Meningioma e omeopatia

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Mia sorella di 55 anni (peso 36 kg altezza 1,58 m)ha un meningioma da 14 anni. E' già stata operata 2 volte con pochi risultati. Il mese scorso è stata ricoverata in gravissime condizioni perchè il meningioma si è ingrossato causando un totale abbassamento del sodio (adesso è di 6cm x 6,5 cm). Ora è a casa, prende antiepilettici, cortisone e medicine per la tiroide. Il 18 marzo dovrà iniziare la tomoperapia per 1 mese e mezzo. Attualmente è quasi cieca, un occhio ha la palpebra chiusa (e comunque vede pochissimo) e l'altro vede solo nella parte centrale (e male).
La mia domanda è questa: navigando in internet mi sono imbattuta in un aricolo sul "caso Radetzky: storia di una guarigione omeopatica" (http://www.medicinealtre.it/1998/pitera-23-98.htm)che tratta della guarigione di un tumore al nervo ottico mediante i seguenti rimedi omeopatici:Thuya occ. per lavaggio esterno e Thuya occidentalis 30 CH e Carbo animalis 30 CH per uso interno in dose di tre globuli della trentesima diluizione la sera dell'ottavo giorno e la mattina del nono giorno.
Vorrei sapere se secondo voi può servire a qualcosa provare con questi rimedi e se possono in qualche modo compromettere la salute di mia sorella.
Attendo con ansia una vostra graditissima risposta.
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Perfezionato in medicine non convenzionali attivo dal 2008 al 2010
Perfezionato in medicine non convenzionali
Gentile utente,
è assolutamente da sconsigliare ripetere quella terapia che, in quanto omeopatica, deve essere strettamente individualizzata sulla base della sintomatologia totale, peculiare, fisica e mentale della persona. Il generale Radetzky ha avuto quella brillante guarigione perchè aveva bisogno di quei rimedi in quel particolare momento della sua vita ed era seguito da un medico omeopata di fama.
Stessa cosa dovrebbe fare sua sorella. L'omeopatia spesso può aiutare ad interrompere uno stato tendente alle proliferazioni (detto anche stato sicotico) ma sempre secondo una visione globale e unitaria che permetta di arrivare alla prescrizione più congeniale per il paziente.
Si affidi quindi ad un omeopata competente che le saprà indicare il modo più appropriato per intervenire cercando anche di diminuire la terapia farmacologica.

Cordiali saluti