Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno

Stefania Fiduciaria
Stefania Fiduciaria
Stella:
E invochiamo tutte in coro botta di culo vieni a me

salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo
Danicz:
Dottore sono stata operata il 25, mastectomia con ricostruzione immediata per carcinoma mucinoso di circa 4 cm nella mammella destra. Sono in attesa di istologico definitivo e leggendo la tac total body pre operatoria ho letto questa cosa:
Presenza di aree nodulari solide discrete nella mammella di destra. Piano di clivaggio adiposo rispetto al muscolo pettorale presente.
Che significa? Grazie mille



per la mammella l'accuratezza diagnostica della Tac non è attendibile.
Ex utente
Ex utente
Stella:
Ci credete che l' ho fatta scivolare nel tombino?

E ci credo!
A colazione avrà mangiato pane e simpatia
Danicz
Danicz
salvocatania
Ma “piano di clivaggio adiposo rispetto al muscolo pettorale” è una cosa grave? A me non hanno detto nulla ed io non ci avevo prestato attenzione
- Modificato da Danicz
DarkElena Fiduciaria
DarkElena Fiduciaria

Buonanotte a tutti!

salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo
Danicz:
Ma “piano di clivaggio adiposo rispetto al muscolo pettorale” è una cosa grave? A me non hanno detto nulla ed io non ci avevo prestato attenzione



Le ripeto di non dar peso alla Tac e la faccia consultare dall'oncologo ma

proprio
Danicz:
Ma “piano di clivaggio adiposo rispetto al muscolo pettorale” è una cosa grave?

non solo non è grave ma è una cosa buona nel senso che esclude che quanto rilevato infiltri i tessuti.
Danicz
Danicz
salvocatania
Grazie mille, l’oncologa l’ha vista ma io ho ancora in mente le parole della dottoressa dello IEO che mi ha detto che era possibile che oltre al mucinoso ci poteva essere altro In più ho dolori (da tanto tempo) intercostali proprio lì e il cervello va in fiamme
Ex utente
Ex utente

Buonanotte a tutti

Un per tutte le RFS nella stanza accanto.....ciao, ragazze!

salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo

Abbiamo visto che il tema dell'amplificazione HER2 ha scatenato un branco di criceti .
Criceti ingiustificati perchè anche se lo consideriamo sempre un fattore prognostico sfavorevole se c'è un tumore che ha beneficiato dei progressi della ricerca su terapie di nuova generazione è proprio questo .
Abbiamo scritto su questo tema almeno 5 approfondimenti.
Proviamo a fare un breve riassunto con gli ultimi aggiornamenti.
E da stasera li aggiungiamo all'indice.






Il tumore del seno HER-2 positivo, che interessa il 20% delle pazienti, è piuttosto aggressivo ma i farmaci che colpiscono il bersaglio che lo contraddistingue, i recettori di tipo 2 del fattore di crescita epidermico umano (HER2), hanno migliorato sensibilmente la sopravvivenza di chi ne è colpito.



Nonostante questo, in circa il 20% dei casi la malattia si può ripresentare. Per queste pazienti, che si definiscono ad alto rischio, l'innovazione farmacologica mette a disposizione due nuovi strumenti con l'obiettivo di personalizzare la terapia e allungare il tempo libero dalla malattia.



.
Le due molecole sono trastuzumab emtansine (TDM-1) e pertuzumab, entrambi inibitori dell'espressione di HER2: il primo è indicato nelle pazienti con residuo di malattia dopo chirurgia e terapia neoadiuvante; il secondo nelle pazienti ad alto rischio con coinvolgimento linfonodale che non hanno ricevuto la terapia prima dell'intervento chirurgico (neoadiuvante).
Entrambi vengono quindi usati nella terapia post-chirurgica (adiuvante), trasformando la cura di questo tumore. Prima dell'introduzione di trastuzumab emtansine (TDM-1), infatti, la terapia adiuvante era uguale per tutte le donne.



Oggi, invece, le pazienti con un tumore a maggiore rischio di ricaduta che sono state sottoposte a terapia prima della chirurgia (neoadiuvante) con residuo di malattia possono essere trattate in maniera specifica con trastuzumab emtansine (TDM-1), con una riduzione del 50% del rischio di recidiva o decesso rispetto allo standard attuale. L'introduzione di pertuzumab nella terapia adiuvante trasforma anche la terapia delle pazienti che non sono state sottoposte a terapia neoadiuvante: l'aggiunta del nuovo farmaco alla cura attualmente in uso (trastuzumab + chemioterapia) allunga il tempo libero dalla malattia invasiva.

Un nuovo algoritmo
L'introduzione di queste due nuove opzioni rivoluziona il modo in cui le pazienti che corrono maggiori rischi di avere una recidiva del tumore vengono curate. Il nuovo algoritmo prevede l'effettuazione della terapia neoadiuvante nella maggioranza delle pazienti con tumore HER2 positivo in modo da capire fin da subito se il tumore è sensibile e, quindi, se regredisce come effetto del trattamento effettuato prima della chirurgia.
In pratica, dopo il trattamento neo-adiuvante, il tumore può regredire completamente oppure può persistere un residuo tumorale. Nelle pazienti in cui persiste un residuo tumorale il rischio di sviluppare metastasi successivamente è un pò più alto rispetto alle pazienti nelle quali il tumore non regredisce completamente
- In queste pazienti a più alto rischio al posto della terapia con trastuzumab è oggi possibile somministrare un altro farmaco: trastuzumab emtansine (TDM-1), un anticorpo monoclonale coniugato, formulato per portare con sé, direttamente alle cellule tumorali, molecole di un chemioterapico, in grado di ridurre in maniera molto rilevante il rischio di sviluppare metastasi.
Lo studio KATHERINE ha coinvolto proprio pazienti che dopo il trattamento neoadiuvante non avevano raggiunto una risposta patologica completa, pazienti quindi a maggior rischio di ricaduta. I risultati del trial, che ha confrontato la monoterapia a base di trastuzumab emtansine (TDM-1) con quella a base di trastuzumab, ha mostrato una riduzione del 50% del rischio di recidiva o di decesso nelle pazienti in trattamento con T-DM1, un beneficio che rimane consistente in tutti i sottogruppi di pazienti.
Questi risultati dimostrano quanto sia importante garantire a tutte le pazienti candidabili la terapia neoadiuvante, che oggi tuttavia viene valutata solo in pochi casi, perché sappiamo che sulla base della risposta ottenuta possiamo offrire una terapia personalizzata
Ma anche per le donne che non hanno ricevuto la terapia neoadiuvante e sono considerate ad alto rischio perché presentano un coinvolgimento dei linfonodi, la pratica clinica è cambiata grazie ai risultati dello studio APHINITY". Il trial ha dimostrato, infatti, che aggiungere un altro farmaco anti-HER2, pertuzumab, alla terapia standard con trastuzumab, riduce il rischio di recidiva o di decesso del 28%.

Le decisioni vengono prese anche sulla base dell'esame istologico e il ruolo dell'anatomo-patologo è indispensabile per poter personalizzare ogni fase della cura, chirurgia compresa. Il lavoro di squadra è quindi imprescindibile.
La disponibilità delle due nuove molecole stabilisce quindi una nuova e importante tappa nel percorso terapeutico: la valutazione della risposta patologica completa, un esame eseguito dall'anatomopatologo, che permette di capire se esiste ancora un residuo di malattia e quindi consente di indirizzare la paziente alla terapia più adatta per il suo caso.

Juventina Fiduciaria
Juventina Fiduciaria

Come l’altra notte passo a rimboccarvi le coperte, che poi vi scoprite e prendete freddo.

Nottata movimentata, si va avanti, nn può che migliorare.

❤️❤️❤️

Speranza
Speranza
IO CI SONO
BUONGIORNO BLOG E DOC
CAFFÈ ☕ ☕ ☕
per svegliarvi con una catezza❤️
Patri Fiduciaria
Patri Fiduciaria

Io ci sono

Buongiorno dott. Catania ❤️

Buongiorno Spe ❤️

Buongiorno famiglia RFS ❤️

Patri Fiduciaria
Patri Fiduciaria
Speranza

Grazie del tuo ☕️ che ci sveglia con una carezza
Patri Fiduciaria
Patri Fiduciaria
Juventina ❤️

Nottata movimentata… passato il mal di testa? Un abbraccio al topone che è stato bravissimo e 🌈🌈🌈 per una veloce ripresa un abbraccio a te che sei stata altrettanto brava

Patri Fiduciaria
Patri Fiduciaria
Lory ❤️
Spero che la pressione si sia normalizzata … 🌈🌈🌈 per te

Rispondi