Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
Forum RFS: come stimare il rischio individuale di tumore al seno (modelli Gail/NSABP), fattori di rischio e indicazioni per una sorveglianza attiva e personalizzata.
Ex utente
Tere
Anch'io sono stata operata li, sono stata dimessa una settimana fa...ho messo le protesi definitive.
Sono tutti davvero bravissimi per me.
Capisco il tuo sentire, capisco cosa dice Edelsten, datti tempo...qst il mio consiglio...concediti del tempo.
Sì sono a careggi e sono molto bravi e umani.
È una vita che mi concedo tempo, sono un po’ stanca…
Tere:
Sei a Careggi vero?!
Anch'io sono stata operata li, sono stata dimessa una settimana fa...ho messo le protesi definitive.
Sono tutti davvero bravissimi per me.
Capisco il tuo sentire, capisco cosa dice Edelsten, datti tempo...qst il mio consiglio...concediti del tempo.
Sì sono a careggi e sono molto bravi e umani.
È una vita che mi concedo tempo, sono un po’ stanca…
Ex utente
sole 66
Insomma, sto messa maluccio 😩
Insomma, sto messa maluccio 😩
Ex utente
Edelsten
Ma io adotterò un bambino, sono in corsa da tre anni… con l’infertilità ci ho fatto pace da tempo, non era quello il discorso, forse non ero stata chiara, pardon!
Ma io adotterò un bambino, sono in corsa da tre anni… con l’infertilità ci ho fatto pace da tempo, non era quello il discorso, forse non ero stata chiara, pardon!
Norma86
Anna76:
Provo a ripostare, Dott Catania, la radiologa (che non riesco a contattare) non ha specificato se la risonanza debba essere fatta con o senza contrasto, stavo per richiedere l’impegnativa al medico di base, ma mi è sorto appunto questo dubbio, può essermi di aiuto? grazie...Ti risponderà il dottore però dovresti riproporre il quesito iniziale.
Io me la farei fare la prescrizione Con contrasto poi decidono loro al momento se con o senza.
Ex utente
67Stefy
Grazie 🩷
Grazie 🩷
Ex utente
Linda1980
Grazie 🙏🏻
Grazie 🙏🏻
Adsc3
Buon giorno blog 🌈🌈
Robe68
Mscs:
È una vita che mi concedo tempo, sono un po’ stancaCiao cara,
Ho letto i tuoi post..e di conseguenza anche la tua storia. O perlomeno la tua storia più recente. Che sei riuscita a trasferire nelle parole da cui emerge il tuo dolore, la tua arrabbiatura. Tutto legittimo. Persino doveroso.
E capisco anche che non siano consolatorie le parole di chi, come Edelsten, come Maryca , ti ha offerto la propria esperienza o il proprio punto di vista.
Forse hai ragione a ritenere che anche sapere che qualcuno sta soffrendo come noi non serva a lenire il nostro dolore. Perché certamente c'è un momento ( e come non comprendere che per te questo sia il momento in cui ti interessa solo il tuo di dolore) in cui non siamo in grado di condividere, perché siamo rivolte unicamente verso noi stesse. E ci sembra che un carico così pesante come il nostro non ce l'abbia nessuno. E se anche ce l'ha qualcun altro non ci interessa, non ci riguarda. È umano.
Tutte noi che siamo approdate qui siamo state , ciascuna con la propria storia, " scaraventate" in una sorta di realtà parallela, la cui esistenza avremmo volentieri ignorato.
Ma tant'è. Non è stato possibile ignorarla. E quindi bisogna affrontarla. Non voglio mancare di rispetto al tuo dolore ( che, da quanto ho capito, non è un dolore unicamente portato dalla malattia, ma dalle altre vicende che la tua vita hanno attraversato) ma mi sento di dirti che arriverà il momento in cui la rabbia si convertirà, necessariamente, in un sentimento più pacato e forse più "utile ". Probabilmente è stato già così per gli altri dolori della tua vita. E accadrà anche questa volta.
Accadrà per forza. Anche se tu non lo volessi. Perché comunque dovrai andare avanti e procedere nella tua vita con ciò che sarà necessario fare.
E ciò che è necessario fare non lo possiamo fare mantenendo sempre troppo alto il tono della rabbia.
Impariamo a lasciare andare, a spegnere un po' il cervello.
Io sono metastatica ( e tu, giustamente, penserai " e chi se ne importa, io ho già i miei guai ") e per me imparare a mollare la presa è stata la salvezza. Perché ho cambiato la prospettiva da cui guardare la mia vita. O meglio, ho guadagnato una prospettiva. Certo, diversa da quella che mi sarei augurata ma pur sempre una prospettiva
Ti abbraccio
Arena
Tania70:
Ogni giorno il mio piede migliora Cavolo, meno male, ma quanto cammini??? 😳 Aspettalo questo ascensore!
salvocataniaMedico Chirurgo
Nadia62:
🎈💖🤩. FORUM INTERESSANTE
Le giro una informazione che è utile acquisire prima della visita con il radioterapista.
Nel 2006 quando ha fatto la radioterapia erano del tutto diverse le conoscenze rispetto a quelle attuali.
Soprattutto riguardo alla prevenzione della RADIODERMITE esito della radioterapia.
Ora sappiamo da studi recentissimi (2023) che
La presenza di Staphylococcus aureus è in grado di scatenare dermatite acuta in seguito a radioterapia.
Un trattamento antibiotico può però prevenire il disturbo. I risultati pubblicati su Jama Oncology
https://jamanetwork.com/journals/jamaoncology/fullarticle/2804692
Jama Oncology -May 4, 2023
La radiodermite acuta potrebbe presto essere prevenuta tramite la somministrazione di un antibatterico. A causare il danno alla pelle, in seguito alla radioterapia, sarebbe il microrganismo Staphylococcus aureus. Utilizzare una terapia antibatterica potrebbe essere la soluzione. Ad affermarlo sono due ricerche pubblicate dalla rivista Jama Oncology.
CHE COS'É LA RADIODERMITE?
La radiodermite è un'infiammazione della pelle in seguito alle sedute di radioterapia per la cura dei tumori. Si calcola che il 95% delle persone sottoposte a radioterapia sviluppi temporaneamente una radiodermite. Nella maggior parte dei casi si tratta di un fenomeno temporaneo a facilmente gestibile. Esistono però dei casi in cui l'infiammazione evolve verso forme più gravi in cui nella pelle si formano vere e proprie ulcere cutanee dolorose. Nelle forme meno aggressive la radiodemite può essere curata con un'attenta detersione della pelle e l'applicazione di pomate. Nei casi più gravi invece si ricorre all'utilizzo di corticosteroidi per ridurre l'nfiammazione e, nei casi più importanti, alla rimozione del tessuto danneggiato.
Per anni si è sempre creduto che la causa della radiodermite fosse il danno alla pelle indotto dalle radiazioni utilizzate nelle sedute radioterapiche. Ora, grazie a due nuovi studi ad opera dei ricercatori del Montefiore Einstein Cancer Center di New York, la situazione si è fatta molto più chiara. A causare il danno non è solo questione di radiazioni: queste, danneggiando la pelle, offrono ai microrganismi una via preferenziale per infettare gli strati più profondi della pelle generando così l'infiammazione. In particolare sul banco degli imputati c'è il microrganismo Staphylococcus aureus.
Infezioni della pelle causate da questo microrganismo sono tipiche, ad esempio, degli eczemi.
LO STUDIO
Lo studio non è stato condotto su radioterapia per tumore al seno ma in altra sede
Partendo dalla relazione che il microrganismo in questione può causare danni alla pelle, gli scienziati statunitensi hanno voluto indagare il ruolo di Staphylococcus aureus nella genesi della radiodermite.
Per farlo i ricercatori hanno raccolto dei campioni di microrganismi della pelle da tre siti corporei differenti -ovvero naso, area sottoposta a radioterapia e area non trattata- prima e dopo la radioterapia. Dalle analisi è emerso che prima del trattamento nel 20% delle persone era presente il microrganismo senza però scatenare infiammazione alcuna. Dopo la radioterapia, la metà dei pazienti con radiodermite grave presentava un'infezione da Staphylococcus aureus. Nei casi lievi il microrganismo era invece presente nel 17% dei pazienti. Non solo, molti pazienti positivi al microrganismo sulla pelle lo erano anche nelle cavità nasali, una caratteristica che suggerisce la capacità di Staphylococcus aureus di passare da un distretto corporeo all'altro. Nell'insieme questi risultati indicano come questo agente patogeno giochi un ruolo importante nello sviluppo delle forme gravi di radiodermite.
Ma c'è di più. Nel secondo studio i ricercatori hanno arruolato 77 pazienti sottoposte a radioterapia. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: uno ha ricevuto un tratttamento standard di cura (igiene e detersione con prodotti specifici), l'altro lo stesso trattamento con aggiunta di terapia antibatterica tramite pomata nasale contro Staphylococcus aureus. Sebbene più della metà dei pazienti trattati con il regime antibiotico abbia sviluppato radiodermite da lieve a moderata, nessun paziente ha sviluppato desquamazione umida, la forma più grave radiodermite. Al contrario la forma grave ha colpito il 23% dei partecipanti che ricevevano lo standard di cura. Un risultato importante che indica l'utilità della terapia antibatterica nella prevenzione dello sviluppo delle forme di radiodermite più gravi.
- Modificato da salvocatania
Ex utente
Buongiorno blog, buon sabato 
pepeli
Io ci sono 💐
Buon sabato a tutti ☔☔☔🌦️🌦️🌦️☀️☀️☀️☀️☀️☀️☀️☀️☀️❤️❤️❤️❤️❤️🫂🫂🫂🫂
Linda1980
Buongiorno ragazze chiedo info, sto presentando domanda per il collocamento mirato
L' Inps mi chiede "piano terapeutico in atto"
devo richiederlo all' ospedale ?E' uno per ogni farmaco che si assume?Ho un foglio con scritto data del piano terapeutico e scadenza ma solo per decapeptyl....Mi mancano abemaciclib ed exemestane....
Grazie😘
Ex utente
Mscs
Mscs, ieri mi era sfuggito il tuo messaggio. Bentornata! Aspettiamo insieme a te l'esame istologico. Noi ci siamo
Mscs, ieri mi era sfuggito il tuo messaggio. Bentornata! Aspettiamo insieme a te l'esame istologico. Noi ci siamo
Ex utente
Robe68
Non è vero che non mi interessa il dolore altrui o che sono concentrata sul mio. Ho accanto una donna che ha partorito un bambino che non è rimasto e ho pianto per lei. Non volevo dire questo. Volevo molto più banalmente dire che sentirsi dire da un medico o simili che non sei l’unica non è necessario, non aggiunge nulla in quei momenti, ma anzi toglie. Ti toglie il diritto di stare male quanto ci stai, come se dovessi relativizzare il tuo dolore perché c’è qualcuno che soffre quanto te se non peggio. Per me non funziona così, altrimenti non dovremmo vivere alcuna preoccupazione vedendo cosa accade a Gaza.
La necessità di cercare e trovare i nostri simili è nostra, e infatti stiamo qui a scrivere. È in quei momenti che non serve a nulla sapere che c’è qualcun altro. Almeno a me.
Di cambi di prospettiva ne ho vissuti anche io, e molti. Da quando sono diventata mamma di mia madre a seguito della morte di mio padre 23 anni fa, quando avevo appena 20 anni, a tutti gli aborti sine causa che ho vissuto. Anche in questi casi ero una delle tante, ma saperlo non mi ha impedito di soffrire né di placare quella rabbia che c’è e che ci sarà. La rabbia non è un male perché ci attiva.
Grazie del confronto.
Non è vero che non mi interessa il dolore altrui o che sono concentrata sul mio. Ho accanto una donna che ha partorito un bambino che non è rimasto e ho pianto per lei. Non volevo dire questo. Volevo molto più banalmente dire che sentirsi dire da un medico o simili che non sei l’unica non è necessario, non aggiunge nulla in quei momenti, ma anzi toglie. Ti toglie il diritto di stare male quanto ci stai, come se dovessi relativizzare il tuo dolore perché c’è qualcuno che soffre quanto te se non peggio. Per me non funziona così, altrimenti non dovremmo vivere alcuna preoccupazione vedendo cosa accade a Gaza.
La necessità di cercare e trovare i nostri simili è nostra, e infatti stiamo qui a scrivere. È in quei momenti che non serve a nulla sapere che c’è qualcun altro. Almeno a me.
Di cambi di prospettiva ne ho vissuti anche io, e molti. Da quando sono diventata mamma di mia madre a seguito della morte di mio padre 23 anni fa, quando avevo appena 20 anni, a tutti gli aborti sine causa che ho vissuto. Anche in questi casi ero una delle tante, ma saperlo non mi ha impedito di soffrire né di placare quella rabbia che c’è e che ci sarà. La rabbia non è un male perché ci attiva.
Grazie del confronto.