Il sesso, la pubblicità, la pornografia ed il concetto di piacere

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

La sessualità oggi viene adoperata per tanto altro dal suo relae significato simbolico, danneggiando e compromettendo adolescenti la cui identità sessuale è ancora in formazione. La pornografia è entrata nelle nostre case e nel nostro linguaggio comune, si verifica oggi il concetto di "porno chic". Come aiutare i giovai ad essere se stessi e come formarli per essere autonomi e pensanti in mabito sessuale.

Negli ultimi anni, la sessualità viene adoperata per tutto: dalle pubblicità dei cibi, da quelle delle auto, dei vestiti, dei pc, come specchietto per le allodole per attirare l’attenzione dei visitatori online... praticamente per tutto, danneggiando e compromettendo invece il suo reale significato.

Questa “mercificazione della sessualità”, ha creato nell’immaginario degli adolescenti, un livello di confusività tra ciò che correla con il concetto di intimità, sessualità e piacere.
I mass media, fonte inesauribile di formazione ed informazione, entrano nella case dalla porta maestra, senza filtri, né censure, avendo un importante riverbero, sulla scelta degli acquisti, sullo stile linguistico, sulle modalità comportamentali ed influenzando profondamente la vita emozionale e sessuale degli adolescenti.

Televisione, internet, blog, face book, fungono ormai da educatori, da clinici, da modelli di riferimento e da modelli di identificazione per adolescenti in crescita; i messaggi educativi, non vengono più veicolati dall’adulto esperiente con “modalità asimmetriche”, ma dai blog caratterizzati da una “circolarità di informazioni” più o meno attendibili, ma improntate ad una simmetria del dialogo.

In ambito sessuologico, non vi sono punti di riferimento né manuali per l’uso: i ragazzi che si approcciano alle prime esperienze sessuali, lo fanno con grande curiosità e grande inesperienza, abitati da magiche aspettative, amplificate da leggende metropolitane e falsi miti sulla sessualità.
Tutto quello che “imparano”, lo imparano tramite internet, la televisione ed il tam tam mediatico.

In Italia gli effetti potenzialmente negativi dei media hanno un impatto maggiore, in quanto purtroppo non esiste una legge sull’obbligatorietà all’ “ educazione emozionale e sessuale”, le scuole infatti possono offrire educazione sessuale, così come un corso di pittura o computer.
I ragazzi, ancora giovani, non hanno ben sviluppato l’educazione alla “ percezione della propria identità sessuata”, nel rispetto del rapporto con il proprio corpo e nel rispetto delle differenze di genere e del desiderio.

I contenuti dei media, i siti pornografici, vengono usati dai ragazzi per trovare la strada maestra per diventare donne e uomini, per orientarsi e scegliere un determinato modello di femminilità e di mascolinità, potenza sessuale e ruolo sessuale, magari difforme da quello genitoriale.
Un ricercatore inglese Mac Nair, nel 2002, si è occupato dello studio del fenomeno conosciuto come “porno chic”.

Con tale termine si intende il processo culturale attraverso il quale la pornografia entra nelle case, nelle vite dei ragazzi e, viene spesso culturalmente accettata ed anche mitizzata. Questo concetto correla al concetto di “quantità di pornografia”: la pornografia è infatti facilmente reperibile ed utilizzabile in quantità massiccia.

La pornografia correla anche con il concetto di “clean-up”: cioè di pulizia e selezione. La pornografia infatti, diviene oggi rispettabile: molti giornali e riviste blasonate, pubblicano link di siti pornografici, per approfondimenti ed esaltano e suggeriscono l’utilizzo pornografico dei corpi.

La pornografia chic, considera l’utilizzo della pornografia come un valore aggiunto alla comunicazione di massa, come se fosse un segnale di una società larghe vedute.
L’entrata in vigore della pornografia nella cultura di massa, ripropone però vecchi stereotipi di genere, dove alla donna viene assegnato un ruolo passivo, sottomesso e seduttivo ed all’uomo un ruolo dominante, sicuro e virile.

Un messaggio che cerco di far passare durante i miei corsi di educazione emozionale e sessuale è quello correlato al “concetto di pudore”.
Non tutto quanto concerne l’intimità ed alla sessualità va mostrato, esibito, pubblicato, messo online, ma esiste un confine tra pubblico e privato, che correla con la segretezza del sentire e del vivere sessuato, che ogni adolescente dovrebbe imparare a trovare dentro di sé, non omologandosi al concetto di piacere e mercificazione dei media.
In un momento storico dove la sessualità viene messa in scena, adoperata, esibita, non tutto è lecito, fattibile, sperimentabile.

Ogni essere umano, qualunque età abbia, ha una “zona segreta”, riservata, privata, ove sperimentare la propria sessualità e dove questa dovrebbe abitare!
La sfera della sessualità deve essere condivisa solo con l’altro\a o con se stessi, non esibita o mostrata, protetta comunque da sguardi indiscreti.

La sessualità oggi, di cui tanto si parla, ma poco si dice, se venisse appresa con elementi correlati all’affettività, all’interno di un codice comunicativo con i genitori, potrebbe essere ricondotta all’aspetto affettivo, relazionale, di crescita psicologica ed emozionale.

Un obiettivo importante su cui lavorare è quello di insegnare ai giovani l’importanza dell’integrazione tra “corpo biologico” e “corpo psicologico”, aggiungendo un valore aggiunto all’aspetto esclusivamente ginnico e coitale, scorporandola soprattutto dal tam tam mediatico.

Data pubblicazione: 08 maggio 2012

Autore

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Laureata in Psicologia nel 1992 presso La Sapienza-Roma.
Iscritta all'Ordine degli Psicologi della Regione Sicilia tesserino n° 1048.

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