utente
Utente
Non posso che ringraziarla per l’attenzione che mi ha dedicato. Si vede che, oltre alla professionalità, fa quel che fa con passione e dedizione. Sicuramente terrò conto dei suoi consigli per i prossimi passi che farò. Ancora grazie.

Cordiali saluti.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
La ringrazio per le sue parole, allora un caro augurio, Enrico de Sanctis

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