Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno

Francesca fiduciaria
Francesca fiduciaria

Buongiorno a tutti.
le parole di Roberto mi hanno lasciato sicuramente molta tristezza e dispiacere, ho apprezzato la sua vicinanza pur in un momento così tragico e la sua delicatezza, il non volerci turbare e a questo proposito vorrei rassicurarlo e dirle che se anche personalmente sono rientrata nel tunnel della paura però non sono fragile sul tema della morte, nel senso che so bene che di cancro si può morire, come si muore di incidente stradale ecc , qui a Parma qualcun è morto per un batterio nell'acqua, standosene tranquillamente in casa.
perciò a me farebbe piacere che Roberto non avesse remore ad esprimere tutte le sue emozioni nel nostro blog,
in fondo questo blog e noi siamo qui per questo.
vorrei anche dire che non so perché si muore... non credo sia per lasciare posto ad altri, credo forse per fare un altro viaggio in una dimensione speriamo migliore di questa.
anche se la vita è bella, nonostante anzi insieme a tutto.
e l'insegnamento di Dafne è questo, è questo che lascia a Roberto e a tutte noi anche se l'abbiamo conosciuta soltanto ora.

un abbraccio. Francesca

Francesca fiduciaria
Francesca fiduciaria

Ciao Luigia, bellissime le tue parole nel blog della narrazione, mi hanno aiutata tantissimo in un periodo molto delicato per me.
bella la poesia dal Sanscrito.
benvenuta nel nostro bus e allaccia bene la cinturaaaa.....

Francesca

Utente 363XXX
Utente 363XXX

@Dott. Catania,
1) dire che Dafne è stata fortunata ad avermi incontrato è ribaltare la realtà e per me suona addirittura mortificante. La prego: non lo dica più.
2) la mia dedizione non è stata totale e non sono arrivato fino alle 'umane capacità di sopportazione'. Se queste parole valgono per qualcuno valgono per la sua famiglia e per il suo compagno, "dei santi" mi ha detto l'ultima volta che ci siamo visti.
3) non avete saputo nulla di lei perché non mi sentivo in diritto di parlarne e a lungo ho nutrito la speranza che lo facesse lei stessa. Quando però ho provato ad affrontare l'argomento esplicitamente si è chiusa ed allontanta, come se l'avessi ferita. È stato il momento in cui l'ho sentita più distante. Diffidava della rete e soprattutto non voleva confrontarsi con altre donne affette dallo stesso problema. La ragione mi è rimasta oscura a lungo. Solo recentemente me l'ha spiegata con parole dure, inequivocabili e persino violente, lasciandomi intravvedere l'abisso di rabbia e solitudine in cui si dibatteva ma anche quanta forza albergasse in lei: "Le donne operate al seno le impiccherei. Per loro è facile: un'operazione, la chemio ed hanno finito". E quando, fra il sorpreso e lo scandalizzato, le ho chiesto se stesse parlando sul serio e se non ritenesse di semplificare un po' troppo, se davvero pensasse che le loro paure fossero poi tanto diverse dalle sue, se secondo lei non valesse anche per loro la "domanda sbagliata" che tanto la tormentava su quello che sarebbe stato il futuro e sull'aspettativa di vita ("che si misura in progetti da realizzare", diceva... Gesù che lezione che m'ha dato!) "mettiamola così - mi ha risposto - ciò che per loro è solo un'ipotesi, l'ipotesi peggiore, per me è già la realtà. La loro paura non può essere la mia". C'era qualcosa che avrei potuto dirle? Perché se c'era io non l'ho trovata
4) il nome non l'ho scelto io: è quello che sentiva suo
5) in questa storia Cupido non ci è mai entrato, i sentimenti sì. E se ho sottolineato questo aspetto è solo perché certe cose non le ho mai sapute dire neanche ai miei genitori. Per una volta l'ho fatto e almeno questo rimpianto non l'avrò.
@Tutti
Non ringraziatemi: ho scritto solo per me. Ma grazie a voi.
E a Valentina in modo particolare: ciò che dice mi ha fatto bene. L'abbraccio forte.
Roberto

salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo
363482:
Dott. Catania,1) dire che Dafne è stata fortunata ad avermi incontrato è ribaltare la realtà e per me suona addirittura mortificante. La prego: non lo dica più.

Roberto,
questo è il limite della comunicazione online. Quando manca il linguaggio del corpo, e soprattutto il potersi guardare negli occhi, il tono della voce , la contrazione dei muscoli mimici del volto, si finisce per cadere nell'ovvietà......ricca di

Ma a Lei, nonostante le sue minacce [" non lo dica più '...voglio ribadirlo non rientrando negli stereotipi negativi dei quali scriverò più avanti, bensì nella categoria dei "veramente presenti" !

E sa perché ? Perché oltre alle famiglie ed amici del Mulino Bianco intorno al tumore di una donna nella maggioranza dei casi, c'è tanta solitudine. I nostri valori occidentali con il culto del risultato concreto, ci fanno spesso perdere di vista il bisogno profondo , animalesco, di una semplice presenza davanti al rischio e all'incertezza.
Quanto affermo si basa su migliaia di esperienze professionali personali conseguenza di una sempre crescente ( dovrebbe far parte del proprio training professionale acquisito) capacità di ascolto.

Prima non avrei mai immaginato che il sentimento più comune e drammatico sia la solitudine. Noi in ospedale vediamo le stanze invase da parenti ed amici , risatine e battutine per sdrammatizzare . La paziente che si fa trovare in ordine e truccata ...per tranquillizzare i visitatori e che stimola la frase scontatissima " ma come stai bene !!!" (sic e risic !!) quando risulterebbe più empatica e concreta quella "lo so che stai molto male, io sono qui, cosa posso fare per te ?, Cosa ti serve oggi ?".

E' dimostrato che le scimmie attenuano l'ansia con lo spulciamento (GROOMING )

NON ALLONTANANO IL PERICOLO, MA DI CERTO COMBATTONO LO STRESS E LA SOLITUDINE !
Un bell'esempio di istinto animalesco che si concretizza in un vero gruppo di AUTO-MUTUO-AIUTO, che potrebbe darci, come gruppo, suggerimenti o stimolare delle riflessioni.

E' un istinto animalesco che li porta a spulciarsi a vicenda....non cercano di eclissarsi (vero Valentina, Nadine e Anna ?? )...ma vi sto provocando........:sealed per combattere insieme ansia, solitudine ed incertezza per pericoli noti e ignoti.


Ho studiato a fondo, scrivendoci anche un libro, questa fase della malattia per circa un ventennio ed ho avuto la risposta che infrequentemente la famiglia o gli amici siano adeguati a sostituirsi al grooming delle scimmie.
A mio avviso, con adeguata preparazione, potrebbero dare un concreto aiuto gli operatori sanitari : infermieri in primis perchè hanno acquisito un linguaggio bilingue, il chirurgo, l'oncologo, lo psicologo.

Poi invece accade che quando il dolore fisico diventa più sopportabile la donna deve confrontarsi con altri problemi inattesi che accrescono il dolore e la solitudine.

Ad esempio i maschi non sempre ne escono bene. Nel secolo scorso almeno quando ho somministrato 5.000 questionari anonimi alle pazienti in dimissione per tumore. In questa impietosa analisi non teniamo conto, e ci sono, dei mariti o compagni ideali, che poi fanno il loro dovere.

Il modello behaviuristico prende in esame i comportamenti negativi in ordine di frequenza :

* C'è il marito fantasma......."---voi sapete di averlo da anni, ma quanto scoprite di avere un cancro....vi girate e...ooops...sparito !"

*C'è il marito narcisista : nella versione "marito di donna con un cancro " : è sempre presente, ma non gli basta un ruolo di comparsa. Parla con tutti di "quanto le sono vicino, di quanto sono addolorato e preoccupato, di quanto mi stia ammalando per starle vicino (lui !!!)....

* C'è poi il marito farfallone o butterfly man : riconoscibile perché vola di fiore in fiore .
Dovrebbe, almeno in una occasione come questa, restare posato su un fiorellino solo. Invece non perde occasione, e fa poco per essere discreto, per soffermarsi su infermiere, dottoresse, tecniche di laboratorio, ausiliarie, parenti di altre ammalate e persino sulle ausiliarie del parcheggio dell'Ospedale.
- Modificato da salvocatania
Nadine
Nadine

Di questo tema si sta parlando molto in altri social in questo momento, in particolare con riferimento all'abbandono da parte dei compagni. La solitudine è una verità, un aspetto della malattia, comune a tutte le persone che si ammalano anche per coloro che sono circondate da amici e parenti, dai fiocchetti rosa, dai messaggi su whats app. La solitudine è quella che spesso si crea a causa dell'ovvietà, delle parole vuote e sempre uguali. Mille volte rispetto a questo ho preferito i silenzi e anche quelle persone che fanno dei giri lunghi prima di tornare da te.
Dott. Salvo, come si può sostenere chi ha delle ricadute psicologiche senza spaventare le nuove arrivate?Lei dice che ha il dovere di tutelarle in qualche modo, io questo lo capisco, ma capisco anche chi ha bisogno di esserci per come si sente in quel momento, senza dover ricomporsi, asciugando le lacrime.
COsa mi dice?
Roberto, le parole di Dafne mi fanno venire in mente la rabbia verso i fiocchettini del rosa associato al cancro al seno. Io stessa mi sento in difficoltà a parlare con persone con la malattia in progressione, e alcune volte mi è capitato di non saper dire un bel niente, la miglior cosa.
Poi, una fetta di torta, un thè, un film. Gesti che scaldano, che rimangono soprattutto nella quotidianità.

Luigia
Luigia

Grazie dott. Catania per avermi risposto..., non ho molta dimestichezza con i forum (anzi è la prima volta che vi partecipo...).
Per ora sono un po' disorientata... ci sono varie conversazioni in corso e devo abituarmi a questo nuovo modo di comunicare.

Grazie a Roberto per le sue parole...
Un saluto a tutti, a presto
Luigia

Francesca fiduciaria
Francesca fiduciaria

Dott. Salvo vorrei mi aiutasse a sciogliere un nodo. Quello che mi fa paura non e' il tumore di adesso ma quello di prima perche' non ho comprensibilmente elaborato il C di quasi quattro anni fa, perche'? Perche' comprensibilmente? Cosa avrei dovuto fare per elaborarlo piu ' di quello chr ho fatto?
Francesca.

In quanto a solitudine a volte preferisco essere sola piuttosto che sentire certe cose.. " tipo:allora positivita' e' ! Si guarisce se si e' positivi. !
E io " si si. ASF!!!"

lau(sardegna)
lau(sardegna)

Ciao a tutti

Dott Catania pensi che io mi sono sentita dire persino " ormai il tumore al seno è di routine " oltre a tutta una serie di altre banalità come se avessi una semplice emorroide .....Ora di sicuro non voglio essere compatita ma vorrei il giusto rispetto per tutta la sofferenza che questa malattia porta ...... giorni fa mentre aspettavo per una visita ho visto una ragazza. ...avrà avuto poco più di 20 anni che esce dalla visita seno logica .....guarda la mamma e scoppia in un pianto dirotto abbracciata alla mamma ..... mi ha straziata il cuore ....

Sono la prima che cerca di dare coraggio e che crede fortemente che si può guarire .....ma non mi permetterei mai di dire che il cancro ormai è routine ..... potrei invece dire che la superficialità della gente ormai è routine .

Roberto un abbraccio

Un abbraccio a tutte le nuove passeggere

Laura ( sardegna2) so che qualunque decisione prenderai sarà sofferta ....un abbraccio speciale

Ferica
Ferica

Dr. Catania,
vi leggo da tempo. Sono intervenuta in altri suoi blog, mai in questo. Ma dinnanzi alla esperienza raccontata da Roberto non ce l'ho fatta più a trattenere per me le emozioni. Non è facile che io riesca a piangere, ma a leggere

Rosella fiduciaria
Rosella fiduciaria

Francesca,

se la positività fosse la panacea di tutti i mali, il Mondo sarebbe abitato solo da Persone positve in quanto la Signora con la falce avrebbe fatto piazza pulita di chiunque altro...

Ma...
io credo che possedere una propensione nel cogliere il lato "positivo" della Vita, possa sicuramente facilitare molte situazioni... quell'ormai famoso e vituperato "bicchiere mezzo pieno" ha pur sempre il suo perché...
Pensaci...

In quanto al tuo "nodo sciolto a metà":
il mio pensiero è che in realtà nessuna situazione che ha segnato fortemente la nostra Anima possa mai essere definita completamente elaborata fintanto che dobbiamo continuare a fare i conti con essa, giorno dopo giorno.

Mi spiego meglio...

Io possiedo (e conservo...) una immagine di te che mi piace ricollegare all'ultima volta in cui ci siamo abbracciate, e si tratta di soli 4 mesi fa, quando la luce brillava nei tuoi occhi e la modalità con cui ti ponevi a tutto faceva pensare fuorché a una Persona che non avesse elaborato il motivo stesso per cui era in quel momento, in quel luogo (la presentazione del tuo Libro...).

L'immagine che mi hai regalato in quella occasione è stata di grande rinascita, di pienezza e di consapevolezza espressa in maniera forse anche troppo evidente, ma quasi celando una sorta di rito scaramantico invisibile a chi non ti avesse conosciuta in altri momenti di maggiore sofferenza... Un po' come se senza quelll'urlo "ASF", tu temessi di perdere la tua "forza".

Tu eri LIBERA, in quel contesto, ma lo eri con la volontà ferma di esserlo, non in quanto ti eri affidata al caso e agli eventi che non dipendevano da te stessa...
Sapevi come fare per sentirti tale e agivi di conseguenza.
Non so se sono riuscita a spiegarmi...

Credo, ma rimane un mio pensiero, che se il C non avesse fatto nuovamente capolino nella tua Vita, tu saresti rimasta quella che io ricordo: sicura di te e padrona delle tue emozioni che avresti gestito al meglio, a seconda di ciò che ritenevi ti facesse star bene.

In realtà, e ritorno al concetto espresso all'inizio di questo mio intervento, nessuno di noi finisce mai di elaborare un dolore o una paura, se dolore e paura ritornano ad affacciarsi.
Ma sarebbe fondamentale, in tal caso, ricordarsi che si era riusciti a dominare e a sconfiggere quelle stesse paure che si riaffacciano e si era anche riusciti a trarre, dal percorso precedente, tutto ciò che ci ha permesso di essere ciò che siamo ora.

Elaborazione non significa "cancellazione", ma piuttosto acquisizione di modalità "sane" con cui andare avanti nel nostro percorso di Vita, le stesse modalità che, anche senza doversi confrontare nuovamente con il C ci accompagneranno, volenti o nolenti, per il resto della nostra Vita...

Quindi...
torniamo a ritroso, ma con maggiore consapevolezza:
HAI PRESENTE QUANDO SI "RIPASSA" LA LEZIONE, PRIMA DI UN ESAME?
Ecco, uguale...

la Vita è OGGI...
la Vita va vissuta, alla grande momento dopo momento...
la Vita deve essere corroborata da una "lista della spesa" che ci consenta di VIVERE...e io so che la tua LISTA della SPESA è davvero carica di importanti aspettative, non dimenticartene!

Ti abbraccio, Bellissima Farfalla...
e ti mando un sorriso, il solito. Fanne ciò che credi...

Rosella

Ferica
Ferica

leggo da tempo. Sono intervenuta in altri suoi blog, mai in questo. Ma dinnanzi alla esperienza raccontata da Roberto non ce l'ho fatta più a trattenere per me le emozioni. Non è facile che io riesca a piangere, ma a leggere questa testimonianza di amore, io lo chiamo così, non potevo non intervenire per ribadire anche da parte mia che questo blog aiuta moltissimo e che per me anche solo come lettrice è diventato un punto di riferimento irrinunciabile. E me lo lasci dire in accordo a Lori e Didi.... a lei una fetta di santità, per la pazienza, dovrebbero cominciare a riconoscergliela.
Federica (Lombardia)

Rosella fiduciaria
Rosella fiduciaria

Dottor Catania...

mi unisco anch'io agli AUGURI al nosto Blog!

Sto pensando a quella Sua frase, che ho letto ripetute volte, dove Lei asseriva di aver accompagnato le Ragazze, per mano, come avrebbe fatto per un Bimbo che va all'Asilo.

Bene, ora il percorso prescolare è terminato... a sei anni è tempo di Scuola dell'obbligo!


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Benvenuta Luigia... forza che INSIEME si va avanti!

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Patty... il "segreto" sta proprio nella frase che hai tascritto: viviamo il nostro TEMPO, l'unico che possiediamo veramente. il tempo presente!
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Stefania,
a te viene richiesto doppio, triplo coraggio!

I DIRITTI... calpestati, insieme alla dignità che viene tolta prepotentemente...
Sii coraggiosa!
La tua frase trasuda determinazione!
Riprenditi ciò che E' TUO! Ce la farai!

Ti siamo vicine, benché non possiamo offrirti un aiuto concreto...
Tieni DURO... tuo Figlio, vedrai, capirà... non oggi, non domani, ma prima o poi capirà...

Ti abbraccio fortissimamente
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Bene, Rossella... mia QUASI omonima!
( a me quella ESSE in più me la "regalano" sempre... aahahahah.... e io tutta la Vita a spiegare che non mi appartiene!!!)

Bendetto: non mollare!
Il più è fatto...
ora con i tagliandi e le revisioni si terrà a bada la sicurezza!

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Loriiiiii

i sorrisi te li ho mandati con un altro mezzo di trasporto!!!
Rieccomi...
Quando si dice che tutto il Mondo è Paese, non è assolutamente vero...
Difficile pensare che in qualche parte del Globo la comnnessione via internet (che per noi è NORMALE possedere) sia invece assente, o quasi!
Devo dire che però alcune constatazioni rimettono in piano la bilancia e fanno ben comprendere quanto stiamo "bene" qui dove siamo!

Un sorrisone a te!
E ADELANTE, Bellasignoradentroefuori!!!
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AnnaRo... Chiaretta, Maria, Didi, LauSardegna,
CRistina...
Antonella, Antonia, Elisa, Laura,
Valentina, Nadine, Mary66...
Clara, Ludmilla...
e tutte le Ragazze che sono comparse, o ri-comparse sul Blog, come a fargli dono nel suo sesto compleanno....
Un abbraccio fortissimo e un sorriso altrettanto FORTE ad ognuna di voi!

Rosella
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Dottor Catania,
ho ricontattato ripetutamente Speranza... ma evidentemente le notifiche non le arrivano in quanto non apre i messaggi...
Stessa cosa per Cielo...

- Modificato da Rosella fiduciaria
CRistina-fiduciaria
CRistina-fiduciaria

Roberto ... un abbraccio forte forte e un grazie per aver condiviso con noi questo momento così doloroso. Mi ha colpito particolarmente la frase di Dafne, così cruda ma così vera, "ciò che per loro è solo un'ipotesi, l'ipotesi peggiore, per me è già la realtà", lei era certamente in una dimensione diversa dalla nostra, e chissà che lotta interiore ha dovuto affrontare in quei momenti, in cui la speranza diventava altro ... vivere più a lungo, vivere più intensamente ...

Io lo vedo in ER che, anche se la sua consapevolezza è annebbiata dalla malattia mentale, il suo corpo le parla chiaro e nei momenti più dolorosi mi dice: "Morirò?" o addirittura "Sto morendo" e cerca di stare in piedi inventandosi continuamente nuovi bisogni (lista della spesa vera e propria). Io, invece, in questo momento sto esaurendo le 'umane capacità di sopportazione'. E non perché è da un mese che trascorro le notti accanto a lei, ed anche gran parte delle mattinate e dei week-end, che cerco di accontentarla in ogni modo e di viziarla, ma perché ER è schizofrenica e se ha paura lo grida a me, se ha dolore mi chiede di toglierlo, se vuole la mano devo essere pronta a dargliela, se devo andare via comincia la scena struggente del distacco perché mi vorrebbe sempre lì accanto, i miei bisogni non esistono, ci sono solo i suoi ... non mi risparmia nulla ... ha bisogno anche della mia linfa vitale per sopportare questa prova. Ed io sono allo sfinimento, proprio come lei.

Eccome se serve questo Blog, a chi dovrei dire tutto ciò? Chi mi è vicino lo vede cosa faccio, sembra comprensivo, disponibile, ma poi finisce per non reggere la situazione e rischia di diventare lui stesso un problema. Purtroppo io ho sperimentato questo anche quando mi sono ammalata ... e questa è la cosa che mia fa più rabbia. Non saprei dove classificarlo, Dr. Catania, forse tra i mariti "smemorati", non ricorda più ciò che ho avuto (infarto e tumore in 2 anni) e autoconvinto che io ora stia benone (8 pastiglie al giorno/controlli ogni 3 mesi), si comporta come se nulla fosse successo! Anzi, sembra che parlare di salute (mia) sia un argomento tabù, e non che io sia particolarmente ipocondriaca, anzi, ma mi piacerebbe un po' di attenzione quando ho i controlli, quando non sto bene, quando sono sfinita come adesso. Invece tutto passa come se niente fosse, anzi l'incazzato finisce per farlo lui. Mi dispiace scrivere questo, ma già da tempo è oggetto delle nostre discussioni. Ecco, è qui che si sperimenta la vera solitudine, e sono sicura che stia soffrendo in solitudine anche lui!

Altra cosa volevo aggiungere per il Dr. Catania. Io in questo momento non sono in grado di dare supporto alle nuove ragazze ma spero che anche il solo raccontarmi, possa essere utile a qualcuno ... sicuramente fa bene a me!

Abbraccio tutti e un pensiero speciale va a chi in questo momento ha decisioni importanti e sofferte da prendere.

CRistina

Rosella fiduciaria
Rosella fiduciaria

Si, CRistina...
alcuni di "loro" dimenticano... o "sembrano" dimenticare.

Forse perché non pensare, non approfofondire, evita loro di sobbarcarsi di un peso che non sentono sotto alla loro pelle.

Forse perché ci vedono "vivaci" , nel senso che siamo IN VITA: stiamo in piedi, lavoriamo, facciamo le stesse azioni che facevamo "prima"...

Forse perché hanno paura loro stessi e temono di sentirsi dare delle risposte che non vorrebbero ascoltare...

Forse perché per loro è più importante ciò che provano LORO di ciò che proviamo NOI.
( ad esempio, io avevo supplicato mia sorella di non raccontare a nessuno della mia malattia... Lei ha fatto esattamente il contrario e mi sono sentita dire, da alcune sue amiche, che LEI soffriva molto e che mi voleva molto bene... Per me nessuna parola...ma io avevo SOLO il cancro, lei invece SOFFRIVA per il MIO cancro... era certamente la parte più lesa...).

Forse perché l'immagine che vogliamo dare di NOI è quella che che ci piace di più per noi stesse e non vendiamo a nessuno il nostro orgoglio, alla ricerca di una caritatevole parola.
Non vogliamo sentirci "di peso"...
Non accettiamo noi per prime di aver bisogno (ogni tanto?) di aiuto.

Non lo accettiamo da chi "non ha provato cosa significa" perchè, tanto, non capirebbe...

E ne abbiamo le prove, ogni giorno, ascoltando frasi e frasette, a destra e a manca... Cose che non diremmo MAI, noi!
Ma noi conosciamo bene il peso che assume un tono di voce pietoso o una parola pronunciata con un accento superficiale... e dopo una, due, tre volte, smettiamo di riprovarci per evitare di essere inserite in quella graticola fatta di frasi di circostanza.

Sembra che l'umano scibile si esprima senza quella sensibilità di cui avremmo bisogno come dell'aria che respiriamo...
Parole di circostanza, parole di imbarazzo... parole, parole... come scriveva il Dottor Catania...
Parole che sono stilettate, ogni volta che le ascoltiamo e lo sono ancor più se profferite da chi amiamo.
La conclusione di tutto ciò sta nel fatto che decidiamo, alla fine, di chiudere elegantemente con ogni confronto.
Noi per prime, a quel punto, EVITIAMO!

Io, a mio tempo, decisi di non condividere con nessuno (a parte la mia Famiglia, ovviamente, e due Amiche del cuore) la mia lieta novella.
Lo feci proprio ipotizzando tutto ciò che ho appena scritto: non avrei mai sopportato gli sguardi pietosi e le frasette compassionevoli, oppure il sentirmi dire che ero luminosa, o che "tanto non si vedeva neppure"...
Ciò che non mi aspettavo, però, era che avrei dovuto combattere contro certi stereotipi proprio nel contesto di quei "pochi intimi" nelle cui mani mi ero adagiata con fiducia e con i quali avevo condiviso il mio dolore (non tutti, fortunatamente!!).

La conclusione è stata che non mi era concesso avere PAURA ed anche solo accennare al mio cancro era vissuto come uno scivolone verso una sorta di pessimismo Sartriano.

Io, sempre FORTE E DETERMINATA, per alcuni non potevo permettermi di temere per la mia Vita.

Ma non solo...

Per alcuni, la modalità maggiormente gettonata era il minimizzare su ogni situazione, su ogni mio sentire.
La condivisione era diventata una azione insopportabile, tanto da farmi sentire a disagio!
Come se non avessi avuto già sufficienti problemi da risolvere!

l mio diritto alla parola veniva tradotto in debolezza e negatività, mentre invece mi dovevo ritenere FORTUNATA, ancor prima di entrare in possesso della mia biopsia!

Non sono VITTIMA predestinata caratterialmente, ma qualcuno ha tentato di farmi sentire tale...

E così sono "cambiata" io... era inutile chiedere ad altri di farlo, tenevano troppo alla loro incolumità psichica e occuparsi seriamente, visceralmente, di una Persona Cara che ha il cancro, mette a dura prova chiunque, figuriamoci gli ipocriti o le persone che pensano di possedere la scienza infusa!

Se penso che il più delle volte basterebbe TACERE e abbracciare!

"sei cambiata"
me lo sono sentito dire vis a vis... in negativo, naturalmente...
E mi è anche capitato di leggere (per caso) cosa si pensasse di me in una gentile conversazione fra due persone a me molto care e cioè che non sarei mai più tornata ad essere quella che ero...

Rido...

Io che non ho mancato un solo giorno a Scuola.
Io che mi sono sottoposta alle terapie ( solamente la radio, per fortuna...ma non è stata una passeggiata... mi si è anche "staccato" il capezzolo, nel bombardamento dell'ultima settimana... così, giusto per dire...) senza mai mancare da un impegno.
Io che sono sempre stata presente, sempre sorridente, sempre acconciata, profumata e truccata...
Eppure qualcuno non era in grado di comprendere che avevo il diritto di cedere, ogni tanto...

Così quando la necessità impellente di cedere mi assaliva, CEDEVO, certo, ma non "ufficialmente"...
Ma cedevo senza dimenticare le lezioni che avevo imparato QUI!
Il Blog mi ha permesso di andare avanti, sempre e con determinazione, e mi ha consentito di parlare con il cuore...
Ho attinto a piene mani alla saggezza delle Ragazze e alla professionalità dei Dottori e il mio ego-altruismo mi ha permesso di fare il resto, dandomi la certezza che invece sì, Rosella è sempre la stessa di "prima", ma lo è solo per chi vale la pena esserlo!

Ecco, CRistina, questa conclusione rappresenta il sano egoismo di cui ti ho accennato anche in forma privata...
Pensa anche a te stessa, non dimenticarti che se tu crolli non portrai più essere d'aiuto nè a ER, nè a te stessa...

Non dimenticarti di te... MAI!

Rosella

Lori Fiduciaria
Lori Fiduciaria

Ecco la nostra Rosella con il suo bel modo di scrivere le cose più belle e più sentite. Devo proprio dirlo....ci mancavi ! Il sano egoismo Rosella dovremmo alle volte applicarlo anche verso le persone che amiamo e che si abituano alla nostra costante disponibilità però......fra il dire e il fare.....Beh, teniamolo presente il tuo consiglio.

Roberto non ci sono parole per alleviare un dolore, ti mando un abbraccio sincero.
Come dice Rosella devi assolutamente stare con noi nel bus per accompagnarci nel nostro viaggio con la tua preziosa amicizia. Non serve molto, è sufficente la presenza di un amico, poche buone parole, un sorriso e l'ascolto di una canzone per trasmetterci il calore di un'amicizia sincera. Raccontarci di Dafne ci ha fatto bene perchè è un esempio di vita vissuta dignitosamente senza perdere mai la speranza fino alla fine, di questo ti ringraziamo.
P.S. sono passata al tu senza pensarci, vorrei che fosse reciproco fra amici si fa, vero ?

Luigia, bella la dieta che scrivi nell'altro blog, io non sono così brava e costante, ti copierò lo strudel perchè la mia unica difficoltà è rinunciare ai dolci. Sono contenta che hai deciso di venire fra noi. benvenuta!

Ciao Patty e allora ti sei decisa,, bene arrivata ! Vedo che ti sei già inserita alla grande e sono felice per te e per noi, potremmo raccontarci tante cose e tenerci per mano.

Un caldo abbraccio alle Ragazze che in questo momento sono in difficoltà
Lori

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