Fobie da evitamento

Buonasera, ho bisogno di un aiuto/consiglio. Sono in cura da uno psicologo ma per il momento il problema non cessa. Spiego: dopo la maturità, non sono più riuscita a costruire niente di più. Lavoro ancora non ne ho trovato e università non ho concluso ancora nulla, sempre indirizzi forse sbagliati ma la verità è legata al problema di fondo che mi fa stare male, lo stare con gli altri.

Da settembre 2008 a Aprile/Maggio 2009 sono stata in casa, a volte uscivo con qualche parente ma la cosa finiva lì. Da un mese vado in palestra e lo stress ricomincia. Entro e vedo che do fastidio, la tipa all'entrata mi fulmina con lo sguardo e chi la frequenta altrettanto, mi ridono dietro, dicono che sono "un caso complesso"...ovviamente l'università l'ho lasciata per questo perchè andare li tutti i giorni e vedere quella gente mi metteva un'ansia tremenda, non ne potevo più...succede questo: io entro e non parlo, comincio ad agitarmi internamente e mi chiudo completamente a riccio. Non riesco a dire niente con chi mi prende in giro, non si merita il mio sorriso e nemmeno la mia presenza ma non è giusto che io non possa andare dentro e fare quello che mi sento di fare.

Gli ultimi anni di liceo fortuna c'era una tipa con cui stavo nel banco (ormai anche lei mi ha scartato) con cui andavo d'accordo e con la quale mi dimenticavo di queste cattiverie.

Per troppe volte nel paese dove sto mi sono tappata in casa per questo e devo dire che la cosa era ed è facilitata dal fatto che non ho amici nè amiche. Sono stufa di chi dice fatti un'amica, semmai dovrebbe dire fatti una nemica...Sono tutte li che giudicano, fanno sesso, vanno per locali, fumano...

Io mi sento troppo diversa da questa massa...cioè certe cose piaciono anche a me per carità ma ho idee troppo differenti e ne vado orgogliosa e voglio che questa parte di me rimanga così.

Ritorno a quello che stavo dicendo: da un mese esco nel paese in cui abito e mi dica lei se è normale. Passo a piedi e la gente si sposta per farmi passare, ma non in modo normale, con quel fare da "facciamo passare la snob...".

In poche parole, desidero cambiare ed essere più forte per me stessa per fronteggiare queste situazioni che mi danno fastidio...mi fanno stare male, non riesco a rilassarmi finchè non torno a casa...ho troppa paura di tutta questa cattiveria...non so che cosa fare.

La psicoterapia, quando vivo la situazione sembra annullarsi, mi chiudo a riccio, cerco di ridere ma dentro ho le lacrime che devono uscire venendo via...

Io vorrei rispondere alle cattiverie per far che smettano ma non riesco, se lo facessi tremerei, balbetterei con le parole, sarei agitatissima, non voglio rendermi ancora più ridicola...

Mi scusi il lungo sfogo, non ne potevo più, non parlo molto quotidianamente...

Chiedo solo un consiglio, io stessa rileggendo la storia non saprei proprio cosa fare, grazie.
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Dr.ssa Romina Venti Psicologo, Psicoterapeuta 85 2
Gentile ragazza,
lei dice che le persone la prendono in giro, anche se poi riferisce che si spostano con fare di chi dice "facciamo passare la snob", mi sembra quindi che lei si difenda dalla sua timidezza/ansia, facendo la snob!!!
Mi chiederei perchè gli altri si allontanano?
Perchè vedono il suo comportamento come snob?
E se è possibile cambiare qualcosa nel suo modo di comportarsi tra gli altri.
Penso che sia fondamentale farle notare la circolarità delle relazioni (se gli altri si comportano così, io cosa ho fatto per far accadere ciò?).
Le consiglio di continuare con la sua psicoterapia.

Distinti saluti

Dr.ssa Romina Venti
Psicologa-Psicoterapeuta familiare e sistemico-relazionale
Iscr.Ord.Psic.Umbria sez. A n°536
www.rominaventi.it

[#2]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile ragazza, forse potrebbe dirci qualcosa di più sul percorso psicoterapeutico che sta facendo. Ad esempio da quando ha iniziato e che tipo di approccio la psicologa segue.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#3]
dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Buongiorno dottori, grazie delle risposte. Da circa due settimane mi incontro con la psicologa e lei mi lascia sfogare poi mi consiglia come affrontare le situazioni che le descrivo. Mi dice tutte cose giuste, però è complicato, è come se mi mancasse una fase della vita.

Ha ragione lei dottoressa, una sera sono uscita e ho provato a sorridere camminando, cosa difficilissima perchè dentro tremavo, in compenso la serata è stata migliore di tante altre, ho fatto buona impressione su alcuni che come altri avevano equivocato. Non che io non voglia stare con qualcuno in compagnia, solo che è difficile, sono molto lenta in questo, mi frena la paura. Ho paura di essere presa in giro per il mio modo di fare a volte infantile, poi quando parlo con chi non conosco bene tremo e mi agito. Allora per nascondere questa cosa, che a scuola prima di entrare ultimamente era incontrollabile, mi veniva sudorazione e battiti a mille, sto zitta per evitare eventuali figure.

Sento il bisogno di farcela da sola, senza commettere l'errore di nuovo di attaccarmi a qualcuno per tirare avanti in quello che si sta svolgendo.

Da quando mi sono venuti gli attacchi di panico fine 2003 ho iniziato a chiudermi a riccio, uscivo solo per andare a scuola. Ora credo che farei lo stesso ma non sono ancora riuscita a fare il passo, a ricostruire.

Circa un mese fa è successo un fatto che mi ha un pochino sconvolta: dopo una serata in cui avevo visto vecchie conoscenze fare il comportamento del lascia passare, durante la notte non ho chiuso occhio e ho fatto il giro dell'orologio andando a letto il giorno dopo. Verso la sera del giorno dopo non riuscivo più a stare in piedi ed ero agitata, confusa. Nell'andare in casa, ho notato una finestra del condominio aperta e sentivo che il mio corpo voleva buttarsi ma la mente gli ordinava di non farlo. Avevo un nodo in gola, sono corsa giù dalle scale e ho preso 3 confetti di valeriana...ci ha messo un po' a passarmi...mi è successo solo quella volta, che cosa può voler dire? questo devo ancora dirlo alla mia psicologa, me ne vergogno un po'. Grazie.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile ragazza, non ha alcun senso tentare d'interpretare puntualmente tutte le manifestazioni sotto forma delle quali appare la sua paura. Inoltre due settimane di terapia sono veramente poche per poter parlare di risultati, ma se vuole aumentare le speranze di uscire dal suo problema dovrebbe riportare alla sua psicologa tutto ciò che le sembra importante in relazione al suo disturbo.

Altrimenti finisce con il paradosso che a noi, che non possiamo fare niente per lenire la sua ansia, ci dice tutto, e però nasconde le cose alla sua psicologa, che è invece quella preposta ad aiutarla.

Cordiali saluti