Baby squillo: cosa cercano veramente gli uomini?

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Il mestiere più antico del mondo, non sembra risentire della crisi economica, anzi cambia habitus e si veste di minorenni e di guai.
“Ma la lista di personaggi noti sospettati”, scrive il Messaggero, è appena cominciata.

L’argomento “prostituzione minorile” evoca in noi clinici e genitori, pensieri sociali dal retrogusto amaro, ma vorrei comunque cercare di offrire una lettura che vada oltre il facile moralismo e la classica ricerca del colpevole, spesso correlata alla deriva sociale dei tempi di oggi.

Gli spunti di riflessione e le chiavi interpretative sono svariate e dovrebbero toccare i quattro protagonisti della vicenda:

  • il cliente tipo
  • la minorenne
  • la famiglia della minorenne
  • la società in cui viviamo

 Quando un uomo-cliente fa uso di una sessualità mercenaria e la donna-prostituta è consenziente ed adulta, giudizio moralistico a parte che non appartiene a noi clinici, non vi è nulla di male.

 Quando invece la prostituta è minorenne, la disamina della vicenda obbliga a svariate riflessioni.

Come tutti sappiamo sui giornali di questi giorni impazzano notizie a tinte forti, relative alle “prostitute bambine” e soprattutto ai loro colti e facoltosi clienti. Il rapporto tra psicologia e stampa, si sa, non è poi dalla semplice convivenza. I media comunicano le loro notizie, dalle più clamorose e scandalistiche alle più efferate e la psicologia dovrebbe poi cercare di offrire una chiave interpretativa consona allo spessore dell’argomento trattato.
Questo nuovo e dilagante fenomeno sociale, desta non poche preoccupazioni e prima di gridare allo scandalo, è obbligo di noi clinici, interrogarci sulle cause, spesso poliedriche, che caratterizzano queste scelte sessuali.

Ad uno primo sguardo superficiale, potrebbe sembrare che le giovani ragazze, mosse dal desiderio di essere sempre alla moda e di possedere oggetti griffati, si concedano queste remunerative avventure a cuor leggero, con la spensieratezza dell’età e con l’assoluta assenza di percezione del rischio, oltre che con un conseguente facile e lauto guadagno.

Ma forse le motivazioni sono decisamente più profonde e da cercare altrove.

La “spiegazione consumistica”, che taccia le minorenni di estrema leggerezza, amplificata dal bisogno di omologarsi al gruppo, a mio avviso, è una spiegazione liquidatoria, non fedele alla complessità dell’argomento in questione.
La società di oggi, tende a comprimere l’infanzia, dilatando di conseguenza l’adolescenza. L’adolescenza diventa poi, l’età di un corpo fortemente erotizzato, facilmente esposto, messo online, mercificato e non tutelato da quell’antico ed oramai desueto sentimento: il pudore.

Dare la colpa alla società ed alla sua deriva sociale, caratterizzata da genitori assenti ed assenteisti, anche in questo caso, mi sembra una lettura superficiale e non esaustiva.

Tutte le minorenni di genitori che lavorano e stanno spesso fuori casa, faranno poi le prostitute?
Tutte le ragazzine che desiderano un iphone o un paio di hogan nuove di zecca, venderanno il loro corpo per poterli acquistare?

Le condanne moralistiche, dalla facile pronuncia, portano soltanto a far luce su quello che non va, ma su come cercare di capire prima e modificare dopo, i comportamenti disfunzionali, siamo ancora veramente lontani.

Cambiando il focus della mia osservazione, rivolgo uno sguardo al cliente ed alle sue più profonde esigenze psico/sessuali.
I motivi che inducono a scegliere una sessualità di tipo mercenario, sono spesso svariati ed andrebbero analizzati caso, per caso. Uno dei motivi è sicuramente la ricerca di emozioni forti ed intense, scevre da possibili complicanze emozionali, segue il bisogno di trasgressione e di dominio sulla donna; il rapporto tra denaro, sessualità e potere poi, è senza dubbio indiscusso. Un altro motivo è il narcisismo ed il bisogno di dimostrare a se stessi di essere performanti e potenti sessualmente, elementi necessari per confermare l’identità fallica maschile. Sono uomini, la cui vita gli ha già dato tutto, denaro, potere, affermazione di sé, ma nonostante tutto spesso la noia e la routine, necessitano di forti scossoni, come le “emozioni proibite”, regalate da giovanissime, anzi “baby prostitute”.

Cosa spinge gli uomini ad avere la necessità di pagare una donna, in cambio di favori sessuali, per di più acerba e sessualmente inesperta, se l’epoca in cui viviamo è caratterizzata da un’estrema libertà sessuale, da disinibizione nel comportamento sessuale e dalla possibile facile realizzazione di fantasie erotiche?


Le motivazioni psicologiche sottostanti, sono altre e non sono da ricercarsi nella spregiudicatezza e freschezza del comportamento sessuale femminile, ma nelle reali esigenze, emotive e comportamentali, che sottendono la vita sessuale maschile.

Il “cliente tipo”, sembra essere sufficientemente giovane, un’età compresa tra i trenta ed i sessanta, di bell’aspetto, con un’adeguata vita sentimentale, sociale e sessuale ed il dato emergente è che trattasi di uomini colti e con un lavoro di spessore, come per esempio politici, imprenditori e professionisti.

Quali saranno le motivazioni che spingono questi uomini, ricchi e potenti, a dover pagare ragazze minorenni per avere in cambio favori sessuali?
Quali emozioni vengono ricercate?
Quali sensazioni?
Quale potrebbe essere il comune denominatore che tiene le fila di queste scelte sessuali? Uomini, mariti, spesso padri, cosa cercano realmente?


Le prostitute, generalmente non sono donne sessualmente esigenti, sono accondiscendenti, ascoltano, soddisfano le esigenze maschili e soprattutto, non sono richiedenti sul piano del comportamento sessuale. Se la prostituta è giovanissima, queste caratteristiche di accondiscendenza saranno ancor più presenti, anche sotto le lenzuola, quindi estremamente rassicurante sul piano della performance sessuale. Uno studio, non recentissimo, svolto dalla mia società di sessuologia clinica (ISC), presentato al nostro congresso nazionale di qualche anno addietro, ha analizzato un gruppo di prostitute ed i loro clienti:
Dallo studio è emerso un elemento piuttosto bizzarro, spesso ridondante, presente nel comportamento del cliente tipo: la ricerca/richiesta del bacio. Il “bacio”, elemento spesso demonizzato, non era mai incluso nelle pratiche erotiche perché portatore di possibili contagi e soprattutto perché fautore di “intimità”.

Un’altra chiave interpretativa inerente la scelta della sessualità mercenaria è quella correlata al rapporto tra denaro e potere, tra pagamento e sottomissione, tra potere economico e potere di scelta. L’uomo oggi, tende a riproporre quell’antico modello dominante, nel quale aveva maggiore potere e capacità decisionale. Gli usi e costumi sessuali odierni, sono spesso caratterizzati da donne protagoniste, molto più autonome e potenti del passato, dal punto di vista emotivo, sessuale ed ovviamente economico. Questa dimensione di potere ritrovato da parte delle donne, destabilizza la psiche e sessualità maschile ed intacca il suo atavico ruolo dominante.
Il panorama sociale oggi è caratterizzato da donne molto più attente al loro piacere sessuale, richiedenti ed esigenti.
Questa nuova consapevolezza femminile, spinge l’uomo verso “sentieri amorosi” più semplici e soddisfacenti, che non includano ansia da prestazione, da dimensione, necessità di fare bella figura, obbligatorietà all’innamoramento e soprattutto la libertà di dire e fare quello che risponde alle reali esigenze emotive, sessuali e comportamentali, senza il timore di essere valutati e giudicati

 


 

Per approfondimenti suggerisco le seguenti letture:

 https://www.medicitalia.it/news/psicologia/4065-prostituzione-minorile-nei-bagni-della-scuola-perche.html

 

Data pubblicazione: 28 marzo 2014

8 commenti

#1
Utente 207XXX
Utente 207XXX

Sono d'accordo con lei!!!

#2

Cara Valeria, sono d'accordo con te penso che il discorso del potere,senza sentirsi valutati, senza dover essere affascinanti, interessanti, soddisfacenti, abbia un grande peso in queste scelte..
Ragazzine belle, nuove, meno critiche e più accondiscendenti, come dici tu, possono essere , ahimè, una sorta di riposo..! magda muscarà

#3
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Cara Magda,
L' identità maschile, così come le capacità seduttive e l' erotismo, sono oggi, messe a dura prova....dalle modificazioni epocali, le letture semplicistiche sono vane e false e soprattutto non fedeli alla complessità della psiche umana ed alla poliedrica sfera della sessualità .
È sempre un vero piacere leggerTi e trovarmi in sintonia con il Tuo pensiero.
Un caro saluto.
Valeria

#4
Ex utente
Ex utente

Buonasera dottoressa Randone, è sempre piacevole leggere i suoi articoli. Vorrei darle qualche spunto di riflessione. Lei quindi pensa che gli uomini delle epoche passate, per esempio nell' Ottocento, non sarebbero andati con così tanta frequenza con delle minorenni, se avessero avuto tutta la facilità di contattarle che hanno gli uomini del Ventunesimo secolo? Non dimentichiamoci, infatti, che al giorno d'oggi è diventato molto più facile reperirle (e per di più in tutto il mondo) perché ci sono tutti i nuovi mezzi di comunicazione: smartphone, e-mail, SMS, MMS, webcam, siti internet pornografici, e via dicendo. Inoltre, forse nell' Ottocento e nelle epoche passate, gli uomini non si mettevano in contatto con le minorenni anche perché le famiglie delle minorenni erano più restrittive verso i loro comportamenti. I padri di un tempo non permettevano alle figlie di avere certi tipi di comportamenti. Oggi, invece, le figure genitoriali stanno cambiando. Per questo motivo, secondo me, è il caso di chiamare in causa soprattutto il comportamento dei genitori verso le figlie, che non è più lo stesso che avevano nell' Ottocento e nelle epoche passate. Contrariamente, quindi, a quello che lei scrive, quando dice che è una lettura superficiale ascrivere le colpe dei comportamenti delle figlie ai genitori assenti. Dove per "assenza" si intende non solo l'assenza fisica per allontanamento da casa per lavoro, ma anche l'assenza morale, cioè quella di non aver dato ai figli degli strumenti morali per consentire loro di fare le valutazioni autonomamente.

#6
Utente 122XXX
Utente 122XXX

scusi ma cosa sta dicendo? nel passato gli uomini non andavano con le minorenni? ma davvero? mia zia si è sposata a 16 anni negli anni 70 e con un uomo che ovviamente era maggiorenne.
Inoltre, visto che sembra accusare tanto gli uomini, vorrei capire perchè non parla anche della maestra di 40 anni che aveva una relazione con una sua alunna di 14.

PS: con questo non voglio assolutamente difendere gli uomini che sono andati con le ragazze minorenni, anzi solo il fatto di aver letto che la procura sarebbe disposta a patteggiare e risolvere tutto per 40 mila euro di ammenda, mi ha fatto letteralmente rabbrividire. Mi da fastidio leggere questi commenti che oggi vanno tanto di moda e che fanno relazioni con il passato senza conoscere il passato. PS: ma il libro Lolita nel quale si parla di una minorenne che va a letto con un maggiorenne è uscito nel 21esimo secolo o prima??? ragionate di più con i dati di fatti e non con le supposizioni, grazie.

#7
Dr. Fernando Bellizzi
Dr. Fernando Bellizzi

Credo che sia opportuno anche considerare la differenza culturale data dal fatto che l'adolescenza è un invenzione della società moderna, dato che la biologia distingue tra essere umani immaturi sessualmente e maturi sessualmente.
Un tempo si distingueva tra prepuberali e puberali, laddove i peli (e quindi l'assetto ormonale) erano la differenza.

E come ci comportiamo con gli umani della fascia 18/21, laddove in alcuni paesi la maggiore età è considerata 21 anni e non 18 anni.
Quindi si crea quella situazione per cui a seconda del paese, avere rapporti con una persona 20enne potrebbe essere sesso con minorenni. O no?

La maturità sessuale è data dalla biologia o dalla cultura?

E tutte quelle culture che prevedono i matrimoni a 14 anni (cioè secondo la maturità biologica)?

Anche mia nonna si sposò 14enne con un 32enne, come era usanza dell'epoca.

E se non ricordo male era il buon Cicerone che aveva i paidos (14\15enni) a bordo piscina.

C'è poi da sottolineare che l'esperienza o inesperienza della giovane ragazza dipende non dall'età, ma dai rapporti avuti.
Ora che le baby squillo fossero inesperte, sembra più uno stereotipo. Forse le prime volte, ma poi sembrano molto esperte, tant'è che le telefonate evidenziano anche una capacità di negoziazione esperta.

30 anni fa, quando avevo 13\14 anni, si comprava Cioè in edicola, e sinceramente ricordo lettere e risposte tutt'altro che innocenti.

#8
Dr. Fernando Bellizzi
Dr. Fernando Bellizzi

Aggiungo un'altra riflessione.
L'adulto maschio può essere attratto dalla giovane anche per una questione biologica.
Se avviene la trasmissione non solo del materiale genetico, ma anche delle informazioni di vita, la femmina giovane rappresenta anche il minor rischio di parto nonchè di anomalie cromosomiche legate all'età della donna nel periodo fertile.

Quindi un materiale genetico maschile adulto combinato con una giovane donna, potrebbe essere la spiegazione biologica di tale comportamento: sarebbe la combinazione più vantaggiosa nella trasmissione di informazioni nonchè di selezione naturale.
Questo considerando i tempi biologici rispetto a quelli culturali: un maschio adulto è anche un maschio che ha superato la selezione naturale di sopravvivenza, aggiunto alla giovane età della donna\femmina (dato che parliamo sempre di giovani donne fertili in ovulazione), che rappresenta la maggiore probabilità di riproduzione che la natura offre.

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