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Salmonella: cos'è, cause, sintomi, cura

La salmonellosi è una malattia dell'apparato digerente più conosciuta come salmonella, dal nome del gruppo di batteri che causa questa infezione. Si manifesta con diarrea, febbre e dolore addominale e il contagio avviene prevalentemente per via alimentare. Vediamo quali sono i fattori di rischio, i trattamenti e le modalità di prevenzione.

Salmonella e salmonellosi

La salmonellosi, più comunemente chiamata salmonella, è una malattia dell'apparato digerente causata da vari batteri intestinali del genere Salmonella che possono moltiplicarsi sia in condizioni contenenti ossigeno, sia in quelle prive di ossigeno e che rimangono in vita anche al di fuori del tratto intestinale. L'infezione si diffonde solitamente attraverso i cibi che non sono stati cotti lavati adeguatamente e i sintomi tipici sono diarrea, dolore addominale e febbre.

La Salmonella è una zoonosi, ossia una malattia che può essere trasmessa tra animali e esseri umani. Gli animali possono ammalarsi a causa dei batteri, ma nella maggior parte dei casi portano semplicemente l'infezione senza ammalarsi.

Il batteri che fanno parte del gruppo denominato Salmonella sono di tipo gram-negativo e ne esistono oltre 2.000 diversi tipi in tutto il mondo, di cui circa 20 sono relativamente comuni.

Diffusione della salmonella

La salmonella in passato ha colpito anche l'Italia, ma oggi il 75% dei contagi avviene nei paesi in via di sviluppo. Poiché l'infezione è causata da batteri naturalmente presenti nell'ambiente, la malattia non può essere sradicata, ma attraverso buone procedure di igiene e cura può essere facilmente evitata.

La salmonellosi, infatti, si diffonde più spesso attraverso cibi come pollo e uova che non vengono cucinati correttamente o frutta e verdura che non lavate bene. I batteri si moltiplicano rapidamente e possono essere facilmente diffusi durante la cottura.

A volte la salmonella viene trasmessa tra le persone e questo di solito è dovuto al fatto che l'infezione è nella diarrea, ma il rischio di trasmissione c'è anche quando il soggetto è privo di sintomi: i batteri possono rimanere nel corpo per diverse settimane, a volte anche per mesi. Pertanto, è importante curare l'igiene delle mani ed eseguire una pulizia accurata dei servizi igienici anche dopo l'infezione.

La salmonella è regolata dalla legge sulle malattie trasmissibili, pertanto, se si sospetta di essere infetto, occorre contattare immediatamente il medico. Se viene rilevata la salmonella, il servizio sanitario effettua una notifica di controllo dell'infezione.

Quali sono i sintomi?

La salmonella non sempre causa sintomi evidenti, ma è abbastanza comune manifestare:

  • febbre,
  • dolore addominale,
  • diarrea,
  • mal di stomaco;
  • in alcuni casi provoca anche nausea e vomito.

La salmonella ha solitamente un periodo di incubazione da uno a tre giorni, ovvero il tempo che va dal momento dell'infezione alla comparsa dei primi sintomi. La maggior parte delle persone inizia a sentirsi meglio dopo pochi giorni e i sintomi di solito scompaiono completamente dopo una o due settimane, nei casi più gravi a volte sono necessarie cure mediche e antibiotici.

In casi più rari, alcuni batteri della salmonella possono causare sintomi più gravi, come la febbre tifoide, motivo per cui è necessario prestare attenzione alle proprie condizioni generali, in particolar modo ai segni di disidratazione in particolare nei bambini in quanto sono i soggetti in cui questa avviene più rapidamente.

Tuttavia, non bisogna confondere la salmonella con altre condizioni più comuni. Infatti, sintomi come diarrea, nausea e dolore addominale possono essere dovuti a molteplici fattori, come ad esempio un'intossicazione alimentare e l'infuenza stagionale. Tali condizioni di solito si verificano improvvisamente e possono causare sintomi simili a quelli della salmonella.

I virus che causano, ad esempio, l'influenza o il Covid-19 possono causare nausea e diarrea, sebbene altri sintomi siano generalmente più evidenti. La sindrome dell'intestino irritabile (IBS) e la gastrite possono causare nausea improvvisa, diarrea e dolore addominale, ma sono altrimenti caratterizzati da sintomi più prolungati.

Per approfondire:Influenza intestinale e altre forme di diarrea: come distinguerle?

Quali sono le cause della salmonella?

Normalmente, la maggior parte dei batteri della Salmonella si trova nell'intestino di persone e animali infetti, mentre alcuni colpiscono solo gli esseri umani. I batteri possono essere diffusi, ad esempio, nel suolo, nei pascoli e nell'acqua.

Il cibo contaminato è la via di infezione più comune, in particolare gli alimenti che contengono i relativi batteri, come la carne di manzo, maiale, pollo o uova che non sono stati cotti, fritti o altrimenti riscaldati in maniera corretta. Anche verdure, frutta e spezie possono essere contaminate dalla salmonella se vengono a contatto con acqua, terreno o letame infetto.

Come avviene il contagio?

Una persona infetta da salmonella, o che è recentemente guarita, può trasmettere l'infezione in relazione alla fragilità fisica: i bambini piccoli, gli anziani e le persone con un sistema immunitario fragile sono più suscettibili alla salmonella e possono ammalarsi anche in seguito a lievi infezioni batteriche. Altrimenti, viene raramente trasmessa tra gli esseri umani.

A volte i batteri si diffondono dopo uno stretto contatto fisico o attraverso la diarrea: in quest'ultimo caso, il contagio può avvenire se i sanitari non vengono adeguatamente puliti e disinfettati.

La salmonella può in casi più rari essere trasmessa attraverso uno stretto contatto fisico con bovini, suini, polli e altri uccelli; ma anche cani, gatti e rettili tenuti come animali domestici possono essere portatori di batteri della salmonella. Tuttavia, è necessaria un'elevata concentrazione di batteri per essere infettati.

Come diagnosticare la salmonellosi?

Per riconoscere la salmonella è necessario un esame delle feci con coprocoltura. Se si sospetta di essere stati contagiati all'estero, fornire il nome della destinazione al personale medico può rappresentare un'importante informazione supplementare al fine di riconoscere meglio il tipo di batterio contratto.

L'infezione di solito scompare senza alcun trattamento, ma si può essere portatori della malattia per molto tempo dopo la guarigione. La maggior parte dei contagiati è esente da infezioni dopo due o tre mesi.

Trattamenti e rimedi

Come si cura la salmonellosi? Nella maggior parte dei casi l'infezione da salmonella guarisce da sola e gli antibiotici sono usati solo contro alcuni batteri e nelle infezioni più gravi, perché il trattamento colpisce la flora intestinale.

Nel caso venga diagnosticata la salmonellosi è importante fare attenzione a non trasmettere l'infezione agli altri, pertanto bisogna lavarsi spesso le mani e disinfettare frequentemente il bagno.

Diarrea, vomito e febbre possono rendere il corpo disidratato, per cui è necessario assumere abbastanza liquidi in piccole quantità e ad intervalli frequenti. Una maggiore attenzione meritano i bambini e le donne in gravidanza.

Per quanto riguarda invece l'assunzione di cibo, bisogna farlo in piccole porzioni e preferire alimenti come brodo, zuppe, pesce bollito, riso e pane bianco, poiché sono facili da digerire. Evitare invece latte e latticini fino alla totale scomparsa di tutti i sintomi.

L'effetto di alcuni medicinali può essere influenzato da vomito o diarrea gravi. Questo vale, ad esempio, per le pillole anticoncezionali, gli antibiotici e l'insulina.

Poiché è frequente un disequilibrio del patrimonio batterico intestinale, è utile l'integrazione con probiotici mirati.

Prevenzione della salmonella

Per ridurre il rischio di diffusione dell'infezione è opportuno tenere presente che i batteri della salmonella muoiono alla temperatura di 70 °C, quindi la prevenzione della salmonella si effettua con semlici accorgimenti:

  • lavare bene le verdure, i coltelli e i taglieri;
  • evitare di consumare le uova crude,
  • cuocere bene gli alimenti,
  • separare alimenti crudi e cotti nella loro conservazione,
  • refrigerare tempestivamente i cibi dopo averli acquistati.

Inoltre, è buona norma anche non cucinare per gli altri se si hanno i sintomi della salmonella, lavarsi sempre bene le mani prima dei pasti e rimanere a casa in caso di diarrea.

La salmonella viene talvolta trasmessa diverse settimane o mesi dopo l'infezione, motivo per cui è importante non limitarsi ad osservare queste indicazioni solo durante il periodo in cui si manifestano i sintomi.

In caso di salmonella, è doveroso informare tutte le persone che frequantano gli stessi ambienti, come la scuola e i luoghi di lavoro. Poiché è una malattia soggetta alla legge sul controllo delle infezioni, è importante astenersi dal lavoro e dall'andare a scuola, così come bisogna evitare di frequentare luoghi affollati.

Non bisogna stare a contatto con il cibo per due / tre mesi dopo aver contratto l'infezione e prestare particolare attenzione se si è a contatto con bambini o persone con un sistema immunitario gravemente indebolito. Rivolgersi subito al medico se questi soggetti presentano diarrea o vomito che non scompaiono nel giro di 2/3 giorni, forti dolori allo stomaco e febbre alta. Inoltre, anche sintomi gravi di disidratazione dovrebbero essere seguiti, come urina scura, vertigini, mal di testa e forte sete.

Le responsabilità e i doveri dell'industria alimentare

Le autorità e l'industria alimentare collaborano per prevenire e combattere la salmonella, sia attraverso programmi di controllo obbligatori che volontari. I programmi di controllo volontario sono responsabilità delle organizzazioni del settore.

Il monitoraggio è strutturato in modo diverso per le diverse specie animali. Ad esempio, c'è un monitoraggio obbligatorio di tutti gli allevamenti di pollame commerciali, in cui si svolge un campionamento regolare nell'allevamento stesso. Per bovini e suini, vengono effettuati controlli casuali in relazione alla macellazione e al campionamento di animali giovani in relazione alle autopsie.
Non esiste un programma di controllo per le pecore, le quali sono esenti o hanno un'incidenza molto bassa.

Chiunque produca mangimi per animali da produzione alimentare deve prelevare ogni settimana campioni ambientali presso la struttura per verificare la presenza di salmonella. Il produttore di mangimi deve inoltre eseguire un'auto-ispezione basata sul rischio, per poter garantire che il mangime non contenga salmonella.

Revisione scientifica a cura di
Dr. Alessandro Scuotto Gastroenterologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo

Data pubblicazione: 19 aprile 2022

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