Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno

Forum RFS: come stimare il rischio individuale di tumore al seno (modelli Gail/NSABP), fattori di rischio e indicazioni per una sorveglianza attiva e personalizzata.
Speranza
Angel1983:
Ragazze ho un mal di schiena indescrivibile
Stanotte mi veniva da piangere... Domani mi sa che a lavoro non ci vado

Angel
Cavoletto
Sì domani niente lavoro!
Francesca fiduciaria

Care e cari RFS poco prima della mezzanotte del 26 ho inviato il mio diario al dott. Salvo.. però non lo si riesce a pubblicare senza un link... e allora ho pensato a questa cosa...
lo pubblicherò io a capitoli ogni domenica.
prima però vorrei raccontarvi la
STORIA DEL MIO DIARIO.

il mio diario nasce nel 2013 durante le mie notti insonni, quando seguendo il consiglio di alcune amiche mi decisi a non girare più nella rete alla ricerca di notizie e informazioni sul mio cancro e i miei fattori prognostici. TUTTI SFAVOREVOLI.
le amiche che ho trovato qui mi raccontarono che loro avevano distolto la mente facendo ALTRO... e da un caro amico ... il dott. Salvo Catania che mi spinse a scrivere, scrive, scrivere..
e così incomincia a scrivere. a volte c'era come una penna che scriveva nella mia mente, di notte, ma anche di giorno.....
scrissi tutte le notti insonni e vi dico che furono tante,,,con un bambino in fasce da allattare, un secondo figlio di 2 anni e mezzo da accudire, una famiglia che sembrava quasi sul punto di sgretolarsi ad ogni notizia brutta che arrivava.. ma siamo qui e come direbbe Laura Non nonostante tutto, ma insieme a tutto.
incominciai a scriverlo per me , per le altre, ma sperando che da questo diario potessero trarre spunto nella comunicazione anche i medici , una comunicazione volta alla speranza.
lo pubblicai e feci delle presentazioni e fu molto bello. alla fine questo era diventato uno degli scopi della mia vita. feci anche un bel gruzzoletto che donai ad AIRC associazione di cui sono testimonial e il mio appoggio ad AIRC non manca mai.
quest'anno per la comunione di mio figlio ho scelto i sacchettini di AIRC.
ora che il mio contratto è scaduto, non voglio che il mio libro "muoia" e così ho deciso di regalarlo, rivisto e modificato, tanto da essere quasi un altro diario rispetto al mio primo.
anzi.. per uno strano scherzo del destino mi sono rimessa a lavorare sulla primissima stesura... come vi spiegai giorni fa.....
e .. che strano ed emozionante.. riscrivere la mia storia... come se riscrivendo.. in un certo senso io sia riuscita a cambiarla.
ma non voglio dilungarmi. voglio regalarvelo.
forse con mia cugina poi lo pubblicheremo in maniera tutta nostra per non perderne la grafica e le meravigliose illustrazioni e per riuscire magari a realizzare ancora qualcosa di concreto per chi si sta occupando di cercare e trovare le cure.

ma ora ecco il mio

Marea
Morgana76:
Ma come è potuta succedere una cosa del genere? Con una tac sempre negativa?

Benvenuta Morgana. A questa tua domanda non so rispondere, succede e basta, anche se speriamo di no. Ne prendiamo atto e facciamo scatenare la tempesta sapendo che, in qualche modo, ne usciremo. Ma qui credo che potranno dirti meglio di me le ragazze che ci sono già passate più volte.

Morgana76:
la mia sentenza sembra già scritta. L'inizio della fine. Non dormo più non mangio più e sono disperata. Non so perché ho scritto, mi sentivo invincibile, adesso una donna piccola in mezzo ad un mare di incertezza, non so cosa vi voglio chiedere ...grazie per avermi letto

Nessuna sentenza, ma una storia da scrivere. È normale sentirsi piccoli, fragili, perché lo siamo. Ma non chiedermi da dove, so solo con certezza che poi sappiamo tirare fuori doti che si erano imboscate bene e non pensavamo di avere. Le hai anche tu. Adesso lascia spazio e sfogo a lacrime, rabbia e tutto il corollario di emme. Poi pian piano passa, sono sicura, letta la tua storia, che lo sai anche tu.

Infine, non si scrive perché si sta male o si ha bisogno. O almeno, non solo. Pensa al conforto che avresti potuto dare a tante altre ragazze, al confronto con chi, come me, si deve sorbire gli zumab da tempo...si scrive anche per ridere, per condividere, per affetto...spero di poterti conoscere meglio. Morgana è un bellissimo nickname
Francesca fiduciaria
PRIMO CAPITOLO

LA MIA STORIA... LA STORIA DI UNA RFS

Per Ale, Tommy e Giò ,
ai miei medici,
e per tutti quelli che incontreranno e non per caso.......


"Imparando a considerare la nostra vita un racconto dotato di coerenza interna, dove niente succede senza ragione, potremo imparare a sfruttare le coincidenze per comprendere meglio noi stessi e per dare alla nostra esistenza maggiore pienezza".
Da "NULLA SUCCEDE PER CASO."

Ogni giorno è da vivere
Ogni mattina è una giornata intera che riceviamo dalle mani di Dio
Dio ci dà una giornata da Lui stesso preparata per noi.
Non vi è nulla di troppo e nulla di non 'abbastanza',
Nulla di indifferente e nulla di inutile.
E' un capolavoro di giornata che viene a chiederci di essere vissuto.
Noi la guardiamo come una pagina d'agenda, segnata di una cifra e d'un mese.
La trattiamo alla leggera come un foglio di carta.
Se potessimo frugare il mondo e vedere questo giorno elaborarsi e nascere dal fondo dei secoli,
Comprenderemmo il valore di un solo giorno umano.
Madeleine Delbrel.

INTRODUZIONE DI SALVO CATANIA







Ottobre 2010
E' lì sdraiata a fissare il soffitto.. sono due mesi e 15 giorni e 9 ore.. Lei sa .....
Gli occhi sono spalancati, sempre. Non soffre o almeno così sembra.. per fortuna esiste la terapia del dolore. E' irriconoscibile ... non tanto nell'aspetto fisico ma in quegli occhi così spalancati che guardano il soffitto ad aspettare la sua ora.

IL SOGNO.

"Se potessi far tornare indietro il mondo
Farei tornare poi senz'altro te
Per un attimo di eterno e di profondo
In cui tutto sembra, sembra niente c'è!"
L'IMMENSO Negramaro

Martedì 5 ottobre 2010.
Nel sogno il babbo sta cucinando delle polpette, suona il cellulare.
E' mia mamma. Si trova al laghetto e dice:
"Francesca c'è qui una signora che mi vuole dare delle more ."
"Mamma non le mangiare, non le mangiare! Torna a casa, il babbo sta facendo le polpette.".
"Va bene, ma sabato me ne vado!"

FANGO

"io lo so che non sono solo
e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango."

FANGO Jovanotti.

28 gennaio 2013
Mia mamma è sempre al solito posto, il laghetto della nostra casa, a Faita, c'è tanto fango. Io arrivo.
Nel sogno non ricordo se sono incinta, ma nella realtà sono incinta e sono felice.
Anche nel sogno sono felice, sorrido e dico: " Mamma! Quanto fango, ti aiuto a spalare!"
La guardo, ha uno sguardo triste, ma nello stesso tempo mi sembra che mi dica: "Sono qui con te, ce la farai."
Quella era la notte prima dell'ago aspirato.

SPARTIACQUE

Il giorno dopo l'ago aspirato, anche quello me lo ricordo nei minimi particolari.
Sono giù di morale, ma devo comprare qualcosa per il bambino e finalmente terminare la mia valigia.
Esco, compro, poi entro in un negozio e mi provo un maglione, mi guardo allo specchio, "Ma è il viso di un'ammalata di cancro, quello che sto vedendo?" Sono pallida, ma è solo perché siamo in pieno inverno. Sono stanca, ma è solo perché devo portare questa pancia pesante.
No non mi pare possibile che questa sia la faccia di un'ammalata di cancro. Ho soltanto 34 anni e tra poco partorirò il mio secondo figlio.
Ho dentro tanto dolore ma sono anche tanto felice, possibile che io, proprio io, abbia un CANCRO?
La parola mi fa paura mi riporta indietro al passato e ancora prima che nascessi, allora cambio parola: carcinoma. Brutto anche questo. Tumore, questo è meno angosciante, ecco si parla di tumore anche quando questo può essere benigno, può darsi che il risultato sia negativo, che si siano sbagliati, perché io no, io non mi sono sbagliata quando li ho guardati in viso.
Referto: carcinoma mammario............
ecc ecc... sigle, numeri, non capisco più niente, solo che è arrivato, in uno dei momenti più felici della mia vita, sempre così, vita e morte, vita e morte; deve esserci qualcosa nel mio karma che non va.
Piango. Ale mi accarezza i capelli. Tommaso mi guarda, non è abituato a vedermi piangere, le dottoresse comprendono, Paola, la genetista allunga le braccia verso Tommy, forse vuole portarlo fuori. Io mi rivolgo a lui e dico: "Vedi, anche la mamma piange a volte, non solo tu!" Mio figlio ha due anni e mezzo, sono sicura che questo momento, come molti altri gli rimarrà impresso per il resto della vita.
Guardo fuori dalla finestra, la pioggia cade fitta fitta , quasi invisibile, io accarezzo la mia pancia e mi fermo in questo attimo.
E' solo un attimo che separa il rpima di.. dal dopo di.. e' solo una parola che cambia ogni mia prospettiva, ogni mia idea del "deve essere tutto come prima" ma niente , da quel momento in poi sarà iù come prima.
Poi chiamo Paola, non so perché è la prima a sapere.
Le butto addosso tutto il mio dolore, senza pensare che un dolore così grande potrebbe arrivare alle orecchie del bambino, il suo.

Da un'altra metà del cancro...di Paola Boni
Quando diventa una certezza è un tardo pomeriggio d'inverno. Sono in piedi davanti alla portafinestra che conduce al giardino. Stringo il telefono. Poco dopo mi devo sedere. Piove. Io adoro l'inverno, adoro il mio giardino e la pioggia, ma né l'uno, né l'altro, né l'altra ancora riescono a contenere nemmeno per un istante lo sgomento che mi travolge. Per far fronte alla più totale disperazione, cerco di essere un misto tra una roccia, che si sarebbe sgretolata di lì a poco, e un miscuglio mal riuscito di falsa razionalità e ottimismo della peggior specie. Poi salgo le scale, mi siedo in un angolo rassicurante ed accogliente e il pianto prende il sopravvento. Raramente piango per dolore, mi succede molto più spesso per rabbia. Lo faccio abbracciando Nicolò (solo io so che si chiamerà così alla sua nascita) quasi a proteggere il mio preziosissimo pancione da un tormento tanto grande che non voglio nemmeno lo sfiori. Quanta assurdità nel pensare alla morte quando è in arrivo una nuova vita, quanta ingiustizia nel versare lacrime ad un'età che dovrebbe riservare sorrisi, spensieratezza, progetti e ricordi sereni. Poi cerco Alessandro, non solo marito ma compagno di vita, è sempre lui il primo con cui desidero e sento il bisogno di condividere tutto, nella serenità e nella penombra

Il mattino dopo visita dalla ginecologa per anticipare il parto, poi dal chirurgo per l'operazione.
Semplice sembra tutto molto tranki, al di là del fatto che:

HO IL CANCRO.

PAGINA DI DIARIO DI PAOLA SCALCO, RFS e psicoterapeuta di Medicitalia:
Un ospite indesiderato
"Morire non mi piace per niente... sarà l'ultima cosa che farò!" dal film "La tigre e la neve"
Sono del cancro.
Ho il cancro.
Un semplice cambio di verbi che però comporta una differenza abissale: del cancro ci nasci, di cancro ci muori.
Sebbene oggi non sia più così vero, questo è il primo pensiero che mi fulmina il cervello.
Il Big Bang si scatena nella mia testa e nel profondo del mio stomaco. Ho l'impressione che la mia scatola cranica si sia sbriciolata, per consentire al mio cervello di espandersi a dismisura: non si può spiegare altrimenti la quantità di pensieri che, tutti insieme nel medesimo istante, lo colonizzano.
Non è necessario attendere altre parole, perché la diagnosi è già racchiusa in quell'invito: "Signora si sieda, per favore". Mi verrebbe da domandare stizzita al medico perché dovrei fargli un favore, proprio ora che sta per dirmi ciò che ho già capito da me e che è proprio l'unica cosa che non avrei voluto sentire da lui.
Mi viene in mente la mia cara nonna che sentenziava che "Dai dottori non si deve andare, perché ti trovano le malattie" e i miei vani tentativi di persuaderla che questo è un bene. Realizzo che questa mia inespressa aggressività non è rabbia nei confronti del senologo, ma il rifiuto di quello che interpreto come suo cortese (ma seriale) tentativo di accudimento.
Mi spiega come si procederà, dando per scontato che io sia d'accordo, poi mi domanda se ho capito e a me verrebbe da rispondere che io ho capito tutto per filo e per segno e che, forse, a non aver capito che cosa mi sta dicendo è proprio lui.
Cerco di incassare il colpo senza lasciar trasparire lo tsunami che gonfia fino al limite dell'esplosione ogni mia cellula, perché come mia abitudine anche in questa situazione me la voglio risolvere da me e non voglio regalare le mie lacrime a degli sconosciuti.
Mi appare all'improvviso l'immagine in primo piano della mia testa priva di capelli e devo assolutamente uscire al più presto da questo ambulatorio e da questo ospedale, perché incomprensibilmente qui dentro si è esaurita l'aria per respirare.
Raggiungo con rapidità il parcheggio sotterraneo, ma la situazione non migliora affatto, tanto da costringermi a fermarmi perché mi accorgo che non è l'aria intorno a me che scarseggia, ma che un groviglio fitto, compatto e pungente si è formato al fondo della mia gola impedendo all'aria di raggiungere i miei polmoni.
Fa male, ma a dire il vero non mi allarma in modo eccessivo, perché cerco di convincermi che io so -in teoria- come ci si comporta in queste occasioni e non ho altro da fare che mettere in pratica le conoscenze derivanti dalla mia professione.
Invece quel nodo si scioglie, per incanto, grazie all'intervento di un ignaro anziano signore che, con l'appellativo di "Signorina!", richiama la mia attenzione per domandarmi se ho intenzione di liberare lo stallo: effettuo un repentino ritorno sul nostro pianeta dall'asteroide deserto su cui ero volata, sorridendo al pensiero che alla mia età qualcuno mi possa ancora chiamare così. Ma tutto è relativo.
Questa banale richiesta dischiude un nuovo scenario e mi restituisce almeno un po' di lucidità, che mi consente di pensarmi non più esclusivamente come una donna con un carcinoma al seno, ma mi riconsegna le altre "parti" di me su cui poter contare per affrontare la situazione. Sono figlia, sorella, moglie, mamma, amica, insegnante, psicoterapeuta e questa non sarà altro che una nuova tessera che si aggiungerà alla molteplicità del mio Sé. E, ne sono certa, non potrà che farlo diventare migliore.
Di questo ulteriore "viaggio", di questo sgradito ospite, avrei di sicuro fatto volentieri a meno. Il mio corpo è già stato culla e tomba della vita e, per mia storia personale, ho dovuto fare i conti con la morte prima ancora di nascere: so molto bene che non esistono circonvallazioni per il dolore e che per superarlo è inevitabile passarci attraverso, ma ciò che ho da tempo imparato è che se è vero che la realtà non la posso modificare, è anche vero che è in mio potere decidere come viverla.
Io questa decisione l'avevo già presa prima che questo ospite indesiderato giungesse ad abitare dentro di me e lui non mi farà cambiare idea. )
Fra76 Fiduciaria
Juventina
Le parole d'amore verso i tuoi genitori mi hanno commosso tantissimo.
Sono felice che tuo papà sia stato dimesso e adesso è a casa.
Fra76 Fiduciaria
Francesca fiduciaria:
Sono figlia, sorella, moglie, mamma, amica, insegnante, psicoterapeuta e questa non sarà altro che una nuova tessera che si aggiungerà alla molteplicità del mio Sé. E, ne sono certa, non potrà che farlo diventare migliore.

pepeli
Dott Catania
Vede le testimonianze come quella di Morgana a me fanno male,portano indietro.
Mi ricomincia l'angoscia e l a paura che in questi gg ero riuscita a controllare.
Ma forse lei mi dirà che leggerle mi deve invece allenare alla resilienza....
Ed anche leggere le parole del libro di Francesca fiduciaria ( a cui faccio complimenti e che ammiro davvero molto x un sacco di motivi che immaginerete) mi scombussolano molto e mi è difficile leggere.... questo è scappare?
Mettere la testa sotto la sabbia?
Devo invece sforzarmi di non evitare di leggere?
Non voglio sbagliare, vorrei imparare e crescere , ma fa male......Grazie
- Modificato da pepeli
Francesca fiduciaria
Pepeli questo è assolutamente normale nel processo di crescita. e' guardare in faccia la propria paura.
ricordati che queste parole io le scrissi 7 anni fa, quasi 8, ormai.
pepeli
Francesca fiduciaria
Lo so,te ne sono grata e ti ammiro molto, sinceramente.
Tu sei diventata una donna cresciuta,salda e consapevole.
Ma a me sembra di essere sempre ferma sullo stesso punto.
Ex utente
Francesca fiduciaria

Grazie Francesca riesci sempre ad emozionarmi
Grazie ancora ❣️
Dada 62 Fiduciaria
Francesca
Grazie di questo graditissimo regalo❤
Io il tuo libro l'ho già letto ma trovo importante la sua collocazione in questo Blog che è nato insieme a te❤❤❤❤

Pepeli
Francesca fiduciaria:
Pepeli questo è assolutamente normale nel processo di crescita. e' guardare in faccia la propria paura.
ricordati che queste parole io le scrissi 7 anni fa, quasi 8, ormai

Ecco❤

Io ci sono
Ily 82 fiduciaria

Francesca grazie per questo regalo... Leggere le tue parole mi riporta alla mia diagnosi, anche io 34 anni... Mi piace come dici tu che la realtà non la posso modificare ma é mio potere decidere come viverla..

Morgana76

Grazie a tutte
Dottore lei che ne pensa? L'oncologa mi ha detto che se nella peggiore delle ipotesi fosse quello, lei era abbastanza convinta di no ma l'eco parla chiaro, dice che si può togliere fare radioterapia e continuare con trastuzumab e pertuzumab perché secondo lei 2 anni di tac negativa vogliono dire che le cure funzionano...funzionano??????? Mah
Ho paura che sia andato da qualche parte velocemente e io sono qui a perdere tempo

Michi2

Buon pomeriggio super blog Noi ci siamo con tanto di coccole di Martino per tutti!

- Modificato da Michi2
Pollon

Buon pomeriggio!
in primis ringrazio il dott. Catania per avermi rassicurato.
Ero preoccupata dal momento che da mesi non avevo più fastidi e cominciavo a non pensarci più.
Giro pagina.

Il 26 è passato e non ho potuto collegarmi.
Ci sono oggi per festeggiare. Cosa?

DIECI ANNI DI NOI

Cari Auguri a noi tutte e al nostro dottore Catania che è riuscito a rendere il virtuale più reale del reale.
Ragazze, quando ci abbracciamo?

- Modificato da Pollon

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