Meningoencefalite virale

Buongiorno, scrivo per mio padre che ha un quadro già di per sé molto complicato. Neoplasia polmonare. Questo le ha provocato per la seconda volta in 5 mesi un ricovero, la prima volta la diagnosi fu encefalite virale da herpes 6. Adesso di nuovo ma temono sia in congiunto con meningite, sempre virale. I suoi sintomi sono lamentele continue, a volte urla, e dorme solo con un sedante. Non apre gli occhi da un giorno, dicono sia una forma di coma. Ha anche rigidità della nuca per questo sospettano infiammazione Delle meningi. In più ha febbre la cui temperatura oscilla, ma si è abbassata. Forse anche leggera polmonite contratta in ospedale. Le stanno dando due antivirali molto forti più due tipi di antibiotici è una fiala da 4mg di cortisone. Ci hanno detto che se non reagisce alla terapia nelle prossime 36 ore è finita. È così?
Cordialmente

Serena
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Attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Salve,
mi pare di aver inteso che la prima volta l'encefalite di suo padre è stata sostenuta dall'Herpesvirus 6 (HHV6), che è l'agente etiologico della VI malattia nei bambini.
Ancorchè il virus resti latente come tutte le Herpetoviridae per tutta la vita del soggetto e possa riattivarsi che sia stato la causa di una encefalite in suo padre mi pare strano.
Adesso mi pare di capire che lo stesso virus abbia provocato nuovamente una infiammazione che coinvolge le meningi.
E' strano che non le abbiano spiegato che una meningite o una encefalite, virale o batterica, sono in realtà sempre una meningoencefalite: non vi sono forme in cui viene colpito solo il rivestimento meningeo e forme in cui viene colpito solo l'encefalo: tenga presente che la Pia Madre è praticamente adesa all'encefalo e se si infiamma per qualunque causa si infiamma anche l'encefalo sottostante e viceversa.
E' importante piuttosto capire se suo padre abbia veramente una meningoencefalite virale e questo lo si può fare con una RM encefalica, che non conosco se sia stata effettuata.
Va infatti escluso che suo padre abbia dei secondarismi cerebrali del K polmonare che sostengono il quadro clinico.
Un EEG sarà senz'altro stato programmato per valutare le condizioni del "funzionamento" cerebrale o un coma irreversibile.
In più lei mi parla di una "leggera polmonite".
Mi pare che se tutto questo sia vero suo padre sia un paziente molto critico.
Le predizioni sul tempo di sopravvivenza e sulle possibilità di recupero è sempre meglio non farle mai per non fare figuracce: non capisco perchè proprio 36 ore e non magari 48... all'exitus.
Se vuole ci faccia sapere.
Tanti in bocca al lupo per il suo papà.
Caldarola.
[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la pronta risposta, le hanno fatto due rachicentesi, ha metastasi cerebrali sempre più in riduzione, le hanno fatto sia eeg che varie risonanze magnetiche, che confermano che la patologia non è di neoplastica, ne batterica, dicono che è virale. Ma ancora non sanno se è solo encefalite da herpes 6 virale o sono coinvolte anche le meningi, sempre in forma virale. Non nego la gravità della situazione di mio padre, ma c'è qualcosa che non mi torna, mi sembrano che non sappiano dove mettere le mani. Ma alla fine la mia domanda è: possibile che un virus del genere si possa risolvere nel giro magari anche di settimane?oppure queste poche ore, o la va o la spacca come dicono loro?
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Attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Non so proprio che dirle.
Queste cose si decidono al capezzale del paziente e non per via telematica.
Mi spiace molto.
Se vorrà tenermi informato mi farà piacere.
Cari saluti,
Dott. Caldarola.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Quando si scrive qui è perché non si hanno più mezzi per poter capire. Io volevo solo capire. Se una meningoencefalite virale, qualora fosse la giusta prognosi, potrebbe potenzialmente risolversi in più giorni e non in poche ore. In caso di non risposta alla terapia cosa si fa, si continua con la medesima e poi il reparto di terapia intensiva sarebbe più indicato a questa situazione. Perché non esistono solo antivirali o antibiotici, ma ad esempio trasfusioni di linfociti nel caso in cui fossero bassi. Una rianimazione a tutti gli effetti. Non le sto chiedendo la prognosi.
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Attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Gentile Signore,
una meningoencefalite virale, se di fronte a tale forma ci troviamo realmente, può risolversi in più giorni se il cervello è sofferente ma non c'è stata morte cerebrale.
Ovviamente il paziente va portato in terapia intensiva e va monitorato per tutti i parametri vitali, EEG compreso H 24.
Le terapie antivirali, delle quali non conosco nulla, vanno integrate con terapie adiuvanti che mirano ad abbassare l'ipertensione endocranica, specialmente se questa è importante e se vi è un importante edema cerebrale.
Quindi: steroidi (desametasone), diuretici osmotici (mannitolo o glicerolo) e quanto la farmacopea offre per gestire un caso simile.
In casi estremi si può ricorrere alla induzione di un coma farmacologico per attenuare le sofferenze del cervello dal quale il paziente poi viene svezzato lentamente.
L'antibioticoterapia si impone a largo spettro specie se come riferisce suo padre abbia una infezione polmonare.
Una terapia ben fatta in presenza di una buona reazione dell'organismo alla stessa può portare alla remissione.
Ciò comporta una equipe di Neurologi, Cardiologi, Nefrologi.....
Quello che volevo dire e che le ripeto è che io le posso dire tutte queste belle cose ma non posso intervenire su suo padre non avendo contezza del suo stato.
Suo padre deve stare ovviamente in terapia intensiva e non in corsia!
Se i globuli bianchi fossero bassi a seguito della chemioterapia vi sono farmaci capaci di stimolare il midollo a produrli, sempre che vi sia ancora una riserva midollare da stimolare.
Sono i fattori di crescita che fanno aumentare principalmente i granulociti ma anche le altre linee cellulari e il cui uso va valutato con attenzione.
La trasfusione di linfociti non servirebbe a nulla.
La trasfusione di Granulociti è ormai obsoleta, comporta rischi molto concreti e ad essa ormai, per la disponibilità dei summenzionati fattori di crescita, non si ricorre più.
Questo è quanto.
Capisco perfettamente il suo dolore e la sua angoscia ma a distanza più di questo non posso dirle.
Saluti,
Dott. Caldarola.
[#6]
dopo
Utente
Utente
Ecco, questa è la risposta che ha chiarito i miei dubbi. In oncologia non possono farle tutte queste cose. Ora parlerò con il suo infettivologo e le proporrò uno spostamento a terapia intensiva.

Grazie di cuore
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Attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Di nulla.
Cari saluti,
Dott. Caldarola.