Dolore al polso.

Dolori al polso, ti bastano pochi minuti al giorno per non soffrirne più

Data pubblicazione: 04 ottobre 2025

Il dolore al polso è un sintomo molto comune che può nascondere diverse cause, alcune banali ma altre decisamente più serie.

Chiunque, almeno una volta nella vita, ha provato quella fastidiosa sensazione di dolore o rigidità al polso. Spesso si tende a sottovalutarla, attribuendola a un movimento brusco o a un piccolo trauma momentaneo.

In realtà, il dolore al polso può derivare da condizioni molto diverse tra loro e riconoscerne l'origine è fondamentale per affrontare il problema in modo corretto. Infatti, non sempre si tratta solo di un fastidio passeggero.

Dolore al polso quando preoccuparsi e cosa fare

In certi casi il dolore può rappresentare il campanello d'allarme di patologie che, se ignorate, rischiano di compromettere la funzionalità articolare a lungo termine.

Una delle cause più frequenti è la sindrome del tunnel carpale. Si tratta di una compressione del nervo mediano che passa proprio nel polso e che, quando viene “schiacciato”, provoca dolore, formicolii e perdita di forza alla mano.

Questa condizione è molto comune in chi svolge lavori ripetitivi al computer o con attrezzi manuali, e senza ombra di dubbio è una delle patologie più note quando si parla di disturbi del polso.

Un'altra causa spesso sottovalutata è la tendinite, ovvero l'infiammazione dei tendini che collegano i muscoli dell'avambraccio alla mano. In questo caso il dolore tende a peggiorare durante i movimenti e può diventare limitante nelle attività quotidiane.

Non bisogna dimenticare anche l'artrite del polso, una condizione che può colpire sia persone anziane, a causa del naturale consumo della cartilagine, sia soggetti più giovani in presenza di malattie autoimmuni come l'artrite reumatoide. Il dolore in questo caso si accompagna spesso a rigidità mattutina, gonfiore e difficoltà a compiere gesti semplici.

Però, oltre a queste condizioni ben note, il dolore al polso può anche derivare da piccole fratture da stress, da cisti sinoviali o da problemi di instabilità articolare dopo traumi passati che non si sono mai consolidati del tutto.

La buona notizia è che, nella maggior parte dei casi, con piccoli gesti quotidiani è possibile alleviare i sintomi e prevenire complicazioni.

Bastano pochi minuti al giorno dedicati ad esercizi mirati di stretching e rinforzo muscolare per ridurre la rigidità e migliorare la resistenza dell'articolazione.

Donna esegue esercizio di stretching dei flessori del polso

Per esempio, un esercizio molto semplice consiste nell'appoggiare l'avambraccio su un tavolo e lasciare la mano sospesa oltre il bordo, muovendola lentamente verso l'alto e verso il basso per una decina di ripetizioni.

Un altro movimento utile è quello dello stretching dei flessori: a braccio teso, basta tirare delicatamente le dita verso l'alto con l'altra mano per allungare i muscoli e ridurre la tensione sul polso. Anche la rotazione lenta del polso in senso orario e antiorario è un ottimo esercizio di mobilità che richiede meno di un minuto.

Applicare del ghiaccio nelle fasi acute o utilizzare supporti ortopedici temporanei può aiutare a calmare l'infiammazione, ma ciò che conta davvero è non trascurare il problema e consultare uno specialista quando il dolore persiste. Infatti, più si interviene precocemente, maggiore è la possibilità di recuperare una piena funzionalità senza dover ricorrere a terapie invasive.

Il polso è un'articolazione complessa e fondamentale, che usiamo continuamente senza rendercene conto. Per questo motivo, ascoltare i segnali che ci invia e prendersene cura con costanza è l'unico modo per evitare che un dolore inizialmente sopportabile si trasformi in una limitazione cronica. Bastano davvero pochi minuti al giorno, ma la differenza che possono fare è enorme.

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