Frattura scomposta tibia e resezione perone

Buongiorno,
a metà ottobre 2006 sono stato coinvolto in un incidente motociclistico in cui ho riportato:
- trauma cranico commotivo e versamento pleurico basale sx
- frattura bifocale metafisi prossimale articolare e diafisiaria esposta tibia gamba sx,
- frattura processo spinoso e trasverso sx C7 e processo trasverso D1 con sublussazione costo-vertebrale omolaterale
- frattura stiloide ulnare polso sx.
Le fratture vertebrali sono state trattate con collare Philadelphia+prolunga toracica per 3 mesi con esito positivo.
Per la tibia si è provveduto a riduzione interna con due viti cannulate sul piatto tibiale e sintesi esterna con fissatore orthofix.
In aprile è stato rimosso il FEA ma a seguito della non completa formazione del callo osseo è stato ritenuto opportuno in maggio (20 gg con stampelle con dolore crescente) effettuare una osteotomia distale di perone (asportato 1 cm) e applicazione di gambaletto gessato. Nei seguenti 45 gg ho caricato progressivamente sulla gamba sx fino a non utilizzare più le stampelle. Il 30/6 mi è stato rimosso il gesso e si è constatato un miglioramento del callo osseo della tibia anche se non ancora completo. Il perone invece è rimasto completamente distaccato come se appena reciso. Mi è stato prescritto il carico con 2 stampelle per 30 gg con progressivo aumento. Dopo 8 gg continuo a provare dolore in prossimità della caviglia e della resezione del perone con lieve gonfiore della caviglia e saltuari dolori alla tibia.
Mi chiedo se tutto questo iter sia stato corretto data la lungaggine dei tempi (ormai quasi 9 mesi) e magari sussista il pericolo che tra un mese il problema non sia risolto. Cosa potrei ancora fare e a chi potrei rivolgermi? Dato che nel perone non si è formato il minimo callo osseo in 45 gg è verosimile che tra 25 gg la situazione sia immutata? Dato che è presente una leggera cervicalgia e riporto sin dall'inizio una ipoestesia tattile della spalla sinistra con facile affaticabilità nei movimenti del braccio (non causata apparentemente da alcuna lesione) è possibile praticare il nuoto considerando anche il perone in tali condizioni? Vogliate scusare la prolissità della richiesta ma il caso è ancora più articolato in realtà. Vorrei possibilmente ricevere indicazione di un centro e/o specialista in politraumi del genere in Italia o all'estero a cui rivolgermi per un approfondito "secondo parere"
Grazie per la vostra disponibilità.
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Prof. Alessandro Caruso Ortopedico, Medico fisiatra, Medico dello sport, Medico osteopata 4.2k 135 1
Egr. sig. Davide la frattura esposta diafisaria della tibia è stato certamente il problema maggiore.
Mentre la frattura alla metafisi prossimale è stata trattata con due viti e sarà ben guarita, quella diafisaria le ha creato dei problemi.
In linea di massima l'iter seguito dai colleghi di Torino sembra sia stato valido, ed i tempi di guarigione nelle fratture esposte diafisarie di tibia sono sempre lunghi, figuariamoci dove ci sono delle complicanze come nel suo caso.
Stia sereno che lentamente guarirà.
Per il callo del perone non ci pensi, è la tibia che deve guarire e guarire bene.
E' tanto averle detto ciò, dire oltre è difficile non potendo valutare le radiografie, che sono le uniche che dimostrano l'esatta situazione del suo stato clinico.
Faccia fisiochinesiterapia per le altre problematiche, affidandosi ad uno Specialista Fisiatra.
Cordiali saluti
Alessandro Caruso
Specialista Ortopedico-Traumatologo//Fisiatra
Messina

Alessandro Caruso
Specialista Ortopedia - Traumat.//Medicina dello Sport
Specialista Medicina Fisica e Riabilitazione -Messina -

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Dr. Antonio Mattei Ortopedico, Geriatra 938 50 10
La frattura esposta di tibia ha di per se un decorso molto lungo. Frequenti sono le evoluzioni in pseudoartrosi. Nel su caso mi sembra che la situazione stia evolvendo verso una guarigione si pur rallentata. I trattamenti subiti mi sembrano corretti ma anche io come il collega che le ha precedentemente risposto avrei bisogno di immagini radiografiche per dare una valutazione più... corretta.
Per quel che riguarda il perone si auguri addirittura che non guarisca perchè spesso è proprio la guarigione anticipata del perone ad ostacolare la guarigione della tibia.
Abbia pazienza e vedrà che tutto andrà bene.
Cordiali saluti

Antonio Mattei

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dopo
Utente
Utente
In primo luogo grazie per la vostra attenzione e le pronte risposte che mi hanno in parte tranquillizzato. In questa ultima settimana ho inoltre constatato un sicuro miglioramento della tibia avvertibile anche senza indagini radiografiche.
Rimango perplesso riguardo alla situazione del perone in quanto tutti mi dicono di non pensarci senza spiegarmi bene il motivo. Ok è utile per la guarigione della tibia ma in seguito? Ipotizzando che per fine agosto la tibia sia pressochè sistemata, se il perone non si salda (cosa che al momento mi sembra molto probabile dato che non ha formato callo osseo in 45 gg e permane un distacco di 1 cm pari alla parte asportata chirurgicamente) quali sono le opzioni che restano? Un nuovo intervento per inserire una placca / riportare un frammento osseo da altre parti del corpo? Lasciarlo com'è (ma ho solo 32 anni e amo lo sport!)?
Inoltre mi è stato detto di evitare torsioni (naturalmente), mi sapete dire se vale anche per lievi torsioni in scarico tipo nuotando a rana in piscina?
Grazie ancora per la disponibilità,
saluti Davide.