Carie.

La carie: definizione, età colpite e fattori predisponenti

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Dr. Daniele Tonlorenzi Gnatologo, Dentista

La carie è una malattia infettiva, trasmissibile, dovuta a diversi fattori (multifattoriale): interessa i tessuti duri del dente causando nel tempo, se non trattata, la distruzione e la perdita di denti. Come si può prevenire la carie ed evitare le possibili complicanze?

Che cos'è la carie?

La carie è una malattia dalle cause multifattoriali che interessa i tessuti duri del dente causandone, se non trattata, la distruzione e la perdita nel tempo.

Le carie sono una patologia causata da agenti esterni che insorge dopo che i denti sono erotti e che causa rammollimento di smalto e dentina (tessuti duri) formando una cavità. Così l'Organizzazione Mondiale della Sanità definisce questa malattia dentale che, secondo le stime, colpisce circa 2 miliardi di persone nel mondo: uno dei principali problemi sanitari nei paesi industriali con un'incidenza tra il 60 e il 90% negli adulti e nei bambini in età scolare.

Diffusione nella popolazione

La carie dentale la patologia più diffusa al mondo: si ritiene che ne sia colpito il 90% della popolazione mondiale ed è perciò ritenuta una malattia importante nel quadro generale della sanità pubblica anche se, negli ultimi decenni, si è osservata una riduzione della sua incidenza nei paesi industrializzati. Per spiegare questa riduzione si fa riferimento ai programmi di informazione e di prevenzione che sono stati attuati per migliorare l’igiene orale e per informare sul corretto consumo degli zuccheri.

La carie colpisce tutte le età ed aumenta di pari passo con gli anni. Nei giovani è la malattia infettiva cronica più frequente. Dati su campioni significativi di soggetti in età adulta sono assenti, probabilmente per la difficoltà a raccogliere informazioni in queste fasce di età. Col passare degli anni l’incidenza è comunque meno frequente rispetto all’età evolutiva.

Quali sono le cause delle carie?

I diversi fattori che causano la carie sono tutti correlati tra loro:

  • particolari batteri patogeni (tra cui uno produce acido) che aderiscono alla superficie del dente attraverso la placca batterica;
  • cattive abitudini alimentari (troppi zuccheri, specie quelli "appiccicosi") che "alimentano" tali germi;
  • i denti di alcuni soggetti potrebbero essere più vulnerabili all'azione dei batteri cariogeni per una intrinseca fragilità dei tessuti dentali su base familiare.

La placca batterica rappresenta il "laboratorio biochimico" dove gli zuccheri vengono trasformati in acidi dalla flora batterica presente.

La carie secondaria

Per carie secondaria si intende quella che si ripresenta sotto un'otturazione o una corona. I denti ricostruiti con otturazioni o protesi fisse (corone) presentano una probabilità maggiore di quelli sani di ripresentare carie e di necessitare (in quel caso) di ulteriori restauri successivi sempre più estesi.

È necessario quindi (in questo caso) avere un'accorgenza particolare nella pulizia dei monconi ricoperti. Anche le otturazioni dentali, come le ricostruzioni protesiche, se non sono corrette espongono al rischio di carie secondarie anche delle radici, necessitando spesso il ricorso all’estrazione, oltre che ad aumentare la probabilità dell'insorgenza della piorrea in quel punto.

Il successo a lungo termine di qualsiasi otturazione dentale e delle protesi dipende:

  • dall'accuratezza nel curare la carie;
  • dal mantenimento scrupoloso al quale vengono sottoposte le otturazioni dentali nel tempo. Dato che si tratta di un corpo estraneo, questi subisce un deterioramento. Deve pertanto essere mantenuto con un’igiene orale, superiore a quella necessaria per i denti senza otturazioni. Il controllo continuo nel tempo, serve per correggere eventuali condizioni inadeguate di igiene orale

Guarda il video: 5 consigli per la tua salute orale

Quali sono i batteri che causano la carie?

I batteri e i meccanismi responsabili della carie sono prevalentemente:

  • Streptococco mutans che si lega alla superficie dello smalto e forma una rete di polisaccaridi a cui si legano molti altri microorganismi, dando luogo alla placca batterica.
  • Il lattobacillo produce un acido che causa lo sviluppo della carie.
  • Gli zuccheri diventano acidi per l’azione di batteri e provocano la demineralizzazione del dente e l’inizio della carie.

Meccanismo di formazione della carie

Meccanismo di formazione della carie

La carie è contagiosa?

"Se la carie è una malattia causata da batteri, si può trasmettere?" Risposta: NO.

Abbiamo detto che i batteri che causano la carie sono presenti nel cavo orale di tutti!!! La differenza è nella quantità di placca, elevata se il livello di igiene orale è basso, bassa se il livello di igiene orale è elevato. Anche il fattore genetico, ossia la predisposzione ereditaria gioca un ruolo importante.

Chi sono i soggetti più a rischio?

I pazienti che presentano fattori che aumentano il rischio di carie sono i fumatori e quelli che assumono droghe e alcol: necessitano pertanto di richiami e controlli più frequenti.

Altri fattori di rischio della carie

Vi sono poi delle ulteriori condizioni che possono favorire la carie, fra questi:

  • Affollamento dentale.
  • Presenza di malattie sistemiche (o il decadimento delle condizioni di salute generale) si ripercuotono sul cavo orale; diabete insulino-dipendente, HIV, neoplasie, deficit psichici, le patologie che deprimono il sistema immunitario (neutropenie), le collagenopatie.
  • Trattamenti terapeutici e farmacologici quali l’irradiazione cervico-facciale, i farmaci che riducono la salivazione (xerostomizzanti), l’uso cronico di cortisone e degli immunosoppressori possono portare alla perdita degli elementi dentari.
  • Abitudini nocive come l’uso di droghe o il fumo. Da segnalare che nei fumatori la mancanza di denti (edentulismo) è doppio rispetto ai non fumatori.
  • Cattive condizioni socioeconomiche.

Oltre alla carie, infine, ci sono ulteriori cause di perdita di tessuto dentale:

  • traumi e difetti di sviluppo;
  • usura dentale da erosione, attrito e abrasione, di solito sono associati a bruxismo.

Per approfondire:Bruxismo: come riconoscerlo e come affrontarlo

Evoluzione della carie e complicanze

Inizia con una lesione chiamata "white spot" che consiste in un’aumentata porosità. Prima si sciolgono i prismi dello smalto per l'azione degli acidi prodotti dai batteri, poi si scioglie la sostanza interprismatica (quella che sostiene i prismi dello smalto), poi cominciano le crepe e le vere e proprie cavità. Una volta che la carie coinvolge la dentina, avanza più velocemente per la sua minor mineralizzazione rispetto allo smalto e per la presenza dei tubuli dentinali che favoriscono la diffusione della patologia.

I batteri e le tossine invadono la dentina distruggendo (con il procedimento sudescritto) il tessuto dentinale. L’infiammazione pulpare causa la necrosi del tessuto in quanto la polpa è contenuta in una cavità dentinale rigida (non enespandibile) e con l'infiammazione che comporta edema e vasodilatazione non consente di guarire. L'arteriola pulpare si strozza e causa la necrosi della polpa. [1]

I diversi gradi di lesione cariosa sono:

  • 1° grado quando la lesione coinvolge solo lo smalto;
  • 2° grado quando coinvolge lo smalto e la dentina;
  • 3° grado quando è coinvolta la polpa del dente pulpite. In questo caso si ha la comparsa del dolore ed il dente va devitalizzato. Non è dannoso solo il contatto diretto dei batteri con la polpa dentale, è sufficiente l’azione svolta dalle tossine batteriche. Le pulpiti acute hanno un forte dolore lancinante, persistente, non localizzato, più forte di notte; le pulpiti croniche sono caratterizzate da dolore attenuato, intermittente cioé a volte è presente e a volte è inesistente.

L'evoluzione della lesione cariosa si può riassumere in quattro fasi:

  1. Carie superficiale dello smalto che si decalcifica e si disgrega.
  2. Carie penetrante, la parte più esterna della dentina che si decalcifica e si distrugge.
  3. La polpa dentale (nervo) viene coinvolta (pulpite) e si trasforma in gangrena.
  4. Coinvolgimento del legamento che unisce il dente all’osso (parodonto).
lesione cariosa interpprossimale

Lesione cariosa interpprossimale 

Nella radiografia si vede la superficie occlusale del dente ed un grosso buco tra i denti, che ha "bucato" lo smalto e coinvolto la dentina avvicinandosi alla polpa dentale. Quando anche questa sarà coinvolta si avrà il "mal di denti" classico molto doloroso.

Quali sono le complicanze della carie?

La carie può causare complicanze di due tipi:

  • Locali coinvolgendo la polpa dentale (il cosidetto nervo) fino a dare granulomi, ascessi e raramenti flemmoni; può successivamente essere coinvolto il parodonto (ascesso endoparodontale), il ligamento che lega dente ed osso mascellare e mandibolare.
  • Generali: l'infezione può causare infezione in organi a distanza (infezione settica odontogena).

Le conseguenze di una carie sono di vario tipo: si ritiene sia responsabile del 50% delle perdite dentali, talvolta così importante da richiedere la necessità di estrazioni (anche multiple).

Inoltre, la presenza o l’assenza di denti e la loro integrità sono legati alla qualità di vita e al grado di autostima dei soggetti.

Prevenzione primaria

Come prevenire le carie?

L'insorgenza della carie si può prevenire sotto diversi aspetti:

  1. Fluoroprofilassi locale, soprattutto negli adulti, e sistemica nei bambini (un argomento molto dibattuto negli anni).
  2. Sigillatura dei solchi, consigliata in età infantile.
  3. Riduzione dell'assunzione di cibi che contengono un'elevata quantità di zuccheri specie se rimangono "appicicate a lungo ai denti (es. caramelle gommore sono peggiori dell'assunzione di bevande zuccherate).
  4. Pulizia orale attraverso il regolare spazzolamento dei denti.

Bambini e adolescenti

È necessario informare i genitori sui comportamenti corretti di igiene:

  • Sconsigliare la somministrazione di bevande dolci con il biberon.
  • Nel periodo neonatale, quando non sono ancora presenti i denti in bocca, usare le garze umide per rimuovere i batteri dal cavo orale del neonato.

Quando fare la prima visita dal dentista?

Ai 3 anni di vita la formazione dei denti decidui (o denti da latte) è completa: a questa età è utile la prima visita odontoiatrica per spiegare al bambino come effettuare la corretta pulizia dei denti con spazzolino e dentifricio (sotto controllo dei genitori). Si passa dall’uso delle garzine passate dai genitori alle corrette tecniche di spazzolamento dei bambini.

Da questa età si consigliano visite di controllo annuali, per motivare maggiormente i piccini allo spazzolamento ed effettuare (laddove il professionista lo ritenga necessario) le necessarie manovre di igiene dentale. Importante per la motivazione dei bambini e per consentire ai genitori il controllo della situazione spiegare l’uso dei rilevatori di placca.

Si consiglia di introdurre l’uso del filo interdentale agli 8 anni di età.

Applicare sigillanti nei solchi e nelle fossette dei denti cuspidati appena erotti (entro 2 anni dall’eruzione con controllo della loro integrità ogni 6-12 mesi).

Anche dopo i 6 anni, età in cui aumenta la propria autonomia, quando lava i denti da solo è necessaria la saltuaria supervisione dei genitori.

Prevenzione della carie nell'adulto

Le visite di controllo si possono effettuare una volta all’anno per i soggetti con denti sani e con buon livello di igiene orale. Il dentista controllerà ogni volta le tecniche di spazzolamento e l’uso di filo interdentale (o spazzolino scovolino) e raccomanderà di effettuare una corretta igiene orale (motivazione all’igiene orale). Sottoporrà il soggetto a sedute di igiene professionale, controllerà l’alimentazione e l’assunzione della quantità degli zuccheri con la dieta. Incentiverà l’abbandono di abitudini viziate come il tabagismo. Controllerà, inoltre, la salute delle mucose orali e insegnerà al soggetto a casa di controllarsi.

Il paziente deve controllare di usare correttamente le tecniche di spazzolamento anche attraverso l’uso di pastiglie rilevatrici di placca. Controllerà inoltre le gengive e le altre parti della bocca (es. lingua, palato, ecc.) segnalando la presenza di anomalie o di modifiche di quelle già esistenti.

La salute dentale in gravidanza

In gravidanza è necessaria una particolare attenzione per i denti e le gengive perché l’aumento di estrogeni e progesterone, che avvengono nell’organismo della donna incinta, possono modificare la saliva facilitando l'accumulo di placca e tartaro, con un rischio di carie e gengivite aumentato. Anche la necessità di fare piccoli spuntini tra un pasto e l’altro favorisce l’accumulo di placca. Le raccomandazioni per l’igiene orale, per un’alimentazione sana e bilanciata assumono una particolare importanza per la donna ed il nascituro.

Per approfondire:La salute dentale in gravidanza

Igiene e pulizia dei denti

La prevenzione si fa principalmente attraverso la pulizia: lavare bene i denti serve per ridurre il numero dei batteri (carica batterica) e per allontanare i residui di cibo che hanno azione cariogena e non solo per avere l'alito profumato.

Particolarmente importante è lavare i denti alla sera per evitare che il cibo sia trasformato in placca durante la notte. Lo spazzolino deve essere con le setole di durezza media e la testina deve essere di dimensioni adeguate così da poter pulire con facilità tutte le superfici dei denti.

Le tecniche e gli ausili per l’igiene domiciliare devono essere consigliati adattandoli alle necessità di ciascun paziente, tenendo conto della sua manualità.

Dato che movimenti scorretti o troppo vigorosi con lo spazzolino manuale possono dare traumi delle gengive e della mucosa ed abrasioni dei denti (zone di usura, recessioni del margine gengivale) talvolta può essere utile usare lo spazzolino monociuffo, per le zone della bocca di difficile accesso per il paziente, come nelle zone dietro i molari, nel palato, nella lingua, ecc.

È opportuno imparare a detergere la lingua con appositi pulisci lingua e a pulire e massaggiare le mucose dentali, almeno una volta al giorno.

Come lavare i denti anteriori?

La bocca va tenuta semiaperta e i denti vanno lavati a gruppi di 2-3 per volta, con lo spazzolino che va in senso verticale partendo dalla gengiva verso i denti. Particolare importanza al colletto dei denti (la zona tra dente e gengiva) e allo spazio interdentale, che va pulito attraverso l’uso di filo interdentale.

Spazzolamento denti

Pulizia dei denti anteriori

Ricordare che i denti hanno anche una faccia rivolta verso la lingua inferiormente (la zona dove è più facile riscontrare accumulo di placca) e verso il palato alla quale si deve prestare la massima attenzione.

Pulizia dei denti interna

Pulizia nella parte interna

Come si usa il filo interdentale?

L'uso del filo interdentale riduce il sanguinamento (abbattendo la placca batterica), del 67% rispetto al 37% del solo spazzolamento. È l’unica cosa, in condizioni normali, in grado di pulire tra gli spazi dentali, che è la zona più fragile della gengiva. Se questi spazi sono ampi è indicato l'uso dello scovolino perché più efficace nel ridurre la placca batterica. Si usa una volta al giorno, preferibilmente dopo cena.

È meglio usarlo prima dello spazzolino normale, così che la placca batterica e i residui di cibo rimossi dagli spazi interdentali vengano allontanati dallo spazzolino. La frequenza dell'igiene orale professionale va osservata con richiami a periodi variabili dai due ai dodici mesi secondo le capacità individuali di controllo della pulizia orale.

L’uso del filo interdentale è particolarmente importante nel caso in cui il soggetto abbia i denti accavallati così da rendere più difficile la pulizia degli spazi interdentali.

Utilizzo del filo interdentale

Utilizzo del filo interdentale

Come lavare i denti posteriori?

Anche nei denti posteriori l’operazione di pulizia deve togliere la placca dal colletto dei denti. Nell’arcata dentale superiore deve partire dall’alto ed andare verso il basso, in quella inferiore andare dal basso verso l’alto, nello stesso modo descritto per i denti anteriori.

Si deve anche pulire le superfici masticanti dei denti posteriori, facendo andare lo spazzolino solo in un senso. Con movimenti avanti e indietro si rischia di togliere e rimettere la placca, pertanto si va solo dall’indietro all’avanti.

Pulizia dei denti posteriori

Pulizia dei denti posteriori

Hai spazzolato bene?

Il controllo dell’efficacia dello spazzolamento si ottiene attraverso l’uso delle compresse rivelatrici di placca. Alla sera dopo aver lavato i denti sciogliere in bocca (di tanto in tanto) queste pastiglie è un buon segno per vedere se si è ottenuta una buona pulizia e se si mantiene nel tempo.

Note:

  1. Dagli appunti del Dr. Enzo Di Iorio

Fonti:

Data pubblicazione: 04 aprile 2012 Ultimo aggiornamento: 25 ottobre 2022

Autore

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Dr. Daniele Tonlorenzi Gnatologo, Dentista

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1989 presso Università Pisa.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Massa-Carrara tesserino n° 1202.

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