Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
In questo discorso che ci coinvolge ti direi che tua sorella e tuo fratello sono proprio stronzetti.
E, magari, attraverso i tuoi genitori, potresti farglielo sapere.
Pretendi che rispettino i tuoi tempi, il tuo stato d'animo, che dimostrino di essere adulti maturi e non infantili bambini egoisti.
Il tutto se ne hai voglia e ti basta, adesso, l'energia. Altrimenti isola loro con un cordone sanitario che ti protegga dalla loro negatività.
Fai sapere a tua sorella che rispettare i bisogni di qualcuno, anche quando non si capiscono, è l'unico modo per amare veramente.
Scusa se sono stata così brusca, ma se a noi il k ha dato uno scrollone pazzesco, noi dobbiamo darlo a chi non se n'è reso conto. Forse così riduciamo le distanze.
Comunque vedrai che il tempo potrebbe migliorare le cose. Per qualcuno ci vuole più tempo...
❤️❤️❤️
Scusate ma l'empatia è il sentire lo stato d'animo di un'altra persona! È immedesimarsi!Ora spiegatemi a chi cavolo può far piacere sentirsi invaso da un cancro
Uno prende le distanze per forza
Diverso è il discorso di chi ci è passato! Ma anche lì a volte l'empatia non scatta
, anzi!
:
Perdoniamo ed andiamo avanti con il sorriso...

Una cosa è la teoria.....anni di studio non rendono empatici ma sai delle volte pendo che il "rispetto della privacy",sia un alibi senza senso,che forniscono per primi a loro stessi, per giustificare le proprie mancanze....la teoria dell"io ci sono,basta un cuoricino,parola....riempe tutto,quindi....nun ce pensa

hope
Rispondi che tutte le tue forze ed energie sono per superare questo momento...se loro avessero voluto manifestare la loro vicinanza,bastava che scrivessero io ci sono e similia,poco invasivo ,ma significativo
Lori fantastico il capriolo!!
Ikigai sono con te ora avanti tutta!!!!
Lulin
Buon pomeriggio a tutte! Controlli fatto siringato altro liquido dal seno e gonfiato ancora un po espansore.. Stamattina avevo la tetra talmente tesa che mi pareva di dover allattare!! Ho chiesto per quanto si può formare il liquido e mi hanno detto che è soggettivo.
Prossimo controllo mercoledì!
È un discorso veramente complesso, sicuramente con componenti innate ma io cerco di "allenare" i miei figli all'empatia perché credo nel suo valore per gli altri così come per noi stessi
Per fortuna nel nostro blog i partners sono quasi tutti da risposare !
Dottor Catania, adesso mi leggo tutti gli articoli e mi cerco il libro. Il " simulatore del cancro", sarà per la caffeina che mi circola in corpo, ma mi ha entusiasmato!
Mettere una calottina per simulare la pelata, cancellare le sopracciglia, solo per mettere in evidenza due delle trasformazioni più macroscopiche susseguenti alla malattia, sarebbe già un modo abbbastanza lèggerò, ma sufficiente, credo, per aprire un piccolo varco e far capire il marasma che il malato si porta dentro. Lo proporrei non solo per il partner ( è vero che quì dentro abbiamo dei bravi ragazzi
), ma anche per amici e parenti interessati!
Ma sai che io ci ho sempre sguazzato negli animi altrui, anche quando, anzi, soprattutto quando attraversavano la sofferenza?
Da piccola, non avendo filtri protettivi, mi arrivava addosso di tutto. Mi ricordo come se fossero sentimenti presenti quelli provati in alcune circostanze tragiche e pubbliche. Dio mio, quanto stavo male!
Un po' alla volta ho imparato a crearmeli dei filtri. Di vario tipo. Anche quella paratia gelida di cui parlavo prima. Si impara a graduarla e a gestirla l'empatia. Ma se non c'è l'hai, oppure se c'è l'hai ma te ne fai travolgere, oppure se c'è l'hai ma la neghi per non farti travolgere , ti perdi il meglio.
Che poi, altro non è, se non pulsare vicino a un altro cuore. E se è in tempesta puoi battere forte anche tu, ma con la distanza giusta per placare il ritmo o per fargli compagnia calmandolo con la tua presenza.
Per me l'empatia ti immerge nel mare della vita, nell'amore per l'umanità che è fuori, oltre che dentro di noi.
Non ci rinuncerei mai per paura. Non coscientemente. Ma chissà quante volte l'avrò fatto, ahimè, senza rendermene conto...
Ma io direi che è una cazzata, più che altro.
❤️
Ci sono!
Fili colorati a valanga per chi ne ha bisogno!
Raffa e Chokie 
Ikigai
con te!
Nella
Anche io provo un pò le stesse emozioni. Prendo atto. Rilevo i segnali che mi vengono inviati dalle altre persone e mi regolo di conseguenza.
Per esempio vi racconto che le colleghe del mio team (quelle che vedevo in classe tutti i giorni, dico!
) quando sono stata assente non mi hanno mandato neanche un messaggio...Quindi intrattengo buoni rapporti amichevoli sul lavoro, ma che per ora si fermano lì.
Però cerco di non giudicare, e di lasciare la porta aperta, conscia del fatto che io stessa, dall'altra parte, con persone che attraversavano periodi di malattia, non sono stata capace di essere vicina, e me ne sono pentita veramente tanto!
È un discorso veramente complesso, sicuramente con componenti innate ma io cerco di "allenare" i miei figli all'empatia perché credo nel suo valore per gli altri così come per noi stessi
Concordo con te. Anche io sto cercando di piantare il semino dell'empatia con mia figlia
Ok. Oggi va così.
Mi è subito venuto in mente.
Uno dei miei rimorsi più grandi. Ci penso spessissimo, non ne parlo mai.
Avevo tredici anni e lei dodici.
Ci siamo conosciute alla pista di pattinaggio.
Lei era bellissima. Con i capelli rossi scuro e le lentiggini. Era pure simpatica e ricchissima. Figlia di un pittore importante. Perfino famosa. Faceva la pubblicità di una marca di merendine.
Io ero brutta e povera. Non capivo perché volesse essere mia amica, ma andava bene lo stesso. Fino a un certo punto.
Non avrei mai accettato, nè potuto, frequentare il suo mondo. Così, ci vedevamo poco, un po' alla volta l'ho allontanata.
La nostra amicizia era stata intensa solo durante l'estate. Rientrate a scuola, mi venne a cercare. Si era tagliata i capelli corti. Capii che c'era qualcosa di diverso, ma non approfondii.
Non so più dire come, ne perché, ma io sapevo che stava male e ho in mente il suo volto, il suo sguardo di un giorno, forse l'ultimo in cui abbiamo parlato. Io e lei da sole. Il suo sguardo mi ha parlato, ma io non ho risposto.
Quattro anni dopo venni a sapere che era morta di leucemia, di ritorno da un'ultima vacanza a Bali.
Aveva sedici anni.
Penelope. Ciao
...e quando vedo Ciccionetta che consola i suoi amichetti che piangono per qualche motivo mi rende super orgogliona 
Penelope. Ciao
Ciao Penelope ♡
Ciao!

Eri piccola Paffi!