Sei innamorato/a? Il cervello ti si illumina

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo

Se si “guarda” un cervello innamorato... cosa si vede? Un cervello modificato! E la risonanza magnetica lo registra. L’innamoramento infatti causa modificazioni cerebrali osservabili per mezzo della risonanza magnetica.

La ricerca

L'amore romantico è stato per lo più un argomento di interesse degli psicologi, ma negli ultimi decenni l'interesse scientifico si è applicato ad esaminare i processi neurologici dell'amore romantico.

Un cervello "in love" è nettamente diverso da altri cervelli, dice la ricerca che presentiamo qui, e che dichiara di essere la prima prova empirica di "alterazioni d'amore" indotte nel cervello.

La ricerca della University of Science and Technology of China di Hefei in collaborazione con l’ateneo americano Ichan School of Medicine di Mount Sinai (New York) si proponeva di:

  • ottenere prove empiriche delle alterazioni cerebrali collegate all’innamoramento.

Per questo ha studiato le scansioni cerebrali di 100 persone in diverse fasi delle proprie relazioni - innamorati, single, con relazione finita - scoprendo che le aree del cervello coinvolte e influenzate dalle emozioni dell'amore sarebbero ben 12.

Per approfondire:Cosa succede al cervello quando ci innamoriamo?

Negli innamorati alcune aree sono molto attive

Sono stati quindi catalogati i primi indizi sul vero amore dal punto di vista cerebrale e le immagini ottenute attraverso la risonanza magnetica lo mostrano con chiarezza.

Nei partecipanti allo studio che dichiaravano di essere innamorati risultano più attive alcune aree cerebrali comuni a tutti loro, come quelle associate alla ricompensa, alla motivazione e all'emozione.

"Il nostro studio fornisce la prima evidenza di alterazioni cerebrali correlate all'amore nell'architettura del cervello, e i risultati gettano nuova luce sui meccanismi dell'amore romantico” ha spiegato Zhang, uno dei ricercatori.

Il prossimo passo sarà quello di fare nuovi test, in modo da avere una mappa cerebrale il più possibile accurata del cervello quando è innamorato.

Cosa succede al cervello quando finisce l'amore?

E quando un amore finisce, cosa "si vede" nel cervello?

La ricerca ha individuato un'area del cervello, detta 'nucleo caudato', che invece è sembrata più attiva alla fine della relazione

Ciò che accade è simile a una disintossicazione dalla droga, ad esempio la cocaina.

  • Quando finisce una storia d’amore si attivano aree del cervello diverse da quelle attivate quando la storia è in corso;
  • sarebbe proprio l’attivazione di queste nuove aree che permette, con il tempo, di prendere in considerazione nuovi partner.

“Inizialmente - spiega il dottor Boutwell - a prevalere potrebbe essere il/la vecchio/a partner e il tentativo di riconquistare il suo affetto. Tuttavia il cervello degli individui agisce per correggere certe emozioni e comportamenti, aprendo la strada per essere attratti da nuovi compagni e dare vita nuove relazioni”.

Commento

Negli ultimi anni, i ricercatori hanno dedicato sempre maggiore attenzione ai substrati neurobiologici e ai processi neurologici dell’amore romantico.

Già nel 2010 uno studio innovativo della Syracuse University titolato "Neuroimaging of Love", aveva rivelato che l'innamoramento non solo offre la stessa sensazione di euforia come l'uso di cocaina, ma riguarda anche le aree intellettuali del cervello.

Altri ricercatori hanno trovato che il fattore di crescita nervoso aumenta in coppie appena innamorate.

Nel frattempo i professori dell'Università di Louisville hanno cercato di andare a fondo sulle differenze tra l'amore altruistico o compassionevole e l'amore romantico.

Il presente studio aggiunge un ulteriore tassello.

Quale utilizzo di uno studio come questo? In una società globale altamente finalizzata all'utilizzo pratico delle ricerche scientifiche, c'è chi già pensa di poter usare tale studio nei casi di separazione o tradimento, per verificare cosa "dice" il cervello sui sentimenti di una certa persona.

E’ opportuno aggiungere che quando si chiude una relazione, mentre il cevello "fa il reset", può essere utile (o meglio: necessario) riflettere sui motivi che hanno portato alla fine del rapporto in modo da ricavarne spunti di maturazione, crescita e cambiamenti personali, che aiutino la mente e il cuore - e forse anche i circuiti cerebrali - ad evitare gli stessi errori (meccanismi, ecc.) nelle relazioni successive.

Fonte:

 

 

Data pubblicazione: 21 maggio 2015

2 commenti

#1
Dr. Antonio Vita
Dr. Antonio Vita

E' interessante. Nella ricerca e nella pratica psicologica attuale bisogna tenere in massima considerazione l'uso di strumenti atti a verificare modificazioni generali o di aree specifiche del s.n.c. in rapporto alle stimolazioni psicologiche , alle emozioni e agli affetti. Credo che sia questa la vera ricerca da fare oggi, nel campo della psicologia, per avere risposte valide e quanto mai più vicine alla realtà. Poi magari, parlando sempre in termini psicologici, nel mondo delle emozioni c’è sempre qualcosa di più, anche se poco, che nemmeno gli strumenti che la biologia e la medicina ci prestano riescono a cogliere. Per ora.

#2
Dr. Carla Maria Brunialti
Dr. Carla Maria Brunialti

Anch'io trovo interessante l'attenzione sempre maggiore ai substrati neurobiologici e ai processi neurologici dell’amore romantico. Gli studi sono ormai parecchi. Senza con questo togliere nulla agli aspetti strettamente psy dell'amore!

Per chi fosse interessato:
-Aron, A., and Aron, E. N. (1991). Love and Sexuality. Hillsdale: Lawrence Erlbaum Associates press.
-Cacioppo, S., Bianchi-Demicheli, F., Frum, C., Pfaus, J. G., and Lewis, J. W. (2012). The common neural bases between sexual desire and love: a multilevel kernel density fMRI analysis. J. Sex. Med. 9, 1048–1054. doi: 10.1111/j.1743-6109.2012.02651.
-de Boer, A., Van Buel, E. M., and Ter Horst, G. J. (2012). Love is more than just a kiss: a neurobiological perspective on love and affection. Neuroscience 201, 114–124. doi: 10.1016/j.neuroscience.2011.11.017
-Diamond, L. M., and Dickenson, J. A. (2012). The neuroimaging of love and desire: review and future directions. Clin. Neuropsychiatry 9, 39–46.
-Hazan, C., and Shaver, P. (1987). Romantic love conceptualized as an attachment process. J. Pers. Soc. Psychol. 52, 511–524. doi: 10.1037/0022-3514.52.3.511
-Song H, Zou Z, Kou J, Liu Y, Yang L, Zilverstand A, d’Oleire Uquillas F, Zhang X. Love-related changes in the brain: a resting-state functional magnetic resonance imaging study. Front Hum Neurosci. 2015 Feb 13;9:71. doi: 10.3389/fnhum.2015.00071. eCollection 2015.
-Sternberg, R. J. (1986). A triangular theory of love. Psychol. Rev. 93, 119–135. doi: 10.1037/0033-295X.93.2.119


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