Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno

Dada 62 Fiduciaria
Dada 62 Fiduciaria
402127
Ciao e benvenuto!! Non saprei cosa risponderti ed aspettiamo il parere del dott.Catania...non parli della dimensione del tumore...anche quello incide sulla scelta che comunque non dovete fare voi da soli...è lo specialista che la deve fare! Io sto curando un tumore iperespresso Her2 G3 di 1 cm con 3 linfonodi presi...ho fatto prima l'intervento e successivamente le cure con HERCEPTIN che è il farmaco d'elezione per questa caratteristica e funziona perchè come vedi ti sto scrivendo....la tua ragazza supererà tutto alla grande! Dov'è in cura?
Vava
Vava

Benvenuto a tutti i nuovi, qui vi troverete bene, umanità accogliente e competenza tecnica a piene mani!
402127
Non sono un medico, ti dico quello che hanno detto a me (istologico diverso da quello della tua ragazza): la neoadiuvante permette di vedere la risposta del tumore alle terapie e permette di iniziare subito l'attacco alla malattia. Facendo prima l'intervento si toglie il tumore ma passa dEl tempo prima di poter fare chemioterapia e quindi agire su eventuali cellule sparse in giro. Non so se questo ragionamento vada bene per tutti, ognuno è un caso a sé.

denis
Mi pare di capire che le acque si stiano calmando dal punto di vista del litigio. Mi sono però persa qualcosa su come sta Paola...spero stia meglio!

- Modificato da Vava
Dada 62 Fiduciaria
Dada 62 Fiduciaria
Denis
Un abbraccione a te ma soprattutto a Paola...se ho capito bene i problemi derivano dal Picc? Spero tanto che si risolva tutto...e possa venire a casa...
Ex utente
Ex utente

denis
Mi pare di capire che le acque si stiano calmando dal punto di vista del litigio. Mi sono però persa qualcosa su come sta Paola...spero stia meglio!

Bon dai il litigio ci stava tutto ora il problema è stò azz di port che sembra infetto, ieri gli hanno messo un altro ago nel braccio dove aveva subito lo svuotamento, me la stanno un po massacrando, parlano di terapia antibiotica via fleboclisi per 5 giorni (con risultati incerti) , mi dicono che però si potrebbe fare anche a casa...(persone esterne all' ospedale) l' oncologa mi da come prima data per il Port il 03/10/2018 ora non so cosa fare sinceramente, i consigli sono molto ma molto ben accetti ragazze, grazie

salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo
402127:
Salve a tutte, la mia ragazza ha un carcinoma ingiltrante al seno g3. Ha sentito due pareri. Il primo suggerisce l'intervento e poi l'eventuale terapia adiuvante. Il secondo suggerisce la terapia neoadiuvante prima dell'intervento seguita dall'operazione e poi dalla terapia adiuvante. Non sappiamo come scegliere la "strada migliore". Inoltre volevo chiedere se è un aspetto positivo il fatto che è Her2 positivo o era meglio se fosse stato Her2 negativo. A parer del medico è un aspetto positivo che sia Her2+ ma in rete leggo altro. Quale strategie di intervento scegliamo? Grazie.

Benvenuto .............Dovrebbe presentarsi con un nome anche di fantasia perche' non e' elegante rivolgersi ad un numero di codice 402127].
Lo scrivo per Lei !
Come gia' qualcuno ha spiegato dovrebbe allegare eta' della sua ragazza ed esame istologico completo per rispondere alla sua domanda e dimensioni del tumore.

E' meglio Her negativo, perche' Her positivo e' un fattore prognostico sfavorevole, ma paradossalmente puo' essere considerato un vantaggio perche' e' un fattore predittivo di una buona risposta a terapie di nuova generazione.




salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo
Denis :
Bon dai il litigio ci stava tutto ora il problema è stò azz di port che sembra infetto, ieri gli hanno messo un altro ago nel braccio dove aveva subito lo svuotamento, me la stanno un po massacrando, parlano di terapia antibiotica via fleboclisi per 5 giorni (con risultati incerti) , mi dicono che però si potrebbe fare anche a casa

La mia e' solo una domanda : c'e' una ragione per aver scelto l'arto omolaterale dello svuotamento ascellare? Non avevano alternative ?
Ex utente
Ex utente
salvocatania:
La mia e' solo una domanda : c'e' una ragione per aver scelto l'arto omolaterale dello svuotamento ascellare? Non avevano alternative ?

Sinceramente era l'unica vena visibile (cosi han detto) e da li gli stanno iniettando l'antibiotico, infatti il braccio si è gonfiato...come era prevedibile, ora non sò se portarla ad Udine, attendere l'innesto del port e poi procedere con la terapia...ma avendo un infezione in corso la cosa si complica, davvero non so che pesci pigliare Dottore.
salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo
Dada 62:
Grazie delle spiegazioni che mi fanno pensare che purtroppo esistono limiti nei controlli che facciamo....lei lo spiega sempre ma con modi gentili affinchè noi ce ne possiamo fare una ragione.

Limiti relativi, perche' la Risonanza in questi casi supera i limiti della mammografia.
Mentre sono evidenti i limiti, in fatto di comunicazione, che scaricano la LORO ansia sui pazienti .
Non sempre si puo' rassicurare , ma non necessariamente si deve...ALLARMARE.
Francesca fiduciaria
Francesca fiduciaria

Max evvai!!! Brindiamo con voi.

Denis mi spiace quello Che sta succedendo a Paola. Prova su prova diventerete ancor piu' uniti.

Dada..il tuo Post sul figlio Piccolo mi ha fatto venire in mente Che io ho scelto il Mio abito da sposa da sola. Volevo solo sentirmi libera e sicura della Mia scelta pero'...chissa' Che dolore gli ho arreccato. In ogni caso ha fatto spallucce come solo le GRANDI madri sanno fare.

Monica ..non infastidisci ma a me dispiace sentirti cosi' ..Credo che x te sia difficile accettare du non potee controllare tutto ma x vivere bene bisogna allenarsi a questa possibilita' Che e' vera x tutti noi.

Un bacione a tutti.

Francesca

salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo
Marilù:
Salve a tutti, sono una donna di quasi 54 anni con un seno grande. Sono in menopausa e non ho casi in famiglia di tumore al seno.Il 30 luglio scorso ho fatto lo screening mammografico e dopo 2 giorni sono stata richiamata per un nuovo appuntamento fissato il 7 agosto. Hanno eseguito una mammografia al solo seno sinistro con un'apparecchiatura differente (penso tomosintesi) seguita da un'ecografia.Il medico mi comunica che c'è un nodulo piccolo per il quale sarebbe utile fare un ago aspirato, che viene programmato a distanza di 2 gg con referto entro 7/10 giorni al massimo.Dopo aver notato che erano trascorsi ben 20 giorni ho contattato la senologia per avere notizie: appuntamento il giorno successivo per consegna brevi mano del referto che dice:Ago aspirato con guida ecografia mammella sinistra QSENodulo IPOECOGENO con cono d'ombra posteriore del diametro di cm. 0,8Valutazione ecografica: US 5Valutazione mammografica: M 5DIAGNOSILembi di cellule epiteliali mal conservate, simmetriche.Reperto citologico sospetto.Categoria diagnostica secondo linee guida europee (2006): C4Il medico che mi ha dato il referto voleva che facessi già visita chirurgica ma lo shock mi ha bloccata e poi volevo riflettere ed essere sicura. Non risulta altro dalla ecografia: parenchima ghiandolare mammario regolare, non dilatazione ai dotti ghiandolari, non distorsioni del parenchima né dei legamenti di Cooper, non adenopatie al cavo ascellare sinistro.Il medico radiologo ha suggerito chirurgia per eliminare tutto il nodulo e contemporaneamente biopsia del linfonodo sentinella. Ho prenotato visita da un chirurgo senologia per un parere.La decisione presa è giusta? Ma, soprattutto, la diagnosi sul referto è da interpretare come possibile carcinoma mammario? Sono molto preoccupata e anche spaventata da quanto sta accadendo. Grazie per la vostra attenzione.



avrei preferito non scrivere , ma dirle le stesse cose cose guardandoci negli occhi.
Non credo che Lei non sappia gia' di cosa stiamo parlando e quindi non comprendo tutti questi misteri intorno al suo caso che la mettono maggiormente in confusione .

Sfrutto la piu' grande lezione avuta dal maestro Umberto Veronesi



La lezione più importante: « con i pazienti occorre essere spietati e pessimisti sulla DIAGNOSI ed empatici e ottimisti sulla PROGNOSI »

C4 e' un referto citologico SOSPETTO !
Non vuol dire maligno, ma il sospetto c'e'.
In considerazione dell'eta' sua e' piu' probabile che lo sia, piuttosto che il contrario.

Aggrapparsi a "speriamo che non lo sia" paradossalmente accresce la sua ansia e confusione. Ovviamente tutti lo speriamo.
Aggrappiamoci alla peggiore delle ipotesi per prepararci a tutto !

E' allora ?? Anche se fosse ?
Sarebbe un piccolo tumore di 8 mm curabilissimo gia' con la sola chirurgia.
Probabilmente poco aggressivo, se fosse stato aggressivo avremmo avuto un citologico piu' chiaro , per l'aspetto delle cellule (C5 e non C4)).

Ci vuole tanto a tranquillizzarla dicendo TUTTA la verita' ?
E se poi non lo fosse non credo che si sentirebbe delusa, non crede ?

Quindi sta facendo la cosa giusta e noi saremo qui se lo desidera in tutte le fasi dell'iter diagnostico-terapeutico solitamente vissute malissimo perche' apparentemente prive di nesso tra di loro.
Scriva su altri dubbi e paure se lo desidera e soprattutto dopo il consulto chirurgico.
- Modificato da salvocatania
Vava
Vava
marilù
Intanto benvenuta!
Stai passando un brutto momento perché non sai ancora chi è il tuo nemico. Devi sopportare questi giorni di attesa tra una visita e l'altra, aspettando i referti...è dura...forse è la fase più difficile. Quando il quadro sarà chiaro ti verrà prospettato il percorso terapeutico e allora paradossalmente sarà un po' meglio perché almeno c'è qualcosa da fare e una strada da seguire anche se impegnativa.
Utente 507XXX
Utente 507XXX

Dott. Catania buongiorno (buongiorno a tutti), mi chiamo Anna e
vorrei chiedere un suo parere e cercherò di essere breve:
44 anni, 1 figlio di 12 anni (allattato per 3 anni), mestruazioni regolari, nessuna familiartà da parte di madre e di padre.
A maggio 2017, il radiologo trova un lieve aumento delle microcalcificazioni al seno sinistro e mi rimanda a 6 mesi per il controllo.
A fine novembre 2017, rifaccio il controllo. Nessuna modifica rispetto a maggio.Tutto ok e ci vediamo a settembre 2018.

Il 5 settembre 2018 mi sottopongo, dallo stesso radiologo, a mammo + eco +visita.
Di nuovo il riferto riporta un lieve incremento, sempre al seno sinistro. Diagnosi:
"struttura mammaria di tipo fibroghiandolare,addensata.
A destra si segnala cluster di microcalcificazioni di diametro di 3mm, in parareolare superiore, immutata di natura displasica.
A sinistra, ai quadranti esterni, si segnala lieve incremento delle microcalcificazioni.
All'esame ecografico, bilateralmente, si rileva lieve ectasia dei dotti galattofori e qualche formazione cistica di diametro massimo 6mm a destra e 4mm a sinistra.
In sede ascellare, non si evidenziano linfoadenopatie di interesse patologico."
A questo punto mi consiglia tipizzazione istologica tramite mammotome.

Io decido di andare da una senologa esperta a far leggere le carte e a fare visita+ eco (12 settembre).
Il referto dice:
"A sinistra si conferma la presenza di microcalcificazioni lobulari, di tenue densità di verosimile significato secretivo, sostanzialmente immodificate rispetto ai precendenti esami del 2017 portati in visione.
Non si ritiene necessario esame di secondo livello con VABB stereotassica e si raccomanda controllo a 6 mesi.
Dal controllo ecografico, in sede retroaereolare, si segnalano formazioni anaecogene nastriformi.
Quadro clinico compatibile con ectasia duttale bilaterale".

La senologa mi ha detto che se sto proprio in ansia e per togliere A ME ogni dubbio :/ , potrei fare una RMm con mdc .

Ora doc, cosa mi consiglia di fare?
Grazie del supporto.
Il suo blog è il top.

GGO16
GGO16
Marilu
Fai la visita chirurgica prima possibile. Non sto dicendo che sia k , per saperlo ci vuole l'istologico , ma se c'è un nodulo sospetto piccolo la cosa migliore è toglierlo il prima possibile. Perché tenerlo? Nella eventuale sfortuna vedi positivamente il fatto che i medici sono stati solleciti nell'effettuare gli approfondimenti .
Capisco lo shock e la preoccupazione, ci siamo passate tutte, ma tenersi dentro un affare sospetto fa solo danni.
Ad ogni modo il chirurgo senologo ti prescrivera' una biopsia , per assodare la natura del nodulo e di conseguenza il tipo di intervento chirurgico da fare. Quindi per l'operazione vera e propria passa ancora un po' di tempo.
salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo
507536:
Dott. Catania buongiorno (buongiorno a tutti), mi chiamo Anna evorrei chiedere un suo parere e cercherò di essere breve:44 anni, 1 figlio di 12 anni (allattato per 3 anni), mestruazioni regolari, nessuna familiartà da parte di madre e di padre.A maggio 2017, il radiologo trova un lieve aumento delle microcalcificazioni al seno sinistro e mi rimanda a 6 mesi per il controllo.A fine novembre 2017, rifaccio il controllo. Nessuna modifica rispetto a maggio.Tutto ok e ci vediamo a settembre 2018.Il 5 settembre 2018 mi sottopongo, dallo stesso radiologo, a mammo + eco +visita.Di nuovo il riferto riporta un lieve incremento, sempre al seno sinistro. Diagnosi:"struttura mammaria di tipo fibroghiandolare,addensata.A destra si segnala cluster di microcalcificazioni di diametro di 3mm, in parareolare superiore, immutata di natura displasica.A sinistra, ai quadranti esterni, si segnala lieve incremento delle microcalcificazioni.All'esame ecografico, bilateralmente, si rileva lieve ectasia dei dotti galattofori e qualche formazione cistica di diametro massimo 6mm a destra e 4mm a sinistra.In sede ascellare, non si evidenziano linfoadenopatie di interesse patologico."A questo punto mi consiglia tipizzazione istologica tramite mammotome.Io decido di andare da una senologa esperta a far leggere le carte e a fare visita+ eco (12 settembre).Il referto dice:"A sinistra si conferma la presenza di microcalcificazioni lobulari, di tenue densità di verosimile significato secretivo, sostanzialmente immodificate rispetto ai precendenti esami del 2017 portati in visione.Non si ritiene necessario esame di secondo livello con VABB stereotassica e si raccomanda controllo a 6 mesi.Dal controllo ecografico, in sede retroaereolare, si segnalano formazioni anaecogene nastriformi.Quadro clinico compatibile con ectasia duttale bilaterale".La senologa mi ha detto che se sto proprio in ansia e per togliere A ME ogni dubbio :/ , potrei fare una RMm con mdc .Ora doc, cosa mi consiglia di fare?Grazie del supporto.Il suo blog è il top.

Anna.

Oggi giornata di ingressi nel blog !
La ringrazio per il "dottore il suo blog e' il top "




In una mammografia "trasparente" le calcificazioni essendo sostenute da deposito di sali di calcio (fosfati, carbonati, ossalati ecc) sono di facile rilievo soprattutto con la strumentazione moderna.

Esse tuttavia sono talvolta difficili da interpretare (il cosiddetto valore predittivo positivo in alcune casistiche è di appena il 10 %)
e la difficoltà di interpretazione aumenta in rapporto alla evoluzione tecnologica che permette di vederne sempre di più e sempre più piccole.

Sembra quindi più opportuno parlare di calcificazioni, definendole di volta in volta "benigne", "dubbie", "sospette" e di "tipo maligno" .

Le calcificazioni benigne non richiedono neanche controlli e quelle maligne devono essere sottoposte a intervento chirurgico.

Quelle dubbio-sospette vanno meglio definite tramite un approfondimento diagnostico cioè con un esame istologico, che può essere ottenuto con un intervento bioptico a cielo aperto o con uno strumento chiamato Mammotome, che si basa sull'aspirazione meccanica eseguita da un apposito strumento connesso con una agocannula.

http://www.senosalvo.com/approfondimenti/agobiopsia_della_mammella.htm







Fatta questa premessa nel suo caso trattandosi di microcalcificazioni displasiche
concordo nel non fare altro e al massimo al prossimo controllo invece della mammografia farei la Risonanza Magnetica con mezzo di contrasto
salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo

Prima di andare a lavorare ...nel reale......allego un approfondimento ulteriore perche' continuo a riceve mail di pazienti che, e i medici spiegano poco per chiarire, attribuiscono tutti i loro dolori alle terapie ormonali.
Nei casi in cui e' possibile approfondire si scopre che gran parte di questi disturbi erano precedenti alle cure ormonali ed e' difficile spiegare....che intanto......cresce l'eta'

Provo ad allegare un approfondimento sui milioni di pazienti che lamentano dolori cronici e non fanno terapie ormonali.

DOLORE CRONICO

l dolore cronico è una condizione complessa che colpisce da 42 a 50 milioni di americani, secondo l'American Pain Foundation.
Le persone con dolore persistente, spesso pensano di essere affetti da una disturbo specifico, che si tratti di artrosi, mal di schiena, emicrania, o qualcosa del genere. Ma chi ha vissuto il dolore per alcuni mesi o anche più a lungo deve fare i conti con una condizione nota come dolore cronico.
Il dolore cronico è una condizione complessa che colpisce da 42 a 50 milioni di americani, secondo l'American Pain Foundation.
Nonostante decenni di ricerca, il dolore cronico rimane poco compreso e notoriamentedi difficile controllo.In un sondaggio condotto dalla American Academy of Pain Medicine è emerso che un trattamento completo con farmaci antidolorifici aiuta, in media, solo circa il 58% delle persone con dolore cronico.
Quali sono le cause del dolore cronico, e cosa si può fare?
Alcuni casi di dolore cronico possono essere ricondotti a una lesione specifica che nel tempo è guarita - per esempio, una grave infezione, o addirittura un intervento chirurgico
Altri casi non hanno alcun motivo apparente con 'assenza di danni ai tessuti sottostanti. Tuttavia, molti casi di dolore cronico sono correlati a queste condizioni:
· Mal di schiena
· Artrite,artrosi
· Mal di testa
· Sclerosi multipla
· Fibromialgia
· Herpes zoster
· Danni ai nervi (neuropatia)
Trattare la sua condizione di base è, ovviamente, di vitale importanza. Ma spesso non risolve il dolore cronico. Sempre più spesso, i medici ritengono che il dolore cronico sia una condizione propria, che richiede un trattamento del dolore che coinvolga, la salute fisica e psicologica del paziente.
Il dolore cronico ha tutte le caratteristiche di una malattia con risvolti psicologici e sociali gravi . Il paziente si sente abbandonato dalla struttura sanitaria e dagli operatori che hanno già fatto il possibile; non riesce a impegnarsi nella propria occupazione e spesso perde il lavoro.
Le relazioni interpersonali ma soprattutto quelle famigliari sono a rischio perché spesso chi è accanto a chi soffre di dolore cronico non capisce la situazione, non accetta il dolore come risposta a un diniego o una mancata presenza.
Viene a sminuirsi così il proprio ruolo sociale , la figura che ognuno di noi ha nella società e nella famiglia .
Pesante inoltre il ruolo economico del mancato guadagno o peggio di ulteriori spese per sopperire alle proprie mancanze. In poche parole la vita con i propri progetti le proprie aspettative e desideri viene stravolta in nome di una malattia che non ha nome e come tale spesso è difficile da credere.
Fin qui non c'è nessuna differenza con il dolore inutile e globale di una malattia neoplastica con la differenza che la patologia oncologica è di per se un alibi più che valido per giustificare la propria stanchezza il proprio dolore la propria solitudine.
Si è ammalati soltanto di dolore ..... e questa è l'ulteriore delusione! non avere nessuna giustificazione per come ci si sente.
D'altronde perché tanta preoccupazione e affanno per un po' di dolore ?
Alla fine non è una diagnosi codificata è solo un sintomo che alcuni mal sopportano e pertanto finiscono per essere considerati lamentosi depressi e soprattutto psicologicamente poco reattivi . a questo punto i vengono isolati abbandonati e soprattutto non creduti . l'ennesima delusione! Tanto da desiderare di essere affetti da "un male di quelli" ma comunque da una malattia.
Le similitudini con le patologie oncologiche non sono finite perche i pazienti con patologie croniche benigne che approdano ai centri e agli ambulatori di terapia del dolore, vi arrivano con le stesse facce preoccupate e tirate di chi è arrivato all'ultima spiaggia; all'ultimo giro di boa prima di fermarsi per sempre.
Siamo abituati ad associare la terapia del dolore al periodo breve o lungo che sia di un agonia che accompagna le malattie tumorali e l'uso degli stessi farmaci ne aumenta il carico emotivo.
Non siamo ancora stati educati alla presenza di uno specialista "algologo" che si occupa di tutte quelle sindromi dolorose croniche benigne che dalla neuropatia alla cefalea al dolore osteoartrosico si occupa di ridurre l'impatto del dolore migliorando le performances e la qualità di vita
È in questa ottica che la Legge 1771 sulla terapia del dolore e cure palliative approvata in , sancisce il diritto, di ogni cittadino di qualsiasi età, di accedere alla cura del dolore in tutte le sue forme abbattendo le barriere ideologiche che impedivano di riconoscere il dolore cronico come malattia e non più come sintomo, riformando di fatto una cultura che impediva l'applicazione di un diritto .
Certo la strada è lunga e irta di insidie perché mentre nelle cure palliative le reti sul territorio sono già presenti e strutturate sul dolore cronico benigno tutto deve essere ancora approntato con la differenza sostanziale che nelle reti del dolore cronico i pazienti andranno ad aumentare nel tempo perché lunga è la loro vita media.

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