Oltre le proprietà antiossidanti dell'olio extra vergine di oliva: la nutrigenomica

rferreroleone
Dr. Riccardo Ferrero Leone Perfezionato in medicine non convenzionali, Medico di medicina generale

Sono noti da tempo gli effetti benefici sulla salute dell’olio extra vergine di oliva dovuti all’azione delle sostanze antiossidanti presenti, è ormai ampiamente riconosciuto un ruolo chiave della vitamina E dei biofenoli e tra questi in particolare l’oleuropeina (idrossitirosolo) nella prevenzione di molte malattie e nel mantenimento del benessere. Ad integrare queste proprietà nutraceutiche merita particolare menzione l’oleocantale, molecola che agirebbe proprio come i comuni antinfiammatori inibendo la ciclossigenasi (COX), un enzima che svolge un ruolo cardine nei meccanismi infiammatori.

La sua struttura chimica è simile a quella dell’ibuprofene, farmaco anti-infiammatorio non steroideo (FANS o NSAID), con il quale condivide il meccanismo di azione e gli effetti terapeutici. Di particolare interesse è stata la recente scoperta che l’integrazione nella dieta quotidiana con olio extra vergine di oliva ricco in polifenoli può variare l’espressione del patrimonio genetico. Si parla in questo caso di proprietà nutrigenomica, cioè della capacità che hanno espresso i biofenoli dell’olio extra vergine di modulare positivamente l’espressione dei geni deputati al controllo della malattia aterosclerotica.

E’ quanto ha evidenziato una ricerca medica universitaria realizzata nel 2010 a Barcellona, dove i ricercatori hanno arruolato tre gruppi di volontari in buona salute; il primo ha seguito una tradizionale dieta mediterranea con olio extravergine ricco di polifenoli, il secondo ha seguito una dieta mediterranea con un olio a basso contenuto di polifenoli e il terzo gruppo ha seguito la propria abituale alimentazione. Dopo soli tre mesi il primo gruppo mostrava una minore attività dei geni collegati all’aterosclerosi nelle cellule mononucleari del sangue periferico, inoltre in questo gruppo i polifenoli mostravano di avere un grande impatto sull’espressione dei geni che influenzano le malattie coronariche.

Inoltre il consumo di olio extravergine nell’ambito di una dieta mediterranea mostrava anche di avere un positivo effetto sull’ossidazione del DNA, sull’insulino-resistenza, sull’infiammazione e sulla carcinogenesi. Questi risultati sono estremamente interessanti e di stimolo ad approfondire la ricerca in ambito oleario con l’obiettivo di migliorare ulteriormente la qualità del prodotto finale; in tal senso è auspicabile, in linea con le attuali tecnologie di coltivazione biologica, lo studio e l’applicazione dei cicli produttivi biodinamici per consentire al ciclo vitale della pianta nel suo complesso di esprimere al massimo le proprie potenzialità salutari.

 

Fonte: Valentini Konstantinidou, Maria-Isabel Covas, Daniel Muñoz-Aguayo, Olha Khymenets, Rafael de la Torre, Guillermo Saez, Maria del Carmen Tormos, Estefania Toledo, Amelia Marti, Valentina Ruiz-Gutiérrez, Maria Victoria Ruiz Mendez, and Montserrat Fito, "In vivo nutrigenomic effects of virgin olive oil polyphenols within the frame of the Mediterranean diet: a randomized controlled trial", FASEB J. 2010 24: 2546-2557, published online as doi:10.1096/fj.09-148452

 

Data pubblicazione: 20 novembre 2012

Autore

rferreroleone
Dr. Riccardo Ferrero Leone Perfezionato in medicine non convenzionali, Medico di medicina generale

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1995 presso Università Studi di Roma La Sapienza.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Roma tesserino n° 46569.

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7 commenti

#1
Dr. Armando Ponzi
Dr. Armando Ponzi

Riccardo,
è molto interessante il concetto di 'proprietà nutrigenomica' specie se applicato ad un alimento, l'olio d'oliva, il cui ruolo, anche per gli interessanti risvolti che citi nell'articolo, andrebbe sempre di più diffuso e sottolineato.
Particolarmente utile per me la notizia sul ruolo svolto dall'olio extravergine d'oliva come antinfiammatorio.

#4
Utente 258XXX
Utente 258XXX

Buonasera, le proprietà descritte si riferiscono a quello consumato a freddo? C'è una quantità e una frequenza minima di consumo per produrre i benefici descritti, soprattutto come antinfiammatorio? Il calore produce modifiche significative sulle proprietà nutracetiche? Penso all'indicazione di aggiungerlo a crudo nelle minestre (calde!)

#5

Gentile Utente,

le proprietà descritte si riferiscono all'olio extra vergine di oliva di qualità.
Parlo del prodotto ottenuto trattando le olive esclusivamente mediante procedimenti meccanici durante i quali non venga mai superata la temperatura di 28 gradi.
Il prodotto finito ha le proprietà di cui sopra e le mantiene se, come lei dice correttamente, si utilizza senza sottoporlo a riscaldamento prolungato - cottura -, l'utilizzo ottimale è quello che normalmente intendiamo come condimento a "crudo".
Versarlo direttamente su una minestra calda per poi consumare subito il piatto garantisce sicuramente le propietà nutrizionali originarie.
La quantità giornaliera consigliata per un soggetto adulto normopeso si aggira intorno ai 30 ml, pari a circa due cucchiai da minestra.
E' necessario porre particolare attenzione nella scelta dell'extra vergine cercando di selezionare un prodotto di qualità certificata (azienda, provenienza, acidità, quando possibile preferire un alto contenuto in polifenoli e sprattutto, porre attenzione al prezzo medio al litro che non può scendere al di sotto di un determinato costo base pena l'acquisto di un semplice grasso da condimento).

Cordialmente.

#6
Utente 258XXX
Utente 258XXX

buonasera e grazie per la sua risposta che mi orienta per il consumo (ho abolito altri tipi di grassi tranne la canonica noce di burro nei risotti). Vorrei poter avere ancora un'indicazione,ho trovato la notizia che l’EFSA ha riconosciuto il potere antiossidante dell’olio d’oliva, una volta dimostrata la presenza e capacità di arrivare a fornire 5 mg di polifenolo, si potrebbe ritenere che i 30 ml di olio extra vergine di buona qualità della sua risposta è un quantitativo in grado di dare questo contributo anche se sul prodotto non c'è questa specifica indicazione salutistica (penso correlata a un maggiore prezzo)? O è una notizia .. di parte?(notizia reperita sul sito di un'organizzazione agricola)

#7

Salve, mi complimento per la sua curiosità e la sua competenza, l'attenzione alla qualità dei nostri cibi è fondamentale per la salute!
La notizia che lei ha trovato è assolutamente ufficiale e confortata da numerose ricerche scientifiche; i 5 mg di polifenolo, nel caso specifico dell'extravergine di idrossitirosolo, si ritrovano già in 20 ml di olio extravergine.
Io suggerisco la quantità di 30 ml perchè vari fattori possono incidere nel ridurre questa percentuale di antiossidante (5mg per 20ml di olio):
modalità di raccolta e di stoccaggio delle olive,
pulizia del frantoio,
conservazione,
serietà e onestà nella fase di imbottigliamento,
(un consiglio: lasciate pure sullo scaffale le confezioni con vetro trasparente, mera operazione di marketig tendente a colpire il consumatore con modalità visiva per il colore dell'olio mentre la trasparenza favorisce il passaggio degli ultravioletti che riducono la qualità del prodotto!).

Va da se che da quanto detto la cosa migliore resta sempre un prodotto di alta qualità; si tratta solamente di far capire all'utente medio che faremmo molto meglio a risparmiare su altre voci del carrello della spesa - bevande gassate, merendine industriali, stoviglie in plastica, etc. - ma non sull'olio.
Questo non significa che si debbano spendere necessariamente cifre elevate per l'eccellenza perchè un buon prodotto di singolo frantoiano o di consorzio oleario, si trova in media tra gli otto e i dieci euro al litro e proprio poichè di qualità - maggior profumo e sapore più intenso - se ne usa meno, rende il doppio!
Cari saluti.

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