Dolori addominali dopo colectomia e chemioterapia e informazione esiti TAC

Premetto che fin dal 2001 sono stato in cura per RCU, a inizi 2024 sono stato ricoverato per aggravamento delle condizioni e a seguito degli accertamenti ho subito un intervento chirurgico per un adenocarcinoma intestinale che ha portato a una proctocolectomia totale con amputazione addomino-perineale con ileostomia terminale, colicestectomia e asportazione di porzione di cupola vescicale.

A seguito dell'intervento ho ancora effettuato cicli di chemioterapia conclusi a inizi di novembre con visita di controllo e relativi esami propedeutici previsti per maggio.


Nei primi mesi successivi all'intervento e durante la chemioterapia nessun problema ma dalla metà di febbraio ho cominciato a soffrire di dolori via via più intensi nella zona addominale e rettale.
Ho eseguito ecografia addominale, esami del sangue e in ultimo TAC facendo presenti i sintomi ai vari specialisti che inizialmente mi hanno orientato verso comuni dolori post-operatori e possibili aderenze.
La TAC al torace non ha evidenziato variazioni significative rispetto a quella effettuata a novembre a fine chemioterapia.
All'addome invece è stato rilevato al terzo prossimalemedio dell'uretere destro un ispessimento delle pareti a margini sfumati con millimetrica calcificazione nel contesto.
Nel contesto del mesentere una pericentimetrica area a conformazione nodulare dotata di enhancement.
Nel rene destro modesta idronefrosi e lenta perfusione d'organo rispetto al rene controlaterale e escrezione di urina iodata pressochè assente se non in fase tardiva.
Inoltre un subcentrimetrico nodulo solido allo scavo pelvico a sx.
posteriormente al colon.
Inoltre una formazione vascolare tra VI e VII segmento come per shunt portosistemico (reperto invariato).


Vorrei chiedere qualche parere professionale: inizialmente in sede di esami mi hanno orientato verso normali conseguenze operatorie, poi la possibilità di un calcolo.
Ho effettuato una visita urologica e il medico esclude il calcolo raccomandando di contattare l'oncologo e procedere con uno stent.
Il chirurgo che mi ha operato purtroppo non è stato al momento raggiungibile per un consulto e l'oncologo a sua volta ha raccomandato delle biopsie e procedere con uno stent.
In generale nessuno mi ha dato un quadro chiaro e completo della possibile interpretazione di questi dati (cause oncologiche, possibili altri cause), prospettive di azione e intervento salvo citare lo stent ma senza fornirmi spiegazioni approfondite (tipo di procedura, urgenza, tempi di ricovero, conseguenze e se si tratta di opzione temporanea e definitiva).
Sarei grato di ricevere dei pareri professionali e spiegazioni della situazione visto che fino a una settimana questa ipotesi non era tra quelle considerate e non so bene come procedere visto che si prospettano nuovi interventi di una certa importanza.
Dr. Paolo Piana Urologo 49.7k 2k
Dal punto di vista urologico, la situazione che ovviamente interessa è la riduzione della funzione del rene destro, dovuta presumibilmente ad un restringimento dell'uretere. La situazione è da valutare endoscopicamente con una ureteroscopia, cui seguirà l'inserimento di uno stent.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
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Utente
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Buonasera, la ringrazio per la sua risposta. Mi scusi se mi esprimo per termini approssimativi: mi è stato spiegato che il restringimento dell'uretere è dovuto alla presenza di una massa di origine da definire. Ovviamente visti la mia recente esperienza oncologica questo mi desta non poche preoccupazioni e mi chiedevo se ci sono altre patologie o anche situazioni post-operatorie che possono essere la causa di questo restringimento.
Inoltre il posizionamento dello stent serve solo a preservare l'uretere o contestualmete si agisce sulla causa dell'occlusione. Infine, c'è la possibilità che lo stent possa essere temporaneo o vista la situazione sarà probabilmente una situazione definitiva. Grazie mille per ogni chiarimento.
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Dr. Paolo Piana Urologo 49.7k 2k
Effettuare anche l'endoscopia dell’uretere può aiutare a chiarire la natura del restringimento. L’inserimento dello stent serve a facilitare lo scarico del rene, verosimilmente migliorando una funzione al momento molto ridotta.

Paolo Piana
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