Papillomi e chemio-lavaggi vesciali
Gentile Dottore, mio padre 80enne cardiopatico e diabetico è stato operato 2 mesi fa per due papillomi vescicale di ca. 1 cm l'uno. L'intervento eseguito in endoscopia e con anestesia spinale è andato a buon fine. L'esame istologico ha dato questo esito:
"Vescica: Carcinoma uroteliale papillare di 2 grado infiltrante la lamina propria. Indenne il tessuto muscolare presente nel campione G2pT1"
L'urologo che lo ha operato e lo sta seguendo si dimostra scettico sulla reale utilità di eseguire dei lavaggini vescicali chemioterapici, sostenendo che la casistica non da risultati particolarmente efficaci circa il loro uso. Io però conosco 2 persone che avendo avuto lo stesso problema di mio padre li praticano da più anni e non hanno avuto più problemi in tal senso, anche se questo non vuol dire che il merito sia di tale procedura. Vorrei conoscere il suo parere e la sua esperienza clinica in merito. La ringrazio.
"Vescica: Carcinoma uroteliale papillare di 2 grado infiltrante la lamina propria. Indenne il tessuto muscolare presente nel campione G2pT1"
L'urologo che lo ha operato e lo sta seguendo si dimostra scettico sulla reale utilità di eseguire dei lavaggini vescicali chemioterapici, sostenendo che la casistica non da risultati particolarmente efficaci circa il loro uso. Io però conosco 2 persone che avendo avuto lo stesso problema di mio padre li praticano da più anni e non hanno avuto più problemi in tal senso, anche se questo non vuol dire che il merito sia di tale procedura. Vorrei conoscere il suo parere e la sua esperienza clinica in merito. La ringrazio.
Gentile signora, la chemioterapia o l'immunoterapia endovescicale è sicuramente efficace nel ritardare l'insorgenza delle recidive, ma va valutata la situazione generale di suo padre. Tenuto conto dell'età potrebbe essere utile rivalutare suo padre a tre mesi endoscopicamente.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dott. Mario De Siati Urologo-Andrologo esercita a Foggia,Taranto,Altamura (Bari),Brindisi
Utente
Egregio Dottore, l'urologo mi ha già detto che tra un mese circa dovrebbe ripetere la cistoscopia. E poi mi ha accennato che nei casi più aggressivi si usano dei chemioterapici particolari a base (spero di aver capito bene) del germe inattivato della tubercolosi. Questo trattamento chemioterapico però non è indenne da possibili e spiacevoli efffeti collaterali, magari rischiosi in un soggetto come mio padre il quale tra l'altro e affetto da una forma mediamente aggressiva. In questi ultimi casi si è soliti usare una chemio locale in forma più leggera che però non sembra essere particolarmente efficace nell'evitare possibili recidve. Si sente di avvallare il tutto? Cordialmente.
Confermo quello che ha detto il suo urologo.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.1k visite dal 16/05/2010.
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