Uno specialista ma parlandone anche

ho 27 anni e dirigo una piccola-media azienda, quindi passo le giornate con il nervoso e l’ansia delle responsabilità sia per il lavoro che per il personale.
Tutto è iniziato in luglio quando 3 dipendenti si sono dimessi e ho dovuto coprire il loro lavoro mentre cercavo nuovo personale assunto soltanto in settembre.
In concomitanza di ciò mi sono state consegnate le chiavi della mia nuova casa, ho passato tutto il periodo estivo a ristrutturare, nelle ore della sera nei week-end e durante le ferie, a girare per l’arredamento a litigare con il mio fidanzato.
In novembre mi sono trasferita con il mio convivente e le cose sono anche peggiorate.
Oltre alle responsabilità del lavoro si sono aggiunte quelle per la casa e la cura totale del mio convivente. Non c’è più tempo libero, i doveri sono sempre tantissimi e lo spazio personale si è ridotto a zero.
Psicologicamente sento molto il peso del mio lavoro poichè ho sempre la paura di non essere all’altezza e la mia figura nella vita privata si è trasformata in mamma, badante e valvola di sfogo.
Passo la giornata con il nervoso e tornando a casa litighiamo per i motivi più disparati.
Ho delle reazioni che non dovrei avere, passo da momenti di serenità a momenti di rabbia e dolore, a volte sono cattiva con chi mi ama, aggredisco verbalmente chiunque ma un secondo dopo vorrei picchiarmi.
Fisicamente sono gonfia digerisco spesso mi è venuta la forfora e in più digrigno i denti tanto da essere dipendente di un byte. Faccio fatica ad addormentarmi e mi sveglio più stanca di prima.
Mentalmente mi sento oppressa da una vita che non immaginavo, sento un peso, come un nodo, al petto, dolori di stomaco, ho tachicardia e tremori costanti, attacchi d'ansia e pensieri/paranoie. Ultimamente però rilevo una diminuzione della concentrazione e incapacità di portare a termine i miei compiti. Sono spesso stanca seppur dormendo 8 ore, sono apatica e non provo più emozioni di qualsiasi genere senza contare la totale mancanza di appetito sessuale.
Ovviamente la mia relazione ne ha risentito, non c’è più coinvolgimento e non mi sento parte di una squadra non ho l’appoggio morale che desidero, mi sento il capitano del battello ma forse sono solo io la colpevole di tutto.
Ho preso della valeriana ma non mi ha aiutato, l'ansia mi spaventa e la tachicardia anche peggio. Penso di dover affrontare la questione con uno specialista ma parlandone anche con la mia famiglia vengo derisa per l'idea, quindi non so se è il caso e di andare da un medico e di prendere eventualmente medicine per l'ansia e il nervoso.
Ho bisogno di un input di una chiarimento seppur generico, un'idea di ciò che mi sta capitando.
Aggiungo che mi sono sempre reputata una persona solare in grado di risolvere problematiche con grande spirito organizzativo e di gruppo. Oggi non riesco ad avere rapporti sociali, ho perso i miei amici poichè sono indifferente, non ho voglia di uscire ne di sentire nessuno.
Voglio solo continuare a piangere per riuscire a buttar fuori questo blocco alla gola che sento.
Grazie per l’attenzione, il Vs. sito e questa possibilità è una manna dal cielo. Tanti complimenti.
Giudi
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

spesso e' necessario cominciare a valutare i sintomi fisici per comprendere se non dipendano da una patologia d'organo.
Infatti, la descrizione fatta dovrebbe escludere fenomeni di tipo ormonale, come alterazioni della funzione tiroidea, oppure alterazioni nella quantita' di cellule ematiche, come una anemia.
Oltretutto, sono presenti fenomeni come il bruxismo, per il quale si sente dipendente da un byte, che puo' essere il fenomeno di una malocclusione ma anche di una preoccupazione ansiosa che si "scarica" durante la notte.
Ritengo opportuna una valutazione clinica globale con esami del sangue, compreso emocromo e profilo tiroideo ed anticorpi tiroidei.
Visita cardiologica ed elettrocardiogramma, visita odontoiatrica.
Qualora tali valutazioni dovessero risultare negative, allora e' il caso di sottoporsi ad una visita psichiatrica.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
gentile utente.
Credo che quella di 'esaurimento nervoso', pur non compresa nei manuali diagnostici attuali, sia sempre una diagnosi valida. Da quello che lei ben descrive, sembra che si sia caricata progressivamente e rapidamente di pesi fino a superare i suoi livelli attuali di sopportazione, 'esaurendo' progressivamente le sue forze. Questo puo' dipendere dal fatto o che ha preteso di caricarsi di pesi eccessivi in assoluto, o che le sue forze nello stesso periodo sono state diminuite da altri fattori non immediatamente visibili. Forse fisici, come suggerisce il collega, o forse psicologici. Lo stress è un fattore potenzialmente traumatico che può far insorgere sintomi e difficoltà psichiche. L'immagine del vaso colmo che alla fine strabocca anche per una goccia rende bene certe situazioni. Più che di farmaci, che rischiano di aggiungerle altri pesi di dosaggi, effetti colaterali, ecc, rischiando di aumentare il circolo vizioso, a mio parere serve una pausa momentanea e forse una consulenza per valutare il suo stato psicologico e trovare la via d'uscita.
Cordialmente

Dr. Gianmaria Benedetti

http://neuropsic.altervista.org/drupal/

[#3]
Psicologo attivo dal 2008 al 2008
Psicologo
Gentile utente,

ritengo i consigli del collega Dr. Ruggiero molto utili, e anche io credo che prima vadano escluse patologie di tipo organico, pur essendo evidente dalla sua storia che una componente ansioso-depressiva contribuisca al suo malessere generale.

Cordialità
[#4]
dopo
Utente
Utente
grazie dott. per la celere risposta, procedo con gli esami che mi ha consigliato.
nel frattempo c'è qualcosa farmaco, anche naturale, che posso prendere per l'ansia?
[#5]
Psicologo attivo dal 2008 al 2008
Psicologo
Gentile utente,

se la componente ansiosa sia tale da necessitare l'impiego di farmaci, può essere valutato solo da un medico che la visiti di persona; si rivolga la suo medico curante.
Personalmente credo poco ai "farmaci naturali", e ritengo in alcuni casi più efficace il training autogeno e le tecniche di rilassamento.

Cordialità,
[#6]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,


data la sua storia di utilizzo di "farmaci" (valeriana) non proprio indicati per i suoi disturbi, sarebbe piu' opportuno fare prima le valutazioni cliniche e poi eventualmente riproporre il problema ad un medico in quanto sarebbe poi necessario un trattamento adeguato.
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