Psicosi delirante cronica

Gentili Dottori,
premetto che a mia sorella è stata diagnosticata, circa 7 anni fa, una psicosi delirante (di tipo principalmente religioso) con esordio acuto (a quanto pare cronica). A parte la fase iniziale, la terapia e’ proseguita con il solo farmaco ORAP per qualche anno.
Per problemi di iperprolattinemia il suddetto farmaco è stato - da circa 2 anni - sostituito con una compressa di Abilify 15 mg la mattina e, saltuariamente, in caso di esordio di forme depressive, con l’aggiunta di 10 gocce di Entact .
Tuttavia, a distanza di tanto tempo continuo a notare che mia sorella è:
- Troppo nervosa e poco paziente...a volte si agita e grida molto per delle cose anche banali;
- questo nervosismo (e direi stress) si acuisce molto nel momento in cui decidiamo di tornare su, a casa dai nostri genitori, per 1 settimana o più (evidenzio che mia sorella non ha mai avuto un ottimo rapporto con la mamma ed il padre che sono, a loro volta, persone dagli schemi mentali molto rigidi e negativi, ansiogene ed oppressive);
-ancora oggi - poche volte ma in maniera decisa - continua a inserire nei suoi ragionamenti il discorso che è Dio che Le fa fare determinate cose e che il suo malessere è frutto della volontà divina (anche qui evidenzio il fatto che la nostra famiglia d'origine ed i nostri nonni con cui lei è stata molto a contatto da piccola erano molto legati a pratiche religiose ecc..).
- talvolta la noto sovrapensiero e, non di rado, non riesce a seguire il filo logico di discorsi un po’ più impegnativi.
- durante il periodo estivo il tutto si aggrava (molto) ormai ciclicamente.
Volevo una Vostra valutazione in merito e se è il caso di proseguire solo con questa terapia farmacologica ovvero cambiarla o affiancare alla stessa una psicoterapia di tipo cognitivo comportamentale.
Ringrazio
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gentile utente,

considerata la persistenza dei sintomi è probabile che la situazione debba essere rivalutata per una maggiore appropriatezza della terapia farmacologica che può comportare aumenti o variazioni.

La possibilità di un trattamento psicoterapeutico è una valutazione che deve essere fatta dai curanti di sua sorella per comprendere se è opportuno o meno un trattamento di questo tipo.
Allo stesso modo, l'orientamento psicoterapico è una scelta dei curanti.

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[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottor Ruggiero,
intanto grazie per la celerità nella risposta.
Approfitto per chiederLe se:
- il fatto che siano passati sette anni dall'esordio della patologia potrebbe essere un problema ulteriore?
- E', quella fatta, una diagnosi completa o troppo generica?
- Vi è - per questa patologia - possibilità per mia sorella di rimettersi completamente (o quasi), benchè dopo ulteriori cure?
Ancora grazie
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gentile utente,

mi pare che la diagnosi sia piuttosto precisa.
Potrebbe essere variata nel tempo e quindi possono evidenziarsi anche altri aspetti diagnostici non presi in considerazione.

Il termine "cronico" esprime una valutazione di continuità della patologia che intende una non remissibilità totale, la possibilità di miglioramento in questo tipo di patologie dipende dal trattamento e dal suo funzionamento.

Il fatto che per molti anni non sia stato necessario variare la terapia fa considerare che possa essere una forma non grave.