La morte di un dittatore: veleno o... colesterolo?

andreafavara
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale

Morì improvvisamente il 21 gennaio 1924 poco prima di compiere 54 anni per un ictus.

Aveva fondato uno stato totalitario noto per il suo terrore senza pietà.

All’autopsia le sue arterie cerebrali erano così calcificate che sembravano pietre al taglio.

Perché Vladimir Ilyich Lenin aveva avuto un ictus così devastante da ucciderlo in così giovane età?

Lenin da piccolo era noto per avere una testa talmente grande e sproporzionata da fargli perdere l’ equilibrio e cadere spesso procurandosi ripetuti traumi cranici per i quali la madre aveva temuto potesse crescere con qualche forma di deficit neurologico.

Da adulto venne colpito dalla malattie ai suo tempi comuni:tifo, carie dentarie, sindromi influenzali ed erisipela, un’ infezione della cute. Soffriva di insonnia, cefalea e dolore addominale ricorrente.

A 38 anni venne colpito da due colpi di pistola durante un attentato, un proiettile restò conficcato nella clavicola dopo avergli trapassato un polmone e l’ altro rimase ritenuto alla base del collo.

Anche suo padre morì giovane, a 54 anni probabilmente per emorragia cerebrale in corso di tifo ed anche la maggior parte dei suoi sette fratelli non raggiunsero un età avanzata, due morirono in età infantile, un fratello fu giustiziato a 21 anni accusato di aver organizzato un complotto per uccidere l’ imperatore Alessandro III ed un altro morì di tifo a 19 anni.Tra i rimanenti, una sorella morì a 71 anni per infarto, un’ altra a 59  per una crisi cardiaca ed un ultimo fratello a 69 per quella allora definita una crisi stenocardica.

Nei due anni precedenti alla morte Lenin venne colpito da ben tre ictus. I migliori medici d’ Europa consultati formularono svariate ipotesi sulle cause tra le quali intossicazione cronica da piombo per i due proiettili ritenuti, aterosclerosi cerebrale ed endoarterite sifilitica per la quale venne sottoposto a terapia con arsenico, allora in voga.

In realtà all’ autopsia nessuna evidenza di sifilide venne confermata.

Infine, diverse crisi epilettiche lo colpirono nei giorni precedenti il decesso.

Lenin tuttavia non aveva i noti fattori di rischio per l’ infarto: non era iperteso, non fumava, era un bevitore occasionale e praticava regolarmente attività fisica.Non aveva avuto infezioni o tumori cerebrali.

Perché allora ebbe l’ictus?

La risposta sembra essere la familiarità: i tre fratelli che raggiunsero un età avanzata erano cardiopatici e suo padre morì per lo stesso motivo.

E’ possibile in famiglia fosse presente una ipercolesterolemia severa con le note conseguenze sull’ apparato cardiovascolare.

Resta però il mistero delle crisi comiziali apparentemente non spiegate.

In realtà qualsiasi tipo di avvelenamento può causarle….

Lenin venne dunque avvelenato? Il principale sospettato in tal caso sarebbe stato ovviamente Stalin che vedeva in lui un possibile ostacolo alla sua ascesa al potere e voleva liberarsene!

Dal 1921 in poi Lenin si lamentava regolarmente per l’ insonnia e per il mal di testa, non riusciva a concentrarsi, scrivere o lavorare.Scrisse a Gorky: ‘sono così stanco che non vorrei far nulla’

Stalin addirittura scrisse una nota segreta al Politburo nel 1923 affermando che Lenin stesso aveva chiesto a lui di avvelenarlo per dar termine alle sue sofferenze. Stalin rispose che non poteva rifiutarsi di farlo e avrebbe provveduto al momento giusto pur mancandogli il coraggio. In realtà sappiamo quanto Stalin fu spietato e quindi verosimilmente mentiva.

Infine l’ ultima parte del mistero: dopo la sua morte in Russia venne proibito di eseguire test tossicologici sul cadavere.

Il dubbio quindi resta.

L’ipercolesterolemia severa sembra essere il maggior indiziato e, se Lenin fosse vissuto oggi, con i farmaci a disposizione probabilmente avrebbe avuto altri  20 – 25 anni di vita... sempre che nel frattempo ovviamente non fosse stato assassinato.

La storia probabilmente sarebbe stata diversa...

Data pubblicazione: 20 maggio 2012

Autore

andreafavara
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1991 presso Universita' Studi Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Milano tesserino n° 31610.

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