Una relazione precedente

Buongiorno Dottori,
ho 31 anni e da poco più di un anno ho una relazione con un uomo di 35. Da poco più di un mese conviviamo e tra noi va tutto molto bene, D. è molto presente, mi capisce e mi aiuta in tutto e in futuro vorremmo avere dei bambini.
E qui arriva il problema...Da una relazione precedente, finita più di 10 anni fa, D. ha avuto un figlio che ora ha 12 anni e mezzo. Il problema non è lui (è un bambino estroverso, buono, simpatico e giocoso), ma credo solo mio. Quando ho cominciato la relazione con D. più di un anno fa lo sapevo che aveva un bambino e questo mi aveva lasciata un po' perplessa perché avevo sempre sognato di condividere questa esperienza per la prima volta col mio compagno (per la prima volta per tutti e due!), ma mi sono detta "che problema c'è, oggigiorno tante persone si trovano ad avere una relazione con qualcuno che ha già dei figli". Premetto che il bambino vive con la sua mamma e viene a casa da noi due week-end al mese e qualche giorno nei sotto le feste. Il fatto è che per quanto mi sforzi di volergli bene e di accettarlo come parte anche della mia famiglia, proprio non ce la faccio, non riesco a sentire sentimenti per lui, per me che lui ci sia o meno è uguale! Mi sento come una persona capitata nella vita del mio compagno a metà, già dopo che lui ha fatto le esperienze più belle con qualcun'altra e a volte mi sento un'estranea in questa famiglia. Tempo fa ho parlato di questa cosa al mio compagno dicendogli anche (con gran dolore) che forse non ero la persona ideale per lui e suo figlio, che era giusto per loro trovare una donna che sapesse accettare totalmente anche suo figlio, ma lui è stato molto comprensivo, dicendomi che questa cosa certo gli dispiaceva, ma non per questo mi amava di meno e non ci pensava neanche a troncare la relazione con me e che magari col tempo chissà...Beh, da allora il problema persiste, non è cambiato nulla. Ho parlato con diverse mie amiche perché mi sento una stega cattiva, ma loro mi hanno detto che nella mia situazione si sentirebbero come me, che anche per loro sarebbe difficile accettare un figlio da una relazione precedente. Anzi, una mia amica mi ha detto di una ragazza che conosce che ha avuto una bambina dal suo compagno che già aveva un figlio da una relazione precedente e per lei le cose sono solo peggiorate perché ora ogni volta che il suo compagno ha delle spese per suo figlio o passa del tempo con lui, lei lo vede come un togliere soldi e tempo alla loro bambina. Questo mi ha preoccupata ancora di più, non voglio capiti anche a me, ma non so cosa devo fare! Provo ogni volta a pensare che se sono una persona matura nel resto devo esserlo anche in questa situazione, ma per me questo bambino continua ad essere un estraneo! Avete consigli a riguardo? Dovrei cominciare delle sedute con uno psicologo per sbloccare la situazione? O semplicemente soffro della sindrome della matrigna cattiva di Biancaneve e non posso farci niente?
Grazie dell'attenzione. B
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
> Il fatto è che per quanto mi sforzi di volergli bene e di
> accettarlo come parte anche della mia famiglia, proprio
> non ce la faccio, non riesco a sentire sentimenti per
> lui, per me che lui ci sia o meno è uguale!

Gentile ragazza, per come descrive la sua situazione il problema non mi sembra affatto il ragazzo, né il suo compagno. E nemmeno lei. Il problema è che lei si SFORZA di ottenere una cosa che non può avvenire. Non si possono nutrire per i figli del proprio compagno ESTTAMENTE le stesse cose che si nutrono per dei figli propri. Ciò è normale e, come ha potuto constatare da sola, non solo lottare contro questo fatto non serve, ma la fa stare male.

Il suggerimento migliore che posso darle, se me lo permette, è di lasciare stare i pareri delle amiche e la sindrome di Biancaneve, deve solo cercare di prendere le cose per ciò che sono ed evitare di crearsi da sola il problema. In altre parole, se riuscisse a comportarsi semplicemente in maniera corretta e gentile nei confronti del ragazzo, questo sarebbe già un piccolo enorme successo. Senza alcun bisogno di far violenza ai suoi sentimenti. E se ne sente bisogno, delle sedute da uno psicologo/psicoterapeuta, specie a indirizzo strategico, potrebbero aiutarla.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Marisa Nicolini Psicologo, Psicoterapeuta 132 6
Gentile Signora B.,
i rapporti nelle famiglie "ricostituite" passano attraverso fasi ben precise.
Al termine di un percorso di reciproca conoscenza e ottenuta una certa fiducia nella famiglia nuova e in quelle precedenti, se nessuno si sente minacciato dai nuovi ruoli, se ciascuno percepisce di poter essere se stesso, allora si può arrivare ad "accettare", ovvero integrare, anche alcuni componenti delle famiglie precedenti, come nel suo caso il figlio del pregresso matrimonio del suo compagno.
Quindi, accettazione e integrazione sono punti di arrivo, non certo di partenza!
E sono punti di arrivo per chi compie, come detto, un percorso che porti alla reciproca conoscenza ed alla fiducia, senza sentimenti di onnipotenza, nella chiarezza dei rispettivi ruoli.
Altrimenti continueremo a percepire gli altri (presenti nella vita del nostro compagno prima di noi, ad esempio la ex o i figli) come una minaccia alla nostra unione, da cui gelosie, invidie, intolleranze, insomma una vita "d'inferno".
Ma non esistono sindromi intrattabili!
Se, grazie alla sua sensibilità ed intelligenza, desidera intraprendere un percorso di maturazione in questa fase della sua vita, consulti uno psicologo: saprà sicuramente farle superare eventuali sensi di colpa ed indicarle il cammino più agevole da compiere, insieme al suo compagno, per essere al meglio delle vostre potenzialità!
Buon proseguimento,

Dott.ssa Marisa Nicolini, psicologa-psicoterapeuta
m_nicolini@virgilio.it
riceve a Roma e a Viterbo

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dopo
Attivo dal 2009 al 2011
Ex utente
Dottor Santonocito, grazie innanzitutto di aver risposto così celeremente. Scusi se approfitto di nuovo della Sua consulenza, ma vorrei avere un ulteriore chiarimento.
Oltre al fatto che credo di aver sbagliato favola (era Cenerentola, non Biancaneve!) devo dire che col bambino mi comporto in maniera gentile e rispettosa (non è certo sua la colpa di questa situazione e in nessun modo gli faccio intendere o pesare il mio "contrasto" interiore), ma per quanto riguarda l'avere in futuro dei bambini col mio compagno? Crede sia probabile in quella futura situazione il presentarsi di una gelosia nei confronti del figlio di D. per il sentir "togliere" tempo e/o denaro ai figli che avremo insieme? Il solo scrivere queste parole me le fa sentire come un qualcosa di stupido ed infantile, ma può capitare? Già mi infastidisce il fatto di non essere io a rendere padre il mio compagno.... cioè, se avremo figli certo che lo renderò padre, ma non per la prima volta, lui GIA' E' padre!...Non so se riesco a spiegarmi, il fatto è che sono sentimenti difficili che mai avevo provato in vita mia! Come pensa si possa spiegare questo mio pensiero di non essere io a rendere padre per la prima volta D.? E' normale? E' gelosia? E' stupidità?! Grazie nuovamente, B.
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dopo
Attivo dal 2009 al 2011
Ex utente
Gentile Dottoressa Nicolini, grazie anche a Lei per la risposta. Non so se traspare dalle mie parole il fatto che proprio questo mi preoccupa: l'essere gelosa! Ma di chi? E' un sentimento che non capisco nei confronti di un bambino, lo ritengo stupido e preoccupante! Inoltre giro anche a Lei la domanda che ho fatto al Dottor Santonocito riguardo il fatto che la cosa che mi infastidisce di più e in non rendere padre per la prim volta il mio compagno. E' una cosa che ho sempre pensato avrei condiviso per la prima volta col mio compagno il diventare genitori insieme, ma non si può segliere l'uomo di cui ci si innamora...ed eccomi qui!
Grazie, B.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
> Crede sia probabile in quella futura situazione il
> presentarsi di una gelosia nei confronti del figlio di D.
> per il sentir "togliere" tempo e/o denaro ai figli che
> avremo insieme? Il solo scrivere queste parole me le fa
> sentire come un qualcosa di stupido ed infantile, ma può
> capitare?

Quindi, se non ho capito male, nella descrizione delle cose che la angustiano siamo passati a due: si è aggiunta la voglia di maternità. Benissimo, mi sembra un desiderio più che legittimo. Ma rispondere alla sua domanda è impossibile. Io stesso ho un figlio mio e una figlia che è solo di mia moglie e tutto è sempre andato bene. Quindi, come vede, è certamente possibile.

Riguardo a voi, come si fa a dirlo, senza nemmeno conoscervi né avervi davanti? Sarebbe tirare a indovinare.

> E' normale? E' gelosia? E' stupidità?!

Credo che per il momento più che di stupidità si possa trattare di un'insicurezza dovuta a inesperienza, ovvero al fatto che lei ancora non ha figli suoi. Ma che se continuerà ad alimentare quando ancora il problema non esiste, non tarderà a trasformarsi in pensiero ossessivo.

Se già si sta comportando in maniera corretta e gentile con il bambino, questo va più che bene.

Non faccia anche lei parte di quella categoria di persone (sono tante) che quando non hanno problemi sotto mano se ne inventano qualcuno, così almeno riescono a sentirsi utili in qualche modo. Ma se proprio non riesce a evadere dalla trappola, rimane sempre valido il suggerimento specialistico.

Cordiali saluti
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Dr.ssa Marisa Nicolini Psicologo, Psicoterapeuta 132 6
Signora,
secondo me deve solo rendersi conto che i Suoi sentimenti sono del tutto umani! e non siamo perfetti, né esenti da gelosie! Prendiamone atto.
Piuttosto può essere importante imparare ad elaborare queste emozioni in modo adeguato, per non ritrovarci fuori da quella che consideriamo la "nostra" strada, la "nostra" volontà!
Se non riesce da sola in questa impresa in tempi ragionevoli, si faccia aiutare, ma eviti di porsi mète irrealistiche.
Ancora auguri,
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dopo
Attivo dal 2009 al 2011
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Sicuramente l'inesperienza in questa situazione "aiuta"...
Credo che nella vita si debba cercare di essere in linea di massima gentili e comprensivi con tutti e mi disturbano non poco questi sentimenti di gelosia (?) e indifferenza che sto provando...il primo addirittura in anticipo rispetto all'evento di materità!
Diciamo che sarà difficile, ma proverò a dare un freno al mio sforzarmi di fare andare le cose nel modo che vorrei, continuando semplicemente a trattare con gentilezza il bambino e sperando che mi passi col tempo questa sensazione di forte fastidio per non poter più condividere con D. l'eccitazione del DIVENTARE genitori insieme. Se, ahimé, persisterà, seguirò sicuramente e in fretta il Suo consiglio di rivolgermi ad uno specialista.
Grazie mille nuovamente Dottor Santonocito e buon lavoro. B.
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dopo
Attivo dal 2009 al 2011
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Gentile Dottoressa Nicolini,
siamo esseri umani, è vero, e per questo non esenti da sentimenti negativi...ma spesso questi possono farci sentire un po' delle schifezze e più dei bambini capricciosi che degi adulti maturi e responsabili. Ad ogni modo, partendo dalla decisione presa in seguito ai Vostri consigli di non sforzarmi più di far andare le cose in un certo modo ma di prendere quello che viene cercando comunque di comportarmi nella maniera più corretta possibile, spero che il tempo farà la sua parte aiutandomi a giungere quel punto d'arrivo del quale Lei mi ha parlato prima e a cancellare questo fastidio per non poter più condividere per la prima volta insieme al mio compagno una delle esperienze più belle (se non la più bella) del mondo. Se ciò non avverrà, sposterò di sicuro la richiesta di aiuto dal trascorrere del tempo ad uno specialita che mi indichi la maniera migliore di elaborare questi nuovi e spiacevoli sentimenti.
Grazie tante nuovamente e buon lavoro anche a Lei. B
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dopo
Attivo dal 2009 al 2011
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Buongiorno Dottori,
scrivo per tenervi aggiornati sull'andamento della situazione. Sono passati diversi mesi e, sinceramente, non è cambiato nulla. Ho fatto, come mi era stato consigliato, anche diversi incontri con uno specialista che però non è riuscito, purtroppo, a cambiare una virgola sulla situazione ed il mio stato d'animo. Anzi, mi accorgo che più il ragazzo cresce, più lo sento lontano da me. Ora ha quasi 14 anni, ed il rapporto tra e e lui non è affatto migliorato: lo tratto col massimo rispetto, come ho sempre fatto, provo a parlarci, ad interagire, ma non provo nulla per lui, e lui, che forse sente questa cosa, mi tratta con sufficienza. Direi proprio che la situazione non è idilliaca! Essendo figlio di separati viene sempre messo da tutti al centro dell'attenzione, è abituato a fare quello che gli pare perché, avendolo coccolato e viziato un po' troppo per sopperire alla situazione del divorzio (parole uscite dalla bocca di suo padre), nessuno si permette di sgridarlo o correggerlo se si comporta in una certa maniera (a parte suo padre), specialmente la nonna paterna, che sembra aver quasi cancellato il mio compagno per lasciare posto solo a suo nipote, e quando c'è lui non vede nessun altro! Pensate che diverse volte è successo che facendo entrare suo nipote in casa, ha richiuso la porta d'ingresso dietro lui quando suo padre stava per entrare! O ancora, se lei ci invita a pranzo, lei riempie il piatto per sé e per il nipote e poi si siede perché a posto lui a posto tutti, ed io e il miio fidanzato e il compagno stesso di lei ci alziamo e ci serviamo. Non mi da troppo fastidio non essere considerata dalla madre del mio compagno in certe occasioni (per quanto la mia ex suocera mi volesse un mucchio di bene e non mi abbia MAI trattato con sufficienza e credo che tra suocera e nuora sarebbe bello instaurare un rapporto fatto bene e rispetto), ma mi infastidisce invece il fatto che non abbia praticamente considerazione del mio compagno! Credo che lei nei miei confronti sia un po' fredda perché amando a dismisura il nipote e sentendo (perché comunque sono cose di cui ci si accorge) che tra me e lui non c'è rapporto, questo la infastidisca non poco. Inoltre fin'ora non mi sono mai permessa di dire nulla al ragazzo riguardo comportamenti sbagliati o cose del genere, ma c'è stata una volta in cui ha praticamente schifato la gente che fa, ad esempio, l'operaio, dicendo che chi non ha studiato per arrivare ad una posizione si merita di fare dei lavori così. Non c'ho visto più! Suo padre è proprio un operaio, e questo non è assolutamente rispettoso nei suoi confronti! Gli ho detto, in tono assolutamente calmo nonostante il nervoso che mi aveva fatto venire, che invece tutte le persone, a prescindere dal lavoro che fanno, vanno rispettate, a maggior ragione se una di queste è suo padre. Mi ha piantato il muso e quando se n'è andato il giorno dopo non mi ha nemmeno salutata.
Insomma, come dicevo non è una situazione idilliaca, ma proprio i ragazzini che si comportano in maniera arrogante ed irrispettosa non li posso tenere! Oramai io e D. siamo insieme da 2 anni, sbaglio a dire la mia opinione su un atteggiamento di L. se questo reca offesa a me o a D.? Insomma, è il mio compagno e non mi piace sentirlo offendere, soprattutto da suo figlio.
O dovrei lasciare che sia D. a dirgli qualcosa?
Non so se riusciremo mai a far funzionare questa situazione...
Grazie nuovamente per l'attenzione.
Cordiali saluit, B.
[#10]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile B., è importante che lei capisca che il vero aiuto, eventualmente, potrà trovarlo solo di persona. Da qui è possibile solo dare un orientamento generale, e non trattare il suo caso direttamente. Non credo nemmeno che ciò che le interessa davvero siano dei generici incoraggiamento tipo "si faccia forza", che non le servirebbero in concreto a nulla.

Quindi semmai discutiamo del perché lo specialista al quale si è rivolto non è riuscito a cambiare una virgola. Che tipo di percorso avete iniziato, sostegno, psicoterapia, e di che tipo? Quante volte ci è andata? Si è sentita subito a suo agio di fronte a lui, oppure già dall'inizio ha sentito che non sarebbe stata l'opzione giusta?

Cordiali saluti
[#11]
dopo
Attivo dal 2009 al 2011
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Buongiorno Dott. Santonocito,
grazie di nuovo per la sua attenzione.
Non mi fraintenda, non credo assolutamente di poter risolvere il problema in questo ambito, né, ha deto bene lei, mi può essere di alcuno aiuto sentirmi dire di farmi forza, davvero non servirebbe a nulla se non a farmi innervosire...voglio dire, qui la forza e la pazienza non servono a nulla se non sono abbinate ad una comprensione più profonda della situazione.
Ho scritto solo per tenervi aggiornati sugli sviluppi della situazione, data la gentilezza che avete avuto nel dedicarmi attenzione, come ho potuto riscontrare anche questa volta.
Gli incontri che ho avuto, questa volta con uno psicologo che si occupa in particolare della famiglia e dei suoi legami, anche e soprattutto in ambiti familiari "ricostruiti", sono durati circa tre mesi, dapprima con una frequenza settimanale , poi quindicinale. Con mio grande dispiacere non ho notato miglioramenti, anche se sono conscia del fatto che questi non possono avvenire se non dopo un tempo ragionevole che non è sicuramente una manciata di mesi, ma a causa di prolemi di salute non gravi ma comunque seri e da non trascurare, ho dovuto abbandonare le sedute (ahimé non di certo economiche) per poter fare visite in altro ambito medico.
Il dottore che mi seguiva mi aveva fatto una bella impressione, a differenza purtroppo della prima psicologa alla quale mi ero rivolta, e mi aveva in soldoni suggerito di prendere le cose week-end per week-end, senza sforzarmi di fare accadere nulla, semplicemente cercando di essere gentile, di aprirmi anziché stare sulla difensiva e di non voler a tutti i costi sviluppare un amore per questo adolescente, cosa piuttosto ovvia daro che nessun sentimento si può "accendere" a comando. Durante gli incontri mi faceva parlare di quello che sentivo quando L. restava per il week-end, se sentivo in qualche modo violata la privacy tra me e D. e perché, e mi suggeriva di riuscire prima di tutto a trovare la causa prima di questa sensazione di invasione. Mi faceva bene parlarne, soprattutto con qualcuno da cui, stavolta, non mi sentivo giudicata, però poi per i motivi che ho detto, ho dovuto abbandonare, spero momentaneamente, questi incontri, che hanno probabilmente avuto vita troppo corta per essere utili.
La ringrazio comunque nuovamente Dott. Santonocito, e spero d poterla aggiornare presto con notizie positive.
Cordiali saluti, B.
[#12]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Come inizio mi pareva adeguato a ciò che ci ha descritto, sto parlando dei suggerimenti che lo psicologo le stava dando.
Comprendo d'altra parte il problema economico e quindi non posso esortarla a continuare se non ne ha la possibilità.
Riprenda appena può le sedute, magari trovando con lo psicologo una diversa soluzione - ad esempio, sedute un po' più distanziate - e torni ad aggiornarci se vuole.

Cordiali saluti
[#13]
dopo
Attivo dal 2009 al 2011
Ex utente
Senz'altro dottore, grazie di nuovo. B