Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
Appunto, quindi stronzetto
Buongiorno a tutte... sono ancora in ansia per la biopsia che dovrò fare su un nodulo... si possono pubblicare delle foto dell ecografia qui ?
Scusate sono impanicata
Non le puoi pubblicare purtroppo . Non so se l'hai già fatto prova a scrivere il referto. Se non ricordo male hai un fibroadenoma in accrescimento? Oppure ti confondo con qualcun'altra?
L'ho avvisata oggi
Volevo qualche consiglio per la pressione, mi sono già pentita! Tanto temevo dove sarebbe andata a parare! Vabbè mi ha suggerito eventualmente qualche rimedio farmacologico a base di cortisone, e poi per la questione occhio suggerisce tac o risonanza encefalo....mi ha detto lo sai che penso sempre male! Ho ribadito che posso fare tutto quello che vuole ma non di corsa, chiedeva per il prossimo day hospital del 29, ma io starò fuori una settimana, tempo che prendo ricetta e prenoto non ci sto dentro!
CREAMY io ricordo che l'estate delle chemio avevo pressione piuttosto bassa e lo dissi al cardiologo di mia nonna perché il mio medico non c'era e lui mi diede un integratore mi sembra supradyn plus, non ricordo bene, però senza potassio perché lui mi disse che se la pressione è bassa è meglio non integrare il potassio.chiedi al tuo medico o farmacista . Io poi mi sono sentita meglio considerando che io da sempre soffro di pressione bassa soprattutto d'estate ma quel periodo era terribile perché era tipo la tua e capisco la spossatezza che provi.
Un bacione e tanti fili colorati a tutte
ogni tanto riapparo ma leggo assolutamente il forum quando mi arrivano le mail.
La cura di mia madre, sta procedendo bene, siamo al 5° ciclo di Letrozolo e Palbociclib, attendiamo con fiducia metà Settembre per la PET e la Tac e vedere se il "Tonto Graffiante", come definito dal Dottor Catania, lo stiamo cominciando a prendere a pedate nel culetto (abbiamo tanta fiducia da quando l'eco ha mostrato che il fegato, pancreas e altri organi vicino sono in salute).
Volevo chiedervi un parere, mia madre fa emocromo e transaminasi una volta dopo 14 giorni dall'inizio della terapia e successivamente dopo una settimana di riposo dal Palbociclib.
E' un buon segno che i globuli bianchi, dopo che inizialmente erano spesso tra 2600 e 2800 ora viaggino a 4200? Segno che il corpo sta reagendo bene? (so che la Neutropenia è l'effetto avverso tipico delle cure ormonoterapiche).
Un altro appunto. L'unico problema di mia madre in questo momento, un pò il caldo, i globuli rossi bassini e la cura, non ha un grande senso di appetito. Abbiamo chiesto all'oncologo e ci ha prescritto Deltacortene 5 mg. Cpr. Una dopo colazione ed un altra dopo cena.
Abbiamo cercato e abbiamo visto che è un corticostiroideo. Allora mia madre ha preferito per ora non prenderlo e di aspettare, anche perchè riesce ancora a mangiare e dolori non ne ha (e da sempre è restia su altri farmaci, dopo che comunque per il cospicuo versamento pleurico ha fatto 4 mesi di Lasix).
Secondo voi è un ottima cosa l'aver momentaneamente desistito o è un buon aiuto?
Vi abbraccio con affetto <3
Esattamente .. si sono io !
Allora tu hai fatto l'esame del vetrino per vedere se il tuo tumore esprime la Proteine pdl-1. Se è così sei candidata a usare atezolizumab che è un anticorpo monoclonale. In parole povere atezolizumab mette i piedi in testa a pdl1 così gli anticorpi possono attaccare correttamente le cellule tumorali invece di andare alla cieca. Speriamo che l'ho spiegato bene
Scrivi anche il referto dell'agoaspirato, magari più tardi li potrà leggere il dott. Catania. Stai tranquilla.
Ma un'onco meno ansiosa, no?
Le ho già risposto ! Fibroadenoma in accrescimento !
mica lo ha aperto
devo fa gli scongiuri? come se fanno? lalbero della vita goes on .. ogni volta che passo davanti ci do una pennellata... non c'è più tela e tutto albero
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Immunoterapia per il tumore al seno: a che punto siamo?
La Food and Drug Administration ha approvato a marzo atezolizumab, il primo farmaco immunoterapico per le donne con cancro triplo negativo avanzato che esprime la proteina PD-L1. Ma altri studi sono in corso
ATEZOLIZUMAB.
E' questo il nome del primo farmaco immunoterapico per il tumore al seno, approvato dalla Food and Drug Administration (Fda) un mese fa per trattare il carcinoma mammario triplo negativo, così chiamato perché non presenta i tre tipi comuni di recettori che stimolano la crescita tumorale (estrogeni, progesterone e HER 2), e per il quale non esistono ancora farmaci mirati. Il che rendeva molto attesa la notizia della approvazione Usa.
Il marcatore PD-L1
L'indicazione è per la terapia combinata, atezolizumab e chemioterapia con nab-paclitaxel, nelle donne in cui il tumore - inoperabile, localmente avanzato o metastatico triplo-negativo (TNBC) - esprime una precisa proteina: PD-L1.
Questa proteina contribuisce ad evitare che il tumore venga rilevato da parte del sistema immunitario. PD-L1 è, infatti, una proteina espressa dalle cellule tumorali in grado di legarsi ai recettori PD-1 posizionati sulla superficie dei linfociti T, ma proprio questo legame inibisce l'azione dei linfociti contro il tumore.
I farmaci immunoterapici anti PD-L1, come atezolizumab, impedendo invece questo legame "sbloccano" il sistema immunitario, che riesce così a riconoscere il tumore e ad attaccarlo.
Lo studio IMpassion130
La decisione della Fda di estendere l'approvazione del farmaco si basa su un trial clinico di fase III - lo studio IMpassion130 - in cui si è osservato come in questa popolazione di pazienti l'aggiunta di atezolizumab, inibitore di PD-L1, a nab-paclitaxel abbia ridotto il rischio di progressione o morte del 40% rispetto al solo nab-paclitaxel. L'approvazione si basa sui risultati di sopravvivenza libera da progressione e la continuazione dell'approvazione può essere subordinata a dati di prova di conferma.
L'obiettivo dello studio, presentato lo scorso anno al congresso dell'European Society for Medical Oncology (ESMO) di Monaco di Baviera e pubblicato in contemporanea sul New England Journal of Medicine, era valutare l'efficacia e la sicurezza dell'inibitore PD-L1 più chemioterapia rispetto al solo nab-paclitaxel in pazienti con TNBC metastatico che non avevano ricevuto precedente chemioterapia.
Le domande principali alla quale il trial cercava di rispondere erano la sopravvivenza libera da progressione e la sopravvivenza globale sia in tutte le pazienti, sia in quelle con maggiore espressione di PD-L1. Come obiettivi secondari, invece, vi era il tasso di risposta globale, la durata della risposta e la sicurezza. I pazienti sono stati classificati sulla base dell'uso precedente di taxani, della presenza di metastasi epatiche e dell'espressione di PD-L1.
Condotto in doppio cieco, lo studio internazionale ha coinvolto circa 900 pazienti (età media 55 anni) che sono state divise in due gruppi in modo casuale: metà di loro (451) hanno ricevuto nab-paclitaxel più il farmaco immunoterapico atezolizumab; l'altra metà, invece, è stata sottoposta solo a chemioterapia più infusione endovenosa di un placebo. Il trattamento è stato somministrato fino alla progressione della malattia o ad una tossicità inaccettabile. Il 63% aveva avuto una recidiva dopo un precedente trattamento (circa il 37% erano state diagnosticate fin dall'inizio metastatiche), la maggior parte presentava metastasi agli organi viscerali.
Risultato? Nel caso in cui i tumori esprimevano PD-L1 (41% delle pazienti), si è registrata una sopravvivenza mediana libera da progressione di 7,4 mesi con la combinazione, rispetto ai 4,8 mesi raggiunti con chemioterapia più placebo. Il cocktail di farmaci ha, quindi, aiutato a rallentare l'avanzare della malattia. Si attendono, però, ancora i dati di sopravvivenza globale che richiedono più tempo per la loro valutazione.
Molte domande aperte
"Molte domande emergono dallo studio", "Qual è il modo miglore di testare i tumori per l'espressione di PD-L1? Il nab-paclitaxel è il 'partner migliore?
Atezolizumab in monoterapia potrebbe essere una buona opzione per un sottogruppo di pazienti? Dobbiamo basarci di più sulla sopravvivenza globale che sulla sopravvivenza libera da progressione? Cosa ci può dire la risposta nella fase neoadiuvante (quando il farmaco viene somministrato prima dell'intervento, ndr.)? Dobbiamo imparare a selezionare le pazienti che hanno maggiore probabilità di rispondere agli inibitori degli checkpoint immunitari".
C'è infatti tutto il capitolo degli altri biomarcatori che potrebbero essere utilizzati per capire l'immunogenicità (cioè la capacità di stimolare il sistema immunitario) dei tumori nelle singole pazienti, come la la presenza di linfociti infiltranti il tumore, il profilo genomico, il carico mutazionale del tumore, frequente nei tumori triplo negativi.